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Autore: harrypotter_vita    11/07/2016    2 recensioni
La guerra è finita, Voldemort è stato sconfitto e i nostri protagonisti ritornano ad Hogwarts. Hermione e Ron sono fidanzati e quindi passano la maggior parte del tempo insieme. Harry si sente un po' escluso dal Magico Trio, divenuto un duo. Ma non può lamentarsi, in quanto fidanzato con Ginny. Un giorno viene lasciato dalla sua fidanzata perché lei dice di amare Zabini. (Wow, in questa ff si realizzeranno tutte le mie OTP) e Harry cade in uno stato di tristezza e confusione, sentendosi rifiutato da tutti. Ma mai come Draco Malfoy, ritornato ad Hogwarts con lo scontento di tutti. Umiliato, offeso, abbandonato anche dai suoi più cari amici e addirittura picchiato. La cosa peggiore è che lui credeva di meritarselo. Successivamente Draco e Harry si incontreranno e il Bambino Sopravvissuto cercherà di aiutare il biondo ad uscire dalla depressione. Dopo numerosi litigi e altri fatti (divertenti e non), tra i due accadrà qualcosa che non si ritevena possibile.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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IL PROCESSO


Draco aprì gli occhi e si ritrovò nel buio più totale.

Era ancora nella sua cella.

Le catene gli stringevano i polsi, tenendolo ancorato al muro, mezzo seduto.

Da quanto era lì?

Giorni?

Settimane?

Mesi?

Ma soprattutto perché era lì e chi l'aveva catturato?

Non capiva.

Non capiva più nulla.

Forse l'avevano preso i Mangiamorte, ritenendolo un servo indegno e facendolo morire di sofferenza.

Oppure era il Ministero che l'aveva portato ad Azkaban. Sì, quel posto aveva tutta l'aria di essere la prigione maledetta, vista la tristezza che si celava dietro ad ogni roccia.

Abbassò il capo sospirando, ormai era lì da tantissimo tempo. Una volta al giorno gli portavano del cibo, una pagnotta di pane duro e tre bicchieri d'acqua. Le catene stringevano talmente tanto, che non si sarebbe stupito di ritrovarsi le mani viola. Anche se con quel buio non ci riusciva. Forse quando sarebbe uscito... Ma l'avrebbero mai lasciato andare? No, lui meritava di stare lì. Lui, con tutto il male che aveva causato, non meritava neanche di stare al mondo.

Era debole Draco, debole. Il pavimento era duro e freddo e nella cella c'era un buio immenso. Sopra la sua testa c'era un piccola finestrella sbarrata che faceva passare l'aria, ma non la luce. Doveva essere per forza sottoterra. Era ormai sicuro che il suo sedere fosse diventato quadrato, a furia di star lì, mezzo seduto. Rise da solo, povero. Ricordava bene ai tempi di Hogwarts quando lui era il dio di tutto e la gente si diceva che aveva un fondoschiena fantastico. Rise di nuovo, ma presto la piccola risata venne sostituita da un'altro pianto strozzato.

Aveva freddo, tanto freddo, indossava solo un mantello nero e sgualcito che non lo proteggeva dal gelo della prigione. Un'altra lacrima cadde sul pavimento gelido, seguita da altre. Non gli rimaneva altro che piangere in quella cella fredda e buia per il resto dei suoi giorni.

" Un Malfoy non piange ". Avrebbe detto suo padre. Ma il caro genitore poteva anche andarsene a fanbagno di tanto in tanto. Era colpa di suo padre se lui si era trasformato in un mostro, colpa sua se era diventato un assassino, se si era ridotto in quel modo.

" Smettila di fare il bambino Draco, i buoni ti hanno offerto il loro aiuto, ma tu, da bravo codardo, hai rifiutato. Non sei più un bambino, prenditi le tue responsabilità e non scaricare tutte le tue colpe su tuo padre ". Ecco, quella invece era la voce di Lei. Non faceva altro che tormentarlo (nella sua testa) da quando era arrivato lì, durante la battaglia di Hogwarts. Quando i tre Malfoy avevano cercato di svignarsela, erano apparsi degli uomini che lo avevano separato da sua madre per portarlo lì.

Al ricordo di Narcissa singhiozzo'. Cosa le avevano fatto? Cosa avevano fatto all'unico membro della famiglia che gli era sempre stato accanto? COSA AVEVANO FATTO A SUA MADRE?

Scoppiò in un pianto strozzato mentre si dimenava, voleva uscire da lì. Anche se non se lo meritava, voleva di nuovo respirare aria fresca. Non aveva mai perso il controllo in quel modo durante il suo soggiorno in cella. Non così tanto da urlare.

Improvvisamente la porta si spalancò con forza insolita, veniva sempre aperta lentamente per il pranzo. Ma purtroppo, capì subito che quello non era l'uomo dei pasti. Cercò di reprimere i singhiozzi mentre una figura avvolta in un mantello nero si stagliava in tutta la sua potenza. Il nuovo arrivato strinse i pugni e si avvicinò a Draco con passo pesante, facendo scricchiolare persino le piastrelle. Il ragazzo scalcio' l'aria, cercando di allontanare lo sconosciuto. Ma venne bloccato dalle sue possenti braccia e dovette fermarsi mentre ormai le lacrime rincominciavano a rigargli le guance. Per cosa era venuto? Voleva ucciderlo, torturarlo, ricattarlo...? Magari anche trasformarlo in uno schiavo pronto ad ubbidire ad ogni ordine.

- No, ti preg-o... Lasciami... Lasciami andare... - Continuò a dimenarsi, ma l'Auror lo bloccò. Sentì un piccolo click e le catene si sciolsero alle sue spalle. Draco sentì un sollievo immenso, mentre capiva che la vita stava riaffiorando, almeno nei suoi polsi. Se li massaggio', stupito e sollevato.

- Non viziarti troppo Mangiamorte -. Disse una voce femminile. Il Serpeverde si rese improvvisamente conto dell'errore nell' aver classificato lo sconosciuto nella classe maschile. "L'uomo" si tolse il cappuccio e da dietro fece capolino il viso di una donna di mezza età. Per poco il furetto non sveni' per lo spavento... Quella era una donna, porca miseria! Una donna con il portamento e la corporatura da uomo. Meno male che non l'aveva detto ad alta voce!

Ma presto l'entusiasmo svani'. La donna afferrò il povero ragazzo per le spalle e lo spiaccico' al muro, girandolo. Prese malamente i suoi polsi e li legò in modo torturevole (What😂?) Con una spessa corda.

Successivamente venne afferrato per il colletto e buttato fuori dal cella a calci. Venne raggiunto dalla donna trans (questa trasformazione l'ho inserita tanto per ridere 😂) che iniziò a trascinarlo per il corridoio. Draco si lasciò condurre, con la testa bassa e i passi pesanti.

Non camminava da giorni e fu un sollievo per lui ricominciare a farlo. Aveva quasi dimenticato come si faceva. Le gambe erano molli e continuano a tremargli, si chiese dove lo stesse portando. Le celle erano sotto terra, ma quella non era Azkaban. Erano le prigioni del Ministero e il ragazzo si chiese quali aule ci fossero sopra la sua testa.

La donna lo condusse in un ascensore vuota e iniziarono a salire. Raggiunsero solo il piano successivo e subito lo spinse a terra. Draco cadde. Non era abbastanza forte per subire tutta quella forza. Una folla di impiegati si sparpaglio' a forma di cerchio intorno a lui mentre cercava si rialzarsi. Fece leva sulle gambe ma era troppo debole per riuscirci, cadde, di nuovo. Provò diverse volte, ma con scarsi risultati. La gente intorno a lui comincio a ridere, a pestargli i piedi, la schiena. E nessuno che lo aiutava.

Guardò supplicando negli occhi di ciascuno dei presenti, ma ci trovò solo vendetta repressa e gioia di poter far provare lo stesso dolore che avevano sopportato loro per la perdita delle famiglie, a uno dei tanti responsabili.

La donna trans ghigno' compiaciuta e iniziò a ridere anche lei. Nessuno che lo aiutava. Tutti che lo additavano, che gli urlavano " Mostro! " " Assassino! "... Draco si sentì malissimo, un dolore sia fisico che morale che dal cuore iniziò a spandersi in tutto il corpo, mentre rincominciava a piangere e a chiedere aiuto. Si trascinò ai piedi di una ragazza bionda che sembrava gentile chiedendo aiuto. Ma ricevette solo un calcio e un insulto, mentre gli altri continuavano a ghignare e a ridere. L'Auror gli tirò un calcio, facendolo gemere per il dolore, mentre scivolava sul pavimento.

Aveva intenzione di portarlo a destinazione a suon di calci? Oppure era già arrivato? Sarebbe diventato il buffone di turno, una specie di pallone gonfiato a cui dare calci? Era meglio la prigione.

Improvvisamente una testa di capelli rossi si fece largo nella folla.

- BESTIE! - Urlava rivolto ai presenti.

- MOSTRI! - Strepito' alla folla.

Ma quello chi era? Sentì delle braccia sollevarlo da terra e ben presto i suoi occhi incontrarono quelli color nocciola di Arthur Weasley. Si dimeno ' dalle sue braccia, tutti tranne lui.

Avrebbe voluto essere stato aiutato persino da Dolores Umbridge, ma non da lui.

Non dal padre di colui che Draco aveva visto la morte senza far nulla. Il dolore si fece ancora più forte. Non poteva essere aiutato da una persona così buona a generosa, aveva visto morire il figlio! E non aveva fatto nulla. L'unica cosa che fece fu andare al funerale di nascosto per poi piangere sulla lapide di Fred Weasley. Ma il danno era ormai fatto.

- Ehi, calmo, calmo -. Gli disse squotendolo dolcemente e facendogli un sorriso. Il povero ragazzo non poté sopportarlo e cominciò a scalciare. Arthur sbuffo' e cominciò a trascinarlo lontano dalla folla che aveva cominciato a ridere ancora di più, alla fine si lasciò condurre a capo basso e passo pesante.

- Quegli stupidi... - Borbotto'. - Avrebbero dovuto condurti al processo del Winzegamot per decidere se darti l'amnistia o portarti ad Azkaban a vita... E invece che fanno? Ti prendono a calci ovviamente. Pensavo che di te avessero un po' di pietà dopo averti lasciato marcire per 2 mesi... -

- Per due mesi? - Il ragazzo si sorprese di aver parlato. La sua voce era spenta, roca. Si stupì persino di avere ancora una voce. Il signor Weasley era ancora più stupito di lui, ma si riscosse subito per non offenderlo.

- Sì, tra 4 giorni è il 1 settembre -. Visto che non si era arrabbiato, decise di fargli un altra domanda.

- Dov'è mia madre? - Il rosso era contento di quella richiesta, come se non aspettasse altro.

- Tua madre è stata in prigione per 1 mese. Poi in assenza del Marchio Nero le hanno concesso l'amnistia e ora vive al quartier generale dell'Ordine della Fenice, con sua richiesta ovviamente -. Aggiunse notando la sua espressione stupita.

- Con l'Ordine della... -

- Sì. Non sopportava l'idea di passare l'estate in quella casa, quindi ha deciso di farsi trasferire -.

- Mio padre?-

- Il suo processo non avverrà, sarà oggi, secondo la tua testimonianza, verrà deciso se dargli l'amnistia o una cella ad Azkaban -.

Draco abbassò il capo, secondo la sua testimonianza avrebbe deciso il destino del padre. Cosa poteva dire? Suo padre lo odiava. Ricordava bene, anche quando era piccolo.



Zabini veniva quasi sempre a casa sua per giocare. Usavano sempre le scope, si sentivano liberi e lontani dalla loro famiglia, che non li aveva mai apprezzati.Quando era ora di pranzo, la signora Zabini arrivava in giardino e urlava loro di andare a tavola. Ma erano troppo lontani per sentirla e arrivavano a pranzo in ritardo.
Anche solo una piccola disubbidienza portava entrambi a subire colpi di Cruciatus quasi fino alla follia. E così aveva imparato ad essere sempre il figlio desiderato dal padre.
Quindi, spedirlo ad Azkaban era una proposta allettante.





I suoi ragionamenti vennero bruscamente interrotti da Arthur che lo spinse dolcemente all'interno di una porta. Alzò lo sguardo per poi ritrovarsi nel tribunale del Winzegamot, con un'assemblea pronto ad accoglierlo per lanciargli pomodori e spedirlo in galera.

- Draco Lucius Malfoy... - Non appena sentì quella voce alzò la testa di scatto. Seduta, al posto di ministro, c'era Dolores Umbridge che sbatteva le ciglia come una ragazzina viziata. Lui impreco' e si chiese come una persona del genere sia potuta diventare primo ministro. - Prego, si accomodi... - Continuò lei, con un sorriso da schiaffi e indicando con il dito una sedia piena di catene al centro della sala.

Lui sbuffò e si diresse verso la sedia, passo dopo passo, con il capo basso. Poté giurare di aver sentito qualcuno ridere durante la sua passeggiatina per arrivare al mobile. La corda gli si era magicamente sciolta non appena era entrato.Si sedette e le catene tintinnarono per poi avvolgerlo come un serpente fulmineo. Draco si spavento' e la gente intorno a lui rise.

Il rospo iniziò ad elencare ad alta voce tutte le sue colpe, discutendole con gli altri. Il ragazzo avrebbe voluto ribattere, ma non gli lasciarono neanche un secondo per prendere la parola. Discutevano sul suo destino senza chiedergli il suo parere, come se ormai tutti volessero che Draco Malfoy fosse sbattuto ad Azkaban il prima possibile. Allora la sua presenza il sala a cosa serviva se non lo guardavano neanche? Pian piano le voci che litigano sul suo destino diventarono nei bisbiglii, mentre i maghi si raggruppavano per non far sentire nulla.

Il povero ragazzo sospirò e abbassò il capo, sicuro che la sua libertà sarebbe finita in quell'aula.

Dolores Umbridge si girò e batté il martello sul banco.

- COLPEVOLE! -
- Colpevole di crimini contro i babbani, torture, omicidi di massa, collaborazione con il Signore Oscuro, tentato omicidio di Albus Percival Wulfric Brian Silente, furti... E per tanto, lei sarà condannato ad Azkaban per il resto della sua vita insieme al padre -. Finito di parlare tutti appaludirono e si alzarono dalle sedie, pronti ad uscire. Draco abbassò lo sguardo, si meritava tutto ciò, eppure non poté che essere triste per aver perso la sua vita a soli 18 anni.

Anzi, sarebbe stato meglio morire, finite in quella prigione era ancora peggio.

Una lacrima si fece strada sulla sua guancia, non avrebbe mai più rivisto sua madre. Non avrebbe mai più potuto sentirsi rassicurato da lei, coccolato, abbracciato e incoraggiato. Successivamente lei sarebbe morta per il dolore per aver perso la famiglia. Ricaccio' indietro le lacrime, non lo avrebbe mai permesso. Sarebbe evaso dalla prigione per salvare sua madre, anche se ciò poteva portarlo solo all'inferno una volta morto. Ma lo avrebbe fatto comunque.

Una squadra di Auror era pronta per scortarlo verso la sua nuova casa, quando all'improvviso il portone si spalancò. Tutti i presenti che erano usciti rientrarono e le attenzioni furono rivolte ai nuovi arrivati, compresa quella di Draco. Erano stupiti,chi osava fare irruzione così durante un processo? Dolores Umbridge li avrebbe squartati, nessuno era più importante di lei, nessuno aveva più potere di lei... Nessuno tranne...

Dal portone comparvero tre persone avvolte in mantelli neri. Si potevano sentire gli stivali di gomma bagnata che si appoggiavano sul pavimento dell'aula silenziosa. Tutti erano stupiti dei nuovi arrivati, Malfoy compreso. Erano in tre e una di loro era una donna.

Un ragazzo al centro, occhialuto, capelli neri e ribelli, occhi verde smeraldo e una cicatrice sulla fronte.

Harry Potter.

Un ragazzo sulla sinistra, occhi azzurri, capelli pel di carota e lentiggini sulle guance.

Ron Weasley.

E alla fine...

Lei.

Un bellissima chioma di capelli castani, ricci e indomabili, occhi color nocciola e portamento potente.

Lei, il suo amore segreto, Hermione Jean Granger.

- SIGNOR POTTER! - Esclamò il rospo. - Come osa fare irruzione durante un processo simile? -

Harry alzò il capo e ghignò, fiero della situazione. Intanto il Golden Trio si era riunito intorno alla sedia di Draco, sciogliendo le catene, con stupore di tutti. Il Malfoy strinse le nocche fino a farle diventar bianche per lo stress. Cosa stavano facendo quei pagliacci?

- Punto primo Dolores, questo processo è illegale e tu lo sai bene -. Tutti borbottarono, nel Mondo Magico, Harry Potter aveva persino più potere dello stesso ministro e se avesse voluto liberale Draco Malfoy, avrebbe potuto farlo anche in assenza di prove.

- Come? Non è illegale! - Brontolo' lei.

- Sì invece -. Ribatte freddo. -Voi stupidi corvi non ve ne siete mai accorti. Sempre chiusi in ufficio a risolvere situazioni che vengono soltanto testimoniate, senza scoprire la vera realtà dei fatti. Draco Malfoy ci ha salvati quella volta, al Manor, facendo finta di non conoscerci. E Narcissa invece mi ha salvato quando ha mentito sulla mia morte. Hanno diritto di rimanere in libertà. E tu, Dolores Umbridge, tu hai collaborato con il Signore Oscuro e ora stai facendo la buona buonina facendo finta che tutto ciò non sia vero -. In sala scoppiò una grande pandemonio, che venne messo a tacere dal ministro.

- Signor Potter, lei non ha alcun diritto di insultarmi in pubblico, ma comuqnue accoglieremo la sua richiesta di concedere a Draco Malfoy l'amnistia, ma per Lucius Malfoy non abbiamo scelta -. Il salvatore dovette annuire e la sala si sciolse.

Il Magico Trio stava per andarsene quando sentirono Draco bisbigliare: - Grazie -. Mentre una lacrima cadeva. Fecero finta di non averlo sentito, come lui sperava, si sorrisero e se ne andarono.

Malfoy venne sorpreso, qualche minuto dopo, a piangere da solo in sala tribunale, ancora incatenato, da Arthur Weasley. Lui gli sorrise e lo slego'. Successivamente gli disse: - Vieni Draco, ti porto da tua madre -. Mentre il Malfoy si faceva trascinare via, riuscì ad abbozzare un piccolo sorriso, anche se non venne visto.
   
 
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