Capitolo 1


Le pareti di legno puzzavano di muffa e marcio.
Le forti gocce di pioggia estiva si lanciavano su quella catasta di legno che era il quartier generale della Legione Esplorativa.
Erano appena rientrati dalla missione.
Le nuove reclute, o meglio, quelle che erano sopravvissute al massacro, se ne stavano chiusi al buio delle camere a piangere o a rimpiangere la loro scelta.
I "veterani" la prendevano meglio.
Insomma, era all'ordine della missione perdere metà compagni!...
Il comandante Erwin guardava fuori dalla finestra con sguardo vuoto.
Si trovava nella mensa, come tutti i soldati d'alto rango e quelli che avevano avuto lo stomaco di venire a pranzare.
Delle reclute solamente due ragazzi s'erano presentati.
Il resto era a vomitare l'anima nei cessi.
Il caporale Levi stava sorseggiando con apparente tranquillità il suo tè nero.
Ma se lo si osservava bene si poteva notare lo sguardo duro, le dita contratte attorno al manico della tazza e...la depressione.
Anche coloro che avevano fatto il guscio a queste uscite non poteva fare a meno di esserne depresso.
Depresso di essere in vita in un mondo così.
Esplorazione dopo esplorazione quelli che guadagnavano erano più pezzi di cadavere, sangue rosso e morte.
La morte.
Molti si chiedevano quale fosse la differenza tra il loro mondo e l'inferno.
In tutti e due si soffre.
Si patisce.
Si perde.
E si muore.
Smith chiuse le palpebre. Era stanco. 
Stanco della vita.

Due tavolate più in là sedevano le due reclute.
Una di esse era una ragazza dai capelli castani ed gli occhi verdi mentre l'altro aveva una massa di riccioli neri e due occhi nocciola.
La ragazza guardava con insistenza la zuppa che aveva sotto il naso.
Il ragazzo invece tirava su il cucchiaio con la zuppa, lo avvicinava alla bocca e lo rimetteva giù.
Così.
Una volta.
Due volte.
Tre...
Quattro...
Lo fece e lo rifece.
Fino a raggiungere il numero delle vittime.
Ottantasette.
Su duecentocinquanta soldati.
Per ottantasette volte ripeté quegli insignificanti movimenti.
Quasi potessero riportarli indietro.
La castana socchiuse gli occhi.


Flashback ***

Stavano correndo sui loro cavalli.
L'ala destra era stata sterminata da un'anomalo e due titani classe sette.
Erano sopravvissuti in cinque.
Il capitano Hanji, lei ed altri tre.
La castana aveva il respiro pesante.
Aveva ucciso i suoi primi titani ma era lungi dall'esser soddisfatta.
Aveva visto compagni venir maciullati tra quei denti enormi, tranciati e tagliuzzati in piccoli bocconi, ingoiati impastati di sangue e saliva.
Squartati, decapitati e resi poltiglia.
Era questo il destino del genere umano?
-CADETTA! MUOVITI!
L'erba secca facilitava la corsa dei cavalli ma purtroppo anche quella dei colossi.
Correvano in quella maniera stramba, quasi buffa.
Se non fossero state macchine di morte si sarebbe messa a ridere.
Con quegli occhi inespressivi, quella bocca ridente ma anche inquietante...
Uno dei titani di classe sette si stava avvicinando.
-FORZA!- urlò allora la castana ci la voce impastata dall'ansia e dal terrore.
Il cavallo continuò a correre, ma non abbastanza.
Il titano si lanciò sul loro gruppetto e afferrò il ragazzo che le stava vicino.
Quello sì dibatté, urlò, si contorse, pregò, supplicò.
Inutile.
La testa gli fu tranciata di netto.
Ed il resto del cadavere maciullato buttato.
Gli occhi verde chiaro della ragazza si dilatarono.
Come osavano...
Lacrime si misero a scorrere sulle guance.
Anche gli altri due suoi compagni furono uccisi.
Presi dall'anomalo e utilizzati come stuzzicadenti.
Messi nelle fauci e vomitati davanti agli occhi suoi e del capitano Hanji.
Pezzi di gambe e braccia volavano.
Con una gambata un titano fece volare i loro cavalli.
Le bestie morirono sul colpo.
Hanji sorrise.
-Così anche per me è finita...Mi spiace cadetto.- la donna tirò fuori le spade e con tutto il fiato che aveva in gola:
-SE DEVO MORIRE LO FARÒ COMBATTENDO AMICI MIEI!
E si lanciò sulle creature che tanto amava studiare e osservare.
La ragazza invece stette immobile sul prato erboso.
Guardò Hanji combattere, schivare, saltare, tentare inutilmente di sopravvivere...e il titano che si avvicinava a lei.
Ginevra deglutì il blocco di vomito e saliva che le si era fermato nella gola.
Si alzò stringendo l'impugnatura delle spade.
Volse lo sguardo verso il cielo, conscia che sarebbe stata probabilmente la sua ultima volta.
E si lanciò all'attacco.


Fine Flashback***


Ginevra riaprì gli occhi verde chiaro.
Lei ed Hanji erano sopravvissute per miracolo, grazie all'arrivo tempestivo della squadra del caporale Levi.
Hanji con un braccio fratturato, lei integra.
Ricordava distintamente lo shock ( seppur ben celato) del caporale nel ritrovare anche una recluta viva. La davano già per spacciata.
Si mise ad osservare Angelo, seduto accanto a lei.
Non sapeva cosa gli fosse successo, erano in altre postazioni, ma non doveva essere stato bello.
Ginevra sospirò.
Prese il cucchiaio di zuppa e lo cacciò con forza nella bocca, ignorando il conato di vomito.
Era sopravvissuta per pura fortuna, non intendeva sprecarla morendo di fame.
I volti dei compagni le passarono davanti agli occhi, uno per uno.
Serrò la presa sul manico del cucchiaio.
Si alzò dal tavolo nemmeno guardando l'amico che sembrava in coma.
Uscì dalla mensa e, invece di dirigersi ai dormitori, andò al campo, ad iniziare a fare esercizi con le spade seppur fosse il loro giorno di riposo.
Menò colpi con frustrazione e rabbia, buttandoci tutto il suo coraggio ed il suo terrore per quei mostri.
Quelle bestie che avevano ucciso i suoi simili senza pietà.
Non avrebbe reso le loro delle morti inutili!






N.d.A.
Rieccomi!
Anche questo è un capitoletto di passaggio, ma almeno abbiamo inquadrato chi sono e cosa è successo ai nostri amici.
Il prossimo ( spero ) ci sarà un po' più di dialogo e la storia finalmente inizierà ad aver senso ^^
Spero vi sia piaciuto, ditemi che ne pensate,
Bye Bye!