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Autore: Sonia6    23/07/2016    4 recensioni
Felicity Smoak conduce una vita tranquilla (forse anche troppo) ed agiata a Parigi. Assistente personale e fidanzata di Cooper Seldon CEO della Seldon Industries. La sua esistenza è fatta di computer, algoritmi, lavoro e ancora lavoro. Lui è a migliaia di km di distanza. Si sente sola. E' sola.
Oliver Queen è il CEO della Queen Consolideted a Starling City. Ricco, potente, bello da far paura e terribilmente sexy. ha una fidanzata storica Laurel Lance. Ma si sente solo. E' solo.
Due persone diverse che percorreranno la stessa strada.... quella del cuore.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Altre due ore aspettò Cooper per veder rientrare a casa una Felicity sorridente e rilassata. In quel lasso di tempo egli ebbe modo di poter ragionare bene sulla sua situazione. Era fidanzato da molti anni con una bella ragazza, che oltre ad essere bella era un genio del computer, hacker fenomenale, che ci sapeva fare con i clienti, gentile, docile. L’aveva spedita a Parigi per gestire gli affari della sua Azienda nella filiale francese perché sapeva assolutamente fare il suo lavoro. Si erano messi insieme al college, erano innamorati, ma quando lui ereditò una montagna di soldi dalla zia Edith, le sue priorità cambiarono, quelle di Felicity no. Aveva sempre creduto che con le loro capacità potevano aiutare le persone, ma quando si svegliò miliardario cominciò a comportarsi da egoista e avaro. I soldi portano soldi. Lui lo sapeva e metteva in pratica questo obiettivo. Si trasferirono a Starling City e tennero segreto il loro rapporto ai dipendenti dell’azienda (lavorando bene la situazione lui riuscì a nasconderlo anche al resto del mondo) perché il lavoro era il lavoro, la vita privata era un’altra cosa. D’altro canto Felicity non era di quell’idea. A lei non era mai importato essere ricca, il suo scopo era utilizzare le sue conoscenze per fare del bene, insomma un lavoro normale. Avevano cominciato a scontrarsi su questo argomento e con il tempo, mentre Cooper si stava piano piano disinnamorando di lei e delle sue vedute nel campo degli affari, lei era saldamente attaccata alla loro relazione, era innamorata e convinta di poter superare tutto, anche le discussioni su un ipotetico futuro insieme. Passavano i mesi e Cooper non riusciva a trovare in quel rapporto quello che cercava. Non voleva, anzi non poteva lasciarla, perché l’Azienda che aveva creato portava si il suo nome e la sua faccia, ma non sarebbe stata niente senza Felicity Smoke. Lei era la mente. Lei trattava con i clienti importanti. Lei gli serviva. Perciò la trattava come un oracolo, contemporaneamente però cercava stimoli al di fuori della loro vita di coppia. Per esempio in altre donne. Ebbe relazioni segrete con delle ragazze finche’ nella sua vita fece la comparsa Isabel Rochev. Cooper non era innamorato, ma si era decisamente invaghito di lei perché era avida come lui e si concedeva senza remore ogni volta che voleva. Fu così che fece incastrare in quel periodo la partenza di Felicity per Parigi. Partenza che lei accettò per far contento lui. Era così libero di poter vedere Isabel quando voleva e tranquillo perché i suoi affari oltreoceano  erano in mani buone. Ed erano arrivati a questo punto. Felicity era arrivata all’improvviso a Starling City cogliendolo di sorpresa, ma era stato bravo a nascondere il fatto che non era molto felice di averla tra i piedi. Così aveva inventato un viaggio di affari a New York per poter stare da solo qualche giorno con Isabel. Si stava auto compiacendo del suo diabolico piano quando la bionda entrò
“Dove sei stata?”
“Ciao anche a te Cooper”
“Allora? Dove sei stata? Il cellulare era spento, non hai lasciato messaggi. Ero preoccupato”
“Oh, eri preoccupato? Mi sono presa due giorni di vacanza e sono andata al lago”
“Da sola?”
“Tecnicamente no”
“E con chi?”
“Sai, trovo veramente buffo che tu mi faccia questa domanda dopo il tuo viaggio a New York” Felicity non poteva più rimandare. Doveva chiudere questa storia.
“Non capisco cosa vuoi dire”
“Ah davvero?”
“Parla chiaro Felicity!”
Fece mente locale per qualche secondo. Per una volta decise di essere egoista e pensare a se stessa. Non avrebbe fatto una scenata di gelosia per Isabel, perché se lo avesse fatto, lui avrebbe goduto dell’averla ancora in pugno, perciò con una grande calma che non aveva mai avuto (calma derivata senza dubbio da Oliver e da quello che avevano vissuto insieme) disse
“Cooper non ti amo più. Non posso più stare con te, mi merito di più. E un’altra cosa, mi licenzio”
Non poteva credere alle sue orecchie
“Scusa?!”
“Mi hai sentito”
“Ok, tutto questo l’hai deciso in questi due giorni in cui ero a New York? Ho capito, hai un altro!! Tu, che odi i tradimenti hai un altro?”
Felicity rise
“Perché stai urlando? Senti la tonalità della mia voce, io non sto urlando”
“Non fare giochetti con me Felicity!!”
“Cooper io so”
“Che cosa?”
“Che non eri a New York, che eri a Central City  in un albergo con Isabel Rochev, assistente personale del procuratore della città, so che nessuno sa che io e te eravamo fidanzati, so che non mi ami e nemmeno io. L’unica cosa che non so è da quanto tempo va avanti questa storia con la brunetta. Da quanto tempo Coop? Se ho fatto bene i conti, e li ho fatti bene perché sono un genio, dovrebbe essere cominciata poco prima della mia partenza per Parigi. Giusto? E’ per quello che sono partita vero? Per poter stare con Isabel senza avermi tra i piedi”
Cooper era scioccato, non sapeva cosa dire. Era stato scoperto ma il motto era: Nega l’evidenza!
“Non so di cosa parli”
“Oh ok, allora ti rinfresco la memoria”
Gli porse il cellulare non l’allegato della mail di Iris.
“Adesso ti ricordi di non essere stato a New York?”
Cavolo!!!
“Ok Fel, mi dispiace. E’ vero. Ma è stato solo uno stupido errore. La foga del momento. Non significa niente per me”
“Non mi importa Cooper. Adesso il punto non è più se hai un’altra oppure no. Il punto è che io non ti amo più. Non ci amiamo più. Per il bene di tutti noi e della tua adorata azienda è meglio finirla qui.”
“No! Come puoi non amarmi più? Sei tornata da Parigi perché ti mancavo!”
“E’ vero, ma poi mi sono accorta che non era vero. Era solo una violenza che facevo su me stessa. Ero convinta che tu mi mancassi, invece non era così. Mi dispiace, non possiamo nemmeno stare più nella stessa casa. Adesso io me ne vado, domani passerò dall’azienda a lasciare la mia lettera di licenziamento e manderò qualcuno a prendere le mie cose. Addio Cooper” Così dicendo si avvicinò alla porta.
Coop capì che era la fine, tutto quello per cui aveva lavorato stava andando in frantumi. Non poteva permettere alla biondina che aveva sempre avuto in pugno come una marionetta di metterlo all’angolo in quel modo. Non ci vide più così la richiamò. Lei si voltò e sentì solo una folata di vento e un rumore sordo: lui le tirò uno schiaffo talmente forte da farla cadere a terra e farle sbattere lo zigomo sull’angolo del divano
“Tu non andrai da nessuna parte, non mi lascerai e non ti licenzierai!!!”
Felicity si voltò, aveva il labbro che sanguinava copiosamente e l’altro lato della faccia che stava diventando viola. Ma sorrideva, anche se provava dolore, sorrideva.
“Prova a toccarmi un’altra volta, anche soltanto a sfiorarmi un’altra volta, ed io con un solo dito ti rovinerò Cooper. Sai che posso farlo, sai che sono un genio, anche migliore di te. Non metterti contro di me. Perderesti. E questa non è una minaccia, ma una promessa” Detto questo se ne andò.
Cooper si spaventò. Si spaventò proprio. E non per le parole, ma per lo sguardo che la ragazza aveva mentre le pronunciava. Era determinata. Cazzuta!
 
 
Felicity salì in macchina e pianse. Dal dolore per lo schiaffo, dal dolore perché lui gliel’aveva tirato e dalla rabbia che aveva trattenuto fino ad ora. C’era solo una cosa da fare, in lacrime prese il suo telefono e chiamò
“Tesoro, ciao…”
“Oliver…” tra i singhiozzi
“Arrivo subito piccola, dove sei?”
Oliver la teneva stretta tra le braccia distesi sul letto della sua camera. L’aveva trovata nella sua macchina in lacrime, sanguinante e con un occhio gonfio, l’aveva portata a Villa Queen e medicata, ma solo dopo che lei gli aveva urlato contro di non salire per spaccare la faccia a Cooper. Perché era quello che Oliver voleva assolutamente fare! Bramava di desiderio, prenderlo a pugni finche’ non avesse chiesto pietà. Questo era il suo obiettivo. Felicity era riuscita a calmarlo. Si era fatto raccontare tutto. Adesso erano liberi, potevano vivere la loro storia alla luce del giorno. Lei si addormentò quasi subito, rilassata tra le braccia dell’uomo che amava, uomo che non avrebbe mai fatto quello che Cooper si era permesso di fare. Prima di abbandonarsi a Morfeo, però, promise ad Oliver che il giorno seguente sarebbe andata in azienda solo e soltanto con lui al suo fianco. Oliver aveva preteso questo.
 
 
Il giorno seguente Felicity si svegliò a Villa Queen con un bel mal di testa, era sola nella stanza, ma sul letto trovò un vestito ed un biglietto:
Buongiorno Amore, non hai vestiti tuoi qui e di certo non andrai a casa tua a prenderli. Thea mi ha dato questo per te. Ti aspetto di sotto per la colazione.
Sorrise e si preparò. La sua faccia era alquanto segnata ma con qualche trucco di Thea poteva rimediare. Dopo gliel’avrebbe chiesto.
Scese in cucina e per un attimo si trovò in imbarazzo. La famiglia Queen al completo!! Oh cavolo.
Thea le corse incontrò e l’abbracciò, Oliver le sorrise e la baciò dicendole buongiorno. Poi venne presentata ai genitori.
Loro sapevano di lei. Sapevano che erano innamorati e sapevano pure della sera precedente. Oliver aveva raccontato loro tutta la storia.
“Cara, mi dispiace molto per tutto quello che ti è successo” disse Moira
“Grazie Sig.ra Queen”
“No ti prego! Sig.ra Queen mi fa sentire vecchia! Chiamami Moira per favore”
“E a me Robert”
“Ok.” Si sorrisero. Tutto questo era troppo normale, tanto normale da risultare strano.
“Allora Felicity. Che pensi di fare adesso con il tuo ex fidanzato? Vuoi denunciarlo?”
“No Robert. Voglio solo lasciarmi tutto alle spalle”
“Questo è da persone intelligenti, anche se, detto tra noi io gli avrei fatto il culo!”
“Robert! Modera le parole!” E tutti risero. Felicity si sentiva bene.
“Bene, noi andiamo. Dobbiamo portare la lettera alla Seldon Industries”
Oliver prese per mano Felicity e si avviarono all’uscita. Moira e Robert li seguirono fermandoli prima che partissero
“Ragazzi, volevamo solo dirvi che siete molto carini insieme. Felicity mi sembri una brava ragazza e Oliver…. Siamo fieri di te”
Dopo i soliti convenevoli partirono. Direzione ufficio di Cooper.
 
 
Erano in attesa di entrare.
“Ehi, io ti aspetto qui. E’ una cosa che devi fare da sola. Ad un tuo minimo segnale sarò da te. Stai tranquilla ok?” e la baciò
Felicity entrò e vide Cooper dietro la scrivania. Si osservarono, lei poggiò la lettera sul tavolo. Lui sorrise
“C’ho pensato tutta la notte. Non credo che accetterò questa lettera.” E la strappò.
“Oh Cooper…. Ma perché vuoi fare il testardo?! Io me ne andrò comunque”
“No, non lo farai!!!” Aveva alzato la voce, evidentemente troppo. In tre secondi Oliver entrò e si parò di fronte a Felicity. Posizione da combattimento, gambe divaricate, pugni chiusi, sguardo assassino. Cristo era super sexy in Jeans e maglietta nera.
“Ooohhhh bene bene. Abbiamo il paladino della giustizia!!! Quindi, giusto per capirci, è lui che ti sei scopata in questi giorni?”
“Non-parlarle-così”
“Oliver è tutto ok. Cooper sono qui solo per dirti che me ne vado. Non complicare le cose”
“Bhè sai Fel, sei una che parla bene e razzola male. Non ti importa niente dei soldi ma hai appena lasciato un miliardario come me per metterti con un miliardario ancora più ricco!”
“Non sai di cosa stai parlando Coop. Oliver andiamo. Ha strappato la lettera. Manderò una email all’ufficio assunzioni”
“Arrivo tesoro”
“Tesoro?! Siete patetici”
In due falcate Oliver fu ad un centimetro dalla faccia di Cooper e gli sussurrò
“Ascoltami bene perché non lo ripeterò due volte. Toccala ancora solo con un dito e non importa dove ti nasconderai, io ti cercherò e ti troverò e quando l’avrò fatto ti ucciderò e nasconderò talmente bene il tuo insulso corpo che la tua famiglia piangerà in eterno su una tomba vuota. Sono stato chiaro?” Oliver poteva vedere il terrore scorrere negli occhi di Cooper. Bene pensò, l’effetto che voleva. Se ne andarono soddisfatti ma con la sensazione che la cosa non sarebbe finita così facilmente.
 
 
Passarono un paio di settimane. In questo tempo Felicity aveva trovato un appartamento, aveva ripreso tutte le sue cose, stava prendendo in considerazione di cominciare a lavorare per Walter e cercava di ricominciare una vita normale. Insieme ad Oliver. I due si stavano innamorando sempre di più e passavano il tempo insieme parlando, guardando film e soprattutto facendo l’amore. Quella sera  dovevano partecipare ad una festa a Villa Queen, festa organizzata da Moira per la campagna elettorale del candidato sindaco che lei appoggiava. Fel si presentò come convenuto alle 19, trovando un bellissimo Oliver sorridente in smoking che l’aspettava sulla porta. Entrarono e lei si tolse il cappotto. Inutile dire che il cuore di Oliver mancò un battito. Aveva un vestito color acquamarina con spalline e scollo a V che mostrava un po’ troppo seno (per i gusti di Oliver) lungo fino a coprirle i piedi e la schiena completamente scoperta fin quasi il sedere. Oliver era eccitato e incazzato allo stesso tempo. Avrebbe dovuto fare da cane da guardia alle spalle di Felicity per tutta la sera!
“Sei bellissima anche se questo vestito è un po’ troppo scollato”
Lei si avvicinò al suo orecchio dicendo
“Lascia che guardino, tanto sarai l’unico a togliermelo di dosso”
Un lampo passò negli occhi di Oliver. Un lampo di desiderio, non era certo Berry Allen!!
Salutarono gli invitati, i genitori di Oliver ammirarono la bellezza e la dolcezza di Felicity e lei si sentiva lusingata e apprezzata. Era felice. Finalmente.
“Ragazzi, spero non vi dispiaccia se ho invitato Laurel”
I due si guardarono, Oliver era preoccupato per la reazione di Felicity
“Non c’è problema Moira” disse sorridendo
“Davvero?!” fece Oliver
“Si, ricordi?! Io sono tua e tu sei mio”
“Ti amo Felicity Smoke”
“Io pure”
Così i due, mano nella mano, si avvicinarono a Laurel che si trovava a braccetto con il padre.
“Ciao Laurel, Detective Lance”
“Oliver! Ciao” Si salutarono amichevolmente.
“Ti ricordi Felicity?”
Laurel era un attimo sbalordita “Certo la…. Fidanzata di Cooper”
“Ex. Adesso sta con me”
“Ciao Laurel e piacere Detective”
“Il piacere è mio”
“Davvero? Bhè sono contenta per voi. Ciao Felicity” E lo disse convinta. Tutti si sentirono più sollevati.
Parlarono del più e del meno finche’ sentirono un rumore  provenire dall’ingresso e mentre si stavano tutti chiedendo cosa fosse, apparve Moira visibilmente sconvolta e bianca in volto che si avvicinò, prese le mani di Felicity e disse
“Mi dispiace cara, ti posso giurare che non è stato invitato! Ma è riuscito ad entrare lo stesso. Cooper è qui, e non è da solo”
Oliver strinse Felicity a se. Sapevano che sarebbe successo qualcosa di poco piacevole. Oh cavolo pensarono entrambi.
Si voltarono verso l’ingresso della sala proprio quando Cooper fece capolino a braccetto di Isabel
“Isabel!” esclamò Laurel
“E’ una lunga storia Laurel. Se non la conosci un giorno te la spiegheremo” disse Oliver.
“Buonasera a tutti!!!” urlò Cooper. Ma era ubriaco?!?!
“Ciao Felicity!!!! E Oliver Queen…. Il tuo amante quando eravamo fidanzati!!!”
Questo era decisamente un bel guaio. Cooper con la sua donna un po’ brilli, Oliver maledettamente iperprotettivo e arrabbiato, gli invitati ammutoliti che ci guardavano e tra loro Walter Steele. Prevedo problemi pensò Felicity.
 
 
 
CIAO A TUTTI!!!
OGGI SOLO QUESTO PICCOLO CAPITOLO PERCHE’ NON HO AVUTO MOLTO TEMPO PER SCRIVERE. SPERO VI PIACCIA ANCHE SE CORTO. VI RINGRAZIO PER AVERMI SEGUITA FINO A QUI. PER ME E’ UNA GRANDE SODDISFAZIONE. SPERO CONTINUERETE A FARLO!!!
VI BACIO TUTTI!!!! :*
   
 
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