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Autore: Thiare    22/07/2016    1 recensioni
L'aveva stretta forte, prima di andare via.
« Quando pensavo a questo momento me lo immaginavo del tutto diverso. » Hermione cominciò a piangere e lo strinse forte in un abbraccio, quando lei allentò la presa, lui le carezzò il mento e avvicinò le labbra alle sue, in un soffice e leggero, se non primo, bacio d'addio.
« Draco... »
« Mi dispiace tanto, Hermione, ma non è così che voglio che mi ricordi e di sicuro non voglio che tu venga a cercarmi. »
Lei era troppo confusa per capire ma quando lui la strise di nuovo forte in un abbraccio e quando quel fastidio alla base della schiena si concretizzò nitido nella sua testa come la presenza di una bacchetta puntata contro di lei, era troppo tardi per protestare.
« Oblivion »

{Dramione} {Dedicata alla mia Becky_99}
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo quattro



« Va bene » cominciò Harry con un sospiro. Si erano rintanati nella sala di comando degli Auror ormai vuota, vista la tarda ora al Ministero, ormai Draco evitava di farsi vedere in pubblico dopo quello che era successo e quando andava, raramente, a lavoro, lo faceva con una bella dose di Pozione Polisucco. « ecco che cosa faremo. »
Erano passati più di cinque mesi da quando era avvenuto l'attacco e ormai il biondo aveva perso i contatti con la maggior parte delle persone che vedeva prima, persino Trish si era chiesta che fine avesse fatto Re Ghiaccio. Ormai Draco frequentava regolarmente il covo dei Fuoricli e dopo cinque mesi di riti e insegnamenti e finanziamenti, era diventato un membro onorario. Ogni volta che tornava a casa e sua madre tentava di parlargli, lui, lo sentiva, moriva dentro. Dal disgusto, dalla rabbia, dalla paura, dal rimpianto.
Quanto avevano bruciato le costrizioni di Dimitri sulla pelle.
Quanto aveva bruciato quell'ultimo bacio sulle labbra.
Draco incrociò le mani sul tavolo davanti a sé ed Harry prese la sua bacchetta.
« Ho fatto molte ricerche ultimamente, mi è servito un po' di tempo ma forse c'è una soluzione. » aveva affermato e Draco per la prima volta dopo cinque mesi sembrava vivere di nuovo.
« Dici sul serio? » aveva chiesto incredulo e Harry aveva annuito. « Quanto farà male? »
« Ne potresti morire. »
« Possibilità che succeda? »
« Visto che io sono molto bravo, beh, circa il sessanta percento. »
« COSA? Cerchiamo una risposta che mi salvi, cervellone, non che mi uccida. » protestò il biondo irritato.
Dal canto suo Harry si strofinò la fronte con entrambe le mani. « Senti io ci sto provando, okay? Non parlo con Ginny da giorni e Ron non mi vede quasi più. Le ho provate tutte, Draco, ma questa soluzione sembra la più adatta. » alzò un po' la voce per sottolineare la sua frustrazione e quando si zittì Draco si lasciò andare ad un lungo sospiro.
« In che consiste? » chiese poi piano dopo un po', così Harry riacquisì speranza.
« Beh, è molto complicato e non c'è margine di errore. Dovremmo creare un tuo perfetto clone di carne a cui trasferire parte della tua anima, in particolare quella colpita dalla maledizione. »
Draco annuì piano. « Sembra semplice, dopo che si fa? »
« Beh, dopo... ecco, lasceremo morire il clone. » annunciò e Draco strabuzzò gli occhi.
« Ciò non mi farà direttamente del male, vero? »
« Diciamo che se non ti uccide prima il trasferimento dell'anima, uccidere il secondo te non sarà che una carezza. »
Il biondo restò a pensarci per qualche minuto, poi alzò lo sguardo verso Harry. « Bene, facciamolo. Quanto ci vorrà per creare il clone? »
L'Auror si strofinò le mani. « Ci vorranno mesi e mesi, ma ho chi potrebbe aiutarci. »
« Ti ringrazio, amico mio. »





Quando Draco abbassò finalmente la bacchetta loro due si erano smaterializzati in una piccola cittadina a nord di Londra. Il ragazzo mise subito la bacchetta in tasca e prese Hermione per mano cominciando a camminare disinvolto tra gli abitanti della cittadella.
Fecero non più di qualche passo prima che Hermione strappasse via la propria mano da quella di Draco e lo fissasse come fosse un Mangiamorte.
« Ma tu chi sei? » urlò quindi. « Chi era quell'uomo e che cos'è successo un anno fa? »
Draco rimase in silenzio non sapendo come rispondere, così le riprese nuovamente la mano e continuò a camminare. Lei però lo strattonò via una seconda volta più che mai in preda al panico.
« Non mi muovo finché non mi dici che cosa sta succedendo. » incrociò le braccia al petto.
Lui la fissò nuovamente senza una vera espressione sugli occhi. « Merlino mio, Granger. » sibilò solo prima di piantarle una spalla in mezzo allo stomaco e buttarsela sulla schiena come un sacco di farina.
« Ora stai ferma e lascia che ti salvi. »


Quando Draco la mise finalmente giù lei aveva uno sguardo che se solo l'avesse guardato più attentamente avrebbe potuto causargli un Avada istantaneo. « Chi sei tu? » chiese di nuovo la ragazza e lui scoppiò a ridere.
- Merlino quanto mi eri mancata, Granger -
« Sono Draco Malfoy, piacere di fare la tua conoscenza. » disse in tono di falso piacere allungandole una mano. Lei la fissò con circospezione finendo per non stringergliela.
« Non ho mai sentito questo nome. »
« Certo che no. »
« Perché no? »
« Perché non l'hai voluto. »
« E se l'avessi voluto dovre avrei dovuto cercare? » gli chiese poi in tono di sfida.
- Nei tuoi ricordi - voleva dirle lui ma poi si trattenne, chiuse la bocca e si voltò. Si trovavano in una casa abbandonata, il pavimento pieno di polvere e giornali, le finestre mezze rotte, tre stanze al massimo.
« Dove siamo? » domandò di nuovo lei.
- Tra tutte le domande che potevi farmi, Mione, hai scelto la meno appropriata. -
« Vivevo qui con i miei genitori quando ero piccolo. » disse mentre entrava in quella che era stata la sua stanza. Hermione annuì e tornò all'attacco.
« Chi era quell'uomo? »
Draco si mise in ginocchio a cercare una scatola sotto il letto. « Gli dovevo i soldi di una vincita. »
La ragazza sbuffò. « Dimmi Draco, quanto mi credi stupida? »
Finalmente sospirò di sollievo quando trovò la scatola e la aprì. « E tu quanto mi credi stupido? »
Tornò in soggiorno stringendo in una mano tra i lembi di un fazzoletto una bacchetta logora dalla polvere e dall'umidità, Hermione lo fissò ancora più confusa quando questi l'allungò a lei.
« Tienila tu, se vuoi sapere qualcosa devi custodirla bene, arriverà il giorno in cui deciderai se svelare i suoi segreti oppure no. »
Hermione lo guardava smarrita, quant'era bella in quella sua maschera confusa, Draco pensò che sarebbe stato tutto più facile se le avesse detto subito la verità, ma l'amore che provava per lei gli impedì di mostrarsi per quello che era diventato nell'ultimo anno, ovvero il fautore di tante tragiche morti e tragedie, solo per proteggersi e proteggerla.
- Non mi amerebbe mai allo stesso modo. Un giorno, se sarà pronta, lo scoprirà da sé. -

Hermione prese la bacchetta un secondo più tardi e se la mise nella tasca interna del trench, quella che si era cucita da sola per nasconderci le bacchette.
« Dopo di ciò non risponderò a nessun'altra domanda, fiorellino. » disse Draco e sparì nel cucinino solo per prendersi la testa fra le mani e trattenersi dal piangere.
Hermione rimase a fissare le proprie mani inerme, zittita per la prima volta.



Quando il clone di Draco entrò nel covo dei Fuoricli, nessuno notò la differenza, tantomeno Dimitri che aveva imparato a conoscere quel viso meglio del proprio. Harry e Trish avevano fatto proprio un buon lavoro.
- Perfetto Draco 2.0, sei vivo da neanche un giorno e adesso morirai. Ok, è una giusta causa, è una giusta causa. -
Con un paio di parole fece riunire tutti gli uomini e, prima che qualcuno potesse fare qualcosa, fiotti di tutti i colori uscirono dalla sua bacchetta colpendo molti degli adepti. In pochi secondi ci fu il putiferio e il clone non durò moltò di più perché, tutta insieme, ricevette la luce di decine di Avada Kedavra lanciati da tutti coloro ancora in piedi. Morto, Draco rimase steso a terra finché Dimitri non venne a prenderlo a calci.
« Ti avevo avvertito, idiota. E ora andate a prendere quella troia della sua ragazza e portatela a me! » ordinò.
Quello che Dimitri non sapeva era che Harry e Trish avevano creato più di un clone. E la Hermione Granger che avrebbe violentato e ucciso non era quella vera.




Quando Draco ebbe recuperato alcuni soldi che aveva nascosto precedentemente nella camera dei suoi, strinse al volo la mano di Hermione - brucia, quanto brucia sulla pelle, è dappertutto, la Granger, sulla pelle - e si smaterializzò davanti alla fontana del Ministero dove tutto era sempre così affollato.
« Harry! » urlò. « Harry! »
« Hey cosa vuoi da Harry insomma? Ma chi sei tu? »
« Basta con le domande! »
« Non sei mia madre, Malfoy! »
Lui sorrise.
Lei non lo notò.
Continuarono a correre verso gli ascensori prendendone al volo uno e salendo su fino all'ufficio del vice Ministro e Auror Potter.
Appena si aprirono le porte Draco volò fuori dall'ascensore portandosi dietro anche Hermione e in pochi secondi spalancò la porta dell'ufficio di Harry irrompendo malamente. Il ragazzo alzò dalle scartoffie lo sguardo tra il terrorizzato e il deciso.
« Harry il momento è arrivato. » annunciò Draco annuendo quando gli occhi dell'Auror incontrarono i suoi.
Harry allora aprì il primo cassetto della scrivania e tirò fuori la sua bacchetta, per poi alzarsi.
« Ho aspettato tanto che quello stronzo cadesse nella nostra trappola. » disse finalmente il ragazzo.
Draco emise un fischio. « Il verginello che dice parolacce, dev'essere un'occasione importante. »
I due risero mentre dietro di loro Hermione diventava sempre più rossa.
« MI VOLETE SPIEGARE CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO? » urlò e i due si voltarono.
« Perdonami Hermione, mi sono lasciato prendere dal momento. » si scusò Harry ma lo sguardo della ragazza non sembrò più addolcito.
« Potresti gentilmente dirmi chi è questo spilungone che sembra esserti tanto amico? »
Draco mise entrambe le mani in tasca e Harry sapeva che, mentre parlava, lui stava pensando - Dio quanto la amo quando fa così -
« Se il nostro piano riesce, potrei essere quello che ti salva la vita, zuccherino. »


Harry e Draco allora cominciarono a correre verso l'uscita del Ministero, Hermione li seguiva a ruota alcuni passi più distante.
« Non hai intenzione di dirle la verità? » chiese Harry ad un certo punto, stavano per entrare in un camino.
Draco si voltò momentaneamente verso di lui. « Credi che riuscirebbe mai ad amarmi allo stesso modo dopo quello che sono dovuto diventare durante quest'anno? » rivelò intristendo gli occhi.
« Ti ha amato quando eri la serpe Malfoy e il Mangiamorte di Voldemort, pensi che questo nuovo te la spaventerebbe? Se davvero tiene a te non si tirerà indietro per questo. »
Draco vide Hermione entrare dietro di loro nel camino e tutti e tre si strinsero le mani. « Non voglio correre il rischio. » mormorò prima di venire schiacciato e rimodellato insieme agli altri due fuori dal camino e su nel mondo dei babbani.


« Va bene » cominciò Harry rivolto ai due. « Sappiamo che il loro covo è sotto Westminster Palace e che probabilmente si aspetteranno che noi li raggiungiamo lì. »
Hermione era ancora incredula. « Non potete portarmi in uno scontro di cui io non so nulla! » protestò.
Harry si voltò verso di lei. « Gente cattiva, i nuovi ghermidori, mira al più grasso. » spiegò velocemente, poi si rivolse a Draco. « Come ci muoviamo? »
Draco restò in silenzio per qualche minuto. « Se si aspettano di vederci lì, beh, perché non accontentarli? »






 
   
 
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