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Autore: Carmenkodocha400    15/07/2016    2 recensioni
Sana Kurata è appena tornata nella sua terra Natale, il Giappone, da Los Angeles, ma ad accoglierla non c'è il ragazzo di cui è follemente innamorata, Akito Hayama. La loro relazione era stata interrotta quattro anni prima per evitare di apparire insieme sui giornali, dato il lavoro nel mondo dello spettacolo di Sana. Nonostante tutto, i due ragazzi cominciano ad essere molto intimi tra di loro e sembra andare tutto bene, quando delle fotografie...
Una storia romantica e introspettiva che porta Sana e Akito davanti a scelte, che porta loro problemi, che li porta a trovare delle soluzioni. Cosa succederà se il loro amore verrà mostrato al mondo intero?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13: Il compleanno di Akito
Era una mattinata fredda e silenziosa quel dodici ottobre. Era molto presto quando Akito, con un mazzo di fiori tra le mani, si avviava verso il cimitero.
Si avvicinò alla lapide e si inginocchiò per guardare il viso sorridente della donna che lo aveva messo al mondo. Che gli aveva dato la vita per amore.
“E’ davvero sconfortante il fatto che il giorno della mia nascita e quello della tua morte coincidano” pensò Akito, posando i fiori vicino alla lapide della donna. “Ma purtroppo è così e io non posso fare altro che accettarlo”.
Poi si inginocchiò anche vicino alla lapide del padre.
Akito pensò a quello che aveva passato in quei quattro anni…

-Purtroppo ha avuto un arresto cardiaco…- il dottore si era avvicinato ad Akito e a Natsumi e li aveva guardati con aria seria. Poi, scuotendo la testa, aveva mormorato:-Non ce l’ha fatta. Mi dispiace.-
L’aveva mormorato, come se non l’avesse voluto far sentire.
Ma loro lo avevano sentito eccome, ed era stata una vera pugnalata nei cuori di entrambi.
-Come?! Non è possibile! No!- aveva esclamato Natsumi –Anche lui no! Non dovevi, papà!- gli occhi della ragazza si erano riempiti di lacrime che avevano cominciato a scorrere instancabili sulle sue guance.
Akito non poteva consolare sua sorella, nemmeno con uno sguardo, né una parola, né un abbraccio: era paralizzato.
Se n’erano andati tutti e due? E adesso che cosa avrebbero fatto? Sarebbero riusciti a sopportare il dolore? Perché se n’era andato anche lui? Perché proprio adesso che sembrava andare tutto bene? Perché? Perché proprio lui?

Successivamente erano andati a vivere da un’amica della madre, poiché non c’erano parenti nei dintorni.
Era la vecchia amica della signora Hayama, la donna molto bella dai lunghi capelli scuri e dagli occhi luminosi (***).
Adesso gli occhi erano più sbiaditi e i capelli avevano delle sfumature di grigio.
-Akito…come stai?- le aveva chiesto premorusamente la donna, porgendogli una tazza di tè.
-Come dovrei stare?! Se n’è andato anche lui!- aveva esclamato Akito con rabbia.
La donna aveva sospirato:-Quando se ne va una persona se ne va un pezzo del mondo-
-Allora al mondo piace farsi a pezzi, visto che sono troppe le persone che muoiono- aveva ribattuto Akito –Anzi, al mondo piace fare a pezzi la mia famiglia- e detto questo si era alzato ed era andato ancora più arrabbiato col mondo in camera sua, sbattendo la porta.

-Basta!- aveva esclamato Natsumi –Non ne posso più!-
-Calmati, Nat!- le aveva ordinato Akito, trattenendola tra le braccia, ma niente. Natsumi si divincolava piangendo e strillando.
-Non voglio più vivere qui!- aveva urlato tra le lacrime –Voglio andarmene!-
-Mi vuoi lasciare da solo?!- aveva esclamato Akito, mollando un po’ la presa, che aveva permesso a Natsumi di liberarsi.
-Non sei solo, c’è l’amica di mamma- aveva risposto Natsmi asciugandosi gli occhi –Mi dispiace, Akito, ma devo farmi una nuova vita- detto questo, era scomparsa dietro la porta, chiudendosela alle spalle con un Akito disorientato e dispiaciuto.

-Che fine ha fatto Natsumi?- aveva chiesto la donna –Non la trovo da nessuna parte-
-Se n’è andata- aveva risposto in un soffio Akito, con lo sguardo basso.
-Come se n’è andata?!- aveva chiesto allarmata la donna.
-Ha detto di volersi fare una nuova vita altrove-
La donna era rimasta immobile:-E’ maggiorenne, può fare ciò che vuole, ma sono preoccupata…-
-Se la caverà- aveva tagliato corto Akito, indossando la sua solita maschera di indifferenza, per poi tornare al piano di sopra.
Anche a lui sarebbe piaciuto andarsene.
La casa della donna gli ricordava sua madre, suo padre e tutte le cose che voleva dimenticare.
Del resto, l’anno seguente sarebbe diventato maggiorenne, no?
Aveva chiuso gli occhi, era rimasto assorto nei suoi pensieri.

-Akito, dove vai?- gli aveva chiesto la donna.
-Me ne vado- rispose Akito, mentre stringeva tra le mani il manico di una valigia a ruote.
-Anche tu?- aveva domandato la donna con un’espressione triste
 -E’ ormai passato un anno dalla morte di mio padre e ormai sono diventato maggiorenne.-
-Accetto le tue decisioni- aveva risposto la donna. Poi, dopo un attimo di silenzio, si era avvicinata ad Akito e lo aveva abbracciato, singhiozzando.
-Mi mancherai- aveva sussurrato la donna.
-Ora vado- aveva detto Akito, e uscendo dalla porta, aveva dato un ultimo sguardo alla donna che lo aveva tenuto con sé per un anno.


-Hayama?-
La voce alle sue spalle lo fece sussultare.
Si voltò e vide Sana con un bellissimo mazzo di fiori tra le mani.
-Sapevo di trovarti qui- spiegò Sana sorridendo. –Questi sono per tua madre- dicendo questo gli mostrò i fiori. –Ti ho visto da lontano, avevi un’espressione così rattristata…-
Akito si alzò da terra per guardarla dritto negli occhi
-Stavo…stavo pensando al mio passato…stavo
pensando a cosa è successo il venticinque novembre-
-Cosa…è successo?- chiese Sana, con la paura di toccare un tasto dolente.
Akito indicò col mento la lapide del padre, e Sana capì tutto.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime:-Hayama…mi dispiace non esserci stata in quei momenti, sono stata veramente una persona crudele, non merito nemmeno di stare qui a…-
-Ehi, ehi, ehi- il modo dolce in cui posò un dito sulle sue labbra la fece sussultare. –Ora è tutto passato, ok? Ci sei tu con me, come io ci sono per te, quindi va tutto bene.-
Sana sorrise, e abbracciò Akito con un trasporto che non sapeva nemmeno di possedere.
Perfino lei rimase stupita del bisogno che aveva la sua pelle di averla a contatto con la sua.
-Ascoltami, Hayama, so che tutto questo non servirà a farmi perdonare, ma sappi che io ti sarò sempre vicina, in ogni momento. Anche se ci saranno altre situazioni difficile, tu non fuggire, accettale. Io…le affronterò insieme a te. (***)-

-Forza, Hayama.- lo incitò Sana, dopo che si erano staccati dall’abbraccio di poco prima -Sarà pure un giorno triste, ma è pur sempre il tuo compleanno e non bisogna spenderlo a ricordarsi cose brutte.-
-E cosa dovremo fare?- chiese lui.
Sana sorrise:-Conosco un posto che ti farà sicuramente piacere-
Lo prese delicatamente per mano e cominciò a guidarlo: ormai era nelle sue mani.
-Si può sapere dove mi stai portando?- chiese lui impaziente.
-Aspetta e vedrai- sorrise lei.
Akito seguiva tutto con lo sguardo, ma d’un tratto sentì le mani di Sana appoggiarsi sui suoi occhi.
-Cosa fai?- chiese lui curioso.
-Non devi vedere- rise lei –E adesso seguimi, non fare di testa tua come al solito.-
-E’ quello che sto facendo da circa dieci minuti- sbuffò lui –Voglio sapere dove mi porti-
Sana non rispose, e continuò a trascinarlo verso un posto.
Akito percepì un profumo nell’aria veramente familiare, ma nonostante tutto non riusciva a ricordare dove l’aveva già sentito.
Sentì dei rumori del tipo dei rami che si muovevano e anche il vento in quella zona sembrava più fresco e piacevole.
-Ancora un po’…Ecco!- aveva esclamato Sana –Apri gli occhi-
Akito ubbidì e quello che vide davanti gli si mozzò il fiato: un bellissimo lago in cui si specchiavano i raggi del sole che lo facevano brillare. Intorno c’erano degli alberi dorati veramente splendidi e le foglie secche cadevano nel lago, rendendolo ancora più splendido.
-Te lo ricordi?- sussurrò Sana, quasi avesse paura di interrompere quel magico momento.
-Sì.- rispose lui, incantato.
Eccome, se lo ricordava. Era il lago dove l’aveva portata lui quando erano alle medie durante la gita.
La natura esplosa nella sua bellezza insieme a tutti i ricordi rendevano quel posto veramente magico, qualcosa di quasi surreale.

-Beh, Akito, dove mi porti?- chiese Sana, entrando in casa del ragazzo –Sono io che devo riservarti sorprese, il compleanno è il tuo!-
-Lo so, però per rendere ancora più bello il mio compleanno…rimani qui con me- rispose lui sorridendo, per poi stamparle un bacio a fior di labbra.
Sana sorrise, mentre si sfilava il cappotto.
Indossava un bel vestito colorato e delle calze nere sotto.
-Qui dentro fa caldo- si lamentò lei.
Andò in bagno e si sfilò le calze, poi ritornò in cucina e sorrise soddisfatta:-Ah, già si sta meglio!-
Akito la fece appoggiare sul piano di lavoro fiondando la lingua nelle sue labbra. La sentì sorridere sulle sue labbra.
Lentamente, accarezzò una gamba di Sana rimasta scoperta per l’aggrovigliamento del vestito, ma una luce li fece fermare, ed entrambi si voltarono verso la finestra. Un’altra luce. Un flash.
I due ragazzi si staccarono e cercarono di capire cosa stesse succedendo.
-Era un…-
-Flash…-
Quelle parole bastarono per scambiarsi un’occhiata preoccupata contemporaneamente.
Sana si appoggiò una mano sulla fronte, cercando di mantenere la calma:-Era un flash…-
-Ci…hanno scattato delle foto!-





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(***) La signora dai lunghi capelli scuri e dagli occhi luminosi: si tratta della donna che compare nell’anime e che era la vecchia amica della signora Hayama.
(***) “Anche se ci saranno altre situazioni difficili, tu non fuggire, accettale. Io…le affronterò insieme a te.”: Si tratta della bellissima frase che si trova nel manga.
   
 
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