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Autore: Kira Eyler    01/08/2016    3 recensioni
[Storia MODIFICATA e RISCRITTA]
[SOSPESA causa motivi spiegabili in MP. Scusatemi tanto.]
Dopo la sconfitta di Cell, sulla Terra la vita procede serena, tra lavoro, scuola, famiglia e uscite con gli amici o con il gruppo.
Tuttavia, fino a quando si può vivere tranquilli se il destino di una persona normale si intreccia con quello di un potente e malvagio demone, che si nutre di odio e di tristezza? D'altra parte, non si può essere sempre felici...
"[...]Calipso uggiolò, dagli occhi azzurri cominciarono ad uscire delle lacrime cristalline; non si accorse nemmeno di star indietreggiando lentamente, passo dopo passo.
Arrivò alla fine della superficie della roccia su cui si trovava e con una zampa posteriore toccò il vuoto: subito, scivolò; invano fu il tentativo di risalire sulla roccia contando solo sulle zampe anteriori e cadde. Quella volta, non ci fu nessuna barriera a salvarla.[...]"

Una nuova avventura, composta anche da amori, delusioni e tradimenti, attende i Guerrieri Z. Riusciranno a riportare la pace sulla Terra anche questa volta?
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bulma, Gohan, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: 18/Crilin, Bulma/Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo di passaggio <3

Inizio dei guai

-Io sono Akemi Yamamoto!- esclamò felice la ragazza dai capelli castani, chiudendo gli occhi.
Bulma ritirò la mano e cercò di presentarsi a sua volta, anche se quelle due già la conoscevano. Tuttavia, riuscì solo a dire “Io sono...”, poiché Akemi la interruppe continuando per lei.
-Bulma Brief, lo sappiamo! Siete la scienziata più famosa del mondo e anche la persona più ricca! Beh, più ricca non saprei, esistono al mondo re e regine che potrebbero essere più ricche di lei- iniziò a parlare la ragazza, sotto lo sguardo supplichevole dell’amica che le chiedeva di smettere di parlare.
Bulma sbatté ripetutamente le palpebre con un sorriso forzato sul volto: cavolo, quanto era logorroica quella ragazza! Non la smetteva più di parlare ed era ancora sulla soglia della porta. La turchina però non la stava più ascoltando, concentrandosi sulle valigie che le giovani portavano: da quel che sapeva, le due sarebbero dovute rimanere a casa sua solo di giorno e quindi le valigie non erano necessarie.
Squadrò di nuovo la biondina, che se ne stava affianco all’amica con le mani davanti agli occhi per la vergogna: non riusciva a far zittire Akemi in nessun modo e si stava vergognando da morire per la figura. Fu allora che trovò un modo che, forse, avrebbe fatto zittire Akemi.
-Come si chiama la tua amica?- chiese, con un tono di voce abbastanza alto da sovrastare quello di Akemi.
-Ah, già!- disse Akemi schioccando le dita, ricordandosi solo ora di dover presentare l’amica. Si grattò la nuca e continuò: -A volte sono troppo chiacchierona. Comunque, il suo nome è Carolyn Lewis, viene dall’Inghilerra-
Strinse a sé l’amica con un braccio, mentre Bulma le guardava intenerita: si vedeva che si volevano molto bene! Carolyn, però sembrava abbastanza a disagio, tanto che iniziò a ridere in modo piuttosto nervoso; Akemi, allora, si staccò da lei e si rivolse nuovamente alla turchina.
-Per noi, però, sarà solo ‘Lyn e io solo Ake’.- concluse, per la gioia di Bulma.
Astralia, rimasta tutto il tempo affianco a Trunks, le stava squadrando insistentemente: non si spiegava il perché, ma aveva un brutto presentimento su una di loro. Mentre Bulma chiedeva alle due il perché di quei bagagli, facendole accomodare in casa, lei decise di azionare una sua tecnica per scoprire se quel presentimento aveva fondamenta o no: dopotutto, era possibile che le ricordasse un’umana che aveva visto in uno dei suoi viaggi sulla Terra anni fa e che si era comportata da persona cattiva.
Osservò Trunks, che guardava la madre parlare con le due, e poi le tre donne: nessuno stava prestando attenzione a lei, quindi poteva procedere. Indietreggiò di qualche passo e il suo occhio giallo brillò, creando man mano sempre una luce più forte: quindi, puntò l’occhio illuminato sulle due. I corpi erano una sagoma bianca, mentre il resto dell’ambiente circostante giallo; la sagoma del corpo di Akemi aveva però qualcosa che non andava: al suo interno si potevano intravedere delle sfere violastre.
“Come pensavo” pensò la lupa bianca, mentre la luce che emanava l’occhio giallo andava ad affievolirsi, “Quella ragazza ha in sé dell’energia negativa”.
-Dovete dormire qui!?- esclamò d’improvviso Bulma, risvegliando Astralia dai suoi pensieri. La turchina sembrava preoccupata ed infatti temeva che quelle due rispondessero nuovamente di “sì”.
Akemi annuì e assunse un’espressione dispiaciuta: le labbra le si incurvarono all’ingiù e unì le mani sugli aderenti jeans azzurri. Poi parlò: -Veniamo da una città molto lontana e quindi pensavamo di “trasferirci”- mimò le virgolette con le mani -qui. Dovevamo dirvelo prima, ma non è un problema... vero? Tanto siete ricca!- riprese il suo sorriso, alzando le mani unite al petto.
Bulma si morse il labbro inferiore: certo che era un problema! Con lei aveva Astralia e già la lupa portava con sé moltissimi problemi. Non poteva tenere anche le due ragazze anche a dormire da lei! Tuttavia, non poteva essere scortese: Akemi e Carolyn cercavano un lavoretto per pagarsi così la gita di fine anno, e lei aveva accettato di aiutarle; non poteva dire di no solo perché aveva un lupo in casa. Guardò Astralia per un secondo e poi, forzando un sorriso, rispose annuendo.
Akemi afferrò saldamente i suoi bagagli e corse verso le scale della casa, mentre l’amica la guardava con aria di rimprovero poco prima di seguirla. Appena Akemi vide la lupa dal manto bianco le si gettò vicino, iniziando a guardarla con gli occhi che le luccicavano: non aveva mai visto un animale che l’attirava tanto e adorava quegli occhi bicolore. Iniziò ad accarezzarla ancor prima che Astralia se ne rendesse conto, impegnata com’era a capire perché Akemi avesse in sé dell’energia negativa.
Carolyn, invece, rivolse un sorriso intenerito al bambino, che ricambiò il gesto.
Le due ragazze portarono le valigie nella camera che Bulma aveva loro “offerto”: Akemi aveva pregato per avere una camera matrimoniale, poiché voleva dormire affianco all’amica e abbracciarla quando l’aria invernale diventava più gelida; inutile dire che Carolyn, a tale affermazione, era diventata rossa come un peperone. La turchina aveva così accontentato Akemi, dandole una grande camera con un letto matrimoniale.
Le fanciulle furono così lasciate sole a disfare i bagagli, mentre Bulma cercava Astralia con lo sguardo per dirle che non conosceva le intenzioni delle amiche, tuttavia, fu la lupa bianca a trovare lei: le si precipitò vicino come una furia appena la vide scendere le scale, facendo quasi cadere il bambino affianco a lei.
-Bulma!- disse, fermandosi davanti a lei, con le zampe anteriori appoggiate su un gradino della rampa di scale -Devo dirti una...-
-Lo so!- la interruppe la donna, scendendo le scale. Prese in braccio suo figlio e osservò la lupa con le labbra incurvate all’ingiù.
Astralia pensava davvero che Bulma avesse capito ciò che lei stava cercando di dirle, ma dovette ricredersi quando Bulma si scusò con lei per il fatto delle due giovani che dovevano dormire in casa sua. La donna le si avvicinò e continuò a parlare, dicendo che non sapeva assolutamente niente delle intenzioni delle due fanciulle e che Akemi aveva deciso di “trasferirsi” da lei senza nemmeno avvertirla.
“Poco male” fu subito il pensiero di Astralia, annuendo alle parole della turchina, senza dire dell’energia negativa vista in Akemi, “Potrò tenerla d’occhio meglio”.
Quando finirono di sistemare le loro cose, le due amiche corsero da Bulma per iniziare i loro lavoretti, in modo tale da poter avere presto i soldi per pagarsi la gita di fine anno. Fortunatamente per la turchina, le due capitavano proprio al punto giusto: proprio qualche giorno prima, Vegeta aveva distrutto la Gravity Room. Per il tono poco cortese usato per “chiedere” alla turchina di ripararla, questa aveva rifiutato e il sayan aveva deciso di allenarsi altrove; Bulma gli aveva detto che doveva chiedere “per favore”, ma il sayan, a causa del suo orgoglio, aveva rifiutato.
Avevano così iniziato a riparare la Gravity Room distrutta: Carolyn seguiva alla lettera i suggerimenti e le indicazioni di Bulma, stando attenta a tutto ciò che faceva; Akemi, invece, fu allontanata dal lavoro dopo numerosi guai che aveva combinato, e messa ad aiutare la signora Bunny col giardino. Stranamente per ciò che si aspettava Bulma, aveva subito accettato di uscire dal laboratorio e si era fiondata in giardino, seguita da Astralia che non l’aveva persa di vista un secondo.
Così, mentre Carolyn, Bulma e il signor Brief riparavano la macchina distrutta, Akemi e la signora Bunny chiacchieravano, cercando di riparare i fiori che stavano appena sbocciando dalla tempesta che si stava avvicinando. Trunks si era messo a giocare in giardino con Astralia, che cercava però anche di tenere d’occhio la castana, la quale sembrava apparentemente tranquilla e innocua.
Proprio mentre stavano chiacchierando, ecco atterrare nel giardino Vegeta; fortunatamente, Akemi era troppo impegnata a chiacchierare per poterlo osservare mentre atterrava. Fu grazie alla voce squillante della signora Brief che la castana puntò i suoi occhi verde smeraldo sul sayan.
-Caro, da quanto tempo non ti vedevo in casa!- fu l’esclamazione della donna, che in risposta ricevette solo un rumoroso “Tsk” e una parola sussurrata in modo impercettibile; poi continuò: -Bulma stava proprio riparando la tua Gravity Room!-
Vegeta, facendo finta di non sentire, entrò in casa per assicurarsi che Bulma avesse finito di riparare la sua Gravity Room e anche per chiedere spiegazioni sulla presenza di Akemi nell’abitazione. Quest’ultima, mentre la signora Bunny le raccontava di sua figlia e Vegeta, osservava il sayan entrare in casa con la bocca spalancata e gli occhi che le brillavano, senza ascoltare minimamente la donna e quindi senza venire a conoscenza del fatto che fosse il marito di Bulma.
Astralia, dal canto suo, corse verso la porta di casa desiderosa di parlare con Vegeta, ma fu bloccata dalla porta chiusa. Avrebbe potuto aprirla o attraversarla, certo, ma non poteva farlo davanti a Trunks e ad Akemi; emise un piccolo ringhio, abbassando testa e orecchie, mentre si sedeva davanti l’abitazione: come si faceva sul quel pianeta a farsi aprire la porta col corpo animale? Doveva ringhiare, abbaiare o mettersi a scavare da qualche parte?
-Cagnetto, vieni qui!-
Si voltò verso la direzione da cui proveniva la voce femminile che l’aveva chiamata, tenendo le orecchie alzate: Akemi la guardava con un enorme sorriso sulle labbra e agitava una mano per attirare la sua attenzione.
-Fatti dare qualche coccola!- continuò la giovane, correndo dalla lupa che alla parola “coccola” iniziò a correre per tutto il giardino, letteralmente.
 
-Carolyn, devo ammettere che sei stata brava- disse Bulma, alzandosi dal pavimento su cui era accovacciata.
La bionda si asciugò il sudore dalla fronte con la manica della giacca nera, osservando Bulma con un timido sorriso sul volto. Non aveva mai ricevuto dei complimenti da una persona così famosa come Bulma e ciò la rendeva veramente felice.
-Grazie mille- rispose in un sussurro, non nascondendo la sua felicità.
Bulma ricambiò il sorriso della ragazza. Stava per chiederle una cosa, quando Vegeta fece il suo ingresso nel laboratorio. Senza salutare né Bulma, né Carolyn, la quale fece comunque un piccolo saluto, si rivolse direttamente alla turchina col suo solito fare freddo.
-Donna,- iniziò a parlare. Carolyn si spostò da Bulma, la quale osservava Vegeta con sguardo di rimprovero e con le braccia strette contro il petto; il sayan continuò: -hai finito di...-
-Sì, abbiamo finito!- esclamò Bulma interrompendolo, adirata -Un saluto e un “grazie” ti costano tanto, vero?-
Vegeta sbuffò, osservando Carolyn e poi di nuovo Bulma. La turchina lesse negli occhi del sayan una certa curiosità, e un certo fastidio, nei confronti di Carolyn e, sicuramente, anche in quelli di Akemi. Fu così che gli presentò le due ragazze, dicendo che sarebbero state con loro per tutto quel mese, e presentò a Carolyn il sayan.
Il loro discorso finì lì e Bulma lasciò Carolyn a rimettere a posto gli attrezzi, mentre lei prendeva in disparte Vegeta per parlargli di Astralia. Appena Bulma disse il nome “Astralia”, Vegeta sgranò gli occhi piuttosto sorpreso, come se già conoscesse l’anima bianca; come per volere del destino, proprio in quel momento in casa rientrarono Akemi e Astralia: la prima si gettò nel laboratorio dall’amica e Astralia si fermò vicino alla turchina e al sayan. Assicurandosi che nessuno potesse vederla o sentirla, parlò a bassissima voce all’uomo, abbassando la testa per un attimo e chiudendo gli occhi bicolore.
-Principe Vegeta- sussurrò, salutando il sayan che rimase ancora più stupito.
Bulma si intromise nel discorso, agitando le mani davanti al petto: -Io vi lascio da soli, porto Akemi e Carolyn a fare un giro della casa!-
Dette queste parole, la turchina chiamò le due giovani e con loro si diresse in altre zone della casa, lasciando Vegeta e Astralia in possibilità di parlare liberamente. La prima domanda del sayan fu un “Cosa ci fai qui!?”, gettato fuori dalle labbra con un tono che era un misto tra l’incredulità e lo stupore. Astralia, in risposta, raccontò ciò che era successo a sua sorella per mano di Luxo. Il sayan ne rimase alquanto allibito: il suo pianeta, prima dell’incontro con Freezer, si era scontrato più volte con quello delle anime per sempre più diversi motivi.
All’inizio, le anime bianche si scontrarono contro le anime nere al fianco dei sayan, ma poi presero a lottare insieme a quelle nere. Vegeta non ricordava il motivo, per quanto si sforzasse, però ricordava bene che quelle lotte finirono dopo un trattato di pace tra il Re delle anime e suo padre. Luxo era stata la prima a volere quel trattato e gli era sempre risultata una delle più buone: possibile che fosse cambiata in peggio?
-Principe Vegeta...- sussurrò Astralia, risvegliandolo da quei ricordi.
Vegeta la guardò: la lupa aveva lo sguardo basso e le orecchie piegate all’ingiù, con la coda tra le zampe.
-Purtroppo, grazie al mio occhio ho notato una grande quantità di energia negativa all’interno di Akemi Yamamoto, la ragazza coi capelli castani- continuò Astralia, mentre Vegeta abbassava lo sguardo.
Durante quelle battaglie contro i sayan e le anime nere, Astralia aveva perso uno dei suoi occhi fucsia; fu così che il Re delle anime gliene diede un altro, di colore giallo, capace di capire quali esseri viventi erano i più cattivi e pericolosi attraverso una sola occhiata: per capirlo, bisognava osservare l’energia negativa all’interno di quell’essere, che altro non era se non macchie violastre.
-Pensi che possa essere una pedina di Luxo, non è vero?- chiese Vegeta.
Si appoggiò con la schiena contro il muro e incrociò le braccia al petto, con fare riflessivo.
-In effetti...- continuò subito dopo, senza ascoltare la risposta di Astralia -... prima Luxo sparisce uccidendo tua sorella e poi appare Akemi. Bisogna tenerla d’occhio, so quanto le anime nere possano essere pericolose e distruttive-
Astralia annuì alle parole del sayan.
Luxo era un’anima nera molto pericolosa: sapeva possedere le persone e ogni altro essere vivente e non vivente. Si gettava in un corpo e subito ne prendeva il controllo, senza dare la possibilità alla vittima di salvarsi da quella possessione; quando si era stancata di usarlo, lo gettava via, lasciandolo morire agonizzante. Solo pochi sopravvivevano a quel suo potere sovrannaturale: se Akemi era posseduta da Luxo, la vendetta di Astralia si sarebbe rivelata alquanto complicata.
Arrivò presto il tramonto: Bulma aveva ricevuto da Astralia e da Vegeta la notizia riguardante Akemi e aveva promesso di tenerla d’occhio, cercando di non darlo a vedere; le due amiche, invece, si erano ben insediate nella nuova struttura: Akemi piaceva molto alla signora Bunny, che la trovava simpatica, mentre Carolyn, col suo fare timido, ma con la sua grande intelligenza, faceva tenerezza al signor Brief e a Bulma. Soprattutto Carolyn aveva instaurato un grande rapporto d’amicizia col piccolo Trunks, che si trovava talmente a suo agio con lei da raccontarle persino di suo padre, il principe dei sayan, con orgoglio, senza nascondere niente; pur trovandoli reali, Carolyn pensava che i racconti sui sayan e di altri pianeti fossero frutto della fantasia del bambino.
Qualche minuto dopo, Trunks ebbe l’occasione di presentarle Goten: aveva, infatti, invitato il bambino a giocare a casa sua. Mentre Trunks chiacchierava con Goten, trascinandolo in camera sua e dimenticandosi completamente delle ospiti e di Astralia, Gohan, il quale aveva accompagnato il fratellino, fu quasi costretto dall’allegra Bunny a rimanere a casa per qualcosa da bere.
“Quindi questo è il figlio del potente Goku?” si chiese la lupa bianca non appena lo vide entrare.
Non era come se lo aspettava, ovvero molto simile al padre; sperava solo che avesse la forza di Goku, così da poterla aiutare nella sua vendetta: aveva capito che da sola non poteva fare molto.
Il giovane sayan sembrò non notare la lupa, preso com’era dal chiacchierare animatamente con Bulma e Akemi, visto che la biondina si limitava ad ascoltare o a rispondere a monosillabi. Astralia, però, si avvicinò tutta contenta al sayan, lasciando interdetto Vegeta che la osservava sperando che la lupa non facesse ciò che stava pensando.
-Tu sei il figlio di Goku, vero?- parlò ad alta voce con tono allegro, dimenticandosi di Akemi e Carolyn.
A quelle parole, Akemi, Carolyn e Gohan sgranarono gli occhi stupiti e meravigliati, osservando la lupa con aria interrogativa; stessa cosa fecero anche il signor Brief e Bunny. Bulma, invece, sorrise nervosamente e Vegeta si sbatté una mano sulla fronte, sconcertato dall’impulsività della lupa.
Astralia si accorse troppo tardi dell’errore commesso e provò a rimediare abbaiando un po’, sperando di far credere a tutti che ciò che avevano sentito era frutto della loro immaginazione; arrivò però la ragazza dagli occhi color ambra, Carolyn, a peggiorare il suo incubo.
-Un... un cane sa parlare?- iniziò titubante, facendosi guardare da Gohan e Akemi. Continuò più decisa: -Quindi, se sai parlare, le storie su quegli alieni provenienti da un altro pianeta e che hanno la coda sono vere!-
-Coooosa?!- esclamò Akemi. Puntò i suoi occhi verdi sull’amica, stringendo i pugni davanti al petto coperto dalla maglia rosa.
-Ma sì, quel bambino, Trunks, mi ha raccontato certe cose sui... sa... sayan, o qualcosa del genere!- rispose Carolyn, iniziando ad essere curiosa della situazione.
Gohan e Vegeta si guardarono, mentre Carolyn raccontava dei “poteri speciali” e dalle “caratteristiche” dei sayan all’amica. Bulma fu sul punto di urlare il nome di suo figlio, poiché più volte gli aveva detto di non raccontare dei sayan agli esseri umani, ma venne bloccata dal padre che, con fare sicuro e calmo, le poggiò una mano sulla spalla.
Astralia scosse la testa e indietreggiò di qualche passo: cosa diavolo aveva combinato? Non riusciva a capacitarsi del come aveva potuto commettere un simile errore; voleva sparire per la vergogna.
Si voltò verso la finestra della stanza e la guardò per qualche attimo; successivamente, corse verso essa e con un balzo la ruppe, finendo in strada. Il suono del vetro frantumato fece correre alla finestra la maggior parte dei presenti: della lupa non vi era nessuna traccia, era già corsa via chissà dove.
-Dobbiamo cercarla! Non conosce bene la Terra, finirà in...- iniziò Bulma, venendo poi interrotta.
-Scusa Bulma, mi spieghi che sta succedendo?- le chiese Gohan con calma, mentre le due ragazze gli facevano eco con un “Già”.
La turchina osservò Vegeta, alla disperata ricerca di un consiglio: Astralia le aveva detto di non dire niente a nessuno sulle anime e sulla sua storia, eppure, senza volerlo, aveva parlato da sola. Ora poteva dire la storia di Astralia o doveva inventarsi qualcosa? Vegeta, con lo sguardo, le consigliò di rivelare tutto: se lo fece, era anche perché Carolyn e Akemi ormai conoscevano la storia dei sayan.
 
 
Luxo, grazie al potere del teletrasporto, era giunta nel luogo che poco prima aveva nominato al fratello. Osservò quell’ambiente ostile e così adatto a lei: il cielo era coperto da nuvoloni neri che impedivano la visuale dello spazio e l’entrata della luce solare; il pianeta su cui era si trovava infatti vicino alla Terra, a causa della grande massa di energia negativa che vi era sopra. Annusò il terreno arido e secco, di colore scuro, poi alzò gli occhi rosso sangue: davanti a lei si trovavano numerosi esseri completamente neri, simili ad esseri umani spogli dei propri indumenti, ma intoccabili e dagli occhi di colori diversi gli uni dagli altri.
Avanzò di qualche passò e poi scattò, correndo verso una meta ben precisa: la Piramide Nera di quel luogo, soprannominata anche “il cuore” del mondo delle anime nere. Se fosse riuscita ad avere il controllo di quella piramide, il suo piano avrebbe avuto inizio molto velocemente e nemmeno Astralia avrebbe potuto fermarla.
 
 
 Angolo Autrice:
Non aggiorno da mesi questa storia e quando lo faccio pubblico un capitolo di passaggio che non spiega niente, ma presenta solo Carolyn Lewis e Akemi Yamamoto... viva me xD comunque, cari lettori/recensori, se ho presentato queste due è perché per il proseguimento della trama sono molto importanti. Non consideratele "un'aggiunta a caso" ahahahah X'D

Spiegato il motivo per cui Astralia non ha un occhio, ma non il motivo delle guerre tra anime e sayan: tenete d'occhio anche questo "motivo non ancora spiegato"! 
Se trovate errori (e ce ne saranno, perché sono stanchissima) scrivete tutto nelle recensioni! Ve ne sarò, come sempre, molto grata <3 ringrazio chi ha letto, chi la ha aggiunta alle preferite e alle seguite e chi recensisce ogni capitolo. Alla prossima (che spero sia presto),
Kira-chan.

 
   
 
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