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Autore: telesette    06/08/2016    0 recensioni
- Se il suo destino è scritto, morirà - concluse l'uomo, squadrando gli altri con i suoi occhi freddi e taglienti come lame di coltello. - Se però dovesse sopravvivere, in quel caso, vedo con chiarezza che la maledizione lo accompagnerà passo passo!
Detto questo, Grindelwald se ne andò...
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alastor Moody, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Gli anni che seguirono videro Alastor crescere e maturare in modo sorprendente.
Seguendo il consiglio di Silente, mise tutto l'impegno possibile per far sì che ai suoi voti accademici risultasse la media dell'Oltre Ogni Previsione. Dopodiché, dimostratosi il miglior studente in Difesa contro le arti Oscure, poté seriamente pensare di fare domanda presso il Ministero della Magia per diventare un Auror, una volta terminati gli studi.
Molto era cambiato, dal giorno in cui uno scorbutico ragazzino scozzese scendeva in riva al castello per riempire la propria fiaschetta nelle acque del lago.
Ora Alastor era un aitante e robusto diciassettenne di media statura, con occhi severi e intelligenti, la cui cassa toracica ricordava molto quella di un orso. L'unica cosa che beveva adesso era il whisky "doppio malto", dodici falci la bottiglia nello spaccio di Hogsmeade, e aveva imparato ad usare la bacchetta meglio del pugno con cui, da ragazzo, era solito scuotere il tronco per far cadere le mele dall'albero.
Nel tempo si era anche visto ammettere i propri errori e, senza alcun richiamo particolare, imparò spontaneamente a scusarsi in modo sincero. Per esempio, poco dopo quello sgradevole episodio che gli era costato un pugno in faccia, Hagrid si trovò davanti il manesco ragazzino davanti alla porta di casa. Era venuto a chiedergli scusa da solo, senza che nessuno glielo avesse imposto, riconoscendo umilmente di avere sbagliato a cuocere il pranzo nei pressi della sua capanna senza neppure chiedergli il permesso... E ancor più per il modo in cui aveva reagito, quando l'ignaro guardiacaccia gli rovesciò addosso un secchio d'acqua convinto di dover spegnere un incendio. Hagrid sorrise, stringendogli la mano senza rancore, e da quel giorno i due divennero amici per la pelle.
Anche i rapporti con gli studenti, malgrado certi dissapori mai estinti con alcuni Serpeverde noti per certe loro idee sull'ipotetica collocazione dei babbani in appositi campi di sterminio, sembravano essersi ricuciti. Alastor Moody era uno studente serio e, sebbene non molto socievole, nessuno poteva dire nulla circa la sua moralità e la sua correttezza. Aveva uno spiccato senso della giustizia, tale da costringerlo spesso ad andare contro il suo stesso interesse, ed era noto per affrontare a viso aperto le difficoltà senza mai tirarsi indietro.
A tredici anni ebbe il coraggio di denunciare un racket di estorsioni, a danno di studenti terrorizzati dalle minacce, trascinando i responsabili al cospetto dei professori con le prove evidenti della loro colpevolezza. A quindici divenne il prefetto più rigido ed inflessibile di Grifondoro, guadagnandosi l'appellativo di "Morbecco" da parte dei compagni, ed era veramente difficile fargliela in barba. E a diciassette anni, ormai sul punto di diplomarsi, godeva meritatamente del rispetto di tutta Hogwarts.
Un giorno Silente lo mandò a chiamare nel suo ufficio, sostenendo di avere qualcosa di molto importante da comunicargli.
Per anni il preside aveva osservato il comportamento del ragazzo, convincendosi sempre più del fatto che sarebbe potuto diventare un ottimo Auror, ma c'era ancora un dubbio che gli arrovellava la mente. Alastor Moody era senza dubbio un giovane leale e coscienzioso, con princìpi saldi e una volontà di ferro, ma il suo temperamento e il sangue scozzese che gli scorreva nelle vene erano difficili da reprimere. Nel mondo dei maghi, le regole e la disciplina imponevano l'autocontrollo e la cieca obbedienza... E Silente non poteva fare a meno di chiedersi se, messo di fronte ad emozioni troppo forti per lui, Moody sarebbe stato comunque in grado di dominare i propri istinti con la dovuta razionalità.
Doveva metterlo alla prova, prima di stabilire se fosse pronto.

- Voleva vedermi, preside?
- Accomodati Alastor, entra pure!

Alastor chiuse la porta dietro di sé, rigido ed impettito come sempre, mentre Silente si voltò a scrutarlo con la solita espressione emblematica dipinta in volto.

- Ormai sei diventato grande, questo è il tuo ultimo anno qui a Hogwarts, e presto sarai libero di decidere del tuo futuro!
- Non deluderò le sue aspettative, se è questo che intende, diventerò un Auror come mio padre!
- Tuo padre, già...

Silente si fece pensieroso, rimuginando qualcosa tra sé prima di proseguire.

- Ricordi quanto ti ho detto, circa di lui e di come è stato assassinato?
- Me lo ricordo - fece Moody atono.
- Erano anni difficili: il mondo intero era precipitato nel caos, a seguito di un conflitto mondiale e di uomini affetti da manie di grandezza, tuttavia i tuoi genitori si mantennero integri fino alla fine!
- Mi fa piacere saperlo - ammise Moody, non senza una certa perplessità su dove intendesse arrivare l'altro. - Ma non ho ricordi di loro, e non vedo come...
- Invece un ricordo c'è, uno molto importante, inciso nella mente di un mago che ha avuto modo di vederti tra le braccia di tua madre lo stesso giorno in cui lei e suo marito persero la vita!

Alastor sgranò gli occhi.

- Cosa ?!?
- E' la verità: quell'uomo ha assistito al momento in cui Stirling Moody e sua moglie venivano uccisi lasciando solo il loro unico figlio... E non potrebbe essere altrimenti, visto che è stato proprio lui, Gellert Grindelwald, ad aggiungere quell'omicidio alla sua lunga lista di atrocità!

Moody per un attimo impallidì, il tempo di mettere bene a fuoco ciò che il preside stava cercando di dirgli.
Silente non ci mise molto ad immergere il ricordo di Grindelwald nel Pensatoio, dando così modo al giovane di osservare coi propri occhi il momento in cui suo padre e sua madre perdevano la vita. Una scena breve ma straziante allo stesso tempo, di fronte alla quale Alastor non poté far altro che assistervi impotente: la voce di suo padre, il suo urlo di Auror offeso nell'orgoglio, il lampo accecante delle bacchette che si scontravano tra di loro e poi...
Il resto del ricordo apparve sbiadito. Moody aveva gli occhi troppo lucidi di pianto, per potervi assistere chiaramente, ma le sue orecchie sentirono fin troppo bene come Grindelwald avesse deciso di risparmiare un bambino inerme lasciandolo in balìa di un destino incerto. Quel bambino stava ora osservando, attraverso gli occhi di un giovane adulto, una scena che lo avrebbe accompagnato per sempre e che non avrebbe mai più dimenticato.
Il ricordo terminava lì, lasciando nel cuore di Alastor una fitta di angoscia e profonda amarezza, e solo la mano di Silente sulla sua spalla riportò il giovane alla realtà.

- Mi dispiace, Alastor - mormorò Silente. - Credimi, mi dispiace ma era necessario!
- Quell'uomo - singhiozzò Alastor, sforzandosi nel tentativo di reprimere le lacrime. - Quello che ha ucciso i miei genitori, lui... E' morto, vero?

Silente aggrottò le sopracciglia.
Quello era il momento della verità, una volta imboccata la strada, Moody non avrebbe potuto più tornare indietro: poteva scegliere se dominare il suo desiderio di vendetta, o se invece preferiva applicare la "sua" giustizia uccidendo il responsabile di tutto ciò.

- E' ancora vivo - spiegò Silente. - Grindelwald fu sconfitto ed arrestato alcuni mesi dopo l'omicidio dei tuoi genitori, ed è tuttora  rinchiuso a Nurmengard dove viene tenuto sotto stretta sorveglianza!

Moody registrò ogni singola parola nella sua mente, serrando così forte le dita a pugno che le unghie si conficcarono dentro al palmo facendolo sanguinare. Sapendo dove Grindelwald si trovava, immaginò Silente, Moody avrebbe preso la scopa e sarebbe volato all'inseguimento della propria vendetta, buttando così per sempre la possibilità di diventare un Auror.
Invece lui parve calmarsi subito, sfregandosi quel fitto velo umido che ancora gli bruciava negli occhi, e cambiò subito argomento.

- Ho bisogno di chiederle un favore - esclamò. - Domani dovrò sostenere un colloquio con Scrimgeour in persona, il che significa che mi troverò davanti non poche difficoltà per vedere accolta la mia domanda a diventare un Auror, e se lei potesse mettere qualche parola per iscritto...

Il volto di Silente si illuminò di soddisfazione.
Moody era proprio figlio di suo padre, e non vi era dubbio che sarebbe stato un Auror degno di questo nome.  

continua )...

   
 
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