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Autore: Sam__    01/08/2016    2 recensioni
[Swan Queen/ Long AU / OOC]
Innamorarsi e ritrovarsi con il cuore spezzato, imparare ad amare ancora, voler restare sul fondo ma contemporaneamente voler essere disperatamente salvati, scoprire la propria sessualità, stringere amicizie con persone che non ti aspettavi, sognare in grande, fare progetti, litigare, urlare, piangere …
Storia su come l’adolescenza può essere un gran casino!
I dolci sedici anni, vissuti da Emma e Regina.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1.
Posso accompagnarti a casa?




Regina si era alzata presto per la scuola, quella mattina, anche se l’avrebbe saltata nuovamente.
L’importante era uscire il prima possibile da quella che avrebbe voluto chiamare casa, malgrado ci fosse rientrata appena due ore prima.
Con sua sorella, Zelena, attraversarono il corridoio pieno di urla dei suoi genitori. Regina non riusciva ancora a capire perché quei due non avessero già divorziato da tempo.
Salirono sulla sua Mercedes e Regina non allentò la pressione sull’acceleratore finché non fu abbastanza lontano da casa.
“Saltate la scuola anche oggi?” chiese Zelena.
Regina scrollò le spalle “decideremo sul momento.”
“Posso venire con voi?”
“Non ci provare!” le diede uno schiaffo sulla coscia.
Zelena sbuffò “sono tua sorella!”
“Proprio per questo è mio compito proteggerti e assicurarmi che tu non salti la scuola! Lo faccio per il tuo futuro.” Sorrise la mora.
“E che stai facendo per il tuo futuro?”
“Ti ho già detto mille volte che la mia vita non è affar tuo!” rispose aspra Regina, entrando nel parcheggio della scuola. Soffiò il posto a un maggiolino giallo che si stava per parcheggiare.
“E’una mia amica, Regina!” si lamentò sua sorella.
“Troverà un altro posto.”
La ragazza del maggiolino alzò gli occhi al cielo, per poi ricominciare a girare nel parcheggio.
 
“E’ impossibile anche solo pensare che una ragazza con quella macchina voglia entrare nel mio gruppo.” Affermò Regina, scendendo dalla Mercedes.
“A dire il vero lei è l’unica che non vi invidia e che non vorrebbe mai entrare nel vostro gruppo.” Ribatté Zelena.
“E’ impossibile.” Frugò nella borsa alla ricerca del pacchetto di Swisher Black Stones “fanculo!” imprecò non trovandolo.
“Devo trovare Mal, adesso!” affermò prendendo il cellulare “tu entra a scuola! Ci vediamo qui all’uscita.” Disse a sua sorella.
Zelena scosse il capo e poi si diresse verso la porta principale dell’istituto.
Un paio di squilli dopo, Malefica rispose “La mia ragazza preferita!”
“Ho finito le sigarette.” Rispose Regina.
“Buongiorno anche a te!” ribatté fintamente risentita l’altra “porta il culo nelle scalinate del campo.”
“Arrivo, strega!” attaccò, muovendosi in fretta per raggiungerla.
 
Non appena Zelena entrò a scuola, si precipitò in direzione dell’armadietto di Emma, trovando lì la ragazza in compagnia di tutto il resto del gruppo.
“Mi dispiace per prima.” Affermò appena arrivata, tralasciando i saluti.
“Per tua sorella?!” chiese Emma retoricamente, scrollò le spalle “non fa niente, so com’è fatta.”
“Che è successo?” chiese allarmato Neal.
“Mi stavo per parcheggiare e lei mi ha soffiato il posto.”
Ruby, Mulan e Aurora scossero la testa mentre Zelena abbassò lo sguardo mortificata.
“Non è colpa tua.” Le disse Emma, la rossa alzò lo sguardo incontrando un sorriso sincero che ricambiò.
“Facciamogliela pagare!” propose Neal.
“Ti prego, sappiamo tutti com’è fatta, non ne vale la pena.” Affermò Emma.
“Fargliela pagare a una delle ragazze più popolari delle scuola?! Ci ucciderebbero tutti non appena lo verrebbero a sapere.” Constatò Aurora.
“Non è detto! Ci sono moltissime persone qui, che vorrebbero fargliela pagare per tutto quello che lei e le sue amiche hanno fatto.” Ribatté Mulan.
“Scusate ragazzi!” richiamò la loro attenzione Ruby “stiamo parlando di come farla pagare alla sorella di una nostra amica, e lei è qui presente!”
Zelena abbozzò un sorriso imbarazzato.
“Ma poi non siete voi quelle che volete entrare a far parte del loro gruppo?” chiese Emma confusa “e tu non vuoi entrare nella squadra di football dove ci stanno i loro ragazzi?” si rivolse al suo ragazzo.
I quattro si ammutolirono davanti alla verità detta da Emma.
“Quindi non parliamone più ed entriamo in classe che rischiamo di arrivare in ritardo.”
 
“Ce l’hai fatta, sua maestà!” esclamò Malefica quando vide Regina andarle incontro.
Quest’ultima le prese la borsa e ci frugò dentro, prendendo il pacchetto di sigarette.
“Come siamo dipendenti.” Affermò Crudelia.
“Da che pulpito …” rispose Regina, lanciando un’occhiataccia all’amica che teneva tra le labbra una sigaretta.
“Si sta gelando.” Aggiunse Regina, accendendosi finalmente la sua amata sigaretta.
“Stupida Storybrooke!” strillò Ursula, strappando un sorriso alle altre.
“Perché non andiamo a prenderci un bel caffè caldo da Granny’s?” propose Malefica.
“Okay ma si usa la tua macchina.”  Rispose Regina.
“Perché non usiamo la tua?”
“Tua la proposta, tua la macchina. Per me possiamo stare qui al freddo per tutto il giorno.”
“Usiamo quella di Cru, allora.”
E quest’ultima le lanciò le chiavi dell’auto, che Malefica prese al volo. “Grazie, Killer.” Sorrise all’amica.
Si alzarono dopo poco, dirette alla macchina di Crudelia.
Il cellulare di Regina squillò:
1 sms:
08:30- Robin: Dove sei?
La mora alzò gli occhi al cielo. “Chi è?” chiese Malefica.
“Robin chiede dove sono…” buttò lì Regina, rimettendo il cellulare in borsa.
“Non rispondi?”
“Assolutamente no. Si sente come se fosse in diritto di sapere dove sono, con chi e cosa faccio solo perché mi scopa.”
“Magari voleva vederti.” Suppose Ursula.
“Ed io sono occupata al momento. Discussione chiusa.” Tagliò corto la mora.
Salirono in macchina, Malefica nel posto di guida con accanto Regina, Crudelia ed Ursula nei sedili posteriori.
Malgrado stessero usando la macchina di Crudelia, quest’ultima non poteva guidare quando era in loro compagnia poiché a detta di tutte “guidi come una pazza ubriaca.”
Quando posteggiarono davanti a Granny’s, Malefica sorrise a vedere chi c’era al suo interno.
“Scandalo.”
Le altre tre ragazze si girarono per vedere a cosa l’amica si riferisse.
“Come se tutti non sapessero che Ariel tradisce Eric con Killian. Eccetto Eric.” Affermò Regina.
“Andiamo a salutarli!” disse Malefica.
“Vi prego, non possiamo prendere solo il caffè?” tentò di dissuaderle Ursula, ovviamente senza alcun risultato.
Entrarono “ciao ragazzi!” esclamò Malefica con uno dei sorrisi più falsi che le sue amiche le avessero mai visto fare.
Killian alzò gli occhi al cielo, mentre Ariel sorrise imbarazzata.
“Come mai da queste parti?” continuò Malefica.
“Potrei farti la stessa domanda.” Rispose acidamente il ragazzo.
“Oh ma noi siamo sempre da queste parti, vero Granny?”
L’anziana signora dietro il bancone annuì.
“Allora…” prese parola Regina “dove hai lasciato il tuo principe azzurro?” ammiccò verso Ariel.
“Sembra che l’ingenua ragazzina preferisca i ragazzacci.” Sorrise Crudelia.
La ragazza restò in silenzio, imbarazzata dalle loro parole.
Killian grugnì “Granny le nostre cioccolate!”
L’anziana mise il coperchio a entrambi i bicchieri e poi li porse ai ragazzi che dopo averli presi, se ne andarono di corsa.
“Divertitevi!” gli urlò dietro Malefica, per poi scoppiare in una sonora risata seguita dalle sue amiche.
 
“Pensavo che stasera potremmo uscire.” Disse casualmente Neal, mentre accompagnava Emma al suo maggiolino, terminate le lezioni.
“E andare dove? Qui ci sono sempre i soliti posti…” scrollò le spalle la sua ragazza.
Neal ci pensò su.
Effettivamente la sua ragazza non aveva tutti i torti…
“Andiamo fuori città. Abbiamo la macchina, no?” sorrise, entusiasta di aver trovato la soluzione.
“Fuori dove, esattamente? La città più vicina è Boston e dista 3 ore di macchina…per cosa poi? Mangiare un boccone che non sia cucinato da Granny’s o bere qualcosa dentro un locale che non sia il Rabbit Hole?!”
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa “come non detto!”
Emma sbuffò “mi dispiace…” si avvicinò al ragazzo “stasera da me, pizza e film?” gli soffiò sulle labbra.
“Non mancherò.” Sorrise il ragazzo.
Si scambiarono un casto bacio e poi vennero raggiunti da Zelena “scusate ragazzi!” esclamò col fiatone.
“Che succede? Perché te la sei fatta a corsa?” chiese Emma perplessa.
“Posso chiedervi un passaggio a casa? Dovevo tornare con mia sorella ma mi ha appena mandato un messaggio con scritto che non può venire a prendermi…”
Emma aggrottò le sopraciglia “ma la sua macchina non è laggiù?!”
“Si, è lei che non c’è. Ha saltato la scuola oggi…”
“Quando mai…” mormorò Neal.
Emma scosse il capo “Neal puoi darle un passaggio? Io vado dall’altro lato della città.”
“Ci penso io, tesoro.” La rassicurò il ragazzo “a più tardi.”
 
 
“Devo ancora andare a prendere la macchina.” Brontolò Regina, ancora a bordo della macchina di Crudelia da quella mattina.
Non avevano fatto altro che girare per Storybrooke tutto il giorno, alla ricerca di occasioni per creare scompiglio.
“Ti ci accompagno dopo.” Rispose Malefica, posteggiando davanti al Rabbit Hole dove avrebbero concluso la loro giornata nel classico modo.
Aperta la porta del locale, la musica assordante si fece subito sentire.
Entrarono, andandosi a sedere negli sgabelli di fronte al bancone degli alcolici.
“Quattro Pabst Blue Ribbon” Ordinò Malefica.
Il barman gliele consegnò subito e altrettanto velocemente due braccia muscolose che Regina conosceva fin troppo bene si avvolsero attorno a lei e una voce si fece sentire “mettile sul mio conto.”
Il barista annuì.
Regina era fin troppo stanca per opporsi a quella stretta sui suoi fianchi.
“Ragazze.” Salutò Robin ad alta voce per poi chinarsi sull’orecchio di Regina “dove sei stata.” Sussurrò con voce roca.
“Ero occupata.” Rispose aspra la ragazza.
“Così occupata da non poter rispondere a un messaggio?”
“Non ero a scuola, comunque.”
“A questo ci ero arrivato anch’io.” Rispose, baciandole il collo.
Regina si lasciò andare a quel contatto, cercando in esso un sapore di vita vera.
“Trovatevi una camera!” urlò Ursula.
“Vuoi ballare?” sussurrò il ragazzo a Regina.
Quest’ultima annuì, alzandosi dal suo sgabello per gettarsi in pista.
Presto la situazione sfuggì di mano a tutti.
Il quartetto a ballare sui tavoli del locale, dando spettacolo mentre i ragazzi e gli uomini stavano lì sotto di loro a fischiare e urlare per avere di più.
Regina scese dal tavolo solo per mettersi a cavalcioni sulle gambe di Robin, una sorta di striptease stava per iniziare, eccetto per il fatto che la ragazza fosse troppo ubriaca per pensare anche solo a dove mettere le mani.
Ma Robin era un tipo sveglio, sapeva anche fare tutto da sé.
Così cominciò col palparle il sedere, mentre avvicinava sempre di più il corpo della ragazza al proprio.
L’eccitazione cominciava a farsi sentire.
Regina si lasciava toccare e baciare.
Qualsiasi cosa stesse succedendo andava bene, se la faceva sentire in quel modo.
L’importante era arrivare a fine giornata senza poter fare il resoconto di come aveva sprecato un altro giorno della sua inutile vita. Il fondamentale era annebbiarsi la mente. E se poi arrivava il piacere sessuale non le dispiaceva affatto.
“Ehi amico, non vorrai scopartela qui!” urlò un tipo accanto a Robin.
Il ragazzo si fermò malgrado quanto fosse eccitato.
Prese Regina in braccio e passando davanti il barista, uscì dalla tasca posteriore alcune banconote e le lanciò verso il ragazzo per poi uscire dal locale.
Si riappropriò delle labbra di Regina mentre con fare nervoso si avvicinava alla sua macchina.
Non poteva più aspettare, non l’avrebbe nemmeno portata a casa.
Il parcheggio sarebbe andato bene.
E non che Regina fosse nelle condizioni per obiettare.
Perciò si fece scopare nel  lurido sedile posteriore di una macchina in un sudicio parcheggio di fronte a uno sporco locale, da un ragazzo che non aveva nessun rispetto per lei.
Ma a Regina non importava. Andava tutto bene.
Perché l’importante era sentire qualcosa. Anche se era la sensazione peggiore della sua vita, bastava sentirla per accertarsi che fosse davvero viva.
 
Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il cielo blu.
Che cazzo…
Si alzò, mettendosi a sedere in quello che a quanto sembrava era il sedile posteriore della sua Mercedes.
Come era arrivata lì?
Stupida sbornia. Stupido mal di testa. Stupide amiche. Stupido Robin. Stupida vita.
Sarebbe potuta andare avanti all’infinito elencando tutte le cose stupide che si ritrovava nella vita, ma poi le venne in mente che esisteva una cosa contro tutti i mali del mondo.
Si guardò intorno alla ricerca della sua borsa che per fortuna trovò sotto il sedile .
Ci frugò dentro, trovando spiccioli sparsi, il telefono e ciò che stava cercando: sigarette e accendino.
Se ne accese velocemente una e al primo tiro inspirò profondamente, cercando di far ordine nei suoi pensieri, sforzandosi di ricordare come diavolo fosse arrivata lì visto che l’ultima cosa che ricordava era Robin sopra di lei nel sedile posteriore della sua macchina.
E, adesso che ci pensava meglio, c’era anche il ricordo offuscato del ragazzo che la riaccompagnava alla Mercedes, le quattro del mattino indicate nel display del telefono.
Solo in quel momento si rese conto che aveva passato tutta la notte fuori e che i suoi genitori avrebbero dato di matto.
Prese il cellulare dalla borsa: 14 chiamate perse – 7 sua madre – 4 suo padre – 3 sua sorella.
“Merda, merda!” esclamò, prendendo le chiavi dell’auto e catapultandosi sul sedile anteriore.
Prese il cellulare per riporlo in borsa ma involontariamente guardò il display.
1 sms:
05:37-Malefica: sis, che fine hai fatto?!
La sua migliore amica le aveva mandato un singolo messaggio, a cui non aveva nemmeno risposto.
Tipico.
Era proprio questo il bello di essere popolari: essere circondati da così tante persone che non si sarebbero nemmeno accorti della tua assenza.
Mise in moto e guidò come una furia per arrivare velocemente a casa.
Nemmeno il tempo di posteggiare nel vialetto del numero 108 di Mifflin Street che sua madre uscì di casa, in vestaglia, camminandole in contro a passo svelto.
Regina sospirò, l’aspettava una bella lavata di capo.
“Dove diavolo sei stata!” esclamò Cora, aprendo lo sportello della Mercedes e tirando fuori Regina per un braccio.
“Ti sembra orario per tornare a casa?! Sono 24 ore che sei fuori! Stavo per chiamare la polizia!” continuò, trascinandola con forza dentro casa.
All’ingresso, Henry e Zelena la guardavano sconvolti.
Ora che ci pensava, non si era nemmeno data una sistemata e il suo aspetto non doveva essere dei migliori.
“Guardati!” la spinse Cora davanti lo specchio “sei il disonore del nome Mills!”
Regina si guardò attentamente.
I capelli neri arruffati, il mascara colato, il rossetto finito fuori dal contorno delle labbra, le calze nere lacerate.
Almeno la maglietta e la minigonna erano salve, pensò Regina.
La verità era che si faceva pena da sola, vedendosi in quello stato.
Ma non l’avrebbe mai ammesso davanti a sua madre. Davanti a chiunque in generale.
“E allora?!” rispose Regina scrollando le spalle, con un sorrisetto furbo.
Di tutta risposta Cora le diede un sonoro schiaffo “va in camera tua, per l’amor del cielo! E non uscirne mai più!” urlò.
La ragazza scoppiò a ridere e si avviò verso le scale che portavano al piano di sopra.
“Regina, devo sequestrarti le chiavi dell’auto.” Affermò suo padre, e la ragazza gliele lanciò mentre proseguiva verso la sua stanza.
Almeno aveva ancora il telefono.
E le Swisher Black Stones.
 
Emma venne intrappolata da Killian tra il corpo di quest’ultimo e il suo maggiolino.
“Ciao tesoro.” Ammiccò il ragazzo.
“Levati di mezzo.” Affermò con tono piatto la ragazza.
“Non ti arrendi ancora al mio fascino?”
“Quale fascino?” inarcò un sopraciglio la bionda.
“Adoro come giochi!”
“Non sto giocando.”
“Sono venuto a cercarti per invitarti al mio party, stasera a casa mia. Alcool, musica, camere vuote…” le fece l’occhiolino.
“Non vengo nemmeno se mi paghi per venirci.”
“Sicura? Perché le tue amiche erano entusiaste all’idea di essere allo stesso party delle persone più popolari della scuola.” Scrollò le spalle lui.
“Io non sono obbligatoriamente dove sono loro.” Gli fece notare Emma.
“Questa volta mi sa di si, sei il loro biglietto d’entrata! Possono venire solo se vieni anche tu!” sorrise vincitore.
“Brutto figlio di…” si trattene dal finire la frase.
“Ci vediamo stasera allora!” le schioccò un bacio sulla guancia, contro la sua volontà “oh, puoi pure portare quel coso che chiami ragazzo…” disse infine, andando via sghignazzando per la sua stessa battuta.
Neal, arrivato in quel momento e notando Killian che si allontanava dalla sua ragazza, si precipitò da lei “piccola, tutto bene?” chiese allarmato.
“E’ venuto per invitarmi al suo stupido party.” Rispose la ragazza.
“A cui non andremo?!”
“Spero…”
Ma proprio in quel momento fecero la loro comparsa Ruby, Mulan, Aurora e Zelena.
“Notizia sensazionale!” urlò Ruby “siamo state invitate ad uno dei party più cool di sempre!”
“Ma ci serve assolutamente la tua presenza, Emma!” mise in chiaro Zelena.
“Scusa ma tu non hai tua sorella? Non può portarti lei?” chiese perplessa la bionda.
“Oh, non mi porta mai con sé, lo sai! E poi è in punizione, non credo verrà.” Scrollò le spalle la ragazza.
Emma sbuffò. “Vi accompagniamo e poi andiamo via.”
“Killian se ne accorgerebbe, lo sai.” Le fece notare Aurora.
“Che sarà mai un party?” supplicò Ruby.
“D’accordo. Per una volta si può anche fare.” Concesse Emma, guadagnandosi un urlo eccitato da parte delle sue amiche.
Ma quell’unica volta avrebbe cambiato la sua vita per sempre.
 
Regina ricevette una chiamata da Malefica, quella stessa mattina.
“Che fine hai fatto?” chiese Malefica non appena l’amica rispose.
“Potevo anche essere morta…”
“Già, potevi.”
Regina alzò gli occhi al cielo.
Che si aspettava dopo tutto? Davvero se la stava prendendo per una cosa del genere da parte loro?
“Non ricordo niente di ieri sera.” Cambiò discorso.
“Solito casino al Rabbit Hole. Robin mi ha detto che ti ha riaccompagnata…”
“Si, alla macchina…”
Malefica scoppiò a ridere “beh non dovevi recuperarla?”
“Alle fottutissime quattro del mattino?! Porca la misera, mi ha lasciato dentro una Mercedes, nel parcheggio della scuola alle quattro del mattino ubriaca e ridotta uno schifo!” si lamentò.
“E’ Robin.” Lo giustificò l’amica.
“Ma anche a livello umano!”
“Oh, poco dramma, avanti! Sei viva dopo tutto, non ti pare?”
Regina sospirò. “Bicchiere mezzo pieno.”
“Esatto! Killian ci ha invitato alla festa a casa sua, stasera!” esclamò, entusiasta alla prospettiva della serata.
“Mi hanno rinchiuso in camera, e sequestrato le chiavi della Mercedes.” Scrollò le spalle la mora.
Per fortuna, pensò.
Non le andava poi così tanto di stare con quelli che definiva suoi amici.
La notte prima era ancora troppo vivida, per farsela passare come niente fosse.
“Ti passo a prendere io, basta che ti cali dalla finestra.” Affermò Malefica.
“Non posso saltare per una sera?”
“Siamo le Bad Girls. Sai come funziona. Siamo tutte legate.”
Regina ruotò gli occhi a quella stupida affermazione.
“D’accordo.” Concesse infine.
“Ottimo, a stasera sua maestà.”
 
Malefica passò a prendere Regina.
Ed Emma si presentò alla festa in compagnia delle sue amiche.
Tutto da copione.
Un ‘unico pensiero univa Regina ed Emma quella sera: entrambe non volevano trovarsi lì.
Non appena Killian vide Emma entrare in casa, le andò incontro “tesoro ce l’hai fatta!”
La bionda fece una smorfia.
“Ed hai portato tutti.” Notò, dando uno sguardo veloce alle sue amiche e squadrando Neal, il quale fece un semplice cenno col capo.
“Prego, come se fosse a casa vostra.”  Si fece finalmente da parte, lasciandoli passare.
“Sono così eccitata! Questa è l’occasione che aspettavamo da una vita!” esultò Ruby, abbracciando Zelena.
“Noi andiamo a fare un giro!” disse Mulan, allontanandosi mano nella mano con Aurora.
“Pensi l’abbiano capito?” le sussurrò quest’ultima all’orecchio.
“Impossibile.” Rispose la mora, entrando in una camera vuota.
 
“My lady!” salutò Robin, avvinghiandosi subito a Regina.
Quest’ultima lo spinse piano “non ho voglia.” Tagliò corto.
“E se io ne avessi?” chiese lui, ritornandole vicino.
“Qui non conta quello che vuoi tu.”
“Dici?” sorrise Robin, spingendola verso il muro e fermandole le mani sopra la testa.
“Mi vuoi scopare qui davanti a tutti?” lo derise la mora.
“Anche se fosse?” domandò lui, baciandole il collo “io faccio quello che voglio.”
“A casa tua fai quello che vuoi, e specie se lo voglio anch’io.” Gli fece notare Regina.
Il ragazzo strinse maggiormente la presa sulle mani di Regina.
“Lasciala in pace!” strillò Malefica, tirandolo via dall’amica con l’aiuto di Ursula e Crudelia.
“Và a farti un giro!” abbaiò quest’ultima.
E Robin le diede ascolto, del resto c’era un motivo se tutti la chiamavano Killer.
“Grazie.” Affermò Regina in tono piatto.
Dopotutto erano sempre le sue uniche amiche.
“Andiamo in cantina! Ho sentito che ci sono quelli con l’erba.” Esultò Ursula.
E questo bastò a farsi seguire dal resto del gruppo.
Emma stava cercando di divertirsi, ballando con Neal, ma venne interrotta da un braccio che avvolse il suo punto vita da dietro “rieccoci tesoro.” Sussurrò Killian al suo orecchio, premendo il proprio corpo contro quello della ragazza.
“Lascia stare la mia ragazza!” disse prontamente Neal, mentre Emma strattonò la presa di Killian sui propri fianchi.
“Volevo solo avere l’onore di questo ballo.” Ridacchiò il ragazzo.
“Perché non vai a chiederlo ad Ariel, invece di importunare me? Sembra che a lei piaccia stare al tuo gioco.” Si dimenò Emma.
Killian lasciò la presa, colpito dalle parole della bionda “non devi dirlo a nessuno!” disse subito.
“Come se ci fosse qualcuno a non saperlo!” ribatté la ragazza.
“Eric non lo sa!”
“E cosa perderesti se lo verrebbe a sapere, Ariel? Da quando ti importa di qualcuno che non sia te stesso?”
“Magari ha paura di rimetterci la faccia.” Affermò Neal.
Sfortunatamente per Killian, c’era ancora qualcuno che non lo sapeva, che aveva sentito chiaramente Emma e che era andato a spifferare tutto a Eric.
Ecco spiegato perché dal discutere con Emma e Neal, si ritrovò poi in terra con la faccia piena di sangue.
Di fronte a lui un Eric con la mano insanguinata per avergli appena sferrato un pugno.
“Mi hanno appena detto che ti scopi la mia ragazza!” urlò.
“O magari è lei che scopa me.” Ridacchiò il ragazzo, cercando di rialzarsi.
“Non sei nella posizione di fare battute!” ribatté l’altro, tirandogli un calcio nella pancia stavolta.
Neal intervenne subito, ponendosi tra loro, allontanando Eric e dando a Killian la possibilità di rimettersi in piedi “il pugno lo meritava, sono d’accordo. Ma non spingiamoci oltre.”
“Io quello lo ammazzo!” sbraitò Eric.
“Fatti avanti.” Lo sfidò il padrone di casa.
“Killian, per favore!” disse Emma, ponendosi anche lei in mezzo “smettiamola prima di combinare più casino del dovuto!”
Ma la musica era troppo alta, e le persone troppe fatte e ubriache per dare ascolto ad Emma.
Così bastò una spinta dal tipo che non c’entrava un bel niente per scatenare una rissa.
Neal prese per mano Emma e si allontanò dalla folla, capendo che ormai non c’era più niente che potesse fare per farli calmare.
Iniziarono a cercare le loro amiche per andare via da quella casa.
Neal trovò Ruby a pomiciare sul divano con un certo Bill.
E Zelena a cercare di impressionare una certa Glinda.
Mentre Emma si incrociò in corridoio con Mulan e Aurora proprio quando queste stavano uscendo da una stanza tenendosi per mano.
Restarono tutte e tre a fissarsi con imbarazzo.
“Ne parleremo dopo.” Disse Emma “per ora pensiamo a uscire di qua.”
Si ritrovarono con Neal, Ruby e Zelena e corsero fuori da quella casa.
“Porto io Zelena e Aurora a casa.” Affermò Mulan.
“D’accordo, Ruby con noi.” Rispose Emma.
In lontananza si sentirono le sirene della polizia.
“Okay muoviamoci! Scrivete appena arrivate a casa!” disse Neal, per poi salire in macchina con Emma e Ruby e andare via solo quando si fosse accertato che Mulan avesse messo in moto la propria auto.
 
Non che le Bad Girls non avessero sentito il trambusto al piano superiore, ma diciamo che non gli importava più di tanto.
Sarà stato l’effetto dell’erba, o dell’alcool, o delle due cose insieme.
Saranno stati quei ragazzi carini che si stavano approfittando di loro, ma nessuna delle quattro si preoccupava di ciò che stava avvenendo al piano di sopra, nessuna di loro sentì il suono delle sirene in lontananza fino a quando qualcuno si affaccio dalla porta della cantina urlando “polizia!”
E scoppiò il panico anche lì.
Tutti si alzarono e cominciarono a correre per le scale verso il piano superiore.
Crudelia afferrò Ursula per mano, in modo da non perdersi.
Malefica era sicura di avere Regina accanto, ricordandosi di doverla portare a casa.
Ma in un attimo fu afferrata dal tipo con cui pomiciava fino a pochi minuti prima e fu guidata all’auto di quest’ultimo che scappò via senza nemmeno darle tempo di rendersi conto che Regina era rimasta indietro.
Crudelia e Ursula, avevano dato per scontato che le altre due fossero insieme quindi non si presero nemmeno la briga di accertarsene, andando via il più velocemente possibile.
Regina, presa dal panico di essere rimasta sola, non ritrovando nessuna delle sue amiche tra la folla, andò via a piedi, si tolse le scarpe col tacco e tenendole in mano cominciò a correre fino a quando i suoi polmoni non chiesero pietà.
Emma, che stava venendo riportata a casa da Neal dopo aver lasciato Ruby, notò una figura sul marciapiede con le scarpe in mano che ondeggiava nel vento.
E attribuì anche un viso a quella figura: Regina Mills.
“Ferma la macchina.” Affermò la bionda.
“Cosa?!” chiese perplesso il suo ragazzo.
“Devi fermare la macchina.” Fece un cenno verso il marciapiede.
Neal rallentò, aguzzando la vista “E’ Regina Mills.”
“Lo so.”
“Non mi fermo.” Premette l’acceleratore.
“Oh, Neal, andiamo!” sbuffò Emma.
“Ci ha sempre trattato di merda, perché dovremmo aiutarla?!” chiese retoricamente.
Ed Emma sapeva che il suo ragazzo aveva ragione, ma sapeva anche di avere una coscienza e che se sarebbe successo qualcosa a quella ragazza non se lo sarebbe mai perdonato.
“Perché noi siamo migliori di lei.” Rispose semplicemente.
“E dov’è finito il buon vecchio occhio per occhio?”
“Neal, ti prego. E’ la sorella di Zelena. E se le succedesse qualcosa? Non ti sentiresti in colpa per non averla aiutata?” fece i suoi occhioni da cucciolo che sapeva avrebbero funzionato.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo “d’accordo.”
Fece inversione a U e raggiunse Regina.
Quando fermò la macchina, Emma scese immediatamente, piazzandosi davanti la ragazza.
“Ciao” accennò un sorriso “dove stai andando?”
Regina guardò confusa quella ragazza “a casa.” Rispose.
“Peccato che casa tua sia dall’altro lato della città.”
Regina scoppiò a riderle in faccia.
Emma sorrise “perché hai le scarpe in mano?”
Regina si guardò le mani, scrollò le spalle “dovevo correre.”
“Dove sono le tue amiche?”
La mora si guardò intorno e poi scrollò nuovamente le spalle.
“Posso accompagnarti a casa?”
“No.”
“Perché?”
“Non posso andare a casa…” si avvicinò di più a Emma e all’orecchio le disse “sono uscita di nascosto.” Come se qualcuno oltre lei avesse potuto sentirla.
La bionda capì che quella ragazza non era nel pieno delle sue facoltà.
“Mi hai detto che stavi andando a casa.” Le fece notare.
“Ho mentito, pensavo volessi farmi del male.”
Emma restò perplessa da quell’affermazione “beh, posso aiutarti ad entrare dalla finestra?” propose.
“Non so, e se mia madre si sveglia? Non le piacerebbe sapere che sono uscita senza permesso.” Sghignazzò.
“O magari vederti in queste condizioni…” sussurrò.
“Cosa?”
“No, dicevo … a casa prima o poi dovrai tornarci.”
“Farò in modo che sia più poi che prima.”
 “D’accordo, allora c’è qualcuno da cui posso accompagnarti?”
“Puoi lasciarmi qui.”
“Non ti lascio qui! Hai ingerito solo tu sai cosa e davvero la prossima persona che passa non sarà altrettanto gentile.”
“Chi ha detto che tu sei gentile?”
“Ma davvero?! Sono Emma Swan! L’amica di tua sorella!”
Regina ci pensò su un attimo “mia sorella ha tante amiche.”
“E questo cosa vorrebbe dire?”
“Ehi, che tempo volete?” urlò Neal dalla macchina.
“Senti, vieni a casa mia d’accordo?! Inventeremo una scusa con tua madre e tutto il resto, solo: fatti aiutare.” La pregò Emma.
E Regina non seppe se per il suo stato mentale o per la premurosità di quella ragazza, ma la seguì all’interno della macchina.









Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ogni lunedì ci sarà il nuovo capitolo.
Sam. 
  
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