Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: ErZa_chan    14/07/2016    0 recensioni
[...]Clint era stato per Natasha un punto di riferimento per tanti anni; gli doveva la vita, in ogni senso, ma non si era mai soffermata a rifletterci tanto come quella sera di metà maggio, durante un matrimonio a cui si sentiva un'intrusa.
Natasha sospirò, mordendosi nervosamente un labbro rosso sangue: era sempre stata l'eccellenza, Natalia Alianova, la Vedova Nera, la miglior allieva della Red Room, la spia più abile del KGB, una macchina per uccidere.
Niente di più che una brutale assassina.
Era quello il suo campo. I sentimenti, l'amore, l'amicizia erano troppo per lei, cresciuta in un mondo in cui la vita aveva un valore minimo, in cui la più piccola esitazione era sintomo di debolezza [...]
----
Una serie di one shots Clintasha [Natasha!Centric]
[Probabili accenni WinterWidow nelle one shots successive]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Kill and Run'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pre-Avengers (e Iron Man 2)

Raiting: giallo

Genere: azione, altro

Personaggi: Natasha, Clint, Altri

 

May I have this dance?

 

Il lungo vestito nero aderente metteva in risalto tutte le forme della giovane e frivola Sandra Pransky, un'avvocatessa in carriera che, in quel momento, rideva spensieratamente mentre si aggrappava al braccio del suo neo marito, Carl Pransky. L'uomo accennò ad un sorriso in direzione del loro interlocutore, Nicholas Gonzalez, e lanciò un'occhiata a sua moglie, che sembrava perfettamente a suo agio. Lui, al contrario, non poteva essere più teso.

"Andiamo, amore, questa battuta faceva proprio ridere!" trillò Sandra, scuotendo la sua lunga treccia bionda e l'anziano signore di fronte a lei sembrò particolarmente compiaciuto dalle sue parole-"Lo perdoni, è sempre così musone!" si scusò poi la donna, sfoderando uno di quei sorrisi che sembravano illuminare la stanza tanto erano radiosi.

"Fa nulla, cara. Anche io alla sua età ero così, sempre preoccupato! Devi avere grandi responsabilità figliolo, quale hai detto che era il tuo lavoro?"

Carl si riscosse alla domanda del signore e si affrettò a rispondere, aggiustandosi il papillon rosso che portava al collo.

"Giornalista."-bofonchiò-"Per il New York Times." aggiunse poi, prima ancora che l'uomo lo domandasse.

"Siete senza dubbio molto ambiziosi."-il signore sorrise e alzò il bicchiere di vino che teneva in mano in loro direzione, con un cenno di saluto-"Vi auguro di avere successo, allora. Godetevi la serata."

"Altrettanto, arrivederla!" rispose Sandra, sorridendo amabilmente.

Carl fece scivolare la mano in quella di sua moglie e lasciò andare il sospiro che aveva involontariamente trattenuto.

"Tesoro, so che sei nervoso e che parlare con uno dei maggiori politici americani ti emoziona, ma cerca di non essere maleducato!" lo riprese Sandra senza, però, smettere di sorridere.

"Scusa amore, sai come sono fatto, proprio non ci riesco!" -Carl sorrise, cingendo i fianchi di sua moglie e tirandola a sé, facendola ridacchiare-"Eppure mi hai sposato lo stesso!"

"Temevo non spiccicassi parola neanche all'altare." ribatté lei, accarezzandogli dolcemente la testa e guardando quegli occhi in cui amava perdersi.

Carl rise sommessamente e si avvicinò, quasi volesse reclamare un bacio.

Individuato

Clint potè leggere chiaramente il labiale di Natasha, a pochi millimetri da lui. La donna, ancora perfettamente immedesimata nel suo ruolo, sorrise come se suo marito le stesse sussurrando qualcosa di dolce, estremamente divertente.

Lascerà la festa a breve, seguiamolo.

Natasha annuì impercettibilmente, poi si allontanò da Clint e afferrò nuovamente la sua mano, cominciando a chiaccherare del più e del meno. Carl, o meglio Clint, sembrava contemplarla come se fosse la cosa più bella e delicata del mondo. Agli occhi di tutti, Sandra e Carl erano una coppia perfetta, così innamorati da isolarsi in un mondo tutto loro. Una giovane donna dai capelli biondastri raccolti in una coda lanciò loro una lunga occhiata che a Natasha parve quasi malinconica se non addirittura invidiosa. Probabilmente, pensò la spia, non aveva la possibilità di essere felice con la persona che amava; che ironia che anche la sua fosse solo una recita ben riuscita, l'ennesima che metteva in piedi insieme a Clint per portare a termine qualche missione.

Natasha rivolse un sorriso alla donna, il più spontaneo della serata e la donna ricambiò impercettibilmente, forse incuriosita da quell'invitata così eccentrica e vivace. Le due si fissarono qualche istante, poi una voce chiamò la bionda, costringendola a girarsi.

"Signorina Potts, è un piacere rivederla!"

La donna distolse lo sguardo Natasha e si girò verso il suo interlocutore, sorridendo candidamente e stringendo diverse mani. La russa la osservò ancora qualche istante, prima di tornare a concentrarsi nuovamente sulla sua missione. Clint scosse la testa e si trattenne da alzare gli occhi al cielo.

"Sei a fianco di tuo marito, potresti evitare di flirtare in giro, lo sai?" la riprese, divertito. Natasha avrebbe voluto tirargli una gomitata nelle costole, ma si limitò a pizzicargli il dorso della mano con fare dolce, che si addiceva ad una coppietta romantica come la loro.

"Geloso, caro?" lo prese in giro, senza nascondere una nota compiaciuta nella voce.

"Moltissimo."-ribattè Clint-"Dovrai farti perdonare, Sandra. Mi concedi questo ballo?"

Natasha osservò la pista da ballo al centro della sala e notò il loro obiettivo impegnato a flirtare con una ragazza ben più giovane di lui. Disgustoso. Capendo le intenzioni di Clint, la spia annuì, pronta ad annotare ogni spostamento di Gonzalez. L'uomo, di cui Natasha aveva studiato attentamente il fascicolo, era stato individuato come responsabile del più grande giro di prostituzione, prettamente minorile, dell'intera New York. Il loro compito era quello di farlo abbandonare quell'attività e liberare le cento e più donne che, secondo lo Shield, erano al suo servizio. Natasha aveva già un paio di idee su come convincerlo a ritirarsi dalla scena e farlo sparire dalla circolazione per il resto della sua miserabile e insignificante vita ma prima dovevano trascinarlo lontano, dove le sue urla non potessero essere sentite da nessuno.

Clint cinse dolcemente il suo fianco mentre la trascinava delicatamente tra le decine di altre coppie danzanti. Natasha non potè fare a meno di sentire il suo cuore accelerare per una frazione di secondo mentre Clint la faceva volteggiare a ritmo di musica e lasciò che la sua fredda razionalità fosse rimpiazzata da qualcosa di molto simile alla gioia. Del resto, si disse la donna, doveva risultare il più convincente possibile e lasciarsi andare per qualche minuto non avrebbe certo compromesso la missione: lei era multitasking, anche per quanto riguardava i sentimenti.

You were the shadow to my light
Did you feel us
Another Start
You fade away
Afraid our aim is out of sight
Wanna see us
Alive

La canzone era lenta, fin troppo. Clint le sorrise mentre la stringeva a sé, ondeggiando dolcemente e Natasha scosse la testa, divertita da quanto il suo compagno si stesse effettivamente impegnando nel risultare credibile come ballerino.
"Sei terribile." gli sussurrò all'orecchio.
"Tu invece sei incredibile." rispose lui e le labbra di Natasha si incresparono in un sorriso compiaciuto.
"Lo so, e non hai ancora visto nulla." ribattè con superiorità. Era vero, Clint non aveva mai avuto occasione di vederla ballare veramente, quando si staccava dal suolo con l'eleganza che la contraddistingueva, facendo del suo corpo una vera e propria opera d'arte, una tela che dipingeva coi suoi movimenti impeccabili, aggraziati.

Where are you now
Where are you now
Where are you now
Was it all in my fantasy
Where are you now
Were you only imaginary

Natasha afferrò dolcemente la mano di Clint e prese il controllo della danza, con un sorriso divertito, di sfida. In men che non si dica, Natasha volteggiava sotto il braccio teso dell'uomo, per poi stringersi a lui mentre scivolava in un casqué impeccabile, sfiorando il suolo. Natasha si abbandonò, per pochi attimi, alla musica, a quel testo che era fastidiosamente familiare, lasciando che la pervadesse.

Where are you now – Atlantis
Under the sea
Under the sea
Where are you now
Another dream
The monsters running wild inside of me

La lunga treccia bionda di Natasha sferzò l'aria, mentre un sorriso si allargava sul volto di Clint. Quanto tempo era che non la vedeva così felice, così spensierata? Forse non era il luogo, né il momento ideale, ma l'uomo non potè fare a meno di ammirarla mentre Natasha si trasformava sotto i suoi occhi e il suo corpo sinuoso, solitamente niente più che un'arma letale, diventava qualcosa di stupefacente. Se avesse dovuto fare un paragone, Clint avrebbe pensato che Natasha, in quel momento, era come una rosa che sbocciava tra le macerie.

 

I’m faded
I’m faded
So lost, I’m faded
I’m faded


Natasha si strinse un'ultima volta a Clint, facendo scivolare la sua mano su quella dell'uomo mentre la musica rallentava e l'uomo seppe che era tornata la fredda e razionale spia di sempre nel momento in cui lei indicò con un impercettibile segno della testa Gonzalez, che si stava muovendo tra la folla, a pochi metri da loro.

Clint annuì, seguendolo con lo sguardo mentre si era allontanava dalla sua giovane preda e si dirigeva, con fare mellifluo, verso la donna bionda con a cui Natasha aveva sorriso poco prima, Potts o qualunque fosse il suo nome. L'uomo le si avvicinò, sussurrandole qualcosa all'orecchio e Clint potè distinguere chiaramente un guizzo di preoccupazione negli occhi della donna: qualsiasi cosa le avesse detto, aveva catturato la sua attenzione. Miss Potts seguì il loro obiettivo fin all'uscita e l'agente Barton, vedendoli confondersi tra la folla, cercò lo sguardo di Natasha, per allarmarla, ma la donna stava già scivolando fuori dalla sua presa con fare disinvolto, dirigendosi verso la grande porta in legno che dava sulla strada.

"Ho bisogno di una boccata d'aria, caro. Non mi sento molto bene."

Clint annuì, mettendole un braccio intorno alle spalle e facendosi largo tra le persone che li lasciarono passare, allarmati dall'espressione di dolore del volto della giovane donna. Qualcuno si offrì persino di chiamare un'ambulanza, chiedendo se ci fosse bisogno d'aiuto, ma Natasha declinò con un sorriso tirato, affermando di aver avuto un semplice malore passeggero. In men che non si dica, la giovane coppia valicò la soglia del palazzo, venendo investita dalll'afa serale tipica estiva. Natasha si guardò intorno, cercando con lo sguardo Gonzalez e lo vide avvicinarsi ad una macchina, un'auto nera di cui non esitò a memorizzare la targa. La signorina Potts, Pepper Potts, segretaria personale di Mister Stark, che Natasha aveva riconosciuto fin dal primo istante in cui l'aveva vista, lo seguiva con fare allarmato, come se aspettasse che lui le consegnasse un messaggio o una qualche comunicazione di vitale importanza, probabilmente riguardante Stark in persona.

Da quando si era presentato al mondo come Iron Man, l'uomo aveva più nemici che alleati e Gonzalez, in quel momento, rappresentava senza dubbio una minaccia. Un motivo in più per spingere Natasha ad agire immediatamente. Non fece in tempo a formulare qul pensiero che Miss Potts era salita sull'auto, sollecitata da due uomini, guardie del corpo di Gonzalez suppose la russa, che non le avevano dato molte altre scelte.

"Cazzo." mormorò la donna e Clint annuì, sospirando.

"E io che speravo di risparmiarmi la corsa serale.." sospirò, sfilandosi l'elegante giacca nera. Non fece in tempo ad estrarre la pistola dalla fondina che vi era nascosta che Natasha era già scattata lontano nella notte, a diversi metri da lui, l'abito nero firmato squarciato e lasciato a terra, sostituito con la sua solita divisa aderente da Vedova Nera che nascondeva. Clint alzò gli occhi al cielo e si affrettò a seguirla, pur sapendo che, in quel momento, Gonzalez era probabilmente già ridotto ad una sottiletta.

Natasha non aveva esitato a balzare sul tettuccio di una delle automobili che correvano lungo le strade trafficate di New York e cercò con lo sguardo l'auto nera, individuandola poco distante da lei. Con un salto, la russa rotolò su taxi alla sua destra e approfittò dell'ingorgo che si stava velocemente formando per avvicinarsi all'obiettivo. Con una capriola Natasha scivolò sul cofano dell'auto su cui era accovacciata, sotto lo sguardo sconcertato dell'uomo al volante.

"Nat, dove sei?" la voce di Clint risuonò chiara nel suo auricolare, mentre correva in direzione di Gonzalez. La donna si guardò intorno, come per orientarsi, poi si portò una mano all'orecchio, senza rallentare il passo.

"Tra la 55esima e la 57esima, si dirigono verso la Fifth Avenue."- rispose-"Ma si fotta lei!" aggiunse poi, rivolta ad guidatore che, vedendola camminare tra le auto, l'aveva insultata senza farsi troppi problemi. Clint scosse la testa, sorridendo di come Natasha riuscisse ad essere così se stessa persino durante una situazione del genere.

"Ti raggiungo. Lascia un po' del divertimento anche per me."concluse poi, chiudendo la comunicazione
Natasha sorrise e scattò in avanti, determinata a fermare quell'auto ad ogni costo. Un signore in moto l'affiancò nel traffico e la donna colse immediatamente l'occasione, spingendolo giù con poca grazia.
"La prendo in prestito!" gli urlò poi, mentre accelerava, facendo rombare il motore. Natasha zizzagò tra le auto, seguita da una scia di urla e suono di clacson impazziti. La russa non ci fece caso, mentre si avvicinava sempre di più al suo obiettivo, affiancando l'auto dai finestrini oscurati mentre si apprestava a ripartire, svoltando verso Central Park. Natasha si alzò in piedi sulla sella della moto, lanciando un morso di vedova su una delle ruote e costringendo la vettura a sbandare pericolosamente. Con un salto la russa fu sul tettuccio dell'auto, atterrando con una capriola e, non appena fu in equilibrio, tirò un cazzotto ad uno dei finestrini frontali, mandandolo in frantumi: i guanti rinforzati erano, senza dubbio, una delle invenzioni migliori degli scienziati dello Shield.
L'urlo di paura di Pepper risuonò nell'aria, seguito dalle imprecazioni di Gonzalez, mentre una delle guardie del corpo le puntava contro una pistola, pronto a sparare. Natasha non esitò a sferrargli un calciò poi gli afferrò il braccio, costringendolo a lasciare la presa sull'arma, che cadde sull'asfalto, seguita dal proprietario, scaraventato fuori dal finestrino. Natasha lanciò un'occhiata all'interno del veicolo, poi estrasse la sua pistola e colpì con precisione il guidatore nello sterno, facendolo collassare sul cruscotto. L'auto sbandò nuovamente e Natasha colse l'occasione per scivolare sul comodo sedile in pelle e afferrare il corpo, scansandolo dal volante e prendendone il controllo. Stava per accelerare bruscamente quando un suono familiare, quello di una sicura rimossa, la fece immoblizare.

"Ci faccia scendere."- la voce di Gonzalez era tremante, terrorizzata-"O le sparo."

Natasha avrebbe voluto girarsi e disarmarlo, ma un incidente sarebbe stato inevitabile e avrebbe coinvolto non poche persone, così premette lentamente il freno, facendo come era le stato ordinato. 
Gonzalez aprì la portiera quasi gettandovisi sopra, ma non fece in tempo a mettere piede fuori dalla vettura che un colpo lo colpì in pieno petto, facendolo stramazzare al suolo.

"E' solo sonnifero, tranquilla."

Clint sbucò a fianco di Natasha, che sospirò, sollevata.
"Potevi intervenire un po' prima, Barton." ringhiò, scendendo a sua volta dall'auto.

"Non tutti rubano una moto a dei poveri indifesi, Romanoff."- ribattè lui-"L'ostaggio?"

"Svenuta."- dichiarò Natasha, accovacciandosi accanto a Pepper e appoggiandole una mano sul collo per sentirne il battito cardiaco-"La riporti tu da Stark?" domandò poi e Clint annuì.

"Dobbiamo sbrigarci, ci serve un'estrazione rapida prima che arrivi la polizia. Fury questa volta non ce la farà passare liscia." aggiunse, mentre si caricava in spalla la donna.

Natasha sorrise impercettibilmente, mentre lanciava un'occhiata indecifrabile a Gonzalez, ancora riverso sul suolo.

"Dammi tre ore con lui"- dichiarò poi-"E Fury sarà l'uomo più soddisfatto del mondo."

Clint rabbrividì a sentire il tono usato da Natasha e, ancora una volta, fu contento di non averla come nemica. L'agente Barton lanciò un'ultima occhiata alla sua compagna, mentre spariva nella notte e non potè fare a meno di trovarla dannatamente affascinante, letale e stupenda al tempo stesso. Fu un mugolio sommesso di Pepper a distrarlo e Clint scosse la testa, come per scacciare quei pensieri, mentre si girava verso la donna e si concentrava su ciò che rimaneva di quell'assurda missione.

------
Angolo autrice
Salve a tutti! Prima di tutto vorrei specificare che la canzone non mi appartiene (ma magri) è Faded di Alan Walker e non è usata a scopi di lucro! Tuttavia mi sembrava adatta al ballo e ci vedevo molto Natasha a volteggiare sul ritornello, così l'ho inserita nella One Shot! Per quanta riguarda Pepper: ho un debole sul rapporto tra quelle due, di qualsiasi tipo/forma/natura, così non potevo non farle interagire..poi però non sapevo come sbarazzarmi di Pepper, così l'ho fatta svenire! Grazie Dante per l'idea ahaha 
Spero che questa OS vi sia piaciuta, per favore se potete lasciate la vostra opinione <3
Erza
Ps. Il nome Sandra Pransky vi dice nulla? ;)

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: ErZa_chan