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Autore: Recchan8    27/07/2016    3 recensioni
Dal testo:
"L'amministratore era un ragazzo che andava per i trenta, dalla pelle abbronzata, i capelli bianchi e gli occhi color grano; abitava al piano terra del condominio nell'appartamento numero 1. Si chiamava Xemnas, e la leggenda narrava che avesse guadagnato la proprietà del palazzo in un modo alquanto... bizzarro".
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Organizzazione XIII
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Nell'appartamento numero 9, situato al terzo piano dell'edificio, viveva il più grande e assiduo frequentatore di discoteche di tutti i tempi: Demyx. Demyx era un ragazzo dall'aspetto gradevole, con capelli biondo cenere rasati ai lati della testa e occhi verde acqua dal taglio lievemente all'ingiù. Gioviale, iperattivo e sempre di buon umore, tutte le sere Demyx andava a ballare.
All'interno del CCNE, il giovane era conosciuto come “Il Notturno Discotecaro”.

 

 

La giornata tipica di Demyx inizia alle tre del pomeriggio.
Per prima cosa, dopo essersi svegliato, il Discotecaro appoggia i suoi mitici occhiali da after sul comodino. Li ripiega con cura, li accarezza e li guarda con affetto: sa benissimo che senza di essi sarebbe perduto. Avanzando a tentoni nel buio della propria camera, si avvicina alla finestra e con mani tremanti afferra le tende. Sospira, preparandosi a ricevere una secchiata di luce dritta negli occhi. Il pensiero corre ai suoi occhiali da after: se li prendesse potrebbe proteggersi dalla luce malvagia!
Ci ripensa.
No, non può farlo. Anche i suoi amati occhiali hanno bisogno di riposarsi.
Sarà come un cerotto: rapido e indolore. Con un gesto deciso apre le tende. Il sole illumina di colpo la camera da letto, mostrando al mondo intero l'entropia più grande che si sia mai vista. Demyx, a quel punto, volta le spalle alla finestra e si concede qualche minuto di silenziosa contemplazione. Va fiero del suo disordine; è convinto che più una persona si mostri disordinata, più sia intelligente.
Il Notturno Discotecaro ha molta stima di sé.
La giornata tipica di Demyx prosegue con un pasto dal nome indefinibile. Il primo piatto consiste in una ciotola di latte e cereali; la seconda portata prevede solitamente uova e carne; il contorno, quando c'è, è composto da patatine fritte, biscotti e fette biscottate; l'ultimo piatto consiste in un bel piatto di pasta accompagnato da un tubetto di Oreo. Data la sregolatezza del pasto, ci si aspetta che il Discotecaro possieda una “certa” massa grassa... E invece no. Tutto il CCNE rimane sorpreso dal portentoso metabolismo veloce di Demyx.
Dopo il pasto, che dura in media un'ora, e il pit stop in bagno per la cura della persona, il Notturno Discotecaro si cambia d'abito, inforca gli occhiali da after, rimasti fedelmente immobili in sua attesa, e dà inizio alla caccia grossa.

 

 

Vexen, in quanto persona precisa e meticolosa, aveva memorizzato le abitudini più fastidiose di tutti i suoi inquilini. Per esempio, sapeva che Xigbar possedeva una copia delle chiavi dell'appartamento di Xaldin e la usava per intrufolarsi nella casa dell'amico per usufruire gratuitamente dell'acqua calda e dell'elettricità; sapeva che Lexaeus teneva i suoi attrezzi da giardinaggio in casa e che non sempre li ripuliva prima di riporli nell'armadietto; sapeva che Marluxia aveva una vita sessuale particolarmente attiva...
Sapeva che Demyx, ogni giorno, a partire dalle quattro e mezza del pomeriggio, faceva su e giù per il condominio alla ricerca di compagni con cui andare a dimenarsi in discoteca.
Solitamente gli unici che gli davano corda erano i suoi due migliori amici, Axel e Marluxia, ovvero i due individui che Vexen odiava di più al mondo. Il Freddo Enologo era convinto che prima o poi quel trio di pazzoidi avrebbe raso al suolo l'intera città.
Erano le cinque del pomeriggio e Vexen stava controllando le slides per la lezione che avrebbe tenuto il giorno successivo quando qualcuno suonò il campanello. Vexen socchiuse gli occhi freddi e strinse le labbra. Odiava essere disturbato mentre lavorava. Un secondo trillo lo convinse ad alzarsi dal tavolo e ad aprire la porta. Il suo sguardo scocciato incappò in Demyx, e il Freddo Enologo impallidì.
-”Buongiorno prof!”- lo salutò il Discotecaro, gli occhiali da sole a coprire i suoi occhi verde acqua. Un sorrisone a trentadue denti gli correva da un orecchio all'altro, e sulla t-shirt nera spiccava la scritta azzurra “The night is still young”.
Vexen arricciò le labbra e gli lanciò un'occhiata schifata.
-”Il mezzodì è passato, ergo sarebbe stato corretto dire “Buonasera”...”- gli fece notare con una nota di stizza nella voce.
-”Sì, sì, come ti pare”- disse Demyx sbrigativo. -”Senti un po'...”- iniziò appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta. -”Perché stasera non vieni a ballare con noi?”-.
Il sopracciglio biondo di Veen scattò immediatamente verso l'alto. L'Enologo sentì che una risata di scherno stava salendo lungo la sua gola. Alla fine non riuscì a resistere e scoppiò a ridere sotto lo sguardo accigliato del giovane con la maglietta nera.
-”Esilarante! Davvero esilarante!”- disse tra le risate. Rientrò in casa e si chiuse la porta alle spalle, lasciando Demyx sul pianerottolo con i pugni stretti lungo i fianchi. Il Notturno Discotecaro si voltò verso le scale e volse lo sguardo ai piani superiori.
La caccia non era ancora terminata.

 

 

-”Dem, stasera non posso, mi dispiace...”-.
-”Ti prego!”- quasi gridò Demyx inchinandosi ai piedi di Larxene. -”Ti prego! Non sei mai venuta a ballare con noi! Una volta sola! Solo per questa volta!”-.
Larxene si toccò a disagio i capelli e distolse lo sguardo da Demyx. Sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, ma aveva sempre sperato che giungesse il più tardi possibile.
-”Perché non ti accontenti di Axel e Mar?”- gli domandò.
-”Perché più siamo e meglio è!”- mugugnò congiungendo le mani di fronte al suo volto. -”Eddai, Lar!”-.
-”D-Dem, lo sai che io vado malvolentieri a ballare...”- gli fece notare.
-”Con noi ti divertirai!”- esclamò il Discotecaro scattando in piedi e afferrando la ragazza per le spalle. -”Vedrai, dopo questa serata non farai altro che supplicarmi di portarti di nuovo con me!”-.
Larxene abbassò gli occhi a terra e si morse il labbro inferiore. Non credeva che il suo segreto avrebbe visto la luce in così poco tempo... No, doveva fare qualcosa per impedirlo. Nessuno doveva venirne a conoscenza!
Con un'ondata di risolutezza, Larxene si liberò dalla presa disperata di Demyx e gli lanciò un'occhiata tagliente. Le dispiaceva essere così fredda e cattiva con lui, ma non aveva altra scelta.
-”Sei irritante”- lo gelò. -”Ho detto no”-.
-”Ma Lar...!”-.
Larxene fuggì dentro al suo appartamento e chiuse la porta con un tonfo. Col cuore che le batteva a mille, attese di sentire i passi di Demyx scendere le scale. Sospirò di sollievo. La porta della sua camera da letto era spalancata e dall'anta semiaperta dell'armadio si intravedeva l'abito da lavoro di Larxene. La ragazza distolse immediatamente lo sguardo e si rannicchiò contro la porta dell'appartamento.
Nessuno doveva venire a sapere del suo segreto; ne andava della sua dignità.

 

 







NOTE DELL'AUTRICE
Uh, è una vita che non aggiorno questa fanfiction :O Perdonatemi >< Sappiate comunque che non ho alcuna intenzione di sospenderla, per cui, anche se a rilento, usciranno sempre dei nuovi capitoli :) 
Un piccolo chiarimento sul segreto di Larxene: ovviamente nel capitolo a lei dedicato scoprirete di cosa si tratta ;)
Nel prossimo capitolo incontreremo l'unico inquilino del Condominio Che Non Esiste che non si è ancora fatto vivo: Luxord. Vi starete chiedendo per quale motivo non si sia mai visto... Eheh, la risposta arriverà, non temete >:)
Ciao a tutti e alla prossima! ^^

 

   
 
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