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Autore: LaVampy    11/07/2016    2 recensioni
e se Max ormai abbastanza grande non riuscisse a controllare il suo potere? c'è una scelta da fare farlo diventare un apprendista stregone come vorrebbe Magnus o lasciarlo vivere come un semplice bambino come vorrebbe Alec?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood, Max Lightwood-Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Malec's family'
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“Dai Papa’, muoviti. Dai, muoviti..eddaiiiii!!!” disse Max tirando lo stregone per la mano.

“Max, tesoro!" disse lo stregone rallentando." Dobbiamo fare una piccola sosta prima all’istituto. La nonna ti ha preparato la torta al cioccolato e una borsa piena piena di pane”.

“Ma viene tardi, io voglio andare subito. non voglio la torta.” rispose imbronciato , il piccolo stregone.

“Stai bene? Non dici mai no alla torta della nonna!” chiese lo stregone che fermatosi all’improvviso,  iniziando a toccare lo stregoncino.

“ Si papà sto bene. Sto benissimo. Smettila di toccarmi, facciamo tardi!. E non voglio passare dalla nonna. Ora voglio andare subito dalle papere, SUBITO!!!!".

“ Comunque vada, prima di andare si passa dalla nonna. Perché io stasera Papà Alec infuriato non lo voglio. Quindi sorridi e andiamo ”.

“ Io non voglio andare dalla nonna. Mi hai promesso…” ma venne interrotto da Magnus.

“ Basta!” disse Magnus esasperato, guardando il figlio."Detesto i capricci, quindi finiscila subito!"

“ Ho detto che prima passiamo in accademia altrimenti si va direttamente a casa! Sono stata abbastanza chiara?”.

Max, dopo aver lanciato un’occhiata di fuoco al padre, riprese a camminare. Magnus notò che le mani erano avvolte da fiammelle gialle, segno che il piccolo era estremamente contrariato.

“ Dovresti contenere la tua furia” disse Magnus, senza ottenere risposta. Ma il luccichio intorno alle mani sparì improvvisamente.

Entrati in accademia, andarono alla ricerca di Maryse. Nei corridoi incontrarono Alec, che notò la postura ostile del piccolo stregone.

E silenziosamente, guardando negli occhi Magnus chiese la motivazione.

“ Capricci” rispose ad alta voce Magnus. “Tua Madre ci ha chiamato per passare qui a prendere la torta.Ma qualcuno si è offeso perché voleva andare subito al laghetto! e allora l'ho sgridato e non mi parla. se continua così andiamo direttamente a casa, e niente lago”.

Ottenendo nel giro di poco, l’ennesimo sguardo di fuoco dallo stregone blu.. Max era sull’orlo delle lacrime e la luce nel corridoio iniziava ad andare ad intermittenza.

Un quadro cadde dal muro, frantumandosi a terra, e le lampadine scoppiarono.  

“ Io .. io.. non volevo f..farlo” disse balbettando Max. “ Ero.. io Ero.. io. Voglio andare.. volevo andare dalle papere” continuò. Copiosi lacrimoni rigavano le gote dello stregone.

Magnus si fermò all’improvviso, si inginocchiò davanti al bambino , cercando inutilmente di calmarlo. Ormai le mani erano totalmente avvolte da fiammelle gialle.

"Max, ascoltami. Devi calmarti" disse Magnus, con il fiato corto.

Alec osservò Magnus e vide che era concentrato, gli occhi da gatto più brillanti del solito. Una goccia di sudore, scendeva dalla fronte fino al collo.

Alec fece per avvicinarsi ma Magnus lo bloccò con lo sguardo. Era estremamente pericoloso toccare uno stregone che aveva perso il controllo dei poteri.

All’improvviso una mano, decisa, scostò Alec. Catarina, sentendo le vibrazioni del ragazzino, era giunta in soccorso a Magnus.

Abbracciando Max, gli sussurrò parole rassicuranti e in poco tempo la situazione fu sotto controllo. La luce ritornò dalle poche lampadine sopravvisute.

“ Magnus, cosa ti passa per la testa” disse tra i denti Catarina. “Dovevi bloccarlo subito”, “ Non aspettare fino ad ora!! Poteva essere pericoloso per tutti! Da quando sei così incosciente?”

“ Io , credevo si calmasse” rispose stizzito lo stregone.

Max nel frattempo esausto era crollato tra le braccia di Alec.

“ Smettetela tutti e due” disse risoluto. “ Questo non è ne il luogo ne il momento per questa discussione”, e si allontanò con Max addormentato.

“Magnus” disse dolce Catarina. “ Devi controllarlo, so che è tuo figlio e che lo ami, ma è giunto il momento di addestarlo, anche se non sarà piacevole, per tutti voi.” E detto questo se ne andò.

Lasciando Magnus senza parole e senza fiato. Sapeva che il cammino di Max sarebbe stato lungo e doloroso e stancante.
 
Magnus si riprese dallo shock del vedere il figlio senza controllo. Aveva cercato di contenere la furia, per evitare un’ esplosione, ma ad un certo punto aveva iniziato a sentire le forze venire meno. Max involontariamente lo stava prosciugando e non aveva la forza di staccare le mani. Meno male era intervenuta Catarina. Ora restava solo da sistemare quel pasticcio, mobili a pezzi, quadri distrutti e lampadine scoppiate.  

Scosse le mani e nel corridoio tornò tutto alla normalità. Ma appena si spostò dal muro, per dirigersi in camera, un violento giramento di testa lo gettò quasi a terra. Fu prontamente sorretto da Jace, che attirato dai rumori si era avvicinato e aveva mandato via tutti gli studenti.

“Ehi, Ehi calma Magnus” gli disse, “ Appoggiati a me.” Magnus, aveva il fiatone. Iniziava a sentire le forze venir  meno, stava svenendo lo sentiva. Aveva quella sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco. “Chiama Alec, e non spaventarti” sussurrò prima di collassare a terra, privo di sensi.

“ Izzy, aiutami” urlò Jace, nella speranza che la sorella lo sentisse. Speranza che risultò vana, dopo un paio di minuti infatti, non vedendo sopraggiungere la sorella. Prese il telefono e chiamò la madre.

Finalmente dopo alcuni minuti frenetici , Magnus venne adagiato sul divano. Sotto gli occhi silenziosi di Alec, che non aveva più proferito parola. A guardarlo bene in faccia, pensò Jace, il suo parabatai sembrava angosciato. “ Tutto bene? ”gli chiese poggiandogli una mano sulla spalla. Alec senza voltarsi fece segno affermativo con la testa. Jace non insistette troppo e uscì lasciandolo ai suoi pensieri.

“Papà” sentì chiamarsi . “ E’ colpa mia?” chiese Max, osservando il padre dormire sul divano. “Io non lo so” rispose mesto Alec. “ Ma qualsiasi cosa sia successa in quel corridoio la supereremo insieme” . E detto ciò abbracciò forte il bambino. “ Io non volevo, è come se non riuscissi più a fermarmi, non voglio che succeda di nuovo” disse terrorizzato. “ Io non voglio fare male a nessuno. Catarina ha detto che se non mi calmavo avrei potuto prosciugare Papà. E uno stregone prosciugato può morire. L’ho letto su un libro di quelli che Papa' tiene nascosto”.

Alec avvertì un brivido freddo sulla schiena, al pensiero di perdere Magnus.

 Ti prego Papà”, preseguì il giovane stregone, “Io  non voglio fare del male a voi due” disse piangendo. “ Tranquillo Max noi ci saremo sempre” rispose Alec tra i suoi capelli.

Sentì il respiro di Max diventare regolare e capì che si era addormentato. Allungò una mano e strinse quella del bambino. Era così piccolo, meritava di vivere la sua infanzia. Non come loro, privati per esseere cresciuti come macchine da guerra. Avrebbe lottato anche contro il Conlcave, se fosse stato necessario. Non voleva che suo figlio avesse paura di se stesso. Sul libro bianco ci sarà scritto qualcosa, doveva trovare una soluzione.

Scostò una ciocca di capelli che era finita sugli occhi di Magnus, quasi distrattamente. La mente andava alla ricerca di una soluzione.  Non voleva rivedere le persone che più amava al mondo prive di energia. Se esisteva una soluzione lui l’avrebbe trovata.
 
L’angolo della Vampy

Max inizia a fare danni, non è in grado di contenere la sua magia. Come andrà a finire??  ho intrapreso questo cammino. spero che i risultati vi piacciano. ovviamente non mancheranno le risate. un bacio LaVampy

 
   
 
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