Questa
storia è nata per cercare di arrivare ad un traguardo
personale. Normalmente io
e le storie serie non andiamo affatto d’accordo:fino ad ora
ho scritto solo
ficci comiche, demenziali, insomma non proprio il genere che si possa
definire
serio!! Ho deciso così di fare una prova e di mettermi
d’impegno per riuscirci.
Riguardo
ai nomi, essendo poco brava a sceglierli di fantasia, mi sono affidata
a
qualche nome inglese e a nomi arabi e fanno anche abbastanza pena, ma
quello è proprio un tasto debole della mia fantasia!!!
[Scrivo
accenti e pronunce per i nomi arabi (che poi non sono difficili):
Melèk,
Shiràn, Ròy, Nihal=Nihèl con H
aspirata)]
Riguardo
invece alla storia, probabilmente somiglia troppo ai libri fantasy che
ci sono in giro, ma per me è gia un
miracolo per me riuscire a non infilarci nel mezzo
comiche!XD Grazie
a tutti!XD
PROLOGO:
L’uomo
continuava a correre per i corridoi, saltando i corpi morti e ignorando
l’ignorabile. Avevano preso il principe, ucciso il re. Le due
principesse no, e
per questo dovevano essere salvate. Da lui. L’odore di sangue
stava
comuinciando a dargli la nausea e le sue forze stavano venendo meno.
Arrivato
vicino alle scale vacillò un attimo, quanto bastava per
doversi aggrappare al
muro per non crollare tra i corpi. Dal piano superiore si sentivano dei
passi,
segno che i soldati del Conte lo avevano preceduto. Una mormorata ma
decisa
imprecazione sintetizzò la tutta sua rabbia. Fece un lungo
sospirone e si
lanciò con uno sforzo disumano sulla rampa di scale.
Oltrepasso l’arco che
immetteva nel corridoio e svoltò a destra. La porta della
stanza reale era
aperta…ne vide uscire due soldati con la divisa del Conte
che portavano un
libro dalla rilegatura massiccia, scura, e legate due raggazzine sui
cinque-sei
anni. Se l’aspettava, e si aspettava anche di non resistere a
quei due prima di
poter liberare le piccole e il tomo. Allora impiegò le sue
ultime forze in
un’alternativa. Una luce verde attraversò tutto il
corridoio, e dopo un secondo
le due erano scomparse, e con loro il libro. “ce
l’ho fatta, sono libere”
furono le sue ultime parole prima di cadere. I due soldati gli furono
sopra e
l’uomo fece appena in tempo a vedere che lo legavano, prima
di essere avvolto
nell’oscurità dell’oblìo.