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Autore: bluepetrol    18/07/2016    4 recensioni
Il sesto anno di Hermione non sta andando come previsto. Braccata dai Mangiamorte, assistiti dal Ministero, sorvegliata dall'Ordine e con la metà dei suoi amici che cercano di infilarla in un corpetto solo per farglielo strappare dal suo nuovo marito. No, sicuramente non come aveva previsto.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo 2 - Libri e corpetti


Lo stomaco di Hermione le stava facendo sapere che Sirius e Remus ci stavano mettendo decisamente troppo tempo a Diagon Alley. Alzò lo sguardo dal suo libro e sospirò all'orario, le otto. I negozi sarebbero stati chiusi presto. Quante gioiellerie potevano esserci a Diagon Alley, comunque? Non più di tre, e, insieme, Sirius e Remus sarebbero dovuti essere capaci di prendere un solo anello, ormai.

Si chiese se sarebbe stato poco educato prepararsi la cena o se avrebbe dovuto tornare alla Tana. Nessuno l'aveva contattata via Metropolvere, quindi aveva presunto che tutti sapessero che stava bene.

"Forse avrei dovuto chiedere se mi aspettavano per cena," considerò.

L'idea di tornare in quella casa, sovraffollata di persone e piena di compassione, le fece bruciare la faccia dalla rabbia. No, avrebbe aspettato il ritorno di Sirius. Inoltre doveva tenere d'occhio il dipinto ed essere certa che Kreacher non provasse a ripararlo mentre era voltata di schiena. L'elfo domestico si era già trascinato là diverse volte, commentando a sé stesso che desiderava che lei se ne andasse, così l'avrebbe potuto aggiustare.

"Ti mancavo?" un sussurro arrivò così vicino al suo orecchio che la fece gridare e cadere dal divano.

"Dannazione, Sirius!" urlò rialzandosi. "Non è stato divertente!" schiaffeggiò il suo braccio e il suo petto e la testa e qualsiasi cosa riuscisse a raggiungere facilmente, ma lui continuò a ridere di lei. "Non devi avvicinarti così furtivamente!"

"Bene," disse lui mentre la sua risata di trasformava finalmente in una risatina divertita. "Ero solo sorpreso che fossi ancora qua."

Lei si morse il labbro. "Effettivamente, a proposito di quello. Posso restare la notte? Non voglio tornare a... lì."

"Cos'ha di così brutto?" si gettò sulla sedia, in qualche modo cadendo senza sforzo in una posa perfettamente elegante che Hermione non avrebbe mai potuto sperare di replicare.

"Tutti loro continuano a dirmi quanto gli dispiace," sospirò. "Molly è la peggiore, ma Frega esce ogni notte per dirmi che avrebbe desiderato parlare loro per sceglierti. Harry mi ha evitata da tutta la settimana fino ad oggi, quando mi ha chiesto se dobbiamo fare sesso," notò il suo lieve cipiglio all'idea. "Ma Ginny mi ha detto quanto fantastico sia che dovrò dormire con te."

"Oh?" inarcò il sopracciglio lui.

"Una volta si è imbattuta in te mentre eri sotto la doccia, la scorsa estete. Approva ciò che ha visto." "Naturalmente," sogghignò.

"Quindi mi piacerebbe almeno un giorno intero di niente. Niente scuse, niente compassione, niente discorsi sul sesso, niente."

Lui allargò le braccia, "Troverai un sacco di niente qui. Prendi una stanza, ti garantisco che non ci troverai niente. A parte la stanza di Fierobecco, c'è anche troppa merda là."

"Grazie," disse lei, facendo ricadere la testa sul divano. Seguì il silenzio. Lui non disse niente, che era precisamente ciò che lei aveva richiesto. "Oh, ho lasciato perdere il dipinto. Ho immaginato che volessi distruggerlo tu stesso. Pensavo che sarebbe potuta essere una sorta di catarsi."

Lui ghignò. "Vendetta."

"Pat-A-ta, pat-ah-ta*," agitò la mano. "A proposito, hai fame?" "Molta," disse. "Kreacher!"

Il decrepito elfo apparve accanto alla sua sedia.

"Si, padrone?"

"La cena è pronta?"

"Si, padron Black, sporco traditore del suo sangue," replicò questo.

"Bene, ceniamo adesso. Non toccare niente nella sala d'ingresso," Ordinò l'uomo. "E Hermione resterà con noi la notte, preparale un letto – senza sorprese o regali di sorta."

"Si, padron Black, vergogna delle carni di sua madre." L'elfo s'inchinò e sparì con un 'crack'.

"Sta migliorando, non pensi?" commentò asciutto Sirius, offrendole una mano per alzarsi. Lei la prese, conscia del fatto che non era indice della sua debolezza o incapacità do alzarsi da sola, ma solo un gesto da gentiluomo. Sorprendentemente lui la tenne per tutto il tragitto fino alla porta della cucina e al tavolo, dove la lasciò per spostarle la sedia con un inchino gentile.

"Grazie," disse lei incerta, leggermente preoccupata del suo comportamento. "Sirius... non hai avuto occasione di leggere romanzi rosa, vero?"

Lui inarcò un sopracciglio. "E se l'avessi fatto?" Lei aprì la bocca per dire qualcosa di leggermente dispregiativo circa la forma più bassa di finzione, ma ci ripensò. Era un uomo adulto, aveva il diritto di leggere ciò che gli piaceva... anche se era spazzatura. Gli era stata negata la libertà per quasi tutta la durata della sua vita, e doveva essergli permesso di trascorrere il suo tempo in ciò che voleva... anche se lo sprecava su sciocchezze.

"Chiedevo solo:"

"Non l'ho fatto." sorrise lui.

"Oh, grazie al cielo," rise lei. "Non so cosa farei se tutto ciò che leggi fosse a proposito di corpetti strappati."

Lui s'immobilizzò mentre la sua forchetta era a metà strada verso la bocca. "Fanno libri su quello?" Lei annuì e un cipiglio pensieroso si fece strada sul suo viso. "Come posso aver fatto passare tutto questo tempo senza conoscerli?" Lei rise ancora, arrossendo un po' per il suo sincero interesse verso i romanzi erotici. "Immagino fossi troppo impegnato a viverli." replicò.

"Questo è vero. Anche se non ricordo alcun corpetto..." porto la forchetta fino alla propria bocca e masticò mentre ci pensava. "C'è stato un bustino una volta. Mi ha fatto mettere a parte le bionde per un anno quando se l'è tolto dopo poche pinte," mormorò più a sé stesso che a lei. "E c'è stato un corsetto... ma era Halloween, quindi non conta." La guardò. "No, non un singolo corpetto."

"Che sventura per te," commentò lei, le sue guance rosa come contrasto al suo tono asciutto.

"Già," convenne con un cenno solenne. "Nonostante tu possa sempre rimediare a questa triste lacuna nella mia vita." Lui ghignò all'aumentare del rossore sulla faccia di lei.

"Pensavo fossimo d'accordo che non ci sarebbe stato niente," disse, tenendo gli occhi fissi sul proprio piatto. "Il che include niente discorsi sul sesso."

"L'hai tirato fuori tu, tesoro," le ricordò. "Tu e i tuoi libri sui corpetti strappati. Sto iniziando a farmi delle domande sul tuo fanatico amore per la lettura. Hai letto 'Storia di Hogwarts' anche troppe volte... ammettilo, c'è qualcosa di molto più interessante nascosto dietro quella noiosa copertina."

Lei schioccò la lingua in disapprovazione e ignorò l'insinuazione, concentrandosi sul suo pasto.

"Che ne diresti di una gita nella Londra Babbana?" chiese Sirius dopo molti minuti di niente.

"Perché?"

"Compere," rispose lui. Qualcosa nel suo tono e nel suo sorrisino la fece preoccupare.

"Di che tipo, precisamente?"

"Libri," sorrise l'uomo. "So che ti piacciono i libri." Lei lo studiò attraverso gli occhi socchiusi, aspettando che se ne uscisse con qualcosa sui corpetti strappati o sui romanzi erotici di nuovo, ma lui non disse niente. "Che tipo di libri?" "Qualsiasi cosa colpisca la mia fantasia," replicò con leggerezza l'uomo, aggiungendo un vago ed elegante movimento della mano alla sua aria da non-sto-complottando-in-alcun-modo. Hermione non gli credette per un minuto.

"Bene, potrei farlo per qualcosa da leggere," disse esitante, insicura di voler davvero andare con lui ma disperata per qualcosa che la tenesse occupata alla Tana. Si era anche ricordata che Sirius non si avventurava nel mondo spesso quanto avrebbe potuto. Che le avesse offerto volentieri di lasciare la casa era qualcosa di speciale, e sapeva che avrebbe dovuto approfittarne.

"Bene," sospirò. "Vada per le compere."

"Fantastico," sorrise lui. "Dove c'è una buona libreria?" Lei si accigliò. "Non lo so," dovette ammettere. "Non vado a Londra molto spesso. Potremmo andare a Oxford. Blackwell ha un'ottima selezione, e sono sicura che troverai qualcosa che 'colpisca la tua fantasia'." "Giusto," convenne lui. "Posso anche incontrare i tuoi genitori." "Oh, maledizione," gemette. "Mi sono completamente dimenticata di loro." La sua testa cadde sul tavolo con un solido tonfo, e là rimase mentre immaginava la debacle che si sarebbe sicuramente verificata quando l'unica figlia dei Granger sarebbe arrivata con un fidanzato di vent'anni più vecchio di lei.

"Passi una quantità di tempo considerevole lontana da loro," osservò Sirius. "Cattivi genitori?" "Cosa?" lei si sedette, incrociando le braccia sulla difensiva. "No! Sono fantastici." Lui inarcò un sopracciglio, dubbioso.

'Così tanto per niente.' pensò la ragazza, sospirando silenziosamente. "Mi hanno vista a malapena tre mesi all'anno, da quando ho iniziato Hogwarts," spiegò. "Non hanno avuto il tempo di realizzare quanto vicina io sia al diventare adulta, e mi trattano ancora come la loro bambina. E' fantastico per il primo giorno, ma dopo iniziano a chiedermi di dir loro dove sto andando e con chi e per quanto tempo, cercando di forzarmi in quest'idea che hanno di me.”

“Non mi sembri il tipo da concederlo. Ti ho vista intimidire Fred e George,” commentò lui. “Sono sicuro che neanche i tuoi genitori riuscirebbero a tenere duro contro di te a lungo.”

“Quello richiederebbe spiegare cose che li terrorizzerebbero solamente,” disse piano. “Dopo il primo anno, quando abbiamo affrontato tutte quelle sfide per raggiungere Voldemort, ho detto loro tutto. Ero così orgogliosa di mè stessa e di Ron e Harry, ma i miei genitori sono andati nel panico. Hanno passato tutta l'estate cercando di farmi cambiare scuola, di dimenticare di essere una strega e stare con loro, dove sarei stata al sicuro. Da allora non gli ho detto cos'è successo, neanche quando sono stata pietrificata. Non hanno idea di quanto la mia vita sia pericolosa, e mi piacerebbe che restasse così.”

Lui piegò la testa di lato, esaminandola. “Quindi cosa progetti di fare con noi?”

“Mentirgli.” replicò semplicemente.

“La verità potrebbe essere più semplice,” propose l'uomo. “E se sapessero perché ci sposiamo, non sembrerei un tale vecchio pervertito.” il movimento lascivo del suo sopracciglio che seguì un suggerimento così tetro la fece ridacchiare.

“Non sei vecchio,” sorrise lei. “Certamente non nella personalità, comunque.”

“Beh, grazie,” chinò beffardamente la testa. “Ricorderò questa bugia di buon cuore la prossima volta che mi chiederai se qualcosa ti fa sembrare il culo grande.”

“Idiota.” borbottò lei.

“Secchiona.” replicò lui, ancora sogghignando.

Ricaddero nel silenzio per il resto della cena, Hermione ancora preoccupata su cosa dire ai suoi genitori. Sirius aveva ragione; la verità avrebbe reso le cose decisamente più semplici. Philip e Martha Granger volevano il meglio per loro figlia, e sapere che Sirius stava soltanto facendo un passo per proteggerla li avrebbe fatti accettare l'uomo un po' di più. Sfortunatamente, per quel tipo di comprensione, avrebbe dovuto dir loro di Voldemort e dei Mangiamorte e di tutto ciò che le era successo negli ultimi cinque anni di scuola. Se l'avesse fatto probabilmente le avrebbero spezzato la bacchetta e rinchiusa nella sua stanza.

No, le bugie erano meglio. Le bugie li avrebbero tenuti al sicuro.

“Decisione presa?”

Hermione sbatté le palpebre e guardò l'altro capo del tavolo, dove Sirius sedeva guardandola. “Cosa?”

“Hai fatto una faccia piuttosto determinata,” spiegò. “Vuol dire che hai preso una decisione?”

Lei annuì. “Mentiremo.”

“Come desideri,” disse lui, spingendo una fetta di torta di mele verso di lei. “Ora, hai deciso riguardo ai corpetti?”

“No.”

“E' un 'no' per la decisione o un 'no' ai corpetti?” indagò innocentemente.

La ragazza roteò gli occhi e scosse la testa. Idiota immaturo. L'Ordine non aveva respinto Fred come suo fidanzato per la stessa ragione? Perché diavolo pensavano che Sirius sarebbe stato meglio? Almeno i suoi genitori avrebbero approvato più facilmente Fred, in quanto era di soli due anni più vecchio e la sua immaturità sarebbe stata più facile da giustificare.

“Kreacher,” chiamò Sirius, rompendo la concentrazione di Hermione. Il decrepito elfo domestico apparve al suo fianco, il suo pregiudizio lampante nello sguardo. “Si, padron Black?”

“Mostra a Hermione la sua stanza,” ordinò. “Vado a letto,” dichiarò. “Ci aspetta una grande giornata, domani.”

“Potrei pulire?” si offrì lei.

“E' per questo che c'è Kreacher,” rispose indifferente.

La ragazza si accigliò. “Non glielo chiedi neanche educatamente?”

Sirius la guardò un momento, l'incredulità evidente nella sua espressione. La sua faccia si scurì come lui si avvicinò. “Quella cosa ha quasi fatto uccidere te ed Harry. Ti odia. Non vorrebbe altro che vederti morta ai piedi di Voldemort, e tu pensi che dovrei essere educato con lui?”

A volte scordava quanto Sirius potesse essere duro con il suo elfo domestico. Era un piccolo mistero che quella cosa potesse essere ancora viva dopo lo sforzo che aveva fatto a giugno per aiutare Voldemort. Lei sapeva, però, che non era colpa di Kreacher se Walburga Black l'aveva corrotto, lasciandolo solo con il suo ritratto maldicente come compagnia. Era mezzo matto, ma comunque una creaatura con pensieri ed emozioni, comunque una creatura degna di compassione e rispetto.

“Si, lo penso.” replicò testardamente la giovane.

“Bene,” borbottò. “Kreacher, saresti così gentile da pulire la cucina?” la sua faccia era contorta e il suo tono aspro, che dava alle parole un senso ostile e odioso.

“Come il mio padrone desidera, traditore del sangue.” s'inchinò l'elfo domestico.

“Felice?” scattò lui.
“Non veramente, no.” sospirò Hermione. “Ma è un inizio.”

Sirius si girò e lasciò la cucina, sbattendo la porta dietro di sé. Hermione fissò il legno scuro per un momento, immaginando quante volte questa scena si sarebbe presentata nel corso della sua vita. Doveva avere la sua libertà, ma Sirius aveva ancora un caratteraccio la maggior parte delle volte. Se spinto in una discussione su un tasto dolente, sarebbe ridiventato abbattuto o livido come lo era stato nell'ultima settimana dei suoi arresti domiciliari. Kreacher, sembrava, era il tasto più dolente di tutti.

“Sporca Mezzosangue,” mormorò l'elfo. “Infetta questa nobile casa con la sua presenza.”

“Si, sarà divertente,” commentò, sarcasticamente a sé stessa. Sospirò e parlò ancora, più premurosamente. “Kreacher, in che stanza sono stanotte?”

“La stessa in cui ha dormito l'altra notte, signorina, sporca creatura.” rispose l'elfo domestico.

“Grazie,” disse lei con un sorriso forzato. “La troverò da sola. Grazie della pulizia.”

Hermione salì le scale, fermandosi sul pianerottolo fuori dalla stanza di Sirius. Poteva sentirlo imprecare attraverso la porta chiusa. Il rumore di qualcosa che s'infrangeva seguì un 'dannazione' particolarmente rumoroso, e dopo ci fu silenzio. Non era sicura se lui avesse messo un incantesimo silenziante o se avesse esaurito le cose da lanciare o l'energia per farlo. Qualunque fosse la ragione, si rifiutò di continuare ad ascoltare.

“Odio Voldemort.” disse alla sua stanza vuota, buttandosi sul letto, grata che Sirius avesse pensato di trattenere Kreacher dal lasciare qualche 'regalo'. L'ultima cosa che voleva trovare tra le lenzuola era un topo morto o un ciuffo guizzante di vermi.

Era davvero questo ciò da cui si sarebbe dovuta guardare per il resto della sua vita?




* "Pot-A-to, pot-ah-to,"  https://uk.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110906045610AAi0Juw




[note della traduttrice]

Ritardo pazzesco, non dico altro.



 


 

   
 
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