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Autore: Marpesia    26/07/2016    4 recensioni
Ambientata un futuro alternativo, in cui Remus e Sirius sono sopravvissuti alla Seconda Guerra Magica e vivono insieme sposati.
"Non litigate mai seriamente, state insieme da quando avete diciassette anni e non vi siete mai lasciati o avuto ripensamenti da allora, a parte quel periodo in cui c’è stato quel piccolo inconveniente chiamato Azkaban” esclamò Potter indicandoli come per sottolineare l’evidenza. Era per questo che era andato a trovare il padrino e il vecchio insegnante che vivevano insieme da quando era finita la guerra: un litigio particolarmente brusco con sua moglie Ginny, cosa che ormai diventava sempre più frequente.
“Non è vero” risposero velocemente insieme i due vecchi con tono calmo.
“Mi vengono in mente almeno tre episodi in cui mi sono inc…-arrabbiato molto con Sirius, e sono passati meno di dieci secondi” disse subito dopo il lupo mannaro. “Sono già cinque” aggiunse dopo pochi istanti.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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~NdA: Ciao a tutti gente! Questa è la seconda cosuccia che pubblico (sì, mi sono iscitta non più di 48 ore fa, ok?!) e dopo una buona prima recensione mi sono gasata ed ecco qui la seconda wolfstar. Harry/Ginny accennata. Recensite in tanti ^^~

“Come fate voi due?” chiese Harry dopo aver addentato la torta al cioccolato che, poteva metterci la bacchetta sul fuoco, era opera del compagno del padrino.
“Che? Se è per la torta chiedi a Remus, io non ho le più pallida idea di come faccia, oltre al fatto che sono stato bandito dalla nostra cucina perché secondo lui sono Un pericolo pubblico di quelli che fanno prendere fuoco ad un pezzo di ghiaccio e fanno esplodere la cucina se solo ci mettono piede” disse Sirius scimmiottando l’uomo in piedi davanti a lui. “Io cucino benissimo” aggiunse convinto.
“Certo amore, certo” gli sorrise amabilmente Remus annuendo, per poi rivolgersi a Harry sussurrandogli “Assecondalo” con un occhiolino, facendosi sentire apposta anche dal marito.
“Mi considero profondamente offeso” borbottò Black imbronciato, ricevendo un bacio sulla guancia da Lupin, che prese poi posto nella poltrona accanto a quella di Harry. 
“Ecco a cosa mi riferisco: non litigate mai seriamente, state insieme da quando avete diciassette anni e non vi siete mai lasciati o avuto ripensamenti da allora, a parte quel periodo in cui c’è stato quel piccolo inconveniente chiamato Azkaban” esclamò Potter indicandoli come per sottolineare l’evidenza. Era per questo che era andato a trovare il padrino e il vecchio insegnante che vivevano insieme da quando era finita la guerra: un litigio particolarmente brusco con sua moglie Ginny, cosa che ormai diventava sempre più frequente.
“Non è vero” risposero velocemente insieme i due vecchi con tono calmo.
“Mi vengono in mente almeno tre episodi in cui mi sono inc…-arrabbiato molto con Sirius, e sono passati meno di dieci secondi” disse subito dopo il lupo mannaro. “Sono già cinque” aggiunse dopo pochi istanti.
“Sì, ma nulla di grave, insomma, quelle discussioni che fate ogni giorno” fece Harry, che alle scenette della coppia aveva assistito più volte di quante ne volesse ammettere.
“Quando fece quello scherzo a Piton, quello che coinvolse me, diventai cieco di rabbia. Stavamo insieme meno di un anno e non gli rivolsi la parola per tre mesi” cominciò Remus.
“Avete risolto, poi.”
 Il lupo mannaro continuò, ignorando l’ospite “E non mi ascoltava mai, mai. Quando gli dicevo di smettere di fare scherzi e cose stupide, a scuola, non la smetteva mai. Quando poi divenni prefetto lo fece ancora di più, per il solo gusto di vedermi rosso di rabbia, e non provare a dire che non è così” disse rivolto al marito, che aveva aperto bocca per ribattere.
“Non è che le cazzate le facevo solo io” borbottò sulla difensiva quello.
“Quelle grosse, stupide e impulsive sì. Come quando ti sei fatto rinchiudere dopo essere passato per assassino, traditore e pluriomicida in meno di quarantotto ore; molto maturo da parte tua. O come quando hai rischiato di farti ammazzare al Ministero.” Tutti sapevano che quelli erano nervi scoperti di Black, e tutti sapevano che solo una persona poteva parlarci con tanta leggerezza e riprenderlo su quelle cose senza essere spedita all’altro mondo, e tutti sapevano che quella persona era Remus Lupin.
“Non ero io quello a far morire di paura l’altro partendo per missioni suicide ogni mese.”
“Eccolo che ricomincia” sospirò il mannaro alzando gli occhi al cielo.
“Credimi Harry, durante la Prima Guerra più volte tornò a casa più morto che vivo, o settimane dopo il previsto, facendomi morire di paura, per quelle maledette missioni tra i mannari.”
“Era diverso. Io non me le andavo a cercare.”
“Ah no?”
“No. Se mi veniva detto di stare a casa…-”
“Non ci stavi.”
“Non è vero.”
“Quante volte ti ho pregato di rimanere con me a casa? Quante Remus? E tu ogni volta con quella storia che dovevi farlo, che era importante, che era Silente a chiedertelo, e te ne andavi anche se mi mettevo a piangere pregandoti in ginocchio.”
“Tornavo sempre” ribatté l’altro dopo un po’.
“Ogni tanto con un braccio attaccato solo per metà o con un artiglio conficcato nella schiena ma sì, tornavi sempre” rispose con finta leggerezza Sirius; poi, rivolto al figlioccio, continuò, con lo stesso tono che usava per parlare della partita del Puddlemore United nel weekend: “Hai notato che zoppica sempre un po’? Sai perché? Perché…quando sarà stato…pochi mesi dopo la tua nascita, credo, tornò a casa con un mese di ritardo e la gamba sinistra tenuta insieme solo da tendini.”
“E sai qual è il bello? Che mi urlava pure contro!” esclamò divertito Lupin.
“Perché, secondo te?”
“I grandi misteri della vita.”
“Perché ti amo, stronzo che non sei altro! Ci tengo a te, cosa credi? Non hai la minima idea di quanto mi facesse star male il vederti sempre in quello stato, sempre stanco, sempre fasciato, acciaccato, ferito…neanche dormivi tra le missioni, lo stress, il dolore e i traumi!” sbottò arrabbiato l’animagus.
Quelle parole lasciarono interdetto Remus, che non si aspettava di certo che il compagno sarebbe arrivato così presto al nocciolo della discussione; sospirò e guardò Sirius, che aveva girato la testa e guardava da un’altra parte con le braccia incrociate e l’espressione ancora arrabbiata. Il mannaro si alzò dalla poltrona disposta accanto a quella di Harry, che rimaneva in silenzio, e andò a sedersi sul divano sul quale il suo uomo era stato fino a quel momento, mettendo la mano sulla sua gamba.
“Solo tu riesci a dirmi che sono uno stronzo, rimproverarmi e dirmi che mi ami in una sola volta, in una sola frase. Emerito idiota psicopatico meglio conosciuto come pericolo pubblico che non sei altro. Sei adorabile quando metti il broncio.” Remus aspettò che cedesse, perché cedeva sempre quando gli faceva notare quanto fosse dolce e usava le sue stesse carte per dirgli Ti amo; infatti, due millesimi di secondo dopo, si ritrovò steso sul divano con Sirius che lo strapazzava e sbaciucchiava, chiedendogli scusa:
“Mi dispiace, imbecille, ti amo.”
Harry trattenne le risate e si limitò a sorridere radioso, alzandosi e salutando il padrino e il compagno che, se leggeva tra le righe, di lì a poco avrebbero avuto molto da fare. Era questo che non riusciva a capire: dopo cinquant’anni di relazione quei due si amavano come il primo giorno, dopo più di vent’anni di matrimonio facevano sempre le stesse litigate per cose stupide che si risolvevano nel giro di cinque minuti massimo e il loro amore era sopravvissuto a due guerre magiche, dodici anni di lontananza, disperazione e senso di tradimento, licantropia e bastardaggine (voleva ai due un bene dell’anima, ma doveva ammettere che erano entrambi testardi, competitivi e orgogliosi fino al midollo). Come facevano? E lui che, dopo neanche dieci anni di matrimonio, litigava pesantemente ormai più volte alla settimana con Ginny, e a volte non si parlavano per ore, o uno dei due usciva di casa per un po’     –come nel suo caso quel giorno. Vedeva Sirius e Remus quasi ogni giorno, e ogni volta li beccava a scambiarsi sguardi persi e innamorati, o capitava che uno dei due guardasse sorridendo l’altro come incantato, e le loro mani non potevano non essere intrecciate se erano vicini; una volta aveva provato a spiarli dalla finestra per vedere se facevano così solo quando erano con gli altri, per fare commedie e dare spettacolo, o se si scambiavano baci e carezze anche quando erano soli in casa. Aveva visto e si era pentito di aver spiato la coppia, scoprendo che facevano sesso più frequentemente di due novelli sposi, e avevano più di sessant’anni, quei due! Si erano conservati bene, ed erano sempre in ottima forma, felici e sorridenti, uno a fare battute con tutta la famiglia e l’altro sempre pronto a spegnerlo con altrettanto umorismo, ma senza mai offendere pesantemente. “Erano destinati a questo” pensò Harry mentre tornava a casa per fare pace con sua moglie, “Sono due tasselli di un puzzle che si incastrano alla perfezione. Qualcuno deve averli attaccati con un incantesimo per bene, dopo averli incastrati” ridacchiò, pensando a quanto meritati erano gli anni di felicità della vecchia coppia. Stavano così bene insieme.
Loro funzionavano alla perfezione.

 

 

 

   
 
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