‡
Beautiful novel ‡
-Ti
prego, ripetimi di nuovo i motivi per cui devo restare qui!-
implorai esasperata, mentre con un pugno convinto colpivo una colonna
di marmo
bianco, tanto per fare un po’ di scena.
-Mh…vediamo
un po’…- Milo fece finta di pensarci su.
Un’ottima
recita, con tanto di indice sulla bocca e sguardo perso nel vuoto, la
classica
posa del pensatore. Sbuffai.
-Principalmente,
perché eravamo tutti dell’idea che la tua gamba
andasse sforzata il meno possibile…- se in quel momento
avessi prestato un
briciolo di attenzione in più al naso di Milo, sono sicura
che l’avrei visto
allungarsi.
-…e
poi- continuò con aria innocente – Ho insistito
per averti
qui. Pensavo ne saresti stata felice.-
-Non
ti rispondo per non sembrare cattiva-. Roteai gli occhi
infastidita, quando lui mi sorrise con fare ammiccante.
Poi,
un pensiero mi attraversò la mente, e il mio sguardo
dovette divenire triste, perché l’espressione di
Milo si fece subito grave.
-Milo…perché
non mi lasciate tornare a casa?-
Poco
prima, quando Shaka, Milo e Mur erano venuti a informarmi
dell’esito della riunione, avevano parlato di una cosa
chiamata Cosmo.
Mi
dissero che, per quanto piccola, anzi, minuscola (Shaka aveva
detto quasi infinitesimale, ma non mi era mai piaciuto come aggettivo),
possedevo
anch’io una luce che, in qualche modo, mi rendeva diversa
dagli altri uomini.
Mi spiegarono anche che di solito il Cosmo derivava dalle
costellazioni, e
forse mi raccontarono anche qualcos’altro, ma non li
ascoltai.
Ero
troppo persa a fantasticare sugli astri, ad immaginarmi a
galleggiare nel cielo, pensando,
poi, a
quanto fosse assurda l’idea che la forza di alcuni esseri
umani derivasse
direttamente dalle stelle. Non tanto per
l’assurdità della cosa in sé, ma
perché trovavo inconcepibile l’idea che gli astri
del Cielo, tanto belli, tanto
lontani, tanto immobili, decidessero di regalarsi gratuitamente a dei
comuni
mortali. Un po’ come se l’eternità fosse
in mano all’uomo. Che idea buffa,
buffa davvero.
Comunque,
il fatto di avere anch’io un Cosmo mi aveva lasciata
alquanto indifferente, e, nella mia scala dei valori,
l’informazione non aveva
occupato un gradino poi molto alto. C’erano cose che ritenevo
più importanti.
-Hai
una casa in cui tornare, Lily?-
Dirette
e dolorose come una freccia, le parole di Milo mi
distolsero dai miei pensieri. Non sapevo se il mio cuore fosse o no il
suo
bersaglio, ma aveva fatto centro, senza alcun dubbio.
Però,
riuscii a rispondere senza che la mia voce s’incrinasse.
-Una
casa dove tornare non ce l’ho- ammisi –Ma ho ancora
una
famiglia di cui prendermi cura.-
Lui
mi sorrise, con un misto di tenerezza, dolcezza e malinconia
dipinte sul volto. Non avevo mai visto qualcuno sorridere in modo
così amaro e
affettuoso allo stesso tempo. Era disarmante.
-Fortunata
te. Ti va di parlarmi di loro?-
Annuii.
Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno. Gli feci cenno
di sedersi accanto a me, facendogli spazio sulla panchina in pietra su
cui
sedevo. Ci trovavamo in un piccolo giardinetto interno
all’Ottava Casa. In
realtà, non era altro che un cortile lastricato, con un
ciliegio e uno scorcio
di natura sul fondo, ma aveva il fascio delle cose antiche e quotidiane.
-Ho
tre fratelli. Uno è più grande di me; si chiama
Albert ed è
bellissimo. È un genio, davvero, e da qualche mese
è andato a Londra a lavorare
come ricercatore. È da un po’ che non ho sue
notizie…
Poi,
c’è Andrea. Ha quattordici anni, ed è
fantastica. Ha i
capelli lunghi e neri, e grandi occhi grigi; scrive poesie, e dalle sue
mani
escono solo cose belle. Infine, c’è Jude. Lui ha
solo dieci anni, ed è quello
con cui vado più d’accordo. È anche
quello che più mi somiglia: abbiamo
entrambi gli occhi scuri, scuri davvero, la pelle diafana e i capelli
chiari.
Con l’unica differenza che i miei sono castano tendente al
rame, i suoi sono
quasi biondi-
Solo
quando ebbi finito di parlare mi accorsi di quanto avevo
gesticolato, ma non me ne curai. Guardai Milo con soddisfazione ,
conscia
dell’affetto con cui caricavo le parole tutte le volte che
parlavo della mia
famiglia.
-E
i tuoi genitori?-
-Sono
morti- risposi
automaticamente, con un tono di voce talmente piatto da lasciar
intendere la
mia voglia di troncare la conversazione. Milo capì al volo e
annuì. Poi,
inaspettatamente, mi prese in braccio e si diresse a passi lenti verso
le
stanze interne.
-Questa
mattina ti ho comprato dei vestiti, sono in questa
stanza. Spero di averci azzeccato con i gusti e con la taglia. Quando
ti sarai
cambiata, andremo ad Atene a mangiare qualcosa. Sempre se ti va, ovvio.-
Sinceramente,
l’idea di pranzare con Milo non mi tranquillizzava
molto, ma non mettevo qualcosa sotto i denti da almeno un giorno, e i
morsi
della fame cominciavano a farsi sentire. Così, accettai
l’invito di quel
Cavaliere frivolo che mi sorrideva con aria sorniona. Dopo pochi passi,
Scorpio
mi appoggiò con delicatezza sul letto di una stanza ampia e
ombrosa, e, dopo
aver fatto un commento che non ascoltai, uscì dalla stanza
lanciandomi un bacio
prima di chiudere la porta.
Con
gesto infantile, schivai il cuoricino invisibile e lo
immaginai mentre andava a stamparsi sulle “eroiche
nudità” di una statua
ornamentale del peristilio. Soffocai una risatina e mi accinsi ad
indossare i
vestiti che erano sul letto: un paio di jeans e una maglia blu con
scollo a
barca. Bene, non erano nulla di troppo appariscente; da Milo, mi sarei
aspettata qualcosa di molto peggio.
Mi
sfilai il corto chitone che mi aveva dato Aphrodite al posto
della veste nuziale, e indossai il tutto il più velocemente
possibile, per
quanto la rigida fasciatura al polpaccio me lo consentisse. Con la
maglia andò
tutto bene, ma i jeans erano strettissimi! E poi, essendo a sigaretta,
premevano in maniera fastidiosa sulla gamba offesa.
Cercando
di ignorare il malumore crescente, abbottonai quei
benedetti pantaloni con un piccolo sforzo delle dita, ma il mio
disappunto
crebbe a dismisura quando mi accorsi che le scarpe che aveva comprato
Milo
altro non erano che delle decolleté di vernice con un tacco
non inferiore ai
nove centimetri.
Se
era uno scherzo, non faceva ridere.
Saltellando
sulla gamba sinistra, uscii dalla stanza e trovai
Milo, anche lui cambiato di fresco, che mi aspettava sorridente sotto
il
porticato.
Alzai
le scarpe all’altezza del volto con fare interrogativo e
il suo sorriso si fece più ampio. Non so come fece, ma, nel
tempo di un battito
di ciglia, mi ritrovai nuovamente in braccio a lui, con entrambe le
scarpe ai
piedi.
-Ma
cos…?- borbottai, ma Milo fu più veloce di me
perfino nel
rispondere.
-Pronta
a testare l’alta velocità?- mi domandò,
con un luccichio
birichino negli occhi che mi preoccupò subito tantissimo.
-Uh?-
fu l’unica cosa che riuscii a rispondere, prima di trovarmi davanti ad un
grazioso
ristorantino che dava sul mare.
-Ma
dove, hic!, siamo?- domandai intelligentemente.
-Ah
ah! Non posso crederci! La velocità della luce ti ha fatto
venire il singhiozzo! Oddio, sei uno spasso! Aspetta,
aspetta…bu! Passato?-
Totalmente
senza parole, e alquanto divertita dall’espressione
scema che aveva Milo nel cercare di spaventarmi, mi avviai verso il
ristorante
con il naso per aria, fingendo superiorità, cercando di
appoggiare il meno
possibile la gamba già dolorante. Lui, però,
ancora sghignazzante, mi raggiunse
subito e mi prese a braccetto,
sostenendo miracolosamente quasi tutto il mio peso e
alleviando non di
poco il dolore del mio arto sfortunato.
Prendemmo
posto sulla terrazza che dava sulla spiaggia, in un
tavolino ornato con delle giunchiglie, e ordinammo il pranzo.
Durante
il pasto, Milo mi parlò di sé.
Mi
raccontò dell’addestramento sull’isola
che portava il suo
nome, mi parlò di tutte le sue figuracce e
dell’amicizia quasi fraterna che lo
legava a Camus, Santo di Acquario.
Non
una parola sulla famiglia.
Scoprii
soltanto che anche lui era orfano, come tutti i
Cavalieri del Santuario, e che considerava gli altri Gold Saints, chi
più chi
meno, alla stregua di fratelli.
Nel
corso della conversazione notai che su di me si erano posati
gli sguardi ostili di tutta la fauna femminile del locale. Sorrisi,
compiaciuta, e tornai a guardare Milo negli occhi, lasciandolo
interdetto e
facendogli interrompere a metà il discorso che aveva appena
iniziato.
-Che
succede?- domandò.
-Nulla.
È solo che tutte le ragazze del locale mi stanno
guardando con odio. Credo che venderebbero la propria madre per essere
al mio
posto.-
E
non a torto. Milo sembrava un modello con quella maglietta
nera leggermente aderente. Non solo, però. Aveva, nei gesti
e nel modo di
parlare, un qualcosa di sensuale e di protettivo allo stesso tempo, che
mi
faceva sentire orgogliosa di essere lì con lui. Se quelle
ragazze avessero
saputo quanto riusciva ad essere irritante certe volte,
però, forse mi
avrebbero invidiato un po’ meno.
-
A-ha! Che ne dici, allora, di un bacetto, giusto per farle
schiattare un po’ dall’invidia?-
Appunto.
Senza
dire nulla,gli rifilai un calcio da sotto il tavolo con la
gamba buona.
In
quel momento si avvicinò una ragazza bionda, con gli occhi
grandi e verdi e un seno enorme. Deglutii. Era talmente bella che no
potevo
nemmeno reggerle le scarpe. Abbassai lo sguardo infastidita, quando
parlò con
voce sensuale.
-Mi
chiamo Ylenia, e ho un appartamento qui vicino. Mi chiedevo
se avevi voglia di…-
-Mi
dispiace- la interruppe Milo –ma, come vedi, ho
già
compagnia.-
-Capisco-
sentii la bionda rispondere –ma io parlavo con te,
piccolina- disse mentre con due dita mi sollevava il mento, puntando le
sue
iridi smeraldine nelle mie.
Deglutii
a fatica, mentre cominciai ad avvampare e a sudare.
-Mi-Milo?-
invocai il suo aiuto, vedendo con la coda dell’occhio
che il Cavaliere di Scorpio si stava letteralmente sbellicando dalle
risate. Il
mio imbarazzo era arrivato alle stelle, e con lui anche
l’asma, quando, in un
attimo, fummo fuori dal ristorante grazie alla velocità
della luce. Mi ritrovai
accovacciata al petto di Milo, scosso dalle risate, mentre io diventavo
blu per
via del singhiozzo e dell’assenza di respiro.
Quando
si accorse del mio colorito, Milo si allarmò e
domandò
intelligentemente se stessi bene. Feci cenno di no con la testa, mentre
gli
occhi mi uscivano dalle orbite.
-Oddio,
ma tu non respiri!- avvertii che attorno a lui
veleggiava un non so chè di ansioso. Doveva essere quello
che Shaka e Doko
avevano chiamato Cosmo. Fu buffo percepire il Cosmo di Milo per la
prima volta
proprio mentre ero in preda alla peggiore crisi asmatica di tutta la
mia vita,
con lui che mi correva intorno starnazzando come un pollo,
completamente
incapace di gestire una situazione del genere.
Dio,
che brutto quarto d’ora! Dannata bionda!
Fu
in quel momento che una mano mi toccò la spalla e sentii un
Cosmo nuovo, fresco, profumato oserei dire, che riuscì in
qualche modo a
fermare la mia asma, lasciandomi sulla spiaggia ansimante e sudata.
-Tutto
bene, Lily?- mi sorrise Aphrodite dei Pesci, mentre io
annuivo, realizzando che ero sfuggita per la seconda volta da morte
sicura grazie
ad uno dei Santi di Athena.
…………………………………………………………………………………………
-Ah
ah! Non può essere vero! E tu ti saresti fatta venire un
attacco d’asma solo per una proposta un
po’…ehm…bollente? Ma non farmi ridere,
Lily!-
La
risata di Aphrodite era così argentina che non trovai
nemmeno
la forza di offendermi, rapita com’ero dalla
musicalità di quel timbro vocale.
-Di
solito non sono così delicata, però, vedi, sono
successe
tante cose… Il mio sistema nervoso è a pezzi, e
emotiva come sono,. È ovvio che
l’asma mi venga così di frequente…-
Camminavamo
lentamente lungo le strette viuzze di Atene, un po’
per gustarci l’aria di mare, un po’
perché quella era la massima velocità che
la mia gamba consentiva.
-Capisco…
Immagino che per te sia stato un bel colpo apprendere,
nella stessa mattinata, dell’esistenza di Athena e dei suoi
protettori… per non
parlare del fatto di avere un Cosmo! Le convinzione di chiunque
sarebbero
crollate a partire dalle fondamenta.-
Scossi
lentamente la testa, negando parte del discorso che
Aphrodite aveva appena proferito.
-No,
sono stati gli avvenimenti antecedenti al Santuario a
distruggermi. Sai, il matrimonio e tutto il resto… Per
quanto riguarda Athena,
non è un problema. Finora ho sempre vissuto senza credere in
nulla, senza preoccuparmi
di difendere o di negare l’esistenza di alcuna
divinità-
Aphrodite
alzò un sopracciglio, perplesso forse di sentire tali
parole uscire dalla bocca di una fanciulla. Però, non mi
interruppe, e nemmeno
lo fece Milo, così mi sentii autorizzata a continuare.
-Per
quanto riguarda voi Cavalieri, beh, sono liete che
esistiate, mi avete aperto la porta di un nuovo mondo. Se poi il Cosmo
è il
requisito per potervi permanere, allora ben venga. Mi lascio alle
spalle una
strada così piena di angosce e dubbi, che qualsiasi altra
opportunità è ben
accetta. Non fraintendetemi, non sto scappando dai miei guai.
Tornerò ad
affrontarli, quando sarò pronta, e se la mia vita
tornerà ad essere dolorosa,
almeno sarà per scelta mia e non di altri.-
Al
mio discorso seguirono alcuni minuti di silenzio, durante i
quali non smisi di domandarmi se avevo esagerato o no con le parole e
con la
confidenza. Fu Milo ad interrompere il flusso dei miei pensieri:
-Siamo
uomini, in fondo, nient’altro che uomini. Non ti giudico,
Lily, perché nel tuo dolore ritrovo anche il mio che era
sepolto. Viaggiamo
nella stessa direzione, oramai:promettimi che dividerai con me il peso
del tuo
bagaglio, quando sarà diventato troppo pesante-
Forse
fu in quel momento che mi innamorai davvero di Milo, forse
no. Forse ero nata già innamorata di lui, senza saperlo, o
forse me ne
innamorai solo più tardi.
Solo
di una cosa ero sicura in quel momento: la mia vita, il
sapore dell’acqua, la fine del mondo erano tutte
banalità, se messe a confronto
con quei frammenti di cielo che adesso non aspettavano altro che un
sì…
-Promesso.-
Sì,
promesso. Vidi l’aere sorridermi attraverso gli occhi di
Milo, ma non fui più in grado di udirne le parole, e nemmeno
sentii quelle di
Aphrodite. Le mie orecchie erano assordate dal battito di un cuore
prepotente,
che non la smetteva di gridare la sua gioia.
Mi
stupii non poco quando, più tardi, realizzai che quel suono
veniva da me.
……………………………………………………………………………………….
-Ricapitolando:
io, adesso, dovrei recarmi da una ragazzina che
voi chiamate “Lady” , per farmi conoscere giusto?
Però, sarà un incontro
parecchio formale, in cui verranno fatte domande sulla mia
identità e sul mio
passato, non è così?-
Vidi
Milo e Aphrodite annuire, all’interno del giardino fiorito
della Casa dei Pesci.
-Oh,
e Shaka si è raccomandato di non essere maleducata con
-Certamente-
risposi con ironia – poi, mi metterò in posizione
“sacco da boxe” pronta a farmi menare, per testare
la mia pericolosità in
quanto possibile nemico. Dico bene?-
-A
grandi linee- annuì Milo, serio.
-Scordatelo-
feci per tornare sui miei passi, ma i due Cavalieri
mi trattennero per le spalle, e, incuranti delle mie proteste, mi
portarono in
quella scomoda posizione fino all’ingresso del Tredicesimo
Tempio.
Li
fulminai con uno sguardo truce, quindi, fatto un bel respiro,
spinsi i pesanti battenti di legno ed entrai in un salone ampio e
sfarzoso.
-Benarrivata.
Accomodati, entra pure.- mi accolse la voce
armoniosa di una ragazzina dagli occhi azzurri e dai lunghi capelli
viola.
Non
mi suonò come un ordine, e, anzi, il suo tono di voce fu
particolarmente gentile; così, sopprimendo quella vocina
interiore che mi
ordinava di non farlo, sorrisi a mia volta ed entrai.
Il
mio corner
Finalmente
sono riuscita a trascrivere il nuovo capitolo. Sono
sempre in ritardo, che frana! Chiedo scusa! Allora, che
dire… in alcune parti
la narrazione è noiosa e tende al frivolo, ma non
è che una sfumatura, non la
vera essenza della storia. In alcuni punti, il personaggio di Milo
potrà
sembrare originariamente OOC. In realtà, penso che anche lui
possa avere, in
certi momenti, un lato serio e dolcissimo che nell’originale
emerge poco. Non
so, io nell’intimità me l’immagino un
inguaribile romantico. Infine, non credo
che nell’Ottava Casa ci sia un peristilio come quello
descritto qui. Solo, mi
piaceva pensare che ci fosse.
Mi
rendo conto di stare trascurando un po’
“oltre”, l’altra mia
fanfic, ma di questa sono letteralmente innamorata, mi è
inevitabile
privilegiarla. Passiamo a ringraziare individualmente, ora:
ti
con zero:
capitoli che preludono qualcos’altro, dici? Non mi
è
chiarissimo come concetto,ma vedrò di fare del mio
meglio!^_^ grazie per aver
lasciato una recensione! *si inchina di 90 gradi rischiando il colpo
della
strega* *1bacio*
Ai91:hai
fatto arrossire Shaka, poverino! ^_^ gli altri Cavalieri,
invece, sono tutti contenti! Vedessi com’è pompato
Milo! (parla per te!
N.d.Milo ehm…ndme) scherzi a parte, grazie davvero per i
complimenti, sei stata
gentilissima *arrossisce fino a diventare blu*. Spero che anche questo
capitolo
ti piaccia! *1bacio*
Snow
Fox:
va bene, così, la lunghezza? No, non è la prima
fic che scrivo.
Cioè, in realtà sarebbe la seconda. La prima,
però, è formata da 4 miseri
capitolini tutti sguinci sguinci, quindi sono comunque agli inizi.
(discorso in
un italiano scorrettissimo, spero che tu ne abbia afferrato il senso lo
stesso!^_^) Acc! Mi hai beccata! Eh, sì, il personaggio di
Shaka è un po’ OOc,
o forse no. In fondo , le persone possono sempre stupire. Comunque,
sì, la
cavalleria in lui è forse un po’ forzata,
però ammetto che uno Shaka gentile non
mi dispiace. Per quanto riguarda la storia di Lily, si dovranno
aspettare un
paio di capitoli: la ragazza è molto riservata! Grazie per
la recensione, spero
che continuerai a leggere! *1bacio*
Roxrox:
hai
ragionissima, sono convinta che i Gold di buon senso ne
abbiano sempre meno! Milo è sempre il migliore, non
c’è niente da fare! *tira
fuori la maglietta con l’immagine di del fan club di Milo*.
Sì, i rischi che si
corrono nei capitoli di transizione è sempre quello. La
storia completa di Lily
si saprà solo un po’ più avanti, quando
lei deciderà di aprirsi un po’ di più
con qualcuno…ma non ti dico altro! Grazie davvero per tutti
i complimenti *me
rossa*. Vola ad aggiornare “tra i petali del
tempo”, adesso! Marsch! Scherzavo…eh
eh… tankS! *1bacione*
Ribrib20:
mi hai fatto diventare rossa! Grazie! Sai che ti dico?Se non
mi avessi lasciato questa bella recensione, in questo momento non sarei
così
felice! Perciò, grazie a te! Spero che continuerai a
leggere! ^_^ *1bacio*
Infine,
vorrei ringraziare leyda
per
aver
inserito “beautiful novel” tra i preferiti, e anemone333,
Roxrox e ancora
leyda
per aver inserito
questa storia tra le
seguite. Mi avete fatto un piacere immenso!^_^
P.s:
un’ultima cosa. Poi non rompo più, sul serio.
Qualcuno sa
dirmi cosa sono, di preciso, le Mary Sue? Lily è una Mary
Sue? Spero di no,
Lily è una Lily…vabbè, grazie a
chiunque mi darà chiarimenti su questo arcano!
Enjoy!!!!!!!!
*1bacio*
stantuffo