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Autore: Francy_Kid    31/07/2016    5 recensioni
~Sequel di "Amour masqué"~
Sono passati quattro mesi da quando Chat Noir ha svelato la sua identità segreta a Marinette. Malgrado i due stanno insieme da tutto quel tempo, una vecchia conoscenza si ripresenta, minacciando il loro rapporto e le loro vite.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 15

 

Chat entrò cautamente nel capannone abbandonato, ignorando la puzza di muffa e di ruggine che aleggiava attorno a lui.

Il sole stava per tramontare e la luce iniziava a diminuire. Per fortuna aveva la vista notturna e riusciva a distinguere gli oggetti, e le persone, anche quando sarebbero calate le tenebre.

"Questo gioca a mio favore." pensò il felino, raddrizzando le orecchie, pronto a cogliere il minimo rumore.

Non passò molto che sentì una flebile voce chiamarlo; il ragazzo si voltò a destra, da dove proveniva la voce, riconoscendone immediatamente la proprietaria.

«Mari!» esclamò, correndo verso di lei. «Dimmi che non ti hanno fatto niente di male.» aggiunse, slegando le corde attorno alle caviglie e notando le abrasioni, per fortuna, non molto gravi.
«Chat... Scappa... Papillon è...»
«Che bel quadretto.» applaudì ironicamente Papillon, sbucando alle spalle della corvina, ma non facendo muovere l'eroe, che provò a liberarle i polsi. «Chat Noir che viene a liberare una ragazza qualsiasi.»
«Marinette non è una ragazza qualsiasi.» ringhiò il biondo, costretto ad allontanarsi di poco da lei, lasciando le corde per assumere la posizione d'attacco.
«È vero: lei è speciale. Non è forse così, Marinette?» chiese l'uomo, chinandosi accanto all'orecchio delle corvina e sistemandole un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

La ragazza non rispose, incapace di muoversi e di parlare.

«Stai lontano da lei!» urlò il felino, stringendo il bastone tra le mani.
Il nemico ghignò: «Non ti sei ancora chiesto perché la tua compagna non si è ancora fatta viva?» chiese provocatorio, non allontanandosi dall'ostaggio.
«Te lo ripeto per l'ultima volta: stai lontano da lei.»
«Ti dirò: Ladybug è qui, solo che non può aiutarti.» continuò Papillon, facendo girare il bastone nella mano libera, per poi puntarlo a terra, provocando l'eco nel capannone.
«Se fosse qui ti avrebbe già preso a calci nel sedere.» ribatté Chat, chiedendosi realmente il perché Ladybig non era ancora venuta.
«Tu dici?» l'uomo si piego ancora accanto alla ragazza. «Digli che non puoi toccarmi, oppure dovrà subirne le conseguenze, Ladybug.»

Marinette non rispose, evitando di guardare negli occhi Chat, che cercava una risposta.

«Mari, che sta dicendo?»
«Lei è Ladybug.» rispose Papillon, giocando con una ciocca di capelli. «Te l'ha tenuto nascosto per quasi un anno. Un anno di lotte assieme e lei non aveva abbastanza fiducia in te per dirti chi in realtà è.»

Il biondo rimase senza parole nell'udire quella frase; certo, chi parlava era Papillon, ma questa era una possibile risposta che gli era già passata per la mente parecchie volte.

Senza contare il fatto che lui le aveva rivelato chi era, mettendo così in pericolo se stesso e lei, per un capriccio amoroso.

Se Marinette era Ladybug, significava che era sempre stato innamorato della stessa ragazza per tutto quel tempo, mettendo in dubbio i suoi sentimenti per la sua compagna di lotta mentre era la sua compagna di classe.

La testa iniziava a fargli male: troppe domande senza risposta; troppo tempo passato a chiedersi se i suoi sentimenti erano ricambiati, senza sapere che, in effetti, lo erano.

«Non è vero che non ho fiducia in lui!» sbottò Marinette, attirando l'attenzione di entrambi su di lei, versando qualche lacrima. «Chat, io non ti ho mai rivelato chi sono perché avevo paura. Paura che la ragazza sotto la maschera potesse deluderti e che non fosse mai abbastanza per te.»
«Mari...»
«Ora basta parlare! Dammi il tuo Miraculous Chat Noir e non torcerò nemmeno un capello alla tua compagna.» ringhiò secco l'uomo, puntando il bastone verso l'eroe.

Il felino non riusciva a non staccare gli occhi da Marinette: era ancora troppo sconvolto anche solo per pensare a cosa fare, ma sicuramente non si sarebbe arreso senza lottare.

«Marinette può anche essere Ladybug, ma io non ti lascerò prendere i nostri Miraculous senza combattere!» esclamò, facendo roteare tra le mani il suo bastone, mettendosi in posizione d'attacco.
«Oh, è così? In effetti ho sempre desiderato vederti all'opera senza il tuo capo che ti comanda a bacchetta.»

Il felino ringhiò, mostrando i denti, lanciandosi contro Papillon, ignorando le urla di Marinette di fermarsi.

"Noi siamo una squadra, Marinette, ed io ho promesso di proteggerti anche a costo della vita." pensò, saltando in aria e portando l'arma dietro la testa, caricando il colpo.

Senza rendersene conto, appena prima di colpire il suo bersaglio, si trovò a terra, tenuto fermo da Volpina, che torreggiava sopra di lui trattenendogli braccia e busto.

«Scusami Papillon, ma anch'io vorrei vendicarmi sui due eroi.» ghignò la volpe, puntando la punta del flauto alla gola del biondo.
«Divertiti, l'importante è che mi lasci il Miraculous.»
«Spero che il sangue non ti disturbi, perché ne sarà ricoperto quando te lo darò.» ghignò la ragazza, divertita dallo sguardo arrabbiato della sua preda.

Ancora più divertita dal fatto che i suoi occhi verdi mostravano la paura.

«Tu occupati di Chat, io penso a Ladybug.» disse l'uomo, posando una mano sulla spalla della corvina, che s'irrigidì, non staccando gli occhi da Chat.

Volpina scambiò uno sguardo con Marinette, per poi tornare a guardare il ragazzo, ridacchiando: «Guarda come ha paura. Sai una cosa? –domandò, rivolgendosi al biondo– Lei non ha paura per se stessa, ma è spaventata da quello che potremmo fare a te.»

Anche Chat aveva paura per lei, non gli importava di se stesso, l'importante era che lei non si facesse male; l'unica cosa da fare ora era lottare per riottenere la libertà e sconfiggere una volta e per tutte Papillon.

Il biondo, dopo aver dato uno dei suoi soliti sorrisi sghembi alla nemica, premette un pulsante sul bastone, che lo fece allungare fino a colpirle la mano con cui reggeva il flauto, facendoglielo cadere; la mora di spostò per recuperarlo, lasciando così la possibilità all'eroe di liberarsi e attaccarla.

Corse verso di lei, mentre gli dava la schiena, volendola colpire con un calcio, ma Volpina sparì in una nuvola di fumo arancio, lasciando il felino a bocca aperta.

«È vero: lei può creare delle illusioni.» sussurrò a se stesso, riassumendo la posizione d'attacco.
«È comunque troppo tardi.» rise la ragazza, sbucando dal nulla, pronta per colpirlo con un pugno, ma quando Chat la toccò con il bastone essa sparì, ma quella vera lo colpì alla schiena con un calcio, mandandolo a terra e facendogli scivolare il bastone di mano.

«Non vale attaccare alle spalle.» disse il biondo, rialzandosi in men che non si dica. «Se fossi in te sarei più corretto.»
«La volpe è un animale furbo, non è fatto per la correttezza.»

Volpina si fiondò contro di lui, colpendolo più volte con il flauto, ma Chat fermò gli attacchi con le braccia, ignorando il dolore che aumentava ogni volta che veniva colpito.

Appena prima di venire colpito, il felino afferrò l'arma di Volpina, tirandola verso di sé e graffiando la con gli artigli all'addome, ma la mora rise, trattenendo una smorfia di dolore: «È tutto qui quello che sai fare? Credimi, questo non basta per salvare la tua dolce metà.»

La volpe attaccò nuovamente il ragazzo con il flauto, che lo afferrò per una seconda volta: «Lila, perché lo stai facendo?» chiese volendo, in qualche modo, convincerla a combattere dalla sua parte.
«Vendetta: prima Ladybug mi ha fatta vergognare di fronte al ragazzo che amo, poi Marinette me l'ha soffiato da sotto il naso e, per uno scherzo del destino, scopro che i supereroi di Parigi sono niente meno che i due innamorati. Quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: dopo che ebbi scoperto anche la tua identità, mi ero stupita del fatto che tu non sapessi chi si celava sotto la maschera di Ladybug, mentre lei sapeva chi eri. Non era affatto equo. Quando sono tornata ad essere Volpina ho promesso al mio padrone che avrebbe preso i Miraculous di Ladybug e Chat Noir e, da quanto vedo, manca poco al compimento del suo volere.» spiegò la ragazza, riuscendo a strappare il flauto dalle mani di Chat per colpirlo, ma lui schivò nuovamente, saltando all'indietro e recuperando, così, il suo bastone.

Fu la volta del biondo lanciarsi contro la sua nemica, dando inizio ad uno scambio di colpi con le due armi: se il felino affondava o attaccava, l'altra parava e viceversa.

Serbava uno scontro senza fine.

«Lila, torna ad essere la ragazza di sempre. Sarai comunque mia amica.» tentò di convincerla, ma Volpina digrignò i denti.
«Io non voglio più essere tua amica.» ringhiò. «Io volevo essere di più per te, ma hai preferito un'altra al mio posto ed ora devi subirne le conseguenze.»

La volpe attaccò per l'ennesima volta Chat, che parò il colpo con il bastone facendolo incrociare tra loro, per poi spostarlo a lato e facendo lo sgambetto alla mora, che cadde di schiena a terra.

«Se tutte le ragazze che ho rifiutato l'avessero pensata come te allora avrei una bella gatta da pelare.» esclamò, immobilizzando Volpina a terra, che digrignò i denti, ammiccandole. «Sembra che le posizioni si sono invertite.»
«Tu e le tue battute.» sputò, colpendolo sulla guancia.

La ragazza riuscì a liberarsi –non tanto facilmente– calciando e colpendo agli arti l'eroe, rimettendosi in piedi e in posizione d'attacco, cercando con lo sguardo il suo flauto, che individuò a circa una decina di metri di distanza.

«Sembra che tu non possa nulla senza il tuo strumento.» la schernì il biondo, asciugandosi la saliva dal viso, prendendo respiri profondi.
«E tu mi sembri già stanco, gattino.» ridacchiò Volpina. «Tu sarai il più forte, ma io sono la più furba.»

La mora si alzò in volo, ghignando al suo avversario, dirigendosi verso di lui e afferrarlo sotto le braccia, alzandolo da terra, lasciandolo sorpreso.

«Lasciami andare!» si agitò, cercando di liberarsi.
«Cosa c'è gattino? Non ti piace volare? Allora ti rimetto subito a terra.»

La ragazza accelerò, dirigendosi verso un mucchio di residui di ferro arrugginito lanciandogli contro il felino che, dopo aver colpito violentemente terra, venne sotterrato da essi.

Dall'altro lato del capannone, Marinette fissava la scena con le lacrime agli occhi, sentendo mancarle un battito quando udì Volpina ridere e vide la mano del suo partner, che avanzava dai detriti, restare immobile.

«Chat!»

 

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*sbuca dalla sabbia con scottature sulla schiena e sulla faccia, con tanto di secchiello e paletta*

Hello! E dopo una settimana al mare, passata tra giochi, bagni e giochi, sono tornata con un nuovo capitolo :)

La battaglia tra Chat e Volpina è appena iniziata e sembra che il nostro eroe sia già K.O.

No, non sono crudele :3

Ci si vede con il prossimo capitolo :)

La battaglia non è ancora finita ;)

Francy_Kid

  
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