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Autore: Mary_Julia_Solo    27/07/2016    2 recensioni
Saresti disposto a morire
per ottenere la verità?
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« Katharine lo guardò confusa, ma poi lentamente si alzò e, ignorando il dolore alla spalla, corse nel bosco, incespicando nelle radici e urtando i rametti bassi. Prima di allontanarsi troppo si voltò verso l’uomo in nero per controllare che non la stesse seguendo, che non si stesse solo divertendo con lei. Ma, lo vide ancora fermo dov’era prima, a guardarla correre via. All’improvviso Katharine si chiese chi fosse. Se davvero avesse voluto uccidere la sua famiglia. O tutti gli altri che probabilmente aveva ucciso. Si chiese se davvero fosse cattivo. Se davvero fosse senza cuore come lo credeva. »
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Steve Rogers
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo 4. - Death, again
13 marzo 1996
L’automobile viaggiava a velocità costante sulla strada di periferia. Una canzone stile anni ’80 risuonava allegra nell’abitacolo dall’autoradio. Al posto del guidatore era seduta una giovane donna bionda che non doveva avere più di ventitré anni, e a quello del passeggero un uomo robusto, poco più grande di lei.
-Ancora non capisco perché abbiano preteso che andassimo noi. Non potevano inviare… Che ne so… Natasha? -chiedeva la donna al suo compagno, gesticolando con la mano che non teneva sul volante. L’altro sorrise.
-No, Kat, lo sai. Dai, non penso che sarà una missione così orribile, dopotutto. -la giovane, Katharine, Katharine Hewlett, lo guardò storto e lui sollevò le spalle.
-Clint. Non prendermi in giro. Quel senatore è la persona più antipatica, ipocrita e ignorante che io abbia mai conosciuto. Ogni tanto gli pianterei una pallottola in testa, ma sfortunatamente penso che questo comprometterebbe la mia carriera nello S.H.I.E.L.D.. -Clint Barton annuì semplicemente, e Katharine tornò a concentrarsi sulla guida. La giovane si morse il labbro inferiore, mentre pensava. Guidava sempre lei, per dimostrare di non essere troppo debole. Ma il fatto era che a volte la spalla le duoleva ancora. Erano passati diciassette anni, ma quel dolore era un fantasma, come chi le aveva procurato quella ferita.
-Kat ? Katharine ? -la voce di Clint la riportò alla realtà, ricordandole dov’era. Ricordandole che non aveva più sei anni, ma ventitrè, e che era agente dello S.H.I.E.L.D.. -Sembri distratta. -rimase un attimo ad osservarla, indeciso su cosa dire. Poi continuò. -Non riuscirai mai a perdonartelo, vero ? -la giovane capì subito a cosa si riferisse. Era ormai abituato a capire le persone come lei, a quanto pareva.
-Non posso perdonarmelo. Non avrò pace finchè non avrò giustizia. -
-No. Tu non avrai pace finchè non avrai vendetta. Ti conosco. -Katharine smise di guardarlo e fissò la strada davanti a sè, senza rispondere. Hawkeye sospirò e scosse leggermente la testa.  -Capisco perchè tu e Natasha siete amiche. Piene di segreti, problematiche. E testarde anche. Più cocciute di un mulo. -la giovane stava per voltarsi verso il suo compagno e ribattere a tono, quando il suo sguardo cadde sullo specchietto retrovisore. Erano seguiti da due auto scure. Si fermò un secondo a riflettere. Tutta quella situazione le ricordava qualcosa. Un dettaglio che forse aveva dimenticato… Scavò a fondo nella sua memoria… Il motore di un auto -anzi, di parecchie auto- la fece voltare. Tre auto scure e gigantesce ai suoi occhi percorrevano il vialetto sterrato, mangiando il terreno con avidità. Rimase tranquilla. Dopotutto, di cosa mai avrebbe dovuto preoccuparsi. Terry, il loro pastore tedesco, abbaiò, e lei si voltò a guardarla, ridendo. John lanciò la pallina lontano e il cane le corse dietro, saltando gioiosa. Tutto normale. Poi, all’improvviso, la voce di sua madre dalla porta sul retro della casa :
-Katharine ! John ! -era preoccupata, molto preoccupata… Strinse le mani sul volante, e si voltò lentamente verso Clint che aveva percepito la sua agitazione.
-Spero che tu abbia portato la tua arma. Perchè potrebbe essere molto utile. -lui annuì, senza capire pienamente. -Non prenderla ora. Prendila solo se la situazione si fa intollerabile. -strinse le labbra sottili, mentre Hawkeye le domandava cosa stesse succedendo. Lanciò un’occhiata veloce allo specchietto. -Non lo so. Ma niente di buono. Ho visto quelle stesse auto quando la mia famiglia fu uccisa. -lui spalancò gli occhi.
-E quando la situazione dovrebbe farsi « intollerabile » ? -Chiese poi, mimando le virgolette intorno a intollerabile con due dita della mano destra. Katharine alzò gli occhi al cielo.
-Quando inizieranno a spararci addosso probabilmente capirai che è un buon momento per i duri per iniziare a giocare… -non aveva neanche finito di parlare che udì degli spari. Stavano mirando alle ruote. La giovane sentì la rabbia salirle in corpo e si morse l’interno della guancia a sangue.
-Be’ ci stanno sparando addosso ! -esclamò Clint, cercando di non andare a sbattere contro la portiera dell’auto mentre Katharine sterzava nella strada deserta.
-Allora è un buon momento per prendere il tuo arco ! -esclamò di rimando lei a quella stupida affermazione, mentre venivano raggiunti da un altra scarica di proiettili. Hawkeye si sporse oltre lo spazio tra i sedili per raggiungere la sua arma, sistemata sui sedili posteriori. Un’altra sterzata dell’auto lo fece quasi cadere in avanti.
-Certo che non sei d’aiuto ! -le gridò, mentre lei prendeva la pistola dal cruscotto e iniziava a sparare alla cieca, cercando di non perdere il controllo dell’automobile. I loro inseguitori accellerarano e Katharine fece lo stesso.
-Clint, se ti sbrigassi sarei davvero contenta, sai ?! -la voce del suo compagno le giunse dai sedili posteriori :
-Arrivo, arrivo. Non è la cosa più facile usare un arco dentro un’automobile. -uno sparo andò troppo vicino a una delle ruote, per i gusti di Katharine.
-Clint ! -
-Sì ! -gridò lui. Un secondo dopo, un rumore di vetri infranti invase l’abitacolo. Katharine osservò la prima auto dietro di loro esplodere, colpita dalla freccia tirata da Hawkeye. Sorrise compiaciuta. Un inseguitore in meno. Poi, il suo sorriso si spense. Nel denso fumo dell’esplosione, una figura cominciò a delinearsi. Non le servì nemmeno che emergesse da quella cortina scura per riconoscerlo. Era il Soldato d’Inverno.
-Cazzo. -mormorò la giovane a fior di labbra. Troppo tardi si accorse di aver perso la concentrazione. Un proiettile perforò lo pneumatico posteriore di destra, e l’auto rallentò notevolmente. Poco dopo, attraverso il vetro spaccato, una piccola bomba rotolò all’interno dell’abitacolo.
-Cazzo ! -esclamò Clint, con un po’ meno contegno di lei. Senza dirsi una parola, i due agenti dello S.H.I.E.L.D. si fiondarono oltre le portiere, ruzzolando sull’asfalto. Katharine si alzò, dopo aver raccolto la sua calibro 22, mentre l’automobile dove pochi secondi prima ancora stava esplose. I suoi timpani avevano imparato a non soffrire più per il fischio di un esplosione. Voleva chiamare Clint, controllare se stava bene, se era vivo. Ma sapeva di non potere. Si guardò intorno, la pistola in pugno, pronta a sparare a qualunque nemico le si parasse davanti. Il fumo scuro si dissolse prima dal bordo della strada e Katharine constatò che erano su un ponte. Fuggire dal fiume era impensabile, anche per una nuotatrice come lei. La corrente era troppo forte. E la sua spalla le dava particolarmente delle noie in quel periodo. Corse nella direzione opposta a quella da cui erano arrivati, all’improvviso spaventata. Si sentiva terrorizzata e questo la fece arrabbiare. Aveva giurato che avrebbe ucciso il Soldato d’Inverno ed ora lui era lì. Non era il momento di essere spaventati. Corse nella cortina di fumo, alla ceca, per qualche metro. Poi, le parve di vedere un luccichio, vicino a lei. Si abbassò di scatto, evitando il pugno di ferro del Soldato e buttandolo a terra aggrappandosi alle sue gambe. Lui era forte, certo. Ma lo era anche lei. Aveva aspettato per diciasette anni quel momento, e non se lo sarebbe lasciato sfuggire. Gli avrebbe tagliato la gola con le sue stesse mani. O forse gli avrebbe piantato una pallottola in testa, chissà. Si rialzò agilmente, come le aveva insegnato Natasha. Stava per sparare al Soldato, ma lui si era alzato a sua volta ed era tornato all’attacco, estraendo un coltello a serramanico e lanciandosi verso di lei. Katharine sparò alla cieca, e lui fu costretto a scostarsi di qualche centimetro. La giovane ne affrofittò e si buttò in avanti, correndo il più veloce possibile. Anche se non abbastanza a quanto pareva. Lui riuscì a colpirla di striscio con il coltello. Lei strinse i denti ignorando il dolore e balzando all’indietro, dritta sulla schiena del Soldato. Lo fece cadere in avanti e in questo modo lo disarmò. Stava di per colpirlo con un calcio in viso, ma lui la fece cadere, afferrandole una gamba con la mano destra. Katharine cadde, mentre la pistola le sfuggiva dalle dita scivolose di sudore. In un attimo, lui fu sopra di lei. Quando le afferrò la spalla destra, quella che lui stesso le aveva ferito anni prima, con il braccio di ferro le si riempì la vista di puntini neri. Si morse la lingua fino al sangue, pur di non dargli la soddisfazione di urlare di dolore. Riuscì a colpire con un pugno il viso del Soldato, con il solo risultato di riceverne un altro indietro. La vista già compromessa le si offuscò. Non riuscì più a trattenere il dolore e fu costretta a gridare, odiandosi immensamente per questo, mentre un rivolo di sangue le scendeva lungo la mascella. Il Soldato non battè ciglio e all’improvviso Katharine capì che stava cercando di farla svenire. Forse ancora non voleva ucciderla. Ma perchè ? Perchè non terminava semplicemente il suoo compito ? Perchè non le piantava una pallottola in testa ? Perchè non voleva che smettesse di soffrire ? Solo in quel momento la giovane si ricordò che Clint era ancora lì da qualche parte e che probabilmente stava combattendo chi era venuto con il Soldato. Non riuscì nemmeno a mettere insieme quei pensieri che una freccia si conficcò nel terreno poco lontano da loro. Voltò il viso dalla parte opposta -non voleva una bella cicatrice anche lì- mentre la freccia esplodeva. Venne sbalzata via, lontano dal Soldato. Sputando sangue Katharine prese la sua calibro 22, e strisciò fino al bordo della strada, mentre altre esplosioni arrivavano alle sue orecchie lesionate. All’improvviso tutto era cambiato. Non voleva più giustizia, non voleva più vendetta. All’improvviso voleva solo morire. Il suo destino era morire da piccola, diciassette anni prima, con la sua famiglia. La famiglia che forse presto avrebbe rivisto. Sorrise, le lacrime che le brillavano sul viso. E senza pensare a nulla, ne alla sua famiglia, ne alla vendetta, ne allo S.H.I.E.L.D., ne a Clint, si lasciò cadere nel fiume, mentre il sangue della ferita sul fianco colorava l’acqua di rosso. Presto sarrebe stata lontana. Lontana da lì. Dal Soldato d’Inverno. Lontana dalla vita. Scivolò verso il fondo, mentre tutto l’azzurro si illuminava di arancione, nel fuoco di altre esplosioni. Katharine chiuse gli occhi brucianti, ma poi li riaprì, quando un tonfo invase lo sfazio intorno a lei, scoprendo che faticava a vedere. In un secondo, all’improvviso -o almeno così le sembro-, non si trovava più in mezzo al fiume, ma sulla riva. Sentì in lontananza, come attuttita, come se avesse pezzi di cotone nelle orecchie, la voce di Clint, chiamarla. Forse vrebbe voluto rispondere, forse no, ma comunque non poteva. Di nuovo. Era ancora viva. Non riusciva più a sopportarlo, si era stufata di vivere. Non poteva, non poteva più sopportare quella vita. Sentì tutti i rumori scivolare via, quasi come se fossero appena sfrecciati anni luce lontano. L’utima cosa che vide prima di perdere i sensi, furono un paio di occhi blu oltremare.
 
Angolo autrice:
E qui riprendiamo con la storia di Katharine che per fortuna (soprattutto sua) non è più una bambina. Come avete visto in questo capitolo c’è anche Clint (perché io lo adoro). Calcolando che a parte Cap e Thor gli Avengers sono nati lo stesso anno degli attori lui dovrebbe avere 25 anni. Ovviamente poi Nat è un po’ differente dal film. Credo che nel fumetto fosse nata molto prima del 1984. Quindi vabbè, spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! :) La prossima volta riprenderemo con Daph e Cap allo Smithsonian!
Ciauu! ^^ (scusate per eventuali errori di battitura)
   
 
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