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Autore: __Hopeless__    20/07/2016    1 recensioni
"Sapevo che eri tu. Tu eri l'angelo che mi avrebbe trascinato giù all'inferno."
Cosa succede quando una famiglia di angeli caduti medita da anni una vendetta? Cosa succede quando non si mettono in conto tutte le possibili situazioni?
Qualcuno da proteggere, qualcuno da eliminare e una regola indiscussa da spezzare.
Angeli e Demoni non possono avvicinarsi tra di loro, Angeli e Demoni non andranno mai d'accordo.
Lucifero ne sa qualcosa. Ed ora, è arrivato il momento di prendere delle decisioni.
Doveva essere una Fan Fiction ma i nomi dei personaggi sono stati cambiati, troverete tutte le informazioni nel Prologo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 1.

-Aria-

C’è sempre stato qualcosa nelle stelle, nell’astronomia, che mi attira. Mi chiama. Una sorta di attrazione gravitazionale al contrario, con qualche valore sballato, se vogliamo definire così questo mio interesse quasi ossessivo verso l’universo e l’ignoto. Lo sconosciuto.
Mi piace pensare che non siamo soli a questo mondo. Che esistono anche altri pianeti con forme vitali, altre energie li fuori, che sono molto simili a noi esseri umani.
In caso contrario, se fossimo davvero gli unici ad occupare questo universo, quanto soli saremmo in realtà? Voglio dire, siamo viventi sulla Terra. Gli unici. In tutto l’infinito. E’ triste, davvero triste e tetro.
<< Aria, non credi che faccia troppo freddo per restare ancora fuori senza nulla addosso? >>
Mi giro di scatto al richiamo del ragazzo dagli occhi marroni e dai capelli castani appostato dietro la porta di casa.
<< Arrivo, stavo solo prendendomi del tempo per stare da sola. >> Rispondo monotona mentre tento di alzarmi dall’erba fredda del piccolo cortile della villetta bifamiliare.
Samuel, senza dire nulla annuisce e va via, lasciando la porta aperta per lasciarmi entrare.
Rischio di inciampare nel secondo gradino che precede l’entrata.
Io e la fissa di restare con gli occhi all’insù.
Incespico nei miei stessi passi ma recupero immediatamente l’equilibro, rientrando in casa e richiudendomi la porta alle spalle.
Mentre mi avvio al piano superiore dove ci sono le camere, sento mia madre urlare contro un concorso a premi.
<< Ma stiamo scherzando? Era la C la risposta corretta, come si fa a sbagliare? Ignorante! >>
Mi fermo sul primo gradino e sorrido al pensiero di papà che nel frattempo la rimprovera per la troppa enfasi.
<< Ah certo tesoro, e poi sarei io quello che esagera con le partite di calcio! >> Sicuramente starà scuotendo la testa.
<< ’Sta zitto Manuel. >> Ribatte lei secca.
Mia madre è una patita dei concorsi a premi e dei quiz. Quando io e mio fratello Samuel eravamo piccoli, lei indiceva almeno una volta al mese “La serata del Quizzone”. Durava ore. Era sempre un venerdì sera, e tutti ci siedevamo sul tappeto, in cerchio con questo gioco da tavolo di cui alla fine, con il passare degli anni, le risposte erano state imparate a memoria da tutti noi.
“Serve anche per creare cultura nei bambini! Sono ancora giovani e la loro mente è molto elastica!” era la scusa di mamma quando qualcuno di noi, compreso papà, si lamentava.
Poi il classico venerdì del mese piano piano, mentre io e Samuel crescevamo, era diventato il giorno del torneo di calcio, il giorno del corso ricreativo, il giorno delle feste… Sebbene fosse solo una riunione che ci richiamava una volta al mese, alla fine quel gioco tanto infernale quanto nostalgicamente familiare, fu riposto sulla mensola più alta dello sgabuzzino, da cui poi non si è più mosso.
Sento il trillo del computer che mi ricorda che alle otto e mezza precise avrei avuto una videochiamata con Paige. Salgo quindi velocemente i gradini e, prendendo le cuffiette appoggiate distrattamente sul comodino, mi siedo a gambe incrociate sul morbido e grande letto al lato della mia stanza.
Clicco sul tasto verde che continua a muoversi sul computer e una ragazza bionda mi appare davanti, sorridente.
<< Ar!! >> Trilla scuotendo la mano a destra e sinistra in segno di saluto. E’ sempre solare questa ragazza ed è una delle poche vere amiche che ho sempre avuto al mio fianco.
<< Pay-Pay ciao! >> La schernisco io sorridendo a mia volta, consapevole di quanto odi questo nomignolo.
<< Guarda, faccio finta di non aver ascoltato solo perché non ci sentiamo da tanto tempo! >> Continua con tono allegro. Mi scappa una risata: è contagiosa la sua spumeggiante felicità.
<< Va bene, dai so che stai fremendo per raccontarmi qualcosa, se fossi un cagnolino vedrei la tua coda spazzare voracicamente a terra! >> Rispondo io con aria saccente, sistemandomi meglio sul letto in modo da non sgualcire il copripiumone.
<< Io continuo a chiedermi come faccio a sopportare le tue orribili battute e la tua continua pungente ironia Aria, sul serio. >>
In tutta risposta, inarco il sopracciglio e mi soffermo a notare i suoi grandi occhi verdi che continuano ad essere sorridenti nonostante le mie parole.
<< Beh, comunque… Scott ha deciso che verrà qui da me a Bristol dal prossimo mese! Non è una notizia splendida? Me lo ha comunicato ieri e volevo troppo dirtelo in quel preciso istante, ma no! Dovevo dirtelo computer a computer. Oddio Aria, non so se verrà da me o se prenderà una casa tutta sua. Ma ad ogni modo è comunque la notizia migliore del mondo, non credi?? >> Non si ferma un attimo neanche per respirare. Dice tutto gesticolando insensatamente e cacciando urletti di tanto in tanto, di parola in parola.
<< E’ perfetto! E’ quello che volevi no? Finalmente si è dato una mossa! Sono davvero contenta per te Paipe! >>
Paige e Scott stanno insieme da almeno quattro anni. Si sono conosciuti da ragazzi a scuola, eravamo in sixth form e, pur frequentando materie diverse, alla fine hanno attaccato bottone.
O meglio, lui ha cercato di attaccare bottone con lei che, inizialmente non ne voleva sapere di frequentarlo. Paige era, ed è tutt’ora, una ragazza molto ricercata. Ed è perfetta. Fisicamente e caratterialmente, nulla di cui meravigliarsi quindi.
<< E con gli studi? Come ha deciso di fare? >> Chiedo io ponendomi seriamente il problema.
<< Chiede il trasferimento con la facoltà. Deve giusto dare almeno il primo esame di Anatomia e dopo mi raggiunge qui! >> Cinguetta.
<< Sono contenta Paipe, davvero. Solo che… così ci saranno ancora meno probabilità di vederti qui a Londra… >> Metto su il broncio.
A causa della connessione lenta, l’immagine del computer si muove in ritardo e, alle volte, si riduce in tanti piccoli pixel. Nonostante tutto sento il suo sospiro.
<< Bhe, io continuerò ad aspettarti qui. E ogni tanto dai miei genitori devo tornarci, non credi? Sono almeno sei ore di viaggio, ma le farei comunque per vederti. Stai tranquilla Ar. >>
La connessione non accenna a migliorare.
<< Ar? Sei ancora in linea? >>
<< Si, si ci sono. La connessione ultimamente a casa mia lascia davvero a desiderare. >> rispondo, cercando di spicciare un nodino che si è creato tra le cuffiette bianche.
<< Tu? Hai Qualche novità? Aspetta… resta ferma, riesco a vedere l’immagine più nitida. >>
I suoi capelli biondi si muovono da una parte all’altra mentre cerca una posizione più comoda alla scrivania.
<< Paipe, che io mi muova o meno è sempre la connessione a dare problemi. >> rido.
<< Si, okay. Non hai risposto alla domanda. >>, taglia corto.
<< Beh, non c’è molto a cui risponderti, sto preparando il mio secondo esame, sono abbastanza occupata a stare sui libri purtroppo… >> ammetto sconcertata.
<< Sei l’unica che a poco dall’inizio dell’anno Universitario ha già dato un esame e sta preparando il secondo. L’unica! >> mi rimprovera sconsolata.
<< E’ il mio terzo anno ed in teoria sarebbe dovuto essere l’ultimo, ho sempre fatto così, ti stupisci ancora? >> ribatto finalmente contenta dopo aver sciolto per bene le cuffiette.
Mia madre con i suoi commenti sarcastici verso i concorrenti al piano di sotto, fa da sottofondo alla nostra conversazione.
Alzo gli occhi al cielo.
<< Ar, mi preoccupo solo per te. Passi troppo tempo sui libri e non esci quasi mai se non con tuo fratello e i suoi amici sporadicamente o per qualche servizio di volontariato la Domenica. Sei all’università, da tre anni ormai, non è questa la vita universitaria andiamo! Ci sono le feste, i club, i nuovi amici, tanti viaggi… >>
<< Gli esami, poco tempo, tanti libri…. >> continuo io interrompendo l’elenco che la sua voce sognante portava avanti.
Paige mi guarda storto.
<< Io mi sono trasferita qui a Bristol proprio per avere più autonomia e… >>
Ci risiamo.
<< Paige, lo sai. I miei genitori non hanno intenzione di farmi frequentare l’università fuori da qui. Ne abbiamo già parlato. >> taglio corto.
E ne abbiamo già discusso abbastanza, avrei dovuto aggiungere. Sarebbe stato favoloso uscire da Londra, andare a vivere da sola in una nuova città, o magari con la mia migliore amica. Qualsiasi teenager sogna queste cose durante la sua carriera scolastica.
Paige era riuscita ad andare via dopo il suo primo anno di Università qui. Io a suo tempo avevo provato anche ad avanzare la proposta alla mia famiglia, ma erano stati molto risoluti nel proibirmi di allontanarmi così tanto per un tempo indeterminato.
<< Si ma Aria, non hai fatto nulla per cambiare le cose. Avevi anche diciannove anni. Potevi venire qui e pagarti una casa con un lavoro e la retta e.. >> la interrompo di nuovo, non ho voglia di discutere. Alle volte lei è troppo poco realista.
<< Io comunque qui sto bene, ho tutto quello che mi serve e non devi preoccuparti Paipe. Davvero. >>
<< Come vuoi… >> conclude sconfitta.
Restammo a parlare per almeno un’altra ora e mezza, dopodiché fummo costrette a salutarci: la connessione rendeva la chiacchierata, snervante.

Chiudendo il computer, mi giro a guardare la sveglia quadrata sul mio comodino: 22.00
Scendo con calma dal letto, apro l’armadio e decido cosa mettere domani. Tutto il mio guardaroba è governato da colori abbastanza neutri e scuri. Togliendo qualche t-shirt e qualche felpa che per qualche avvenimento mi sono state regalate. Amo i maglioni e le maglie semplici, accostate se possibile a gonne che vadano preferibilmente a coprire pienamente le ginocchia.
Dopo un quarto d’ora, opto per un completo che da tempo non indossavo, lo piego con cura sulla sedia azzurra davanti alla mia scrivania e vi affianco anche un paio di stivaletti con il pellicciotto sulla parte superiore.
Non amo andare a letto troppo tardi ora che ho ricominciato a studiare. Voglio seguire le mie otto ore minime di riposo. Contando che tendo sempre a svegliarmi almeno mezz’ora prima del dovuto, mi trovo a fare sempre calcoli improponibili quando rischio di addormentarmi tardi a causa di un libro o di un film che mi prendono troppo.
A proposito di libri, dopodomani, devo assolutamente affacciarmi alla libreria vicino all’università. Ho finito “Delitto e castigo” di Dostoevskij, un classico che credo tutti debbano leggere almeno una volta per comprendere alcune dinamiche, ed ora non riesco a stare senza nulla da divorare in qualche giorno.
Sento bussare alla porta aperta: è Samuel.
<< Io sto uscendo, quindi tu non vuoi venire? >> mi chiede sistemandosi meglio il cappotto blu.
<< No, preferisco restare a casa, grazie. Salutami gli altri! >> dico avvicinandomi a lui per abbracciarlo, ma lui si sposta velocemente.
<< Va bene, divertiti Aria! >> fa in modo di scherno mentre si avvia a scendere gli scalini rumorosamente.
Io sbuffo tra me e me, chiudendo la porta della camera.
Non posso permettermi di fare tardi come lui perché ho troppe cose da fare domani mattina.
Indosso il pigiama e mi infilo sotto il caldo piumone rosa chiaro.
Prima di addormentarmi inizio a fissare il soffitto della mia camera: è decorato da dipinti di costellazioni. Non ho ancora finito di decorarlo tutto a dire il vero. Quando ero più piccola feci un disegno sulla parte superiore del muro affianco al letto, in cui rappresentavo il giorno e la notte. Avrei dovuto farlo sul soffitto, in scala più piccola. Sarebbe stato meglio.
Vari pensieri, dopo poco tempo, riescono a conciliarmi il sonno.




-Angolo Autrice-

Ed eccoci con il primo capitolo miei cari lettori silenziosi.
Avendo già i primi capitoli, avrò la possibilità di pubblicare abbastanza spesso. Ovviamente sempre notando magari qualche interesse nella storia.
Grazie per ogni visualizzazione :)
Spero di poter leggere qualche vostro parere presto!
Ecco alcuni social dove, per qualsiasi cosa, potreste trovarmi e contattarmi:
Kik: Scivix
Snapchat: Scivix
Wattpad: Sciviss
We heart it:Manuela
Ask: Manuela.
Ciao belli! :*
   
 
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