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Autore: DanieldervUniverse    28/07/2016    7 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: Riprendiamo il corso della storia, stavolta andremo avanti a lungo.

DII\N: Sta dicendo che è riuscito a scrivere abbastanza capitoli da pubblicarla giorno per giorno, come con Dissidia – Kingdom of Light.

A\N: Non spiegare le cose che sono ovvie!

DII\N: Non è colpa mia se sei idiota.


Yuna si svegliò prima dell'alba, il sonno tormentato...

La notte della festa, ricordava di aver visto suo padre spiccare tra la folla, fissandola intensamente.

Aveva provato a raggiungerlo, ma il suo corpo era rimasto immobile, non volendo muoversi.

A nulla era servita la sua volontà, aveva solo potuto guardare.

E Cid si era voltato, e se ne era andato.

Ricordava un muto grido lasciare le sue labbra.

E poi si era svegliata, lì in quel letto.

Ma era solo un sogno, Cid era rimasto a Besaid, aveva tradito la promessa di non lasciarla mai.

Ora c'era solo lei, come aveva scelto di essere a Kilika.

In silenzio si era alzata, aveva pulito il suo viso, e si era vestita.

Nel cielo, ancora scuro ma già più limpido dell'alba imminente, poteva riconoscere le stelle che avevamo accompagnato la sua infanzia.

Abbattuta, uscì dalla camera, facendo attenzione a non chiudere violentemente la porta, e si avviò fuori dall'ostello.

Poi un improvviso suono metallico la fece voltare di scatto, e si trovò di fronte la figura di Golbez, che la seguiva volteggiando a pochi centimetri da terra.

La ragazza fece un sospiro di sollievo, nonostante l'imponente figura in armatura avesse poco di rassicurante.

-Perché mi segui?- chiese l'evocatrice sottovoce, per non svegliare gli altri.

-Perché mi è stato ordinato- rispose lo stregone.

-Gradirei stare da sola, al momento- disse Yuna, facendogli segno di andarsene.

-Non ha bisogno di stare da sola, adesso- replicò il gigante, poggiando le sue mani metalliche sulle spalle di lei -Venga, l'alba è imminente.

Detto questo Golbez la guidò fuori, passando affianco alla figura russante di Jecht, abbandonata affianco al carretto.

La zona era in pianura, e per di più a picco sul mare, dando un immagine pulita e suggestiva del sorgere del sole.

Le tornò in mente quell'ultima alba che aveva visto su Besaid.

Erano passati davvero solo quattro giorni?

Sembrava una vita intera.

Ritornò anche il ricordo del sorriso di Kuja, e il suo modo unico di descriverle il mondo.

Ritornò anche la promessa che aveva fatto quel giorno lontano, di proteggere Spira, ad ogni costo.

L'astro nascente era ormai alto sul mare, proiettando la sua immagine lucente sulla superficie dell'acqua.

-Golbez... Lord...

-Golbez è più che sufficiente, mylady- la rassicurò con calma il gigante, sospirando con tranquillità.

-Tu hai una famiglia? Qualcuno per cui fare tutto questo?- chiese tutto d'un fiato, mentre un'improvvisa folata spazzava l'aria.

-Ho Spira- rispose lo stregone.

Calò nuovamente il silenzio.

Yuna capì cosa intendeva il gigante, ma non ne rimase rincuorata: anche lei aveva Spira, ma le sarebbe bastata?

Cominciava a dubitarne.

-Non mi resta altro...- sussurrò con voce profonda l'uomo.

La ragazza sentì un brivido percorrerle la spina dorsale.

-Cosa...?

-Buongiorno- disse Gabranth sbucando dal nulla affianco ai due, facendo sobbalzare la ragazza.

-Sir Golbez, Lady Yuna- disse l'uomo, eseguendo il saluto -Siamo pronti a partire quando volete.

-Allora mettiamoci in viaggio- ordinò lo stregone, dirigendosi verso il carro dove Kuja e Jecth stavano parlando.

La ragazza invece rimase immobile a fissargli la schiena.

“Cosa significa?”.

-Lady Yuna- la richiamò Gabranth, in rispettosa attesa al suo fianco -Qualcosa vi turba?

-Si- ammise lei -Gabranth, credi che riuscirò a farcela? A sopportare il dolore che mi causerà intraprendere questa via? A spingermi fino ai miei limiti incurante delle perdite?

Il giudice rimase in silenzio, soppesando la domanda nel suo sguardo piatto ma attento.

-Lady Yuna- disse, mettendole una mano sulla spalla -No, non credo che riuscirà ad essere incurante delle perdite, o a sopportare il dolore. Così non arriverà mai al suo obbiettivo.

La ragazza sospirò, sentendo già la disperazione diffondersi nel profondo del suo animo.

Se nemmeno i suoi Guardiani avevano fiducia in lei...

Sentì le lacrime raggiungere i suoi occhi, ma non provò nemmeno a trattenerle stavolta: a che serviva mostrare tempra e forza a quel punto?

-Lei ci riuscirà perché ha a cuore le sorti degli altri.

Yuna alzò gli occhi arrossati sul ragazzo.

-Si guardi attorno, lady Evocatrice. Crede di essere arrivata fin qui perché siete diventata una fredda e spietata guerriera? No, voi siete arrivata fin qui perché avete a cuore il destino di tutti, e come tale soffrirete per tutti equamente. A Kilika avete condiviso il mio dolore per la perdita di mio fratello più giovane. Ora spetta a me aiutarvi a reggere questo fardello, finché non avremo raggiunto la fine.

-Gabranth...- si lasciò sfuggire la ragazza, commossa, prima di cingergli il corpo con le braccia, affondando il volto nel suo petto, colma di gratitudine.


La carovana riprese la marcia, stavolta con un atmosfera più allegra.

Yuna aveva ripreso il buon umore, e camminava tranquillamente al fianco dei suoi Guardiani facendo conversazione senza problemi.

Golbez li precedeva di pochi passi, silenzioso, mentre il resto del gruppo camminava assieme, o quasi.

Kuja si era incollato morbosamente al fianco di Yuna, lanciando continue occhiate a Gabranth, proseguiva affiancato all'evocatrice dell'altro lato.

Jecht era subito dietro, sempre trasportando tutti i bagagli da solo, tagliato fuori dalla conversazione.

L'uomo era ben cosciente di non avere nessun diritto di pretendere altrimenti, dopo la sua insistenza il giorno precedente, ma non poteva evitare di sentire la sofferenza dell'essere respinto.

Mentre avanzavano, le loro orecchie ancora poco abituate alla confusione invadente dei grandi spazi popolati, individuò presto un gran trambusto avanti a loro.

-Che diavolo sta succedendo?- disse Kuja ad alta voce.

Golbez si alzò in volo quasi subito, per vedere più lontano.

Il resto del gruppo si arrestò, in attesa che lo stregone portasse loro notizie.

-Sembra che i Miliziani abbiano trovato qualcosa. Qualcosa di grosso- comunicò il gigante, atterrando -Sono accorsi in massa, c'è una gran confusione.

-Quando i Miliziani iniziano a fare così significa che ci sono guai in vista- intervenne Jecht -Forse hanno bisogno di aiuto.

-Allora avviciniamoci in fretta- decise Yuna, iniziando a correre.

Quando ormai erano a pochi metri di distanza il vociare si era fatto più vivo, mentre diversi Miliziani e chocobo si potevano identificare, intenti a correre e fermarsi attorno ad una figura indistinta.

Sembrava decisamente grossa, ma non aggressiva.

Quando furono praticamente sul posto notarono che quella forma confusa era in realtà una specie di carcassa fatta a pezzi.

La pelle era blu e marrone, e alcune zanne a terra segnalavano che aveva una dentatura molto sviluppata.

-Cos'è quella cosa!?- esclamò Kuja, ritrovandosi la lama rossa di Lightning sotto la gola.

-Di nuovo voi!?- esclamò, dopo averli riconosciuti.

-Cosa è successo?- chiese Yuna, scostando la lama con lo scettro.

-Sembra che abbiamo trovato la creatura che predava i nostri chocobo- fece con un tono rassegnato la comandante, dopo aver lanciato un occhiata a Golbez -Poco prima dell'alba un gruppo di esploratori è stato assalito in questo punto, e stavano per essere divorati assieme alle loro cavalcature quando qualcosa di molto veloce ha fatto a pezzi la bestia in pochi secondi, con degli scintillii argentei.

-Scintillii argentei? Come una lama illuminata dalla Luna?- chiese lo stregone.

-Tutti e tre raccontano la stessa versione, non abbiamo motivo di non credergli. Ma non abbiamo indizi su chi sia questo misterioso guerriero ne quali siano i suoi motivi- fece la ragazza, rinfoderando l'arma dietro la schiena.

-Ma di certo ha fatto un lavoro non da poco- osservò Jecht, fissando il corpo del mostro da vicino.

-Ehi! Non puoi avvicinarti! Quella cosa potrebbe...!- gridò Lightning, facendo per raggiungerlo.

-...Essere ancora viva, lo so. A volte le scaglie di Sin ci mettono un po a sparire- finì il veterano, senza staccare gli occhi dalla bestia.

-Ammesso che questa lo sia- mormorò Kuja.

-Guardate questi tagli- disse, invitando gli altri ad avvicinarsi -Sono, molto precisi, per essere stati inflitti al buio, e la rapidità con cui si sono conseguiti ancora più strabiliante.

-Un combattente esperto, senza dubbio- rifletté Gabranth, esaminando le ferite a sua volta -Aveva una sola arma, si può riconoscere dall'angolazione delle ferite.

-E doveva essere un arma molto sottile per infliggere questo tipo di danni- aggiunse Lightning.

-Ma molto grossa- continuò Jecht, misurando l'ampiezza dei colpi.

-Per non parlare di quanto fosse affilata e resistente- osservò Kuja, tastando la pelle del mostro -Per trapassare questo corpo non bastano le nostre lame.

Gabranth e Lightning testarono la pelle del mostro con le loro armi, senza lasciare un graffio.

Jecht calò il proprio spadone da sopra la testa, riuscendo ad infliggere una ferita profonda.

-Doveva anche essere dotato di una forza prodigiosa, per tagliarlo a metà- constatò il veterano.

-Velocità, forza, astuzia e un'arma leggendaria. Questo non è un guerriero da poco- mormorò Golbez, visibilmente preoccupato.

-Come fai a sapere che è anche astuto?- chiese Yuna, alzando lo sguardo sul freddo stregone.

-Ha colpito prima le braccia e le gambe, poi la bocca. Ha assalito il nemico quando era scoperto, probabilmente perché era distratto ad inseguire i Miliziani- spiegò il gigante.

-Questo vuol dire che era premeditato- osservò Lightning.

-O che sia molto abile a cogliere l'istante giusto per colpire- le fece eco Kuja.

-Maledizione. Questa non ci voleva, non adesso che le nostre forze sono quasi tutte in dispiego- ringhiò la comandante sottovoce, prima di rivolgersi alla truppa con ordini decisi e frettolosi: gettare la bestia dal dirupo più vicino e tornare alla base delle operazioni il prima possibile.

-Cosa sta succedendo?- chiese Yuna a Golbez, confusa.

-Lo vedrete una volta che saremo arrivati. Forza, ormai non manca molto- rispose lo stregone, incitando a riprendere la marcia.


Yuna rimase sbalordita dal dispiegamento di forze.

Era un vero e proprio esercito di Miliziani, armato fino ai denti e pienamente operativo, disposto sulla spiaggia.

Lei e gli altri erano stati indirizzati direttamente sulla scogliera dagli uomini di guardia al passaggio, secondo dirette indicazioni di Maestro Seymour.

Tutta l'Alta Via dei Funghi Rocciosi era un via-vai di messaggeri e guerrieri che portavano rifornimenti e armi, alcune anche di origine Albhed.

-Cosa diavolo ci fanno tutti questi soldati qui?- domandò Kuja, con tono lievemente preoccupato.

-Un assalto totale a Sin- rispose Seymour, apparendo da dietro un alto tendaggio bianco -Lieto che tu sia riuscito nel tuo compito senza difficoltà, Golbez.

-È stato un viaggio tranquillo, ma porto notizie importanti- rispose lo stregone, eseguendo il saluto rituale.

-Dopo, mio fido- lo congedò il Maestro -Lady Yuna, sono lieto di ricevere la vostra presenza, anche se avrei preferito farlo in condizioni più pacifiche.

-Il piacere è tutto mio, Maestro Seymour- rispose a ragazza, salutando come di dovere, imitata dai suoi Guardiani.

Tranne Jecht, che si limitò a agitare una mano verso il tipo.

-Ma posso sapere perché ha richiesto la mia presenza qui?- chiese Yuna, sempre più perplessa.

Kuja sollevò il sopracciglio, confuso.

-Non aveva detto che Yuna aveva il passaggio libero fino al tempio di Djose?- sussurrò a Gabranth.

-Aveva detto che le avrebbe fatto avere un passaggio sicuro, ma non ha specificato dove- replicò quello, sorprendendosi di come Yuna l'avesse capito da sola mentre loro ci erano cascati in pieno.

-Volevo sapervi al sicuro- rispose il Maestro -Non sia che l'eroina di Luka cada vittima del suo nemico sotto la mia sorveglianza.

-Ho udito bene?- fece una voce anziana dall'altra parte del velo bianco.

Seymour si volse appena, prima di fare segno al gruppo di entrare, scostando il velo per loro.

-Lady Yuna, Guardiani, permettetevi di presentarvi Maestro Galenth Disley- disse con cerimoniosità il mezzo Guado.

Galenth era un uomo anziano, addobbato di un lungo abito cerimoniale bianco, e un mantello viola, e li attendeva seduto su un seggio da campo, scrutando la baia davanti a lui.

-La famosa Yuna- mormorò, voltandosi verso i nuovi arrivati.

Quando scorse Jecht, il suo sguardo parve illuminarsi.

-Bene bene bene, guarda chi mi ritrovo davanti dopo tanti anni. È una giornata piena di sorprese- disse l'uomo, alzandosi in piedi e recuperando lo scettro al suo fianco.

-Galenth- disse l'ex-giocatore, senza sembrare troppo entusiasta.

-Jecht. Vecchio amico- rispose più amichevolmente l'altro, facendosi incontro al gruppo -Sembra che certe abitudini non cambino mai.

Si fermò davanti a Yuna e rispose al saluto, come di dovere.

-È un grande piacere conoscere la figlia del grande Braska. Hai ripreso molto da lui- osservò il Maestro dopo averla osservata per alcuni secondi.

-Maestri- disse Lightning in quel momento, sporgendosi da dietro la tenda -Gli uomini sono pronti. Anche gli Albhed.

Galenth si volse verso Seymour, che acconsentì con un cenno del capo.

-Date iniziò all'Operazione Mi'ihen- ordinò l'anziano uomo.

La comandante rispose con un cenno e sparì.

-Quale Operazione? Cosa state architettando?- chiese Jecht, stringendo l'impugnatura del suo spadone e tirandolo giù dal carretto.

-Sembra che i Miliziani abbiano deciso di farla finita una volta per tutte con Sin, e pensano che con la collaborazione delle macchine Albhed possano domare la forza del mostro- spiegò Galenth, dando le spalle al gruppo e avanzando verso il bordo del dirupo.

-Il piano non funzionerà. Lo sapete entrambi- disse Jecht, fissando i due Maestri con astio.

Gabranth, Kuja e Yuna si fecero da parte, intimoriti dall'aura del veterano -È un suicidio.

-Lo sappiamo- rispose Galenth -Ma glielo lasceremo fare lo stesso.

-Cosa!?- esclamò la ragazza.

-Cerchi di capire, Lady Yuna- intervenne Seymour -Se avessimo tentato di fermare questo piano spiegando che un impresa del genere fosse impossibile, crede che vi avrebbero rinunciato? No, avrebbero tentato, finché non si sarebbero scottati. Facendo così saremo in grado di evitare uno scenario peggiore.

-Non blandirla con mezze verità- intervenne Kuja, adirato, frapponendosi tra il Maestro e l'evocatrice -Quello che state facendo non è umano.

-Ma è il male minore per la salvezza di questo mondo- replicò Galenth, tornando a voltarsi verso il gruppo -Solo un Evocatore e i suoi Guardiani potranno sconfiggere Sin. Finché la gente comune non si redimerà dai propri peccati.

-Vecchio pazzo- disse Jecht, rude -Come pensate di attirare quella bestia?

Un verso bestiale risuonò nell'aria, in risposta alla domanda del veterano.

-Una Scheggia. Credete di attirarlo qui solo con quella cosa?- ghignò l'uomo, schernendo i due maestri.

-Sin accorre sempre al richiamo delle sue Schegge- replicò Golbez, che era rimasto immobile dietro al mezzo Guado.

-Bah, idioti...- replicò Jecht, scostando Galenth con una spallata.

-Jecht, cosa stai...?- fece per chiedere Yuna, ma la voce del Guardiano li zittì di colpo.

-VIENI FUORI VECCHIO MIO! LO SO CHE SEI LÌ! AVANTI, FATTI SOTTO!

Per alcuni istanti non successe niente.

Poi Sin emerse dalle acque con una possente ondata.


A\N: E qui finisce il capitolo. Per il resto dell'imminente massacro, ci sentiamo al prossimo capitolo.

DII\N: E prima che possa dirlo lui, alla prossima. Ciao.

  
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