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Autore: Primb    20/04/2009    3 recensioni
"Correvo. Semplicemente, correvo, il bianco vestito da sposa pieno di macchie e strappi, lo strascico ormai ridotto a brandelli. I rami e gli arbusti della macchia mediterranea mi graffiavano il viso e le porzioni di pelle lasciate scoperte dalla veste nuziale. Mentre inciampavo nell'ennesima radice, sentii uno schiocco e un improvviso bruciore alla guancia. Me la sfiorai con le dita ricoperte dai guanti candidi e questi si tinsero di rosso. Sangue."
Genere: Generale, Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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‡ Beautiful novel ‡

 

 

-Ti prego, ripetimi di nuovo i motivi per cui devo restare qui!- implorai esasperata, mentre con un pugno convinto colpivo una colonna di marmo bianco, tanto per fare un po’ di scena.

-Mh…vediamo un po’…- Milo fece finta di pensarci su. Un’ottima recita, con tanto di indice sulla bocca e sguardo perso nel vuoto, la classica posa del pensatore. Sbuffai.

-Principalmente, perché eravamo tutti dell’idea che la tua gamba andasse sforzata il meno possibile…- se in quel momento avessi prestato un briciolo di attenzione in più al naso di Milo, sono sicura che l’avrei visto allungarsi.

-…e poi- continuò con aria innocente – Ho insistito per averti qui. Pensavo ne saresti stata felice.-

-Non ti rispondo per non sembrare cattiva-. Roteai gli occhi infastidita, quando lui mi sorrise con fare ammiccante.

Poi, un pensiero mi attraversò la mente, e il mio sguardo dovette divenire triste, perché l’espressione di Milo si fece subito grave.

-Milo…perché non mi lasciate tornare a casa?-

Poco prima, quando Shaka, Milo e Mur erano venuti a informarmi dell’esito della riunione, avevano parlato di una cosa chiamata Cosmo.

Mi dissero che, per quanto piccola, anzi, minuscola (Shaka aveva detto quasi infinitesimale, ma non mi era mai piaciuto come aggettivo), possedevo anch’io una luce che, in qualche modo, mi rendeva diversa dagli altri uomini. Mi spiegarono anche che di solito il Cosmo derivava dalle costellazioni, e forse mi raccontarono anche qualcos’altro, ma non li ascoltai.

Ero troppo persa a fantasticare sugli astri, ad immaginarmi a galleggiare nel cielo,  pensando, poi, a quanto fosse assurda l’idea che la forza di alcuni esseri umani derivasse direttamente dalle stelle. Non tanto per l’assurdità della cosa in sé, ma perché trovavo inconcepibile l’idea che gli astri del Cielo, tanto belli, tanto lontani, tanto immobili, decidessero di regalarsi gratuitamente a dei comuni mortali. Un po’ come se l’eternità fosse in mano all’uomo. Che idea buffa, buffa davvero.

Comunque, il fatto di avere anch’io un Cosmo mi aveva lasciata alquanto indifferente, e, nella mia scala dei valori, l’informazione non aveva occupato un gradino poi molto alto. C’erano cose che ritenevo più importanti.

-Hai una casa in cui tornare, Lily?-

Dirette e dolorose come una freccia, le parole di Milo mi distolsero dai miei pensieri. Non sapevo se il mio cuore fosse o no il suo bersaglio, ma aveva fatto centro, senza alcun dubbio.

Però, riuscii a rispondere senza che la mia voce s’incrinasse.

-Una casa dove tornare non ce l’ho- ammisi –Ma ho ancora una famiglia di cui prendermi cura.-

Lui mi sorrise, con un misto di tenerezza, dolcezza e malinconia dipinte sul volto. Non avevo mai visto qualcuno sorridere in modo così amaro e affettuoso allo stesso tempo. Era disarmante.

-Fortunata te. Ti va di parlarmi di loro?-

Annuii. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Gli feci cenno di sedersi accanto a me, facendogli spazio sulla panchina in pietra su cui sedevo. Ci trovavamo in un piccolo giardinetto interno all’Ottava Casa. In realtà, non era altro che un cortile lastricato, con un ciliegio e uno scorcio di natura sul fondo, ma aveva il fascio delle cose antiche e quotidiane.

-Ho tre fratelli. Uno è più grande di me; si chiama Albert ed è bellissimo. È un genio, davvero, e da qualche mese è andato a Londra a lavorare come ricercatore. È da un po’ che non ho sue notizie…

Poi, c’è Andrea. Ha quattordici anni, ed è fantastica. Ha i capelli lunghi e neri, e grandi occhi grigi; scrive poesie, e dalle sue mani escono solo cose belle. Infine, c’è Jude. Lui ha solo dieci anni, ed è quello con cui vado più d’accordo. È anche quello che più mi somiglia: abbiamo entrambi gli occhi scuri, scuri davvero, la pelle diafana e i capelli chiari. Con l’unica differenza che i miei sono castano tendente al rame, i suoi sono quasi biondi-

Solo quando ebbi finito di parlare mi accorsi di quanto avevo gesticolato, ma non me ne curai. Guardai Milo con soddisfazione , conscia dell’affetto con cui caricavo le parole tutte le volte che parlavo della mia famiglia.

-E i tuoi genitori?-

-Sono morti-  risposi automaticamente, con un tono di voce talmente piatto da lasciar intendere la mia voglia di troncare la conversazione. Milo capì al volo e annuì. Poi, inaspettatamente, mi prese in braccio e si diresse a passi lenti verso le stanze interne.

-Questa mattina ti ho comprato dei vestiti, sono in questa stanza. Spero di averci azzeccato con i gusti e con la taglia. Quando ti sarai cambiata, andremo ad Atene a mangiare qualcosa. Sempre se ti va, ovvio.-

Sinceramente, l’idea di pranzare con Milo non mi tranquillizzava molto, ma non mettevo qualcosa sotto i denti da almeno un giorno, e i morsi della fame cominciavano a farsi sentire. Così, accettai l’invito di quel Cavaliere frivolo che mi sorrideva con aria sorniona. Dopo pochi passi, Scorpio mi appoggiò con delicatezza sul letto di una stanza ampia e ombrosa, e, dopo aver fatto un commento che non ascoltai, uscì dalla stanza lanciandomi un bacio prima di chiudere la porta.

Con gesto infantile, schivai il cuoricino invisibile e lo immaginai mentre andava a stamparsi sulle “eroiche nudità” di una statua ornamentale del peristilio. Soffocai una risatina e mi accinsi ad indossare i vestiti che erano sul letto: un paio di jeans e una maglia blu con scollo a barca. Bene, non erano nulla di troppo appariscente; da Milo, mi sarei aspettata qualcosa di molto peggio.

Mi sfilai il corto chitone che mi aveva dato Aphrodite al posto della veste nuziale, e indossai il tutto il più velocemente possibile, per quanto la rigida fasciatura al polpaccio me lo consentisse. Con la maglia andò tutto bene, ma i jeans erano strettissimi! E poi, essendo a sigaretta, premevano in maniera fastidiosa sulla gamba offesa.

Cercando di ignorare il malumore crescente, abbottonai quei benedetti pantaloni con un piccolo sforzo delle dita, ma il mio disappunto crebbe a dismisura quando mi accorsi che le scarpe che aveva comprato Milo altro non erano che delle decolleté di vernice con un tacco non inferiore ai nove centimetri.

Se era uno scherzo, non faceva ridere.

Saltellando sulla gamba sinistra, uscii dalla stanza e trovai Milo, anche lui cambiato di fresco, che mi aspettava sorridente sotto il porticato.

Alzai le scarpe all’altezza del volto con fare interrogativo e il suo sorriso si fece più ampio. Non so come fece, ma, nel tempo di un battito di ciglia, mi ritrovai nuovamente in braccio a lui, con entrambe le scarpe ai piedi.

-Ma cos…?- borbottai, ma Milo fu più veloce di me perfino nel rispondere.

-Pronta a testare l’alta velocità?- mi domandò, con un luccichio birichino negli occhi che mi preoccupò subito tantissimo.

-Uh?- fu l’unica cosa che riuscii a rispondere, prima  di trovarmi davanti ad un grazioso ristorantino che dava sul mare.

-Ma dove, hic!, siamo?- domandai intelligentemente.

-Ah ah! Non posso crederci! La velocità della luce ti ha fatto venire il singhiozzo! Oddio, sei uno spasso! Aspetta, aspetta…bu! Passato?-

Totalmente senza parole, e alquanto divertita dall’espressione scema che aveva Milo nel cercare di spaventarmi, mi avviai verso il ristorante con il naso per aria, fingendo superiorità, cercando di appoggiare il meno possibile la gamba già dolorante. Lui, però, ancora sghignazzante, mi raggiunse subito e mi prese a braccetto,  sostenendo miracolosamente quasi tutto il mio peso e alleviando non di poco il dolore del mio arto sfortunato.

Prendemmo posto sulla terrazza che dava sulla spiaggia, in un tavolino ornato con delle giunchiglie, e ordinammo il pranzo.

Durante il pasto, Milo mi parlò di sé.

Mi raccontò dell’addestramento sull’isola che portava il suo nome, mi parlò di tutte le sue figuracce e dell’amicizia quasi fraterna che lo legava a Camus, Santo di Acquario.

Non una parola sulla famiglia.

Scoprii soltanto che anche lui era orfano, come tutti i Cavalieri del Santuario, e che considerava gli altri Gold Saints, chi più chi meno, alla stregua di fratelli.

Nel corso della conversazione notai che su di me si erano posati gli sguardi ostili di tutta la fauna femminile del locale. Sorrisi, compiaciuta, e tornai a guardare Milo negli occhi, lasciandolo interdetto e facendogli interrompere a metà il discorso che aveva appena iniziato.

-Che succede?- domandò.

-Nulla. È solo che tutte le ragazze del locale mi stanno guardando con odio. Credo che venderebbero la propria madre per essere al mio posto.-

E non a torto. Milo sembrava un modello con quella maglietta nera leggermente aderente. Non solo, però. Aveva, nei gesti e nel modo di parlare, un qualcosa di sensuale e di protettivo allo stesso tempo, che mi faceva sentire orgogliosa di essere lì con lui. Se quelle ragazze avessero saputo quanto riusciva ad essere irritante certe volte, però, forse mi avrebbero invidiato un po’ meno.

- A-ha! Che ne dici, allora, di un bacetto, giusto per farle schiattare un po’ dall’invidia?-

Appunto.

Senza dire nulla,gli rifilai un calcio da sotto il tavolo con la gamba buona.

In quel momento si avvicinò una ragazza bionda, con gli occhi grandi e verdi e un seno enorme. Deglutii. Era talmente bella che no potevo nemmeno reggerle le scarpe. Abbassai lo sguardo infastidita, quando parlò con voce sensuale.

-Mi chiamo Ylenia, e ho un appartamento qui vicino. Mi chiedevo se avevi voglia di…-

-Mi dispiace- la interruppe Milo –ma, come vedi, ho già compagnia.-

-Capisco- sentii la bionda rispondere –ma io parlavo con te, piccolina- disse mentre con due dita mi sollevava il mento, puntando le sue iridi smeraldine nelle mie.

Deglutii a fatica, mentre cominciai ad avvampare e a sudare.

-Mi-Milo?- invocai il suo aiuto, vedendo con la coda dell’occhio che il Cavaliere di Scorpio si stava letteralmente sbellicando dalle risate. Il mio imbarazzo era arrivato alle stelle, e con lui anche l’asma, quando, in un attimo, fummo fuori dal ristorante grazie alla velocità della luce. Mi ritrovai accovacciata al petto di Milo, scosso dalle risate, mentre io diventavo blu per via del singhiozzo e dell’assenza di respiro.

Quando si accorse del mio colorito, Milo si allarmò e domandò intelligentemente se stessi bene. Feci cenno di no con la testa, mentre gli occhi mi uscivano dalle orbite.

-Oddio, ma tu non respiri!- avvertii che attorno a lui veleggiava un non so chè di ansioso. Doveva essere quello che Shaka e Doko avevano chiamato Cosmo. Fu buffo percepire il Cosmo di Milo per la prima volta proprio mentre ero in preda alla peggiore crisi asmatica di tutta la mia vita, con lui che mi correva intorno starnazzando come un pollo, completamente incapace di gestire una situazione del genere.

Dio, che brutto quarto d’ora! Dannata bionda!

Fu in quel momento che una mano mi toccò la spalla e sentii un Cosmo nuovo, fresco, profumato oserei dire, che riuscì in qualche modo a fermare la mia asma, lasciandomi sulla spiaggia ansimante e sudata.

-Tutto bene, Lily?- mi sorrise Aphrodite dei Pesci, mentre io annuivo, realizzando che ero sfuggita per la seconda volta da morte sicura grazie ad uno dei Santi di Athena.

 

 

 

…………………………………………………………………………………………

 

 

 

 

-Ah ah! Non può essere vero! E tu ti saresti fatta venire un attacco d’asma solo per una proposta un po’…ehm…bollente? Ma non farmi ridere, Lily!-

La risata di Aphrodite era così argentina che non trovai nemmeno la forza di offendermi, rapita com’ero dalla musicalità di quel timbro vocale.

-Di solito non sono così delicata, però, vedi, sono successe tante cose… Il mio sistema nervoso è a pezzi, e emotiva come sono,. È ovvio che l’asma mi venga così di frequente…-

Camminavamo lentamente lungo le strette viuzze di Atene, un po’ per gustarci l’aria di mare, un po’ perché quella era la massima velocità che la mia gamba consentiva.

-Capisco… Immagino che per te sia stato un bel colpo apprendere, nella stessa mattinata, dell’esistenza di Athena e dei suoi protettori… per non parlare del fatto di avere un Cosmo! Le convinzione di chiunque sarebbero crollate a partire dalle fondamenta.-

Scossi lentamente la testa, negando parte del discorso che Aphrodite aveva appena proferito.

-No, sono stati gli avvenimenti antecedenti al Santuario a distruggermi. Sai, il matrimonio e tutto il resto… Per quanto riguarda Athena, non è un problema. Finora ho sempre vissuto senza credere in nulla, senza preoccuparmi di difendere o di negare l’esistenza di alcuna divinità-

Aphrodite alzò un sopracciglio, perplesso forse di sentire tali parole uscire dalla bocca di una fanciulla. Però, non mi interruppe, e nemmeno lo fece Milo, così mi sentii autorizzata a continuare.

-Per quanto riguarda voi Cavalieri, beh, sono liete che esistiate, mi avete aperto la porta di un nuovo mondo. Se poi il Cosmo è il requisito per potervi permanere, allora ben venga. Mi lascio alle spalle una strada così piena di angosce e dubbi, che qualsiasi altra opportunità è ben accetta. Non fraintendetemi, non sto scappando dai miei guai. Tornerò ad affrontarli, quando sarò pronta, e se la mia vita tornerà ad essere dolorosa, almeno sarà per scelta mia e non di altri.-

Al mio discorso seguirono alcuni minuti di silenzio, durante i quali non smisi di domandarmi se avevo esagerato o no con le parole e con la confidenza. Fu Milo ad interrompere il flusso dei miei pensieri:

-Siamo uomini, in fondo, nient’altro che uomini. Non ti giudico, Lily, perché nel tuo dolore ritrovo anche il mio che era sepolto. Viaggiamo nella stessa direzione, oramai:promettimi che dividerai con me il peso del tuo bagaglio, quando sarà diventato troppo pesante-

Forse fu in quel momento che mi innamorai davvero di Milo, forse no. Forse ero nata già innamorata di lui, senza saperlo, o forse me ne innamorai solo più tardi.

Solo di una cosa ero sicura in quel momento: la mia vita, il sapore dell’acqua, la fine del mondo erano tutte banalità, se messe a confronto con quei frammenti di cielo che adesso non aspettavano altro che un sì…

-Promesso.-

Sì, promesso. Vidi l’aere sorridermi attraverso gli occhi di Milo, ma non fui più in grado di udirne le parole, e nemmeno sentii quelle di Aphrodite. Le mie orecchie erano assordate dal battito di un cuore prepotente, che non la smetteva di gridare la sua gioia.

Mi stupii non poco quando, più tardi, realizzai che quel suono veniva da me.

 

 

……………………………………………………………………………………….

 

 

 

-Ricapitolando: io, adesso, dovrei recarmi da una ragazzina che voi chiamate “Lady” , per farmi conoscere giusto? Però, sarà un incontro parecchio formale, in cui verranno fatte domande sulla mia identità e sul mio passato, non è così?-

Vidi Milo e Aphrodite annuire, all’interno del giardino fiorito della Casa dei Pesci.

-Oh, e Shaka si è raccomandato di non essere maleducata con la Dea. Rispondi solo se interpellata e dalle del “voi”- aggiunse Aphrodite.

-Certamente- risposi con ironia – poi, mi metterò in posizione “sacco da boxe” pronta a farmi menare, per testare la mia pericolosità in quanto possibile nemico. Dico bene?-

-A grandi linee- annuì Milo, serio.

-Scordatelo- feci per tornare sui miei passi, ma i due Cavalieri mi trattennero per le spalle, e, incuranti delle mie proteste, mi portarono in quella scomoda posizione fino all’ingresso del Tredicesimo Tempio.

Li fulminai con uno sguardo truce, quindi, fatto un bel respiro, spinsi i pesanti battenti di legno ed entrai in un salone ampio e sfarzoso.

-Benarrivata. Accomodati, entra pure.- mi accolse la voce armoniosa di una ragazzina dagli occhi azzurri e dai lunghi capelli viola.

Non mi suonò come un ordine, e, anzi, il suo tono di voce fu particolarmente gentile; così, sopprimendo quella vocina interiore che mi ordinava di non farlo, sorrisi a mia volta ed entrai.

 

 

 

 

Il mio corner

Finalmente sono riuscita a trascrivere il nuovo capitolo. Sono sempre in ritardo, che frana! Chiedo scusa! Allora, che dire… in alcune parti la narrazione è noiosa e tende al frivolo, ma non è che una sfumatura, non la vera essenza della storia. In alcuni punti, il personaggio di Milo potrà sembrare originariamente OOC. In realtà, penso che anche lui possa avere, in certi momenti, un lato serio e dolcissimo che nell’originale emerge poco. Non so, io nell’intimità me l’immagino un inguaribile romantico. Infine, non credo che nell’Ottava Casa ci sia un peristilio come quello descritto qui. Solo, mi piaceva pensare che ci fosse.

Mi rendo conto di stare trascurando un po’ “oltre”, l’altra mia fanfic, ma di questa sono letteralmente innamorata, mi è inevitabile privilegiarla. Passiamo a ringraziare individualmente, ora:

ti con zero: capitoli che preludono qualcos’altro, dici? Non mi è chiarissimo come concetto,ma vedrò di fare del mio meglio!^_^ grazie per aver lasciato una recensione! *si inchina di 90 gradi rischiando il colpo della strega* *1bacio*

Ai91:hai fatto arrossire Shaka, poverino! ^_^ gli altri Cavalieri, invece, sono tutti contenti! Vedessi com’è pompato Milo! (parla per te! N.d.Milo ehm…ndme) scherzi a parte, grazie davvero per i complimenti, sei stata gentilissima *arrossisce fino a diventare blu*. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! *1bacio*

Snow Fox: va bene, così, la lunghezza? No, non è la prima fic che scrivo. Cioè, in realtà sarebbe la seconda. La prima, però, è formata da 4 miseri capitolini tutti sguinci sguinci, quindi sono comunque agli inizi. (discorso in un italiano scorrettissimo, spero che tu ne abbia afferrato il senso lo stesso!^_^) Acc! Mi hai beccata! Eh, sì, il personaggio di Shaka è un po’ OOc, o forse no. In fondo , le persone possono sempre stupire. Comunque, sì, la cavalleria in lui è forse un po’ forzata, però ammetto che uno Shaka gentile non mi dispiace. Per quanto riguarda la storia di Lily, si dovranno aspettare un paio di capitoli: la ragazza è molto riservata! Grazie per la recensione, spero che continuerai a leggere! *1bacio*

Roxrox: hai ragionissima, sono convinta che i Gold di buon senso ne abbiano sempre meno! Milo è sempre il migliore, non c’è niente da fare! *tira fuori la maglietta con l’immagine di del fan club di Milo*. Sì, i rischi che si corrono nei capitoli di transizione è sempre quello. La storia completa di Lily si saprà solo un po’ più avanti, quando lei deciderà di aprirsi un po’ di più con qualcuno…ma non ti dico altro! Grazie davvero per tutti i complimenti *me rossa*. Vola ad aggiornare “tra i petali del tempo”, adesso! Marsch! Scherzavo…eh eh… tankS! *1bacione*

Ribrib20: mi hai fatto diventare rossa! Grazie! Sai che ti dico?Se non mi avessi lasciato questa bella recensione, in questo momento non sarei così felice! Perciò, grazie a te! Spero che continuerai a leggere! ^_^ *1bacio*

Infine, vorrei ringraziare leyda per aver inserito “beautiful novel” tra i preferiti, e anemone333, Roxrox e ancora leyda  per aver inserito questa storia tra le seguite. Mi avete fatto un piacere immenso!^_^

P.s: un’ultima cosa. Poi non rompo più, sul serio. Qualcuno sa dirmi cosa sono, di preciso, le Mary Sue? Lily è una Mary Sue? Spero di no, Lily è una Lily…vabbè, grazie a chiunque mi darà chiarimenti su questo arcano!

 

Enjoy!!!!!!!!

*1bacio*

stantuffo

  
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