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Autore: disneyanime95    22/07/2016    1 recensioni
Il ragazzino si risvegliò su un letto, molto morbido e si ritrovò in una stanza bianca. Dove si trovava? Accanto a lui c'era la sua sorellina: una bambina di 2 anni meno di lui, con i capelli bruni. Nella stanza entrò un signore con la veste bianca che andò dal ragazzino e chiese:
«Buon pomeriggio ... - sembrava gentile - Io sono il dottor Shinogawa. Tu come tu chiami?» Come si chiamava? Giusto! Il suo nome era ...
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3
Inumaru imbracciò il suo arco e una faretra piena di frecce, mentre Hachiko prese un bokken (una spada di legno) per gli allenamenti, perché aveva la sensazione che, di lì a poco, qualcosa di pericoloso sarebbe accaduto. Uscirono di casa di nascosto e cominciarono a cercare Shippo. Ormai era sera inoltrata e l’unica luce, era data solo dai lampioni, tutt’o intorno c’era un atmosfera cupa e intimidatoria, e c’era qualcosa, qualcosa che lasciava ai ragazzi un nodo grande nodo alla gola, qualcosa che avevano già visto e che non gli piaceva affatto. All’improvviso i lampioni sulla strada, cominciarono a lampeggiare e poi a spegnersi del tutto. Istintivamente Inumaru e Hachiko si presero per mano, per incoraggiarsi e darsi forza a vicenda, sapevano che da soli non potevano riuscire in tutto, dovevano stare insieme per essere forti. Guardarono il cielo e videro che aveva assunto un colore molto strano e innaturale, era diventato viola scurissimo e dietro ad alcune nuvole uscirono volando delle strane creature: non sembravano uccelli erano lunghi e striscianti.

– Fratellone … – sussurrò Hachiko stringendosi al braccio del fratello. Anche Inumaru aveva un po’ di paura, ma dovevano farsi forza.

– Accidenti. Non mi aspettavo che anche in questa epoca ci fossero i demoni – disse una voce. I due fratelli si guardarono intorno , e nella tenue luce della luna videro la figura di Shippo, erigersi su un lampione sopra di loro. – Voi ragazzi state indietro. Me ne occupo io – Il ragazzo, con un balzo lungo almeno tre metri, saltò verso quegli esseri, e usò lo stesso fuoco verde che aveva usato al museo per bruciarne qualcuno; dopodiché, con una capriola, saltò intesta a un lombrico gigante colpendolo con un calciò e dandogli la forza per rimbalzare e colpire altri mostri, con fuoco denti e artigli. I due ragazzi rimasero sbalorditi a guardare Shippo, che si muoveva nell’aria con ferocia e determinazione per attaccare i mostri. Era incredibile, emozionante e … ancora una volta, famigliare. Erano così concentrati, che non si accorsero che dietro di loro un enorme ragno, alto un metro e mezzo, e lungo tre era spuntato dietro di loro e che dalla sua bocca uscì una grossa ragnatela che aveva un solo scopo, quello di imprigionare gli ignari ragazzi. Hachiko tirò su col naso e si accorse di un odore sconosciuto, si voltò e vide il ragno.

– Cavolo! – esclamò. Di impulso, la ragazza spinse via il fratello, nel momento esatto che la ragnatela la colpi in pieno stomaco, immobilizzandola al palo. Inumaru, si rialzò confuso e vide sua sorella in trappola.

– Hachiko! – Il mostro a forma di ragno attirò la sua attenzione, lo vide avvicinarsi, mentre ringhiava e sogghignava, come se pregustasse il momento del pasto. Il ragazzo prese una freccia e la incoccò, puntandola verso l’aggressore. In quel momento, fu come se una forza misteriosa nella sua mano, si trasferisse dalle dita all’impennaggi, e poi su fino alla punta. La scoccò, colpendo il ragno alla testa, perforandogliela come se fosse una specie di laser azzurro. Shippo, che stava finendo di uccidere quei demoni, vide tutto dall’alto, e sorrise soddisfatto. Intanto Inumaru si avvicinò ad Hachiko, che si divincolava, per liberarsi.

– Dannazione! Che schifo! Odio i ragni! – urlava. In lontananza sentirono una risatina sinistra, che si avvicinava pian piano. Inumaru, con le mani impastate da quelle ragnatele appiccicose, per aiutare la sorella, diede un’occhiata e vide un altro demone ragno, molto più grosso di quello che aveva intrappolato Hachiko.

– Ma guarda, non mi aspettavo di trovare qualcuno con una forza spirituale del genere. – Sghignazzò. Inumaru sentiva ancora quella frase, e ne era pieno le tasche di questa storia. Hachiko urlò: – Smettila di dire cose senza senso e liberami subito! – il mostro si avvicinò minaccioso

– E perché dovrei lasciar andare un simile pasto? – Inumaru si accorse che non riusciva più a muovere le mani, erano appiccicate alla ragnatela. E bisbigliò: – Non riesco a … – in quel momento arrivò Shippo, che diede un colpo in testa al ragno con le sue code e disse – Prenditela con qualcuno più grande, non con dei ragazzini! – disse fiero

– Ma se sei un ragazzino anche tu! – esclamò Hachiko. Il ragnò continuò a ridere e disse – Ma fammi il favore, un tanuki come te lo ammazzò in un lampo. – Shippo si arrabbiò e saltando lo artigliò a un occhio gridando: – Sono una volpe! – il ragno, ovviamente soffrì, ma imprigionò il ragazzo con una mano e, in poco tempo il braccio si allungò e lo sbatté al suolo, con forza. Con l’altra mano il mostrò tirò fuori una gigantesca odachi con attorno una strano alone nero violastro

– Che tu sia un tanuki o una volpe, non importa, sei sempre un demone di bassa categoria – Shippo cercò di lottare, ma la stretta era incredibilmente forte! Ma come? Come poteva un demone ragno, essere tanto forte? Inumaru intanto cercava si liberarsi, ma non ci riusciva, da quando aveva visto Shippo in pericolo, aveva cominciato ad agitarsi, insieme a sua sorella, probabilmente lo sentiva anche lei. C’era qualcosa nella loro testa, che voleva spuntare fuori e non ci riusciva: qualcosa di indispensabile e di forte, allo stesso tempo. Ma cos’era? I due ragazzi videro il ragno infilzare con la spada la spalla di Shippo, che cominciò a gemere di dolore. Oh no! A quella vista si divincolarono ancora di più. Era troppo! Non potevano più sopportare! Era come … Come …


 
Ci fu un flash, e Inumaru e Hachiko si ritrovarono in una foresta. Il cielo era violastro, e c’era un orda di mostri che li circondarono, e un uomo con un vestito rosso e i capelli d’argento, che combatteva per proteggerli. A un certo punto quella persona si girò ed esclamò  – Voi due, sbrigatevi! Andate a nascondervi nel pozzo. Vi raggiungerò! – Ma chi …? Chi era quel uomo?
– Babbo …! – urlarono i due. Babbo? Quel uomo era …
 

Inumaru, diede un ultimo strattone e si liberò dalle ragnatele, aiutato anche da sua sorella. Il ragno li guardò stupito e disse: – Quei due umani … hanno tagliato la mia tela? – Anche Shippo aveva visto e rise: – Forse non sono così umani, come credi tu –. I due ragazzi erano fisicamente lì, ma con la mente stavano viaggiando, nei loro ricordi e nel tempo: videro volti conosciuti e sentirono nomi altrettanto famigliari. Il ragno cercò di imprigionarli con la tela, ma i due fratelli tenendosi per mano saltarono su un lampione e, sotto la luce della luna, i presenti videro il loro cambiamento fisico. I capelli di Hachiko erano diventati da castano a rosso acceso e le orecchie erano diventate quelle di un cane akita rosso. Gli occhi di Inumaru erano diventati giallo oro e le orecchie erano diventate appuntite. A entrambi erano cresciuti i canini, facendoli diventare delle piccole zanne e le unghie delle mani erano diventate lunghe e appuntite, come degli artigli. Shippo guardò i due ragazzi sorridendo, mentre il ragni non credeva ai suoi occhi.

– Lascia immediatamente andare il Fratellone Shippo! – Ordinò Hachiko. Il ragno si infuriò e urlò:

– Non prendermi in giro! – Alzò la spada, per colpire i due, ma tagliò solo a metà il lampione: Inumaru era saltato in basso per riprendere arco e frecce. Hachiko invece saltò in alto e portò indietro una mano artigliata e con tutta la forza che aveva, ferì il ragno alla testa urlando: – Sankon Tessou! – il mostro, provò a difendersi con la sua odachi, ma venne spezzata e lui fu colpito lo stesso. Il demone urlò di dolore e laschiò andare Shippo. Infine, Inumaru incoccò una freccia e fece di nuovo la tecnica che aveva fatto con l’altro ragno, questa vola tagliando il collo a questo e abbattendolo una volta per tutte.
Hachiko atterrò ed, insieme a suo fratello aiutò Shippo a rialzarsi dicendo – Stai bene, Fratellone Shippo? – il ragazzo si tenne la spalla dolorante, e lo sguardo abbassato

– Dillo di nuovo – disse solamente. Hachiko non capì, ma Inumaru sì

– Fratellone Shippo – Il nominato abbracciò i due ragazzi e urlò felice

– Sì, sì! Sono io! Sono io! – I due ragazzi non capirono tutto quella enfasi e quella dimostrazione d’affetto, ma anche loro erano contenti. Perché stavano finalmente ricordando qualcosa della loro infanzia.
   
 
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