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Autore: Francy_Kid    22/07/2016    3 recensioni
~Sequel di "Amour masqué"~
Sono passati quattro mesi da quando Chat Noir ha svelato la sua identità segreta a Marinette. Malgrado i due stanno insieme da tutto quel tempo, una vecchia conoscenza si ripresenta, minacciando il loro rapporto e le loro vite.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 13


 

Marinette si asciugò la fronte dal sudore: quel pomeriggio faceva fin troppo caldo, ma doveva incontrarsi Alya e Nino per un pomeriggio tra amici, o meglio a fare il terzo incomodo; Adrien era ad un servizio fotografico al parco in parte a casa sua e, sicuramente, più tardi sarebbe andata a fargli visita.

La sera precedente, dopo che il ragazzo ebbe lasciato casa sua, si mise d'accordo con Alya e Nino per andare a fare un giro e che si sarebbero trovati di fronte al Louvre, per poi andare a comprare una bella granita fresca e fare visita ad Adrien al suo servizio fotografico.

Mentre era ancora in camera, Marinette non poteva fare a meno di guardarlo dalla finestra, sorridendogli quando lui si girava verso la pasticceria e le sorrideva dal set, ignorando le occhiatacce delle sue colleghe modelle.

La corvina camminava, quasi saltellando, tra le vie parigine, prendendo una scorciatoia che le faceva risparmiare il tempo di un quarto d'ora, anche se significava attraversare un vicolo parecchio nascosto.

«È da un po' che non ci sono attacchi akuma, non è vero?» domandò leggermente insospettita Tikki, sbucando dalla borsetta della sua custode dopo che ebbe controllato che la strada fosse sgombra.
«Vero. Non so se Papillon si è preso una vacanza estiva o sta tramando qualcosa di realmente caotico.» rispose lei, riflettendoci su.
«Il male non riposa mai, Marinette, tieni in mente questo.» sentenziò lo spiritello, mettendosi sull'attenti: «C'è qualcosa che non va...»
«Cosa?»
«Devi trasformarti.»

Ad interrompere la conversazione tra le due fu una bambina di circa quattro anni, che sbucò dal nulla di fronte alla ragazza.

«Ciao.» canticchiò la piccina, guardandola con un largo sorriso che le illuminava il volto.
«Ciao piccolina. Ti sei persa?» domandò, chinandosi di fronte a lei.
«No, no. Io stavo cercando proprio te.» rispose indicandola.
«È meglio uscire da qua, potrebbe essere pericoloso.»

Marinette si mise dritta, ma la bambina le afferrò un lembo della maglietta, attirando la sua attenzione: «Lui ti sta cercando, Ladybug.»
La corvina si raggelò: «Lui? Lui chi? E poi, io non sono Ladybug, sono una ragazza normale.»
«Gli serve il tuo Miraculous per fargli raggiungere i suoi obiettivi, poi prenderà anche quello di Chat Noir e solo allora mi ricompenserà.» ridacchiò serena, stringendo la stoffa nella sua manina.
«Cos'è? Un nuovo gioco?» chiese, cercando di capire ciò che dava accadendo.
«Lui ti vuole Ladybug. Lui ti vuole. Papillon ti cerca da tanto.»

A quel nome, la corvina sbiancò, indietreggiando di qualche passo quando la bambina la lasciò: tutti sapevano chi era Papillon, ma non era normale per una bambina così piccola parlasse in quel modo.

«Se tu mi segui senza fare storie sarà tutto più facile.» riprese la piccola, avvicinandosi a Marinette.
«Marinette.» s'intromise spaventata Tikki. «C'è un akuma!»
«Ascolta: non so chi tu sia e non so come tu sappia la mia identità, ma non credere che io ceda così facilmente solo perché sei piccola.» esclamò la corvina, pronta a trasformarsi.
«Ma tu non devi stare attenta a me.»

La bambina sparì in una nuvola di fumo arancio e, appena prima che Marinette potesse girarsi, sentì una fitta dolorosa alla testa e cadde a terra; a stento, tenne gli occhi aperti, riuscendo a distinguere una figura in contro luce con un paio di lunghe orecchie lunghe attaccate sulla testa.

Tentò di chiedere aiuto, ma quando la sentì strappare la collana che Adrien le aveva regalato dal collo non poté fare altro che gemere, per poi perdere i sensi completamente, con Tikki che restò nascosta per non farsi trovare.

Lila rise, accarezzando il viso della sua vittima, spostandole i ciuffi corvini dietro l'orecchio per guardare gli orecchini tanto desiderati: «Meno una. Ora è il turno di Chat.»


 

«Maestro!» esclamò Wayzz, uscendo dal suo nascondiglio.

Il vecchio Fu lo guardò dietro la sua tazza di tè cinese, alzando un sopracciglio.

«Tikki! Ladybug è in pericolo!» disse quasi senza fiato, volteggiando nervosamente di grinta al Grande Guardiano. «L'aura di Tikki è cambiata: lei e la sua portatrice si trovano in un grave pericolo.»
«Noi non possiamo fare nulla, Wayzz, lo sai.» bofonchiò l'ometto, tornando a sorseggiare tranquillamente il suo tè.
«Diamo il Miraculous dell'ape o della volpe a qualcuno per aiutarle!»

Di rado il kwami della tartaruga si agitava, ma quando accadeva significava che bisognava aspettarsi qualcosa di parecchio grave, ed il fatto che Ladybug fosse in pericolo è il preludio di tutto.

«Ladybug ha un partner molto valido su cui contare e vedrai che anche questa volta la salverà.» spiegò, cercando di tranquillizzarlo.

Non voleva ammetterlo, ma anche lui era preoccupato per Marinette e Tikki.

«Ma non sempre Chat Noir arriva in tempo.» sussurrò lo spiritello addolorato, cercando di scacciare i ricordi di molti anni fa.
«Ciò che mi hai raccontato appartiene al passato, Wayzz. La Ladybug e lo Chat Noir di quest'epoca sono diversi dagli altri.»
«Infatti, sono più giovani e inesperti.» ribatté nervoso, incapace di stare fermo.

Fu si alzò dal tavolino, riponendo la tazza e la teiera prodotte nel suo Paese d'origine al loro posto, per poi andare a sedersi sul materassino al centro della stanza, iniziando a meditare.

«I due sono giovani, è vero –esclamò il guardiano ad occhi chiusi– ma il segreto della loro vittoria sta nelle loro vite e nelle loro avventure.»
«Sono troppo giovani: hanno vissuto troppo poco e hanno combattuto troppo poco. Non hanno abbastanza esperienza.» esclamò Wayzz esasperato; convincere quell'uomo era davvero difficile.
«Non si finisce mai di imparare, nemmeno alla mia età; guardami: sono riuscito a perdere un Miraculous, che è finito nelle mani di Papillon, e a non trovare più quello del pavone.» ridacchiò a se stesso, tossicchiando quando il suo kwami gli lanciò un'occhiataccia.
«Ma lei sa come affrontare tutti i kwami, conosce i loro poteri, i ragazzini no. La prego Maestro: invii gli altri kwami.»
«No, non è necessario.» riprese in tono più acceso. «Vedrai che tutti è tre i portatori se la caveranno.»

Fu si alzò, incapace di concentrarsi, camminando fino alla finestra e guardando la Tuor Eiffel in lontananza, sospirando.

«Maestro, c'è qualcosa che la preoccupa?» domandò lo spiritello verde, calmatosi.
«Sono solo pensieri, Wayzz.»
«Cosa intende dire?» chiese crucciato, volando fino al suo portatore.
«È da parecchio che ci sto pensando ed è giunto il momento per me per andare in pensione.» rispose malinconico, pensando comunque che fosse la cosa giusta.
Wayzz rimase impietrito: «Ma Maestro, lei non può lasciare questo ruolo. Chi prenderà il suo posto?»
«Ancora non lo so, poiché colei che avevo in mente se n'è andata facendo sparire anche il suo Miraculous. Ma ho in mente anche qualcun altro.»



 

Il buio regnava attorno a Marinette, ancora intorpidita e con un dolore martellante dietro alla testa; solo dopo pochi secondi si ricordò cos'era successo: una bambina in un vicolo ha iniziato a parlarle in modo strano per poi sparire nel nulla, poi tutto buio.

Cercò di chiamare Tikki, ma non riusciva a parlare per via di un fazzoletto che teneva tra i denti, impedendole di parlare; allora provò ad agitarsi, ma era immobilizzata ad una sedia –forse–, con i polsi legati tra loro e le caviglie alle gambe del mobile con corde parecchio strette.

Più si divincolava, più stringevano, facendola gemere per il dolore ed il bruciore dovuto al materiale.

«Guarda guarda chi si è svegliata.» ridacchiò una voce femminile che proveniva dalle sue spalle.
"Lila?" pensò la corvina, riconoscendola, muovendosi ancora di più.
«Non ti agitare, coccinella, devi essere presentabile per il tuo gattino.»
"Chat è qui?" cercò di dire, ma uscirono solo dei mugulii incomprensibili.
«Non ti preoccupare, presto il tuo adorato Adrien ti raggiungerà e cadrà nella mia trappola –rispose, come se l'avesse capita– così Papillon otterrà entrambi i Miraculous e il potere assoluto. Ora sorridi alla camera.»



 

Adrien si lanciò sul letto, sospirando quando il suo corpo toccò il materasso morbido: «Che bello essere tornato nella mia casa tranquilla e silenziosa.»

Ad interrompere i suoi pensieri fu la suoneria del suo cellulare.

«Come non detto...» mugugnò poco prima di leggere il nome sulla schermata del cellulare e scoprire essere Alya. «Pronto?»
«Adrien! Dimmi che Marinette è lì con te.» urlò in preda al panico, costringendo il ragazzo ad allontanare l'apparecchio dall'orecchio.
«No, non è con me. Perché? Che cos'è successo?»
«Dovevano incontrarci un'ora fa, m-ma non si è fatta viva. P-Pensavo fosse con te.» esclamò con voce tremante.
«Alya, stai tranquilla, hai provato a chiamarla?» chiese, sentendo dall'altro capo del cellulare la voce di Nino che provava a confortare l'amica.
«S-Sì, sia io che Nino, ma parte la segreteria telefonica.» rispose, tirando su con il naso.

Era strano da parte di Marinette fare tardi quando doveva uscire con i suoi amici; di solito era in ritardo per la scuola o altre cose di minore importanza, ma cercava di essere sempre puntuale, sgarrando di qualche minuto. Ma non era mai in ritardo per un'uscita con Alya.

«Vedrai che si sarà addormentata e le si sarà scaricato il cellulare, sai com'è fatta.» disse come scusa, sospettoso della situazione.
«Forse hai ragione... D-Di solito lei si addormenta... F-Fammi sapere se ti chiama.» esclamò leggermente più calma prima di chiudere la chiamata, salutando l'amico.

Adrien si alzò dal letto, iniziando a cercare Plagg, che era seduto sulla scrivania a mangiare del Camembert –come suo solito–

«Cosa vuoi?» sbuffò il kwami, divorando l'ultimo pezzo prima che il suo portatore gli impedisse di finirlo.
«È successo qualcosa a Marinette: non è andata all'appuntamento con Alya e Nino.»
«Si sarà addormentata, come hai detto tu.»
«No... C'è qualcosa sotto. Plagg, dobbiamo andare a cercarla.»
«Magari è a casa sua, in panciolle. Come dovresti fare tu.»

Adrien corse per tutta la stanza, recuperando il caricabatterie del cellulare portatile, siccome aveva il cellulare scarico, passando di fronte al divano che dava sulla tv a schermo piatto.

«E questa cos'è?» domandò, notando una scatoletta nera e una custodia di plastica che conteneva un CD con scritto "REGARDE MOI" con l'indelebile.

Adrien, incuriosito e percosso da un brivido lungo la spina dorsale inserì il CD nell'apposito lettore, accendendo la televisione.

Il video parti dopo pochi secondi, trasmettendo le immagini di Volpina mentre ghignava alla camera: «Ciao Adrien.»

Il ragazzo impietrì; com'era possibile che Lila fosse tornata Volpina? Poi si ricordò ciò che Marinette gli aveva detto riguardo l'italiana: che l'aveva minacciata e che aveva scoperto che lui era Chat Noir.

«Di sicuro avrai già capito che sta succedendo: io non sono più Lila, la ragazza innamorata di te e che voleva conquistarti a tutti i costi, ma sono Volpina, la ragazza a servizio di Papillon per ottenere la mia vendetta su Ladybug. Ma ora che ci penso, c'è anche un'altra di cui devo vendicarmi. Hai già capito chi è, non è vero?» domandò divertita, avvicinandosi alla videocamera fino ad uscire dalla visuale.

La mora spostò a destra l'obiettivo, inquadrando anche la figura di Marinette legata alla sedia, bendata e imbavagliata, mentre cercava di liberarsi.

«Una è qua, ora manca solo una persona: Chat Noir.» disse ghignando, giocherellando con una ciocca di capelli corvini della ragazza, che sussultò non appena venne sfiorata.

Era spaventata. Parecchio spaventata.

Il biondo serrò i pugni e digrignò i denti, ignorando le unghie che is conficcavano nei palmi.

«Mi serve il tuo Miraculous, Adrien ed io non farò del male a Marinette se segui le mie istruzioni: dentro la scatola nera c'è un foglio con scritto l'indirizzo dove devi andare e un piccolo input che ti fa capire che non sto scherzando. Ora, da brava fidanzatina, saluta il tuo Adrien prima di dirgli addio.» aggiunse, rivolgendosi alla sua prigioniera.

Volpina slegò il fazzoletto da attorno alla bocca della corvina e la benda, dando la possibilità ad Adrien di vedere i suoi occhi rossi e gonfi dal pianto.

«Adrien! Non venire! Darà il tuo Miraculous a Papillon!» urlò in preda al panico, lasciando cadere delle nuove lacrime.
«Mi manca solo il tuo, non fare tardi.» si raccomandò l'akuma, camminando per raggiungere il retro della videocamera e spegnerla.
«No!»

Il biondo fissò per qualche secondo lo schermo nero della televisione, cercando di capire ciò che era successo e calmare la rabbia: Lila era tornata ad essere Vilpina, aveva rapito Marinette e l'aveva usata come ostaggio perché lui consegnasse nelle mani di Papillon il suo Miraculous.

Era una situazione e parecchio difficile e voleva salvare Marinette a tutti i costi.

Afferrò la scatoletta nera che Lila gli aveva lasciato, aprendola in tutta fretta, trovando dentro un foglietto piegato e la collana che aveva regalato alla sua ragazza quasi un mese fa.

Ora la rabbia era incontrollabile, gli divorava tutto il suo corpo, ma si trattenne dal colpire il tavolino con il pugno, non volendo romperlo e non volendo poi spiegare ciò che era successo.

«Plagg.» lo chiamò, vedendo che era rimasto tutto il tempo ad osservare la registrazione, notando solo ora quanto fosse preoccupato e spaventato.
«Stavolta niente Camembert. Sono pronto.»

Il portatore del Miraculous urlò al kwami di trasformarlo, ritrovandosi in men che non si dica nelle vesti del suo alter ego Chat Noir; osservò il bigliettino con scritto l'indirizzo del luogo in cui si trovava Marinette, segnandolo sul suo bastone che funzionava anche da GPS.

Provò più volte a chiamare Ladybug, ma non ricevendo risposta capì che era occupata o non era trasformata, trattenendo un imprecazione; così, guardando malinconico la collana della sua ragazza, se la infilò in tasca, saltando dalla finestra e partendo per salvare la sua principessa.

  
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