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Autore: DanieldervUniverse    29/07/2016    7 recensioni
Yuna, l'evocatrice che si ama fin dal primo momento in cui la si incontra. Una ragazza forte e determinata, eppure sensibile e lieve come un fiocco di neve. Una ragazza che vuole salvare il mondo, impegnata in una missione suicida per fermare il demone Sin in nome di tutti gli abitanti di Spira, protetta dai suoi indomabili Guardiani. Ma chi sono questi Guardiani? Sono forse immagini scolpite nella nostra memoria, o sono spiriti erranti giunti per caso o seguendo un sogno? Mutevoli o radicati? Se i Guardiani di Yuna fossero diversi da quelli che conosciamo, sarebbe lo stesso? La storia cambierebbe?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rikku, Yuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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A\N: Ed eccomi puntualissimo a proseguire la mattanza.

DII\N: Non avevamo dubbi.


L'immensa forma della creatura si stagliò di fronte a tutti i presenti, minacciosa e imponente.

Yuna ebbe un sobbalzo, a vedere il mostro ergersi di fronte a lei per la prima volta.

Era davvero Sin.

-Che abbiamo fatto?- sussurrò, indietreggiando di un passo.

-Sei venuto eh!?- gridò ancora Jecht, anche se meno esuberante.

-Incredibile- disse Seymour, con voce piatta -Lord Jecht è riuscito ad attirare il mostro con il solo suono della sua voce.

-Che l'epurazione cominci- proclamò solennemente Galenth.

-No! Kuja fermali!- gridò la ragazza, al che il mago scattò verso i Maestri, trovandosi la strada sbarrata da Golbez.

-Non posso lasciartelo fare, è troppo pericoloso- disse lo stregone.

-Me ne infischio del pericolo! Quelle persone non meritano di morire, non glielo permetterò!- gridò il giovane, preparandosi ad aprirsi la strada con unghie e denti.

-Lascia perdere ragazzo, è inutile!- gridò Jecht -Sono tutti uomini morti ormai!

-Come puoi dire questo?- esclamò oltraggiato Gabranth, mettendo mano alle lame, pronto a difendere l'Evocatrice fino alla morte.

-Sono tutti morti nel momento in cui ho chiamato Sin qui! Vecchio bastardo ubriacone!- continuò il gigante, agitando il pugno verso la bestia.

Un grido di guerra si sollevò dalla spiaggia sottostante, mentre una carica di Miliziani a cavallo di chocobo balzava in avanti contro le Scaglie che stavano guadagnando la riva.

-No! No! Fermi!- gridò Yuna, correndo avanti, ma un ruggito la fece arrestare, mentre la Scheggia che i Maestri avevano catturato in precedenza atterrava con violenza sul pianale, libera.

-Maledizione!- esclamò Galenth.

-Yuna!- gridò Kuja, raggiungendo il fianco della sua evocatrice.

-Lord!- gridò nel contempo Golbez, andando ad affiancarsi al mezzo Guado.

L'altro Maestro colse l'occasione per defilarsi.

-Sir Jecht!- esclamò Yuna, mentre si preparava ad evocare Valefor -Che cosa aspetta!?

Ma l'uomo la ignorò, limitandosi a sfidare Sin ancora una volta.

-Coraggio vecchio mio! Non farti attendere! Io sono qui! Fatti sotto!

Sin emise un verso scomposto, quasi un lamento prima di scatenare una temibile onda d'urto che accecò i presenti.


Il rumore della pietra che si sgretolava richiamò la sua mente fuori dall'oblio.

La prima cosa che Yuna avvertì fu il dolore, tutto il corpo che vibrava in protesta.

Poi realizzò che qualcosa di molto grosso si stava muovendo poco lontano da lei.

Un improvviso ruggito di dolore la fece voltare di scatto, ritrovandosi la Scheggia di Sin a pochi passi.

La creatura era visibilmente ferita, ma non dalla forza del suo creatore, e cercava di restare in equilibrio sul terreno martoriato.

Un fulmine si schianto su una delle protuberanze palmate che si protendevano dal torace, facendola a pezzi; la creatura arretrò, riuscendo a non cadere, prima di rispondere con un ruggito.

Sul quello che sembrava il bacino spuntava una bocca formata da tre protuberanze, come un insetto, che riversò un onda di energia oscura verso l'attaccante, che Yuna non poteva vedere.

Tuttavia la forza della Scheggia era più devastante di quello che aveva previsto, e vide l'energia oscura prossima a travolgerla, prima che il corpo di Seymour potesse frapporsi, evocando uno Shell per difendersi dalla forza del nemico.

Quando l'ondata passò, il Maestro crollò in ginocchio, ferito dall'ondata devastante e indebolito dall'onda d'urto di poco prima.

-Lady Yuna... trovi un riparo- ansimò il mezzo Guado, risollevandosi a fatica.

-Maestro Seymour!- esclamò invece la ragazza, vedendo lo stato del ragazzo.

-Ritiratevi. A questa bestia posso provvedere io- disse Golbez, la rabbia nella sua voce percepibile dal tono basso e profondo.

Lo stregone atterrò di fronte al mostro, apparendo illeso, la sua armatura senza neanche in graffio, ergendosi come un muro a difesa dei due.

-Torna nell'abisso da cui sei nato, demone- minacciò il gigante, scagliando un Firaga contro il nemico.

La Scheggia venne travolta in pieno, e un possente gridò di dolore lasciò la sua bocca.

L'istante successivo la creatura caricò in avanti con una rapidità imprevista, scagliando lo stregone da parte con un solo colpo di una chela.

Quindi abbatté tutta la propria rabbia contro Yuna e il Maestro, ma quest'ultimo dimostrò un impareggiabile forza fisica reggendo l'urto a mani nude.

-Lady Yuna, si ritiri. Trovi i suoi Guardiani e si allontani da questo posto maledetto- la incitò a denti stretti il mezzo Guado.

Yuna indietreggiò, titubante, il dolore ai muscoli ancora percepibile.

Il suo scettro era disperso da qualche parte, e non sarebbe mai riuscita a trovarlo; il numero di possibilità che aveva di poter fare qualcosa calavano a mano a mano che realizzava la situazione.

La spiaggia era stata interamente spazzata via, e l'assenza di grida di guerra sottolineavano la distesa di morte che la circondava.

Kuja, Gabranth e lo stesso Jecht erano spariti nel nulla, forse morti, forse sommersi dalle macerie.

Golbez si risollevò, grugnendo di dolore mentre sfilava un pezzo di pietra da sotto l'armatura.

Yuna corse al suo fianco, di riflesso, ma il gigante la respinse.

-Non insistere ragazza. Non puoi fare niente al momento. Questa bestia non sarà sconfitta a meno che tu trovi aiuto- le spiegò, con voce calma.

Un gemito di dolore fece voltare i due, mentre il Maestro andava ad abbattersi poco lontano.

-Non sprecare inutilmente i tuoi talenti. Vattene finché...

-Talenti!- esclamò Yuna, realizzando -Golbez presto, trova il mio scettro!

-Cosa?- fece il gigante, colto alla sprovvista.

-Muoviti!- lo incitò Yuna, fissando la Scheggia che avanzava verso di loro, rallentata dal terreno irregolare ma pur sempre velocemente.

Fortunatamente lo stregone richiamò lo scettro della ragazza appena in tempo, come aveva fatto allo stadio, e lei lo prese al volo, evocando Ifrit per il rotto della cuffia.

L'Eone emerse dalla terra come una furia, piombando diretto sula bocca della creatura e straziandola senza pietà con gli artigli e le fiamme.

Il nemico indietreggiò, infuriato, agitandosi con ferocia paragonabile a quella dell'avversario, pestando il terreno con violenza.

Yuna credette quasi che Ifrit sarebbe riuscito a rovesciare il mostro, ma la Scheggia era come impazzita, dimenandosi con forza incredibile, fino ad abbattere l'Eone a terra e a schiacciarlo con il proprio corpo.

La ragazza usò un Curaga su se stessa, cercando di rimettersi in sesto, mentre i suoi occhi vagavano sul campo di battaglia alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli, visto che nemmeno la forza di un Eone poteva tenere testa a quella bestia.

Mentre Ifrit ruggiva di sfida, scagliando una potente fiammata alla Scheggia, e mentre questa lo teneva bloccato a terra con le innumerevoli zampe da insetto, Yuna scorse una via d'uscita: durante lo scontro la Scheggia non si era accorta di essersi avvicinata alla scarpata.

Approfittando del fatto che Golbez si era allontanato da lei per soccorrere Seymour, Yuna scattò in avanti, congedando Ifrit per attirare su di se l'attenzione del mostro.

Quello, ritrovandosi improvvisamente a mordere aria, si volse, cercando una nuova preda, e Yuna gli passò proprio sotto il naso puntando dritta al precipizio.

-Lady Yuna!- le gridò dietro lo stregone, facendo per intervenire quando ormai era troppo tardi.

L'evocatrice balzò oltre il bordo, proiettandosi in cielo, mentre il terreno sotto i piedi della Scheggia franava, trascinando il peso della bestia con se.

Fiduciosa della suo successo, Yuna evocò Valefor, che la prese al volo, puntando in alto verso i cieli.

Ma invece l'Eone venne strattonato all'indietro con un rauco grido di dolore.

La ragazzi si volse, e vide una seconda bocca, che non aveva notato precedentemente, in cima al corpo della creatura stringere ferocemente la “coda” di Valefor.

L'Eone gemette una seconda volta mentre veniva scagliato da parte, sbalzando Yuna dalla sua schiena e lasciandola precipitare verso terra senza pietà.

Non era una caduta molto lunga, ma la disposizione delle fauci della Scheggia spalancate sotto di lei non garantivano una sorte lieta.

Stava accadendo tutto troppo in fretta.

Un minuto prima stava salvando delle vite, combattendo una bestia abbastanza forte da mettere in difficoltà due degli uomini più potenti che avesse mai incontrato, l'istante successivo stava cadendo vero una presumibile morte.

Yuna si ritrovò a chiedersi a cosa pensasse una persona nei suoi ultimi istanti di vita.

Amici? Familiari? Amanti?

Sorprendente percepire tutto questo in una frazione di secondo.

Quella frazione che trascorse prima che una gigantesca mano artigliata potesse afferrarla.

Una figura bianca e pelosa l'accolse in grembo, raggiungendo la parete scoscesa del precipizio in un lampo, per poi darsi una spinta e atterrare sulla sabbia, fuori dalla portata del mostro, che si schiantò a terra con violenza, venendo sommerso dalle rocce pochi istanti dopo.

Yuna non ebbe tempo di registrare quello che le accadeva intorno prima che con un sobbalzo potesse toccare a terra, protetta dalle braccia del suo salvatore.

Avanzarono per alcuni metri, lasciando un profondo solco sul terreno sabbioso, fino a fermarsi con un ultimo scossone.

La ragazza rotolò fuori dalla presa dello sconosciuto, annaspando e cercando di dominare il tremore delle sue membra.

-Tutta intera?- fece una voce maschile, attutita alle orecchie della ragazza.

-Si, sto bene- rispose lei, alzando lo sguardo.

Cid Raines le stava rivolgendo due occhi quasi colmi di terrore, la peluria sul suo corpo rizzata e la trasformazione quasi completa.

Era appoggiato sul gomito destro, nell'atto di rialzarsi, i pantaloni armati della divisa dei miliziani ancora intatti nonostante il busto fosse interamente scoperto.

La bocca di Yuna si spalancò mentre i suoi occhi si dilatavano per la sorpresa.

-P-p-papà...?- balbettò imbambolata.

Il ruggito della Scheggia risuonò nell'aria, facendo voltare l'uomo all'istante, mentre lo sguardo della ragazza rimase fisso sul volto del genitore adottivo.

Cid le lanciò una sguardo incerto, prima di scattare in piedi.

-Tu resta qui- le ordinò, puntandole il dito contro, prima di ruggire a sua volta all'indirizzo del mostro, balzando all'attacco.

Yuna seguì i suoi movimenti, per quanto possibile, osservandolo mentre assaliva il nemico ad artigli sguainati.

La bocca più in alto venne colpita con violenza al primo passaggio, facendo incespicare la creatura già duramente ferita.

Quindi l'uomo tornò alla carica, staccando le mandibole via dal resto del corpo a mani nude.

Quando ormai il demone sembrava vinto, Cid calò con rabbia un ultima artigliata contro la bocca inferiore, strappando un ultimo, lamentoso, grido al mostro, che crollò sui detriti mentre il combattente rotolava via da sotto la massa del nemico.

Nello stesso istante un possente scoppio risuono nell'aria, seguito da uno schiocco elettrico.

Yuna distolse lo sguardo dal genitore adottivo, voltandosi verso l'entrata della baia e vedendo la presunta Macchina Albhed scatenare una possente scarica contro Sin, venendo respinta da uno scudo invisibile attorno al corpo della creatura.

Quasi a liberarsi di un fastidioso prurito, il demone reagì scrollandosi appena, scatenando un potente raggio di energia che disintegrò la Macchina, riducendola in polvere assieme ai suoi occupanti.

-Yuna!- gridò Cid, raggiungendola e tirandola via per un braccio -Qui non è sicuro, allontaniamoci!


Kuja riprese i sensi poco a poco, sentendo la sua mente esitare e il suo corpo dolere.

No ricordava molto dopo l'onda d'urto, solo di essere stato accecato fino a svenire.

Non era nemmeno più sulla roccia, ma su qualcosa di caldo e granuloso... sabbia.

Aprì gli occhi a fatica, trovandosi sulla spiaggia, senza niente attorno.

Poi udì un gemito al suo fianco, e abbassando gli occhi vide Gabranth, riverso sul terreno.

Di Yuna e Jecht nessuna traccia.

Reggendosi la spalla destra, Kuja si sollevò da terra, le gambe malferme ma già in grado di sostenere il suo peso.

Non vedeva quasi nessuno in giro: dei Miliziani che fino ad un istante prima del suo svenimento avevano affollato la spiaggia con grida di battaglia e orgoglio non era rimasto niente.

O forse erano diventati parte di quella stessa sabbia su cui stava camminando.

Il senso di repulsione che gli salì alle labbra venne respinto a malapena.

Senza tante cerimonie diede un colpetto al fianco di Gabranth con un piedi, spingendolo a riprendersi.

Dopo qualche tentativo il giudice finalmente si riebbe, mugugnando e gemendo.

-Oh Yevon... Kuja, dove siamo...?

-Sulla spiaggia, credo- rispose quello, tornando a scrutare l'ambiente.

-Maledizione... Yuna- disse il guerriero, riuscendo a rimettersi in piedi -Dobbiamo trovarla.

-Pienamente d'accordo- replicò il mago, mettendosi in marcia verso la sua destra.

Se non ricordava male i punti cardine, erano stati scagliati più in là rispetto alla loro posizione originaria.

La curva della baia, ora deserta, dimostrava quale direzione perdere.

Poi un grido animalesco seguito da un violento schianto contro la roccia, fece sobbalzare i due, che in comune accordo iniziarono a correre verso la fonte del suono.

Si avvicinarono rapidamente, cogliendo distinte frasi di minaccia, espresse con rabbia e furore, finché, superando un masso franato, i due non si ritrovarono davanti Maestro Galenth appeso alla parete da un artiglio di Cid Raines, mentre Yuna cercava di trattenere il proprio padre.

-IO TI AMMAZZO MOSTRO! TE LA FACCIO PAGARE PER TUTTI LORO!

Kuja rimase a fissare i due incredulo, mentre Gabranth avanzò immediatamente contro l'uomo più giovane, in soccorso della sua evocatrice.

Un fulmine si abbatté a poca distanza dal gruppo quietando gli animi mentre Golbez si faceva avanti affiancato da uno zoppicante Seymour.

-Cos'è tutto questo trambusto, Generale?- chiese il mezzo Guado, rivolgendosi a Cid.

-Osi chiedermelo, viscido verme?- sibilò questi, lasciando scivolare l'altro Maestro a terra.

Gabranth l'afferrò per il polso dell'altra mano, mentre Golbez si spostava in avanti a difesa del proprio protetto.

-No fermi! Non combattete, basta combattere!- esclamò Yuna, con le lacrime agli occhi -Papà ti prego.

Gabranth, colto alla sprovvista, lasciò andare il braccio dell'uomo, indietreggiando di un passo.

Cid abbassò il proprio sguardo assassino sul volto della figlia, prima di ritrarre i propri artigli e rilassare i muscoli.

-Lo faccia arrestare, Maestro Seymour- disse Galenth, risollevandosi a fatica -Ha osato alzare le sue mani contro un Maestro di Yevon...

L'istante successivo l'anziano uomo era a terra, la parte sinistra del volto segnata dai graffi del generale.

-Si trattenga dal provocare quest'uomo Galenth. Non posso garantire per lei- rispose Seymour, velenoso.

Kuja ebbe un sobbalzo, ricordando come l'altro li avesse abbandonati alla Scheggia appena gli era stato possibile.

Nonostante non fosse in grado di comprendere quanto stava succedendo, un lieve sorriso di compiacimento sfuggì alle sue labbra.

-In quanto a voi, Sir Raines- continuò il Maestro, enfatizzando il titolo -Credo vogliate prendere congedo immediato dal corpo dei Miliziani...

-Se pensa che io lascerò i miei uomini...!

-È inutile combattere battaglie perse in partenza, pivello- intervenne Jecht.

Kuja si volse alla sua sinistra, ritrovandosi affiancato dal bruto, sopraggiunto senza che nessuno se ne accorgesse.

-Credo che nessuno qui voglia approfondire la conoscenza, dico bene?- proseguì calmo l'uomo.

-Non del tutto- rispose sorprendentemente Seymour, facendosi avanti -Per quanto rechi in me la vergogna di questo massacro non posso rinunciare ai miei doveri. Che voi lo crediate ancora o no, gli Evocatori e la chiesa di Yevon devono collaborare per il bene di Spira. Ritengo che sia di vitale importanza non perdere fiducia gli uni negli altri, quindi vi sarei molto grato se accetterete di visitare la mia gente quando passerete...

-Con quale faccia tosta- minacciò Cid, spingendo Yuna dietro di se, mentre Seymour si limitava ad osservare impassibile.

-Rilassati pivello- intervenne nuovamente Jecht, dando una pacca alla spalla dell'altro -Non è a te che si rivolgeva.

Gli sguardi di tutti andarono a posarsi su Yuna, immobile tra i due uomini.

La ragazza inspirò, prima di farsi avanti, solenne.

-In nome del bene di Spira, io accetto il vostro invito, Maestro Seymour- dichiarò.

-Bene. Spero non...

-Avete altre richieste da farmi?- lo interruppe lei, fredda.

Il mezzo Guado rimase un instante interdetto, prima di eseguire il saluto rituale di commiato.

-A tempo debito, per ora non ho altro da chiedere. Adesso devo occuparmi del rituale e rispedire queste povere anime dove appartengono, e voi dovete riprendere il viaggio.


A\N: E qui finisce l'arco di Mi'ihen, passiamo in fretta oltre. Alla prossima. Ciao.

  
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