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Autore: eppy    25/07/2016    4 recensioni
Esiste un punto zero, un momento difficilmente definibile e quasi impercettibile, che condiziona la vita di ognuno di noi.
Ovviamente, il mascalzone presenta una fisionomia che lo rende perfettamente simile a tutti i suoi gemelli, ma uguale a nessuno di loro. Il problema è che la differenza in superficie è talmente sottile, che il 99,9% delle volte non viene notata nè dal diretto interessato/a, nè da chi gravita intorno, e lo si attraversa con lo stesso atteggiamento di sempre, senza minimamente sospettare che nasconda il più profondo dei vortici, capace di deviare o addirittura invertire la rotta della nostra esistenza in modo talmente subdolo e al contempo meraviglioso, da non farcene nemmeno accorgere. E' sconvolgente pensare a quanto potere possa custodire un solo, apparentemente banalissimo istante: può condurti verso un porto, una spiaggia sicura, o mandarti alla deriva..e succede in un attimo, inafferrabile e irripetibile.
Jane e Chris, i protagonisti di questa storia, si erano incontrati proprio nei rispettivi punti zero, che per qualche motivo coincidevano a loro insaputa.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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..Tre mesi più tardi

" Avevi detto che mi avresti portato a cena da Hills, e adesso, mi dispiace per te, ma dovrai farlo"
" Non vale quella promessa...l'ho fatta in un momento particolare e lo sai anche tu"
" Resta il fatto però che me lo hai promesso" gli fece notare Sophie
" Ti serviva un incentivo per studiare, e io te l'ho dato" ribattè lui
" In effetti ha funzionato! Chi si aspettava che avrei preso 28!" esclamò la ragazza, visibilmente su di giri
" Io non ho mai avuto dubbi" disse a quel punto lui
" E allora sei stato molto imprudente Scottie, perchè adesso devi mantenere la promessa" insistè lei
" Pensaci: preferisci utilizzare tutti i nostri risparmi per trascorrere un paio d'ore in un ristorante di lusso, oppure prenotare un volo low cost e sparire dalla circolazione per un po'?"
" Sei sleale, lo sai? Non puoi far sempre leva sulla mia anima vagabonda" sentenziò Sophie, mettendo un broncio destinato a non durare
" Ti porterò in un posto bellissimo" rise lui
" Dopo le fatiche della sessione estiva ce lo meritiamo, no?" e Sophie dimenticò completamente l'esistenza di Hills, già proiettata verso l'estate
" Affermativo, tenente" scherzò Scott
" E potremmo chiedere a Jane e Chris se gli va di unirsi" buttò lì lei sull'onda dell'entusiasmo, rendendosi conto un secondo dopo di quanto meravigliosa fosse quell'idea
" Sarebbe sicuramente divertente" riflettè il ragazzo
" Non sono mai andata in vacanza con Jane! Sarebbe fantastico!" argomentò lei
" Amore, promettimi che andremo in vacanza noi quattro..non me ne frega niente del posto, promettimi solo che sarà indimenticabile" lo pregò subito dopo
" Hai già ingranato la quarta, eh?" la prese in giro lui, senza impedirsi di sorridere a sua volta, contagiato dalla felicità della propria fidanzata.
Sophie era così: non conosceva mezze misure. E uno dei tanti motivi per i quali Scott l'amava dai tempi del liceo era proprio questo.
" La sesta, baby" gli fece l'occhiolino lei. Un attimo dopo il barista gli servì le coppe gelato che avevano ordinato.
Ebbene sì: era piena estate, per la precisione fine luglio, gli esami finalmente erano finiti, e la voglia di scrollarsi di dosso lo stress accumulato durante i mesi precedenti era incontenibile. Naturalmente, l'università non era la sola responsabile di quella stanchezza fisica e mentale....era stata la cecità di Jane a dare del filo da torcere a tutti, ma fortunatamente, da quando lei e Chris avevano deciso di ammettere apertamente i propri sentimenti e di provare a star bene insieme, le cose erano sensibilmente migliorate.
La ragazza era praticamente rinata grazie all'amore, e tutto sembrava procedere a gonfie vele, eccetto per un piccola macchia in quel dipinto che dopo mesi finalmente si apprestava a tornare perfetto. Tutti erano consapevoli del fatto che prima o poi sarebbe arrivato il momento di affrontare quel discorso, ma nessuno voleva prendersi la responsabiltà di decidere quando, perchè la paura di rovinare ogni cosa e far del male a Jane riusciva puntualmente a scacciare ogni altro pensiero.
" Dove potremmo andare?" domandò Sophie, gustando il proprio gelato
" Non ne ho idea" ammise lui " ci sono così tanti posti da poter visitare" aggiunse l'attimo successivo
" Quindi dobbiamo fissare delle prorità" continuò Sophie, pratica
" Del tipo?" si incuriosì Scott, senza però afferrare bene il concetto
" Vogliamo andare in america?" propose lei, senza filtri, senza freni...era praticamente già partita
" Se Obama ci paga il viaggio e l'hotel volentieri..." ribettè il ragazzo
" Appunto..! Quindi converrai con me sul fatto che anche Asia, Africa e Oceania siano da escludere...i biglietti ci costerebbero un occhio della testa" argomentò la ragazza
" E cosa ci resta? ....toh: l'europa! Ma tu guarda" la prese bonariamente in  giro Scott
" Io eviterei le capitali..."
" Con questo caldo non riusciremmo a godercele" convenne lui
" Cosa non riuscireste a godervi?" si intromise a quel punto una voce che i due conoscevano benissimo
" Chri-" Scott alzò una mano in segno di saluto e diede una pacca sulla spalla all'amico.
Per un attimo il mondo parve fermarsi, cristallizzarsi, congelarsi, disgregarsi, frantumarsi.
Almeno fino a quando Sophie non prese in mano la situazione. 

" Cricket..stavamo pensando di andare a giocare a cricket" disse frettolosamente, non sapendo che altro inventarsi per correggere quella gaffe che avrebbe potuto sconvolgere e distruggere in un secondo l'equilibrio che finalmente Jane si era riuscita a creare intorno.
" E perchè?" domandò candidamente la ragazza, per nulla insospettita dalla faccenda, sia perchè il silenzio era durato un secondo prima che Sophie salvasse per l'ennesima volta la pelle a Chris, e sia perchè da quando aveva Harry, lei a Chris non ci pensava più.
" E' lo sport nazionale degli inglesi...ci sarà pure un motivo per il quale lo amano tanto" se ne uscì Scott a quel punto
" Se c'è, lo conoscono in pochi!" obiettò a quel punto l'altro, facendo ridere l'amico e chiuedendo lì quella strana conversazione, per non parlare troppo e lasciar emergere il suo sangue puramente british. Eggià..perchè Harry aveva deciso di essere Irlandese come il resto della compagnia, pur di camuffare meglio ( a suo parere) i punti in comune che aveva con Chris.
Aveva raccontato a Jane di essere figlio della repubblica, ma di aver trascorso gran parte della sua vita nel regno, motivo per il quale aveva anche perso il tipico accento irlandese (quello che in realtà non aveva mai avuto).
Più passavano i giorni e più diventava difficile tenere in vita quella bugia....il semplice fatto che Scott fosse stato a un pelo dal chiamarlo con il suo vero nome, la diceva lunga sulla precarietà della situazione, e Chris era il primo a rendersene conto, ma allo stesso tempo fingeva di non vedere e non sentire, pur di non essere costretto a far qualcosa a riguardo.
Tornando al cricket, lui non lo aveva mai amato, quindi  in quel caso non era stato costretto a mentire.
Ora, per evitare che vi venga in mente di credere che la sua intera storia con Jane si basasse su un milione di bugie, vi basterà sapere che a dispetto di tutta l'impalcatura, non viveva la sua vita come se fosse stata un'opera teatrale, una realistica finzione. Non mentiva mai su ciò che gli piaceva o non gli piaceva, anche se si trattava di dettagli insulsi come il suo colore preferito o il condimento che preferisse sulla pizza; non alterava mai le sue opinioni riguardo a nulla, e naturalmente, riservava lo stesso nobile trattamento ai sentimenti.
Semplicemente, aveva cambiato nome e città d'origine. In tutto il resto non aveva mai smesso di essere Chris.
" Allora, come è andata oggi?" fu la domanda che Sophie rivolse all'amica a riportare tutti al presente
" Abbastanza bene a dire il vero...ci sto prendendo gusto con questa cosa del braille, e non vedo l'ora di poter tornare a leggere e scrivere di nuovo!" spiegò Jane, evidentemente piuttosto soddisfatta della lezione.
Aveva cominciato a frequentare quel corso un paio di mesi prima, sempre sotto incoraggiamento di Harry, e doveva ammettere di essere pentita di non aver iniziato molto prima.
In più, era anche riuscita a dare tutti gli esami previsti per quel semestre dal suo corso di laurea, ad eccezione di uno, che aveva scelto di rimandare a settembre, ormai stremata.
Aveva studiato spesso in compagnia di Sophie, e occasionalmente anche di Rose e Federica, due ragazze con le quali aveva stretto amicizia durante l'anno accademico.. e anche se all'inizio non ci avrebbe scommesso nemmeno un centesimo, ce l'aveva fatta.
Quando Sophie e il resto delle ragazze non potevano darle una mano, poteva sempre contare sul suo Harry, che negli ultimi giorni si era ridotto a studiare di giorno con Jane per gli esami di lei, e di notte da solo per i propri. Facile non lo era stato, per nessuno, ma alla fine quelle verbalizzazioni sul libretto li avevano ripagati della fatica.
Era stata una grandissima soddisfazione, oltre che una merirata liberazione, sapere di avercela fatta, nonostante tutto quello che gli era piovuto addosso a partire da una sera di marzo. 
A distanza di quattro mesi, Jane  aveva raccolto i cocci del disastro insieme all'indispensabile aiuto di Harry, Sophie e Scott, e poteva quasi azzardarsi a dire di stare bene di nuovo.
I primi autentici segni di ripresa si erano fatti evidenti la sera stessa di Pasquetta. Quel 'possiamo cominciare così' che era fuoriuscito dalle sue labbra tra un bacio e l'altro, era stato tutt'altro che metaforico.
Perchè era partito per davvero tutto da lì, da quelle tenere coccole e disarmanti promesse che si erano fatti a vicenda quella sera.
Nei tre mesi che li separavano dal momento presente, le loro vite si erano indissolubilmente legate le une alle altre, così come avevano fatto le loro mani, e più nel profondo, le loro anime.
Harry le era stato accanto nel modo più spontaneo possibile, e lei si era in fretta ritrovata a ricambiare il suo amore proprio nello stesso modo. Non che non ci fossero mai state discussioni e qualche muso lungo di tanto in tanto, ma si meravigliavano loro stessi del modo in cui avessero terribilmente bisogno l'un dell'altra. A quel punto diventava del tutto irrilevante chi avesse cominciato a discutere e per cosa, e semplicemente, correvano l'una tra le braccia dell'altro come se necessitassero di quel contatto, di quella certezza, per riprendere a respirare.
Come potete facilmente immaginare, il più delle volte era il malumore di Jane a scatenare qualche imcomprensione...perchè non si poteva pretendere che una ragazza che era stata provata di punto in bianco della possibilità di vedere il mondo, riuscisse a fare sempre finta di nulla. Si verificavano degli episodi in cui crollava ancora, e a volte lo faceva accanendosi contro di lui, pur senza volerlo sul serio. Harry lo capiva, lo sapeva che non stava cercando altro che un pretesto per aver diritto a rinchiudersi nella sua bolla di tristezza per un po', ma essendo imperfettamente umano anche lui, certe volte sbottava. 
Era capitato pure che si urlassero contro, per poi sussurrarsi parole dolci e appigliarsi l'uno all'altra il minuto successivo. 
E gli abbracci in cui affondavano quei due dopo una discussione, facevano invidia al mondo.
Si stringevano talmente forte e talmente a lungo che quasi quasi temevano di restare paralizzati in quella posizione, ma per qualche ragione, quella prospettiva non faceva più paura nè a lei, nè a lui.
Era pur vero però, che i momenti no di Jane si verificavano con una frequenza molto meno alta da quando Harry era entrato nella sua vita: la maggior parte delle volte ridevano, scherzavano, si prendevano in giro, chiacchieravano di tutto e di di più, ascoltavano la musica insieme, si facevano il solletico e si baciavano. 
Jane amava più di ogni altra cosa quando lui le alzava la maglietta, e le faceva pernacchie sul ventre...non poteva farci niente, l'adorava!
E Harry si sentiva sulla soglia del paradiso quando lei  immergeva le dita tra i suoi capelli nel bel mezzo di un bacio appassionato, e ci giocava messaggiandoglieli lentamente.
In quei tre mesi non si erano ancora spinti al punto di giacere completamenti nudi l'uno sull'altra, l'uno nell'altra...un po' perchè Jane non riusciva ancora a rassegnarsi al fatto che la sua prima volta sarebbe stata completamente diversa da come l'aveva sempre sognata, perchè non avrebbe potuto perdersi negli occhi del ragazzo che l'avrebbe resa sua; e un po' perchè Chris non era affatto sicuro di poter reggere il fatto che lei avrebbe gridato il nome di Harry e non il suo al culmine dell'eccitazione.
Esattamente come lui le aveva promesso al ritorno dal parco divertimenti, stavano facendo un passo alla volta.
Erano capaci di trascorrere ore e ore stesi a letto a coccolarsi e baciarsi dappertutto, e spesso si erano ritrovati a tanto così dal fare l'amore, ma sempre di comune accordo avevano deciso di aspettare. 
Jane non ne andava affatto fiera, ma il suo era ormai diventato una specie di blocco emotivo...desiderava poterlo guardare negli occhi e farsi rivoltare da lui come un calzino anche all'infinito, ma non ci riusciva proprio in quelle condizioni. Sapeva che fosse tutto un po' assurdo, e che prima o poi avrebbe dovuto oltrepassare quella barriera (perchè oltretutto lo voleva lei stessa)  ma chissà per quale stupido motivo ogni volta che si spingevano in quella direzione, si agitava e tremava tutta, e a volte piangeva, perchè si sentiva una cretina, una fallita, un'impedita che non riesce nemmeno a fare l'amore con il ragazzo che ama.
Ma non c'era stata una singola volta in cui lui le avesse fatto pesare la cosa..anzi, per quanto la desiderasse con tutto se stesso, voleva che la prima volta della sua Jane fosse con Chris, e non con Harry.
E poi, detta proprio sinceramente, era perfettamente in grado di farsi bastare tutto il resto che lei sapeva donargli. La amava con tutti i pregi e difetti, e se fosse stato per lui, non avrebbe permesso che un solo istante passasse lasciandoli fisicamente distanti. L'amava come non aveva mai amato nessuno in vita sua, e sentiva l'impellente bisogno di dimostrarglielo ogni secondo.
Era perfettamente conscio di non riuscire nemmeno a immaginare di trascorrere le sue giornate senza lei, i suoi sorrisi e i suoi bronci, anche quando discutevano, e forse era proprio quella la sua fortuna: aver trovato tra sette miliardi di persone, l'unica in grado di rincitrullirlo al punto tale da fargli credere nella magia dell'amore e nella felicità.
Sì, perchè nonostante gli alti e bassi di un normalissimo rapporto di coppia, non c'era stato un solo istante in cui gli si fosse affacciato alla mente il pensiero che non ne valesse la pena.
Per Jane avrebbe fatto di tutto, e non gli si poteva proprio dire che non avesse dimostrato la veridicità delle proprie parole.
Se solo gli fosse stato concesso di svegliarsi una mattina e scoprire che lei aveva saputo la verità sulla faccenda della doppia identità e per una specie di miracolo non se la fosse presa, finendo per amarlo ancora di più per il geniale disastro che era stato capace di mettere in piedi pur di starle accanto, allora non avrebbe chiesto più nulla alla vita. 
Beh, a parte la restituzione degli occhi  di lei, naturalmente.
Ma pure sensi di colpa si erano attenuati assieme al malumore di Jane, ed entrambi si sentivano ogni giorno un po' più forti e sicuri di prima. Non c'era alcun dubbio che fossero diventati davvero l'uno l'antidoto dell'altra, e credetemi, non esiste al mondo consapevolezza più rassicurante di sapere di poter correre tra le braccia di qualcuno che sarà sempre pronto a stringerti...anche nel caso in cui un attimo prima era incazzato nero con te.  Questa è la vera favola, questo è il vero amore..non quell'ossessivo andare sempre d'accordo su tutto e tutti e aver timore di dissociarsi dal pensiero dell'altro per paura di finire per litigare.
Ecco: secondo me il confronto resta in ogni caso un modo di relazionarsi senza dubbio costruttivo, che aiuta a crescere insieme, e paradossalmente persino a rafforzare la solidità di un rapporto e nutrire una maggiore fiducia nel 'noi'. Sì, perchè volete mettere quell'incentivo di sicurezza che ti da l'essere uscito indenne da un litigio? Volete davvero far finta di non accorgervi di quanto sia bello fare pace dopo?
Quando si arriva al punto da non temere più le piccole imcompresioni, è allora che si può tirare in ballo l'amore: quella consapevolezza mischiata ai baci e alle effusioni di non essere disposti a fare a meno di quella quella persona, con tutti pregi e tutti i difetti, e di quella quotidianità creata su misura, con tutti i suoi pro e contro.
Perchè quelli che vantano di avere un rapporto di coppia senza la minima fastidiosa grinza, perfettamente stirato come un elegante abito da sera, forse dovrebbero rivedere le proprie convinzioni. E' facile essere attirati da un capo perfetto, no? E' quasi automatico pensare che faccia al caso nostro, perchè indubbiamente, a prima vista ci piace. E ci innamoriamo di quell'immagine così eterea che ci offre, così che quando lo sbadato barman ci butta il ponce addosso macchiandolo, andiamo su tutte le furie, perchè ormai è rovinato, ed assieme ad esso l'intero evento. E così, impovvisamente, il vestito perfetto è diventato il prossimo ospite della pattumiera. Perchè quella maledetta macchia spicca troppo sul tessuto, e più la guardiamo con espressione disgustata, più si allarga rendendoci impossibile recuperarlo. 
Basta una grinza per incrinare anche le storie apparentemente perfette, così come i vestiti perfetti, che non a caso sono quelli che si indossano una volta, che durano poco, che diventano presto inutilizzabili perchè sono fatti di un tessuto troppo delicato per sopportare l'effetto della macchia di ponce. Al contrario di una maglietta di cotone, magari un po' consumata a causa dei troppi giri in lavatrice, ma all'occorenza sempre pronta e abbinabile alla vita. Al contrario di un rapporto un po' consumato e smussato a lati,  a causa di troppi scambi di opinione, ma anche quello all'occorrenza sempre pronto a salvarci le giornate.
Per carità, è possibile pure che un giro in lavatrice con un panno colorato rovini completamente la nostra maglietta, così come una pericolosa omissione rovini la nostra storia..ma fortunatamente, la lavatrice non fa questo genere di disastri molto spesso.
Che senso ha conservare questo vestito perfettissimo nell'armadio e tenerlo con tanta cura, terrorizzati dalla prospettiva anche solo di stropicciarlo, e magari finire per non esporlo mai alla luce del sole per proteggerlo?
A quella maglietta di cotone non basta sporcarsi di caffè, rossetto, cioccolata o erba verde per diventare inutilizabile. Non abbiamo paura di lavarla e rilavarla per riaverla come nuova, e alla fine, proprio per il suo saper stare bene con tutto, finaimo con l'indossarla continuamente, sporcarla, lavarla, rindossarla, per un milione di volte, affezionandoci inevitabilmente a quel pezzo di stoffa che è ormai tutt'altro che perfetto.
Preferendolo persino all'abito da sera, perchè quella maglietta odora ormai di vissuto, e la sentiamo intimamente nostra. 
E quando mamma ci chiede il permesso di regarlarla alla cuginetta più piccola di qualche anno, ce la stringiamo al petto e diciamo di no, perchè quella maglietta l'abbiamo messa quella volta al mare, quando siamo caduti dalla bicicletta, quando giocavamo spiensierati in giardino, quando abbiamo dato il primo bacio e quando abbiamo avuto la prima delusione...ormai ce la sentiamo legata addosso e non la daremmo via per nessun motivo al mondo.
Allo stesso modo, non siamo disposti a rinuciare a una persona con la quale ne abbiamo passate tante, e proprio per quel motivo amiamo ogni giorno un po' più di quello precedente
Che poi questo amore decantato da scrittori e poi non è nulla di astratto, anzi, è forse il sentimento più concreto che ci sia, e non dovremmo mai dimenticare che concreto significa reale,e reale significa ontologicamente imperfetto, proprio come ognuno di noi.

Qualche minuto più tardi, il cameriere portò al loro tavolo anche le ordinazioni di Jane e Chris, e fu a quel punto, mentre Sophie e Scott avevano già esposto la propria idea riguardo il viaggio estivo ai nuovi arrivati e tutti e quattro in ugual misura entusiasti si accingevano a trasformare quella prospettiva in realtà... fu a quel punto che accadde una cosa per certi versi strana.
Jane allungò le braccia per afferrare la coppa gelato dalle mani del cameriere, quasi come se l'avesse vista.
La conversazione era stata talmente fitta fino a quel momento che nessuno si era accorto dell'arrivo del tizio, nè costui aveva aperto bocca per segnalare la propria presenza.
Per un attimo tutti trattennero il respiro, non sapendo proprio che pensare, ma quando lei chiarì che si era trattato soltanto di un'ombra sfocata che le aveva suggerito dove fosse precisamente collocata nello spazio quella coppa gelato, gli altri tre ripresero le normali funzioni vitali.
Soprattutto nelle ultime due settimane le era capitato più volte di vedere delle ombre, cosa che l'aveva spinta a fare subito una visita medica, ma in quell'occasione i dottori avevano dichiarato che non c'era nulla di strano: a volte succedeva ai non vedenti di localizzare delle ombre, ma questo non doveva per forza stare a significare qualche cambiamento nella loro condizione.
Certo, esisteva anche quell'eventualità, ma non era assolutamente attendibile collegare la percezione di ombre a un miglioramento. La loro esperienza gli faceva invece constatare che il più delle volte non portava proprio a niente. Ecco perchè nessuno di loro ci fece troppo caso, una volta appurato di cosa si trattasse.
" A questo punto non ci resta che  tornare a casa e vedere i prezzi dei voli dal computer"sentenziò Sophie, prendendo come al solito le redini della situazione.
Chris aveva proposto la Spagna, Jane l'Italia, Sophie la Croazia, e Scott la Germania. Intenzione comune era di evitare città troppo affollate e scegliere una meta vicino al mare, o un lago, quindi nell'ordine: Palma di Minorca, una delle spiagge salentine, una cittadina affacciata sulla costa croata, e infine una bagnata da un lago tedesco.
E alla fine, con buona sorpresa da parte di tutti, l'aveva spuntata un'isoletta della Grecia.
Grazie all'aiuto dei siti web delle compagnie aeree avevano cercato voli per tutte e quattro le mete proposte, nel periodo compreso tra fine luglio e inizio settembre, e dopo una buona mezzora erano stati costretti a chiudere la ricerca rendendosi conto che era impensabile sperare di viaggiare spendendo poco in alta stagione. Allora avevano optato per un tipo di ricerca diverso: avevano digitato il loro budget e atteso le proposte del sistema, il quale non aveva tardato a offrirgli su un piatto d'argento una vacanza in Grecia.
Non l'avevano minimamente considerata come possibilità fino a quel momento, ma all'improvviso era diventata un'alternativa piuttosto allettante. Sole, mare, brezza leggera, borghi caratteristici, buon cibo e tanto divetimento...non suonava affatto male. Sì, decisero che poteva decisamente fare al caso loro.
Solo dopo la transazione del pagamento per l'andata, Sophie, con un certo disappunto, si accorse che la data di partenza era fissata per il ventisei luglio, e non il ventisei agosto come credevano. Praticamente il giorno dopo!
" Non possiamo partire domani" argomentò Scott, come a convincersi da solo dell'impossibilità dell'evento prima di iniziare a pensarla diversamente 
" Sarebbe un po' assurdo in effetti" constatò Chris, senza però riuscire a impedirsi di sorridere immaginandosi su quelle spiaggie cristalline
" Non abbiamo nulla di pronto" realizzò Jane, seguendo il filo del discorso degli altri due
" E non l'abbiamo nemmeno detto a casa" riflettè Sophie, quasi scoppiando a ridere per la follia che si stavano avvicinando a compiere.
" Praticamente.." iniziò Chris
" ..è una pazzia! Abbiamo meno di dodici ore per preparare tutto" concluse Jane
" Allora si fa? Si parte?" domandò a quel punto Sophie, prendendosi la responsabilità di quella proposta
" E' necessario un passaporto per la Grecia?" le fece eco il ragazzo
" No, idiota" lo rassicurò Chris
" Beh, allora io non vedo altri ostacoli" sorrise Scott, sorridendo convinto
" Jane, che ne pensi?" domandò Sophie all'amica
" ... che siamo matti! Cioè, sto per partire per un posto che non posso nemmeno vedere, non ho nemmeno costumi e tutta la roba da mare da potermi portare, e non abbiamo prenotato un albergo"
" Per quello non ci sono problemi. Basta andare un attimo su booking ed è fatta" constatò Chris
" E un paio di costumi li compriamo lì" aggiunse la sua migliore amica
" Jane, se mi dai l'ok, prenoto il ritorno" dichiarò Scott.
La ragazza parve rifletterci ancora un secondo, anche se in realtà aveva già deciso da almeno dieci minuti.
" Vedi di stare attento ai mesi questa volta!" lo prese in giro, rendendo chiaro a tutti che nemmeno lei aveva la minima intenzione di rinunciare a quella vacanza.
Sophie, Scott e Chris urlarono un grido d'approvazione ed entusiasmo che coinvolse anche lei. Poi, mentre i primi due  si accingevano a completare il pagamento, controllando mille volte tutti i dati, Jane si appartò per qualche minuto con Harry.
" Davvero domani a quest'ora saremo distesi su quelle spiagge?" domandò, incredula ma felice
Lui le rispose con un dolce bacio, e con la tacita promessa di raccontarle la verità una volta rientrati a Belfast.



BUONSALVEEEEE!!!!
Eccomi con il nuovo capitolo! Spero con tutto il cuore che sia stato di vostro gradimento :)
Purtroppo mi trovo costretta a dirvi che il prossimo non arriverà prima di Ferragosto...venerdì parto, e tornerò a casa tra un paio di settimane. Non avrò il computer con me, motivo per cui non potrò scrivere nulla. Quindi ci risentiamo al mio ritorno :DDD
Grazie per tutto il vostro sostegno, per ogni parola che mi scrivete e spero continuerete a scrivere...semplicemente grazie a tutti voi, per tutto. <3
Un bacione, e a prestooooooooo<3<3<3<3
















  
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