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Autore: Roberto_Yoda    23/04/2009    2 recensioni
Un ultimo addio tra vittima e carnefice. Nei capitoli successivi a quelli della vicenda di Hitomiko, Naraku riceve una visita da un fantasma del passato, rivive eventi da tempo trascorsi ...
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kikyo, Naraku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccolo

Eccolo.

 

Per la seconda volta da quando è tornata nel mondo, eccolo.

 

La ragazza del futuro grida cercando di richiamare la sua attenzione, la sciocca. Come le ha già spiegato, lui non riuscirà né a vederla né a sentirla.

 

Anche se questa volta ha avuto più tempo per prepararsi, l’intensità dei suoi sentimenti rischia di travolgerla.

 

Odio, rabbia, rancore, biasimo, rimpianto, dolore, e ancora, odio, rabbia, rancore … ; tutte queste emozioni dentro sé, una dopo l’altra. Le lascia scorrere tra le dita come i grani di un rosario fatto per pregare un Kami che, dai propri seguaci, pretende sacrifici umani. E’ quasi stupita di riuscire a contenere tutto questo senza sgretolarsi.

 

E’ esattamente come lo ricordava. Non è cambiato. Oppure sì?

 

Il suo viso è angosciato, sofferente. Bene. E’ quello che si merita! Ma, certo, non le basta. Vuole che senta fino in fondo la disperata impotenza di rendersi conto di cosa è diventata, vuole che il senso di colpa gli spezzi irrimediabilmente il cuore. Quel cuore che le appartiene!

 

“Kikyou …” sussurra lui, facendosi avanti di pochi passi quasi con fatica, come se all’improvviso fosse diventato un vecchio essere umano, e non l’infaticabile hanyou che è in realtà.

Il viso di lei si fa duro.

“Sei tu, dunque. Sei tu che stai raccogliendo le anime delle donne morte.

 

“Questo corpo fasullo e senza shinidama, ha bisogna di essere nutrito di anime umane, Inuyasha, altrimenti non potrebbe muoversi.”

Bene, Inuyasha. Più vicino. Vieni più vicino.

Abbastanza vicino da vedermi.

Guarda.

Che cosa disgustosa e ripugnante sono diventata.

 

Sorride compiaciuta, vedendolo sussultare.

Sì. Tra pochi istanti lui la vedrà. Vedrà che cos’è ora. Un mostro guidato solo dal rimpianto; morta e fredda e piena d’odio. In uno stato talmente miserabile che neppure lei è capace di sopportare l’immagine di ciò che è diventata.

Quell’insignificante ombra di se stessa che ancora sopravvive dentro .

Quella semplice donna, poco più di una ragazza costretta in un ruolo per lei scelto da altri – quanto la odia! La odia e vorrebbe farla a pezzi, così come odia e vorrebbe fare a pezzi qualunque altra cosa.

Senti, come singhiozza disperata! Quasi impazzita, battendo i piccoli pugni impotenti contro pareti di una prigione di fuoco da cui non c’è fuga. Debole e sciocca! E’ tutta colpa sua se è in questo stato!! Ah, sì! Che gioia tenebrosa potrà assaporare, strappando la vita alla persona che le è più cara!

Se si fosse rassegnata a quanto era già stato deciso e scritto tanto tempo addietro, se avesse soffocato quegli stupidi palpiti vitali, invece di sperare chissà cosa, non sarebbe mai diventata questa!

 

Quando lui capirà che cos’è, il suo raccapriccio li seppellirà entrambi. E il senso di colpa che sboccerà nella sua anima lo renderà suo per sempre.

 

“Inuyasha. Chissà quanto mi disprezzi! Guidata soltanto dal mio odio per te, ho raccolto queste anime per restare nel mondo.

 

Adesso.

Solo poche volte Kikyou ha visto emergere da Inuyasha quell’aura di … autorità. Come già le accadde, una vita fa ormai, capisce quanto a fondo lui è capace di vederla.

Adesso.

Le lacrime, la smorfia di ripugnanza, le parole piene di ribrezzo. Avanti. Sono pronta.

 

“Dannata stupida! Tu potrai anche odiarmi! Ma non è mai passato neanche un giorno senza che io pensassi a te!”

“Non ha importanza il tuo aspetto. Non m’interessa cosa sei adesso! Io non potrò mai odiarti o disprezzarti!”

 

E’ la volta di Kikyou di sussultare. Una mano poggiata al petto, ristà alcuni attimi, quasi perplessa.

Cosa succede? Non mi vede più, dunque. Non è più capace di …

 

Vaglia attenta i suoi occhi, il suo riflesso dentro di essi. L’immagine che le viene rimandata è la stessa che c’era negli occhi di Sayo, senza alcun dubbio.

Eppure, nonostante questo, nonostante tutto …

 

Un tremore incontrollabile la scuote. Sopraffatta, si gira, lasciando che i capelli diventino un sipario dietro il quale nascondersi.

La ragazza dentro di lei sta urlando, adesso, con una violenza tale che la Furia teme quasi che lui possa sentirla. Sono qui, Inuyasha, oh, sono qui, sono io!

 

La voce esita, e non vuol proprio uscire. A fatica, riesce a ribattere, mentre si avvicina a lui.

 

“Veramente? Anche … anche se con queste mie mani, io potrei ucciderti?”

 

Gli accarezza il volto. Nulla. Occhi pieni di dolore, sì; occhi antichi. Occhi che la accettano e la accudiscono, anche adesso, così com’è.

 

Cerca le sue labbra. Lo bacia. Poi gli si lascia cadere addosso, abbracciandolo.

 

“Inuyasha. Fin dalla prima volta che ti incontrai, seppi che non sarei più stata una miko. Mi preparai a diventare solo una comune donna. E’ quel che volevo più di qualsiasi altra cosa, quando ero in vita.

 

Trema verga a verga, mentre lui risponde all’abbraccio e la stringe forte. Gli si aggrappa come se stesse per sprofondare in un abisso.

 

“Non possiamo più tornare indietro. Stiamo così, solo un altro po’.

 

Che sto facendo? Deve morire. Sono qui per questo. Adesso che è indifeso. Questa è l’occasione giusta. Avanti, spicciati. Falla finita.

 

, lo farò … tra un minuto, ecco; solo un minuto ancora.

 

La Furia si agita, inquieta. Questo atto di ribellione non era previsto; né quel timido calore che tremola debole, e che presto verrà spento dal fuoco gelido di un odio indomabile.

Gemendo, chiusa tra pareti fiammeggianti, la ragazza grida per farsi sentire, vorrebbe divincolarsi, piazzargli le mani sulle spalle e cacciarlo via.

Sente il pianto e gli avvertimenti con i quali la ragazza del futuro sta cercando, anche lei senza successo, di farsi sentire da lui.

Ride di se stessa.

 

Non ho più nulla. Stupida. Non è più il tuo ruolo, quello di salvarlo, di metterlo sull’avviso dei pericoli che corre. Il ruolo che devi recitare è un altro. E allora, finiamola in fretta con questa tragedia insensata …

 

E lui sceglie proprio questo momento per sussurrare.

 

“Non posso salvarti. Non sono in grado di fare nulla per te, tranne stare così. Ah, come vorrei che il tempo potesse fermarsi!”

 

“Lo vuoi anche tu? Che il tempo si possa fermare?”

 

E mentre lei, avida, comincia a stringerlo più forte, arriva la sua risposta.

 

“Sì. Se sono con te.”

 

E il resto è noto.

 

Il suolo si squarcia e sprofonda.

 

Le anime alzano i loro lamenti alle stelle distanti e indifferenti.

 

E loro sono vicini, sempre più vicini.

 

Ma la ragazza del futuro, quella Kagome, colei che le ha rubato tutto, alza forti grida e pianti, rivendicando quel che le appartiene, quasi strappandole via la tamashii e svegliandolo dall’incanto. Ormai, è lei che lui vede e che sente.

 

Inginocchiata, sconfitta, senza più forze e potere, i freddi e lisci shinidamachu unica compagnia, si lascia afferrare e sollevare in aria.

 

“Quella ragazza, è diventata più importante di me, non è vero?”

“Inuyasha, non dimenticare. Anche se tutto il resto era solo un inganno, i miei sentimenti mentre ti baciavo, erano reali.”

 

Inuyasha non può nulla, mentre lei vola via, se non gridare il suo nome.

 

Vorrebbe dirle che si sbaglia, che non ha capito.

 

Vorrebbe spiegarle. Dannazione, se solo ne fosse capace!

 

Che tutto quel che lui vuole è vendicarla. Che quel Naraku, non è che l’ultima di una serie infinita di creature che hanno cercato di spezzarlo.

Che se fosse per lui solo, forse lo lascerebbe persino andare. Ma per vendicare lei, lui farà quello che sa fare meglio: gli darà la caccia, senza tregua né riposo, finché l’avrà ucciso.

 

E che se poi.

 

Se poi, per avere la pace che le è negata, lei vorrà reclamare la sua vita, lui le porgerà il collo, senza un attimo di esitazione, senza un lamento, senza neppure pensare di difendersi.

E se …

 

Ma Kikyou è già svanita nella notte.

 

Un singulto stizzito alle sue spalle.

Passi leggeri picchiano indispettiti sul terreno, allontanandosi.

 

Respira a fondo.

 

Drizza le spalle.

 

Si volta.

 

 

 

 

Ne approfitto per ringraziare le mie due lettrici, ovvero quelle che si sono fatte “sentire”, per dire così dire. Davvero grazie! Mi avete fatto molto piacere.

Me91: gentilissima! Sono contento di aver reso interessante la lettura nonostante gli eventi fossero ben noti. Un po’ per volta (già dal prossimo capitolo, per esempio) intreccerò alla storia “ufficiale” anche alcune scene di mia invenzione.

  
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