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Autore: Hikari_Sengoku    21/07/2016    1 recensioni
Kaname é ormai un membro esterno della Mithril, e ha bisogno di una protezione ridotta. Viene assegnata a Sousuke una nuova missione. Chi sará il nuovo soggetto da proteggere? In quali guai trascinerá i nostri eroi? (Nuovi capitoli a scadenze non assolutamente fisse, ma piú o meno ogni settimana per i primi tempi, credo!)
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kurz Weber, Melissa Mao, Nuovo personaggio, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Novitá sul caso Kurojima

"Allora, non mi presenti la tua amichetta?" Chiese il tipo guardandole le gambe scoperte e confrontandole con quelle coperte dai jeans di Kaname.
"Non c'é nessuno da presentare qui. Kaname se ne sta andando, ed anche tu" rispose acida prendendo dalle sue mani la cucchiaiola e puntandogliela contro con fare minaccioso. Poi si giró rivolgendosi a Kaname : "Perdonami, ma al momento credo di non essere in vena per una chiacchierata tra ragazze. Prendi le tue cose e tornatene dal tuo fidanzato, ci vediamo domani a scuola" Kaname quieta quieta andó all'armadio nell'altra stanza, ma poi si nascose dietro lo stipite della porta, aguzzando l'orecchio.
"Scusami anche tu, ma non mi vanno neanche le cenette romantiche stasera, quindi tó, prenditi la tua bella frittata, le verdure cotte, e tornatene di lá. Forza su!" Gli impiattó ció che aveva cucinato, glielo mise fra le mani e lo spinse verso la porta, ma il ragazzo non demorse e l'afferró per un braccio, cosa che non le piacque per niente.
"Dai, stellina, volevo solo tirarti su il morale, perché mi tratti cosí male?" Disse lui mettendo su un tenero broncio. Per un attimo, Hikari pensó di aver fatto sul serio un errore di valutazione, che Mathieu la volesse davvero aiutare, ma poi scosse la testa e si riprese, divincolandosi dalla stretta vigorosa. Il suo alito puzzava vagamente di alcool.
"Scusami, ma oggi mi hanno trattenuta a scuola senza motivo per tutto il pomeriggio e sono nervosa. Ci vediamo domattina, ok? Ciao" Detto questo, lo spinse veementemente fuori dalla porta, sbattendola e mimando un calcio appena l'ebbe chiusa.
"Tirarmi su il morale, ma a chi vuol darla a bere!" Brontoló sbuffando e dirigendosi verso i fornelli con lo straccio per pulire. Per colpa della bravata di quei deficenti tra l'altro, non si era ancora tolta quella ridicola divisa scolastica.
"Kaname, ora puoi uscire da dietro la porta, tranquilla, Mathieu se n'é andato!"
"eh, scusami ma mi era caduta una cosa..." Si scusó nervosa Kaname. Hikari alzó le spalle, scacciando una mosca invisibile con la mano.
"Nessun problema. Ora va, gli altri ti staranno aspettando" disse Hikari alzando gli occhi dal piano cucina sporco d'uovo e puntandoli su di lei, seria come la morte.
"Ok, ci vediamo domani allora" pigoló lei.
Con la mano appoggiata alla maniglia peró, Kaname si giró ancora. "Per curiositá, che c'é fra te e Mathieu?"
" Siamo solo vicini di casa. Ed ora va, prima che ti tiri una scarpa!" Rispose l'altra afferrando scherzosamente una  delle scarpe da ginnastica nere che portava ai piedi.
La porta si chiuse sbattendo. Hikari rimase qualche secondo a fissare la porta, come ipnotizzata, prima di rendersi conto che il cielo nel frattempo era diventato scuro, e dove prima la stanza era illuminata, tutto giacesse in una cupa penombra. A quel punto sbatté lo straccio sul ripiano ormai immacolato e sbottó in un "Baaaah!", prima di dondolare fino al letto ancora sfatto da giorni. Vi si buttó sopra a faccia in giú, nascondendo il viso nelle lenzuola, con gli occhi vuoti e spalancati. Immobile, apatica, restó per minuti interi in quella posizione, poi chiuse le braccia intorno alla testa e inarcó la schiena, chiudendo il lenzuolo nei pugni. Tremó nel sentire l'assenza di loro. Il dolore la scosse, di nuovo, a ondate regolari, ma lei non lo sentiva. Pure la vista tremava, scossa da quel terremoto doloroso. Visi di chi non c'era piú traballavano di fronte ai suoi occhi, infrangendosi come lastre di vetro ad ogni scossa, confondendosi fra loro, in un mescolio di capelli biondi, neri e castani, in una vorticante visione infinita. Eppure, non era ancora crollata. Non aveva piú piú pianto da allora. Non ci credeva. Loro non potevano essersene andati, no, loro erano ancora lí, con lei... Traballante, si alzó e si portó di fronte allo specchio. Un mostro sfatto comparve davanti ai suoi occhi in tutta la sua cupa miseria. In quello specchio vide riflessi due abissi nocciola di rimorsi e rimpianti, chiusi nella loro spirale interminabile di sensi di colpa, vuoti. Vide due occhi cerchiati, incavati nella pelle pallida, capelli sporchi e disordinati, una pelle arida e secca, le ossa della clavicola sporgenti come non erano mai state. Non riconoscendosi, si portó una mano alla guancia, tendendola verso il basso. Ma soprattutto, vide un enorme vuoto al centro del suo petto. Istintivamente, vi portó il palmo aperto a tastarlo, non trovandovi nessun buco. Deglutí, lasciando la bocca socchiusa. Il vuoto nei suoi occhi la inghiottí. Nuovamente si buttó sul letto supina. Immobile, fissó supina il suffitto fino alla mattina seguente, tastandosi di tanto in tanto il petto per capire dove fosse il buco da dove era fuggito il dolore insieme agli altri sentimenti. Il vuoto la divorava, paradossalmente piú doloroso di qualsiasi dolore.




Apatia. Fuga involontaria della coscienza dal dolore certo che non vogliamo affrontare.




Nel frattempo, Kaname era tornata a casa. Aperta la porta, salutó tutti e si diresse al tavolo dove i due stavano confabulando.
"Cosa combinate?" Chiese. La cacciata del vicino di casa di Hikari aveva completamente cancellato i suoi propositi di rimprovero per Sousuke, e vedere i due (Kurz a quanto pare non era ancora tornato) tutti concentrati sui loro binocoli l'aveva incuriosita.
"Controlliamo la situazione. Com'é andata da Kurojima?" Chiese Mao senza abbandonare l'aggeggio.
Kaname si sedette a cavalcioni della sedia. "Non sono riuscita a farmi dire niente. Quella ragazza é piú chiusa di un riccio! In compenso, ho ricavato informazioni dal suo vicino di casa, tale Mathieu. Si era introdotto nell'appartamento di Hikari per prepararle la cena. La cosa piú interessante é che prima che lei lo cacciasse in malo modo, lui ha accennato al fatto che Hikari esca solo di giovedí, e che ritorni a casa piú triste del solito"
"Come ti é parso il tipo?" Chiese stavolta Sousuke. Da quando era entrata, nessuno dei due le aveva rivolto lo sguardo.
" Il francese? Beh, in realtá parecchio invadente, ma ho visto di peggio" disse ricordando un tentato furto di mutande.
Entrambi si girarono finalmente verso di lei. "Secondo te, dove potrebbe andare Kurojima tutti i giovedí?" Chiese perplessa Mao. "A quanto hai detto, esce solo in quei giorni, e ritorna piú triste del solito. Non credo vada a fare una gita di piacere. Magari va al cimitero. Sbaglio, o il dieci agosto era giovedí?" rifletté pensierosa la mora.
"Dovremmo seguirla. Magari si é infilata in brutti giri. Le persone disperate possono fare di tutto" rispose sullo stesso tono Sousuke.
"Hai ragione. A proposito, che giorno é oggi?" Chiese Kaname guardando il calendario emergente da uno dei suoi pacchi.
"Martedí. Abbiamo un giorno intero per preparare la sortita" Rispose Mao imponendosi col suo fisico sugli astanti.
"Bene. Ci serviranno fucili, bombe a mano, fumogeni e lacrimogeni in gran quantitá..." Subito Sousuke prese a fare un lungo elenco delle armi secondo lui necessarie ad un pedinamento.
"SOUSUKE!" Inveirono entrambe le ragazze contro il povero soldato.
"Ma Kaname, hai detto tu stessa che Kurojima potrebbe essersi infilata in brutti giri! Bisogna premunirsi!" Si scusó lui non capendo cosa avessero da ridire.
Le due ragazze tramutate in belve dai denti aguzzi e gli occhi di fuoco stavano per divorarlo, quando...
"Cucú! Buonasera ragazzi, interrompo qualcosa?"
... Un cecchino libertino dalla bionda capigliatura ed i cerulei occhi entró gaiamente nell'appartamento. Esatto, Kurz era tempestivamente arrivato, salvando la vita, e forse qualcosa in piú, al sergente Sagara.
"Kurz, hai trovato qualcosa con l'M9?" Chiese stupita Mao, notando l'oggetto non ben identificato, avvolto da un panno nelle mani del sergente.
"Beh, ho pensato di farmi un giretto sul luogo del delitto, stamattina, mentre loro erano a scuola. Nel rapporto c'era scritto che l'incidente era stato causato da qualcosa d'invisibile, vero? Non cosí tanto allora" disse aprendo con fare teatrale il panno, mostrando un contorto pezzo di lamiera chiara.
Mao si avvicinó: "é un pezzo di M9 di ultimo livello! Questo" disse indicando il numero di fabbrica inciso su quello che doveva essere un pezzo di collo "é il numero dato ai robot da combattimento di ultima generazione!"
"Si, ma chi ci dice che abbia a che fare con l'incidente? Ultimamente ci sono stati diversi scontri a Tokio" obbiettó Kaname.
"Nessuno in quella zona, si tratta di una via periferica senza nome, praticamente sconosciuta" rispose pronto Kurz sedendosi al tavolo e posando l'oggetto.
Kaname assunse un'espressione stupita "Questo significa..."
"... Che chi insegue Kurojima é ricco e potente per potersi permettere un M9  di ultimo livello <> per uccidere dei civili" concluse Sousuke.
"Bisogna stare attenti. Kurz, da domani evita i giretti, mantieni l'allerta e tieniti pronto ad ogni evenienza col tuo M9. Sousuke, non devi perderla mai di vista, é chiaro? Ne va della sua vita" disse Mao puntando i suoi occhi violetti in quelli castani di Sousuke. Poi si giró verso Kaname: "Ti affido Sousuke, ok? Fa in modo che non crei casini con il soggetto" disse riferendosi alle basse capacitá diplomatiche del soldato.
"He, he, ceeerto!" Rispose lei grattandosi la testa.


Eee il capitolo di oggi finisce qui! Chi si nasconde dietro l'assassinio del 10 agosto? Un grazie a LightOrDarkness per le recensioni, alla prossima settimana! Sono andata bene?


http://www.grandeblu.it/index.php?url=saccheggio&id=53936
   
 
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