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Autore: Emmastory    27/07/2016    3 recensioni
L'esistenza del regno di Aveiron continua, e Rain, nostra eroina in questo racconto, si impegna a mantenere il sorriso e la positività nonostante tutto quello che è costretta a vivere e sopportare. Fame, miseria e povertà dilaniano l'anima degli abitanti come belve feroci, e lei, addolorata per la perdita del suo tanto amato Stefan, ora scomparso per mano ignota, agisce come può per ritrovarlo e affrontare, con il suo aiuto, la minaccia dei Ladri, esseri ignobili che da tempo popolano il regno seminando terrore nei cuori della gente. Fiduciosa, è convinta dell'esistenza di un barlume di luce alla fine del tunnel che rappresenta la sua tormentata vita, in cui felicità e dolore danzano allo stesso e concitato ritmo. (Seguito di "Le cronache di Aveiron: Dimenticati)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-II-mod
 
 
Capitolo VI

Vetro infranto

Con l’inizio di questo nuovo giorno, il grigiore che era solito far parte della mia vita sembra essere scomparso. Sto per sposarmi, e stando alle parole di Samira, appaio felice e radiosa. La nostra amicizia ci lega da ormai lungo tempo, tanto che le ho chiesto di farmi da damigella d’onore. Sorridendo, ha accettato di buon grado, scegliendo poi di aiutarmi a scegliere il vestito adatto all’occasione. Da brava amante dello stile, l’ho scelto bianco, lungo e colmo di pizzi, merletti e decorazioni di ogni tipo. In questo preciso istante, sono intenta ad ammirare la mia immagine riflessa nello specchio. Lady Fatima mi è accanto, e sorridendo, offre gentilmente la sua opinione. “Sei incantevole, e il tuo Stefan ti amerà sicuramente.” Dice soltanto, avvicinandosi allo scopo di posarmi una mano sulla spalla. “Dite davvero?” chiedo, quasi desiderando una conferma di quanto ho appena sentito. “Dicono che l’amore sia cieco, ma anche l’occhio vuole la sua parte.” Una frase che avevo sempre apprezzato, e che detta da una persona del suo calibro, assumeva un significato e un’importanza perfino maggiori. Ad ogni modo, il tempo scorre con la stessa lentezza dei granelli di sabbia in una clessidra, ed io aspetto. Scoprendomi preda dell’impazienza, finora non ho fatto altro che rileggere le lettere ricevute da Stefan, ascoltare i consigli del dottor Patrick uniti a quelli di Lady Fatima, e camminare nervosamente per i lunghi corridoi della casa, bui e tetri a causa della momentanea assenza di luce. Ora come ora, l’ansia mi sta divorando, e torturandomi le dita, non riesco a dominare i nervi. Incredibilmente, anche Drake mi ha fatto visita. “Dov’è?” chiedo con una costanza facilmente riconducibile all’ossessione. “Sono sicura che stia arrivando, cara.” Risponde Lady Fatima, in piedi di fronte alla porta proprio come me. “Vi sbagliate.” La voce di Drake mi distrae dai miei pensieri. “Cosa? Ho la sola forza di chiedere, stranita e arrabbiata al tempo stesso. “Non te ne accorgi? Ti ha abbandonato, e non verrà. Sei così ingenua da crederlo, ma non accadrà.” Risponde, con la solita aria da duro. “Non è vero.” Sibilo nel guardarlo, sentendo una più che motivata collera crescere in me fino a prendere posto della ragione. Sorridendo maliziosamente, Drake non accenna a smettere di guardarmi. È convinto di avere ragione, e a quanto sembra, non ha desiderio dissimile dal mettermi i bastoni fra le ruote. “Non è vero.” Ripeto, serrando la mascella e tentando di ignorarlo. Nello spazio di un momento, la rabbia mi assale, e per sua pura fortuna, qualcosa mi blocca dal mostrargli quello di cui sono realmente capace. Ho appena il tempo di voltarmi, e in quell’istante, la porta cigola. Aprendosi lentamente, rivela la presenza dell’unica persona che aspettavo, ovvero. Stefan. Alla mia vista, mi chiama per nome, e correndogli incontro, lo abbraccio. Proprio come mi aspettavo, la mia ferrea presa dettata dalla voglia che avevo di vederlo gli toglie il respiro, ma a noi non importa. Ci amiamo, e non curandoci della presenza di ognuna di quelle persone, scegliamo di abbandonarci ad un bacio pieno di passione, che per qualche strana e a noi ignota ragione, fa arrossire sia Samira che Lady Fatima. Alcuni istanti dopo, il nostro bacio ha fine, e nell’esatto momento in cui il nostro abbraccio si scioglie, Drake sente di nuovo il bisogno di esprimersi. “Siete assolutamente patetici.” Dice, scandendo chiaramente ogni parola. Tutti i presenti lo ascoltano in religioso silenzio, scioccati. Proprio come me, non riescono a capire né spiegarsi la ragione di quel comportamento. Il silenzio invade quindi l’intera sala, e davanti agli occhi di tutti, Stefan si fa avanti. Paralizzata dallo stupore, non muovo un muscolo, limitandomi a guardarlo senza proferire parola. Camminando lentamente, si avvicina al fratello, e decidendo di affrontarlo, gli parla. “Tu non capisci. Non riuscirai mai a capirlo. Forse Rain non ti piace, o forse la odi a morte, ma a me non importa. Io la amo sin dal giorno in cui l’ho conosciuta , e oggi, di fronte a questi testimoni, voglio sposarla. Sai una cosa? I nostri figli cresceranno senza uno zio, perché non voglio nella mia vita un fratello come te!” urla, ritrovandosi schiavo della sua stessa e incontrollabile collera. Sorpreso da quella reazione, Drake non osa rispondere, non facendo infatti altro che fissarlo dritto negli occhi. “Ora fuori di qui.” Sibila poi, guardandolo con aria di sfida. Per nulla spaventato da quella sorta di minaccia, il fratello non accenna a muoversi. “Ho detto fuori di qui, Drake.” Insiste, sputando senza alcun ritegno quello che è il suo nome. “Va bene, fratellino, divertiti a restare con la tua insulsa fidanzata.” Risponde, per poi scegliere di dargli le spalle e raggiungere lentamente la porta d’ ingresso. Questa si chiude con uno scatto, e voltandomi verso Stefan, non ho parole. Dopo quello che ha fatto, e quello che ho visto, non credo che ci sia più nulla da dirci. I miei occhi si riempiono di lacrime, e una sola frase abbandona le sue labbra. “Rain, mi dispiace, io non…” balbetta, tentando invano di giustificarsi e cercare il mio perdono. Rimanendo ferma e inerme, non riesco neppure a guardarlo, ma facendomi coraggio, scelgo di dirgli quanto penso in questo preciso momento. Non posso crederci. Ha appena tradito la mia fiducia, e ora nonostante quanto sia accaduto, crede di ammansirmi con una semplice scusa. La sua vista è per me divenuta ripugnante, e malgrado un nodo di pianto in gola, trovo la forza di parlare. “Ti dispiace? Ti dispiace? No, è a me che dispiace! Mi dispiace essermi fidata, mi dispiace averti baciato e mi dispiace di essermi quasi donata a te! Io volevo amarti, volevo che ci sposassimo per avere una famiglia, non per vederti distruggere la tua! Non ho altro da dirti. Sei un mostro, Stefan Gardner, un mostro!” conclusi, gettando quindi via il magnifico anello che aveva scelto di regalarmi e che avevo trovato nella busta contenente la sua ultima lettera. Disperato, cercò di chiamarmi a sé, ma fuggendo, non osai rispondere. Per me era finita. Il mio povero e giovane cuore era un fragile pezzo di vetro infranto.
   
 
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