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Autore: Francy_Kid    07/08/2016    3 recensioni
~Sequel di "Amour masqué"~
Sono passati quattro mesi da quando Chat Noir ha svelato la sua identità segreta a Marinette. Malgrado i due stanno insieme da tutto quel tempo, una vecchia conoscenza si ripresenta, minacciando il loro rapporto e le loro vite.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 17



Chat stava lottando con tutte le sue forze contro Papillon, parando ed evitando i fendenti del suo bastone.

«Smettila di lottare, il tuo tempo è quasi scaduto.» esclamò l'uomo, preparando un altro colpo. «Dammi il tuo Miraculous e forse ti risparmierò.»

Papillon attaccò nuovamente l'eroe con il bastone, che venne fermato con l'asta di metallo dell'altro, spingendosi a vicenda e costringendo i due ad avvicinarsi, lanciandosi occhiate intimidatorie.

Guardò il ragazzo dritto negli occhi, esaminandoli: esprimevano odio e rabbia nei suoi confronti malgrado il sorriso divertito, ma in fondo c'era gentilezza e passione per le cose che faceva.

Com'era ironico: i suoi erano spenti, ma riusciva a leggere quelli degli altri.

Quegli occhi verdi molto simili a quelli di sua moglie.

L'uomo sgranò gli occhi quando l'immagine della sua amata apparse accanto all'eroe mascherato, notando fin troppa somiglianza tra i due; una strana sensazione percorse il corpo ed i sensi dell'uomo, ma non gli fece perdere la presa sul bastone e gli fece continuare il duello con il suo avversario.

Riuscì a cancellare la sensazione che aveva avuto ripetendosi nella mente che era impossibile e che Chat Noir non era in alcun modo connesso a sua moglie.

«Perché fai questo? Perché rendi le persone tue schiave per toglierci i Miraculous?» chiese Chat, contrastando la forza di Papillon e risvegliandolo dai suoi pensieri.
«Voglio il potere assoluto, tutto qui.» rispose, spingendo con più forza verso il biondo, sentendo le braccia iniziare a fargli male.
«Non credo che tu sia come i classici malvagi che lo fanno per divertimento, devi pur aver uno scopo più profondo: vendetta, amore, famiglia.»

L'uomo ringhiò, spostandosi a lato e colpendo il felino alla schiena con il gomito, facendolo cadere a terra con un tonfo sordo.

«Non devo spiegare le mie ragioni ad un moccioso qualunque.» esclamò, puntandogli il bastone alla gola.
«Primo: io ho quasi diciotto anni; –disse a fiato corto, ghignando– secondo: ti consiglio di girarti.»

L'uomo mascherato fece per girarsi, ma lo yo-yo di Ladybug lo colpì sulla mascella, facendolo cadere a terra; la ragazza si precipitò a soccorrere il suo partner, aiutandolo ad alzarsi.

«Chat, come stai?» chiese preoccupata, dandogli una rapida occhiata, sopratutto alle ferite che aveva sul viso.
«Nulla che un po' d'amore e di ghiaccio non possano curare, My Lady.» rispose alzando il pollice, segno che era tutto ok, quando il suo Miraculous suonò per la seconda volta. «Mi mancano tre minuti.»
«A me quattro, dobbiamo sbrigarci!» esclamò la corvina, facendo scattare lo yo-yo fino a fargli sfiorare il pavimento.
«Quel tempo non basterà nemmeno per dirvi addio.» ringhiò Papillon rialzandosi in piedi, ignorando il dolore dov'era stato colpito. «Non volete darmi i Miraculous con le buone io li prendere a modo mio.»

L'uomo schioccò le dita e uno sciame di farfalle nere entrò nel capannone, investendo i due eroi quando il malvagio alzò il bastone.

Ladybug e Chat Noir si coprirono il volto con le braccia, non sentendo niente tranne che l'assordante rumore del battito d'ali delle farfalle; i due si cercarono a vicenda, non trovandosi.

All'interno del turbinio nero riecheggiò la voce roca di Papillon: «Dovevate saperlo che è impossibile battermi. Ora sarete partecipi l'uno della sconfitta dell'altro e non potete fare nulla per fermarmi.»

Lo sciame si divise in due, prendendo direzioni diverse, facendo allontanare i due eroi.

Ladybug cercò di liberarsi, ma le energie le mancarono: iniziò sentirsi debole anche se non stava lottando, come se le forze la abbandonassero, finché non cadde a terra quasi svenuta, solo allora venne liberata dallo sciame nero.

La ragazza era a terra inerme, con la vista offuscata e la testa che le girava.

Era come se le farfalle le avessero risucchiato l'energia per indebolirla; non credeva nemmeno che le akuma potessero farlo.

«C-Chat...» lo chiamò con un sussurro, tossendo per il bruciore alla gola.

Ladybug sgranò gli occhi quando vide Papillon che teneva il suo partner sollevato da terra, afferrandolo al colletto della tuta in spandex, appena sotto il suo campanello, mentre lottava per rimanere cosciente e tentava di liberarsi.

«S-Stai bene Mari?» tossì lui con un filo di voce.
«Sì... l'unica cosa è che non posso aiutarti... Mi dispiace Chat...» rispose, cercando di avvicinarsi ai due trascinandosi con i gomiti, sentendo le braccia cederle più volte.
«Non preoccuparti. Il tuo cavaliere dall'armatura scintillante risolverà la situazione.» ammiccò, venendo strattonato dal nemico.
«Ora basta parlare!» sbraitò seccato. «Tu sarai il primo a cui verrà tolto il Miraculous e subito dopo alla tua partner. Dimmi Chat –aggiunse poco dopo– cosa si prova a venire sconfitti?»
«Non lo so. Credevo tu lo sapessi visto che abbiamo battuto tutti gli akuma che ci hai mandato contro.» ammiccò il felino, facendo arrabbiare maggiormente l'uomo, che lo colpì all'addome con un pugno, facendolo tossire e respirare a fatica.
«Chat!» urlò la corvina a qualche metro di distanza, trascinandosi ancora con le braccia.

Il segnale acustico dell'anello fece ghignare Papillon: «Ormai ti mancano pochi secondi prima di detrasformarti, ma che gusto c'è toglierti i poteri quando non sono attivati?»

Papillon allungò la mano libera per prendere il gioiello al ragazzo, ma lui alzò il braccio, mostrando gli artigli affilati.

La trasformazione era ormai arrivata al limite e le sole cose che la tuta copriva era metà delle braccia ed il viso.

«Non ti lascerò prendere i nostri poteri tanto facilmente, Papillon.» esclamò il biondo, facendo apparire una sfera nera nella mano alzata.

Ladybug osservò la scena a bocca aperta. «Non è possibile... Lo sta usando una seconda volta.»

La sfera venne assorbita dal guanto, attivando così il potere di Chat.

«Cataclisma!» urlò, colpendo direttamente l'uomo al petto, centrando la spilla dalla quale esplose una luce viola.

E in un secondo, quel capannone tornò ad essere silenzioso.

I due vennero scaraventati a diversi metri di distanza, sotto gli occhi di Ladybug che, recuperate abbastanza energie, riuscì a mettersi in ginocchio.

Gabriel si mise a sedere, portandosi una mano alla testa per cercare, in qualche modo, di fermare il dolore dovuto alla caduta; subito prese la spilla, controllando il danno: una crepa percorreva la perla viola sul davanti e, aprendola, vide che anche la foto della moglie aveva subito la stessa sorte.

«Nooroo...» Preoccupato per il kwami iniziò a guardarsi intorno, ancora leggermente intontito.
«No, no! Plagg! Rispondimi!» urlò il ragazzo che doveva essere Chat Noir, inginocchiato a terra che gli dava le spalle, mentre singhiozzava più volte il nome del suo kwami.

Lo stilista sgranò gli occhi: anche se quel ragazzo era stato la sua nemesi per molto tempo, solo ora era riuscito a riconoscere suo figlio.

Una mano sulla spalla catturò l'attenzione dell'uomo, che si voltò per guardare di chi fosse, vedendo Ladybug in piedi con un dolce sorriso: «Vai da lui.» disse semplicemente.

Gabriel annuì, alzandosi in piedi e barcollando verso il biondo, ancora a terra a piangere; solo quando fu abbastanza vicino riuscì a parlare: «Adrien...»
Il ragazzo si volto di scatto, mostrando il volto ricoperto di sangue e rigato dalle lacrime. «Padre...»

I due rimasero in silenzio, guardandosi negli occhi, quando i colpi di tosse di Plagg servirono per riattirare l'attenzione del suo portatore su di lui.

«Plagg, resisti!» urlò il biondo, tenendolo tra i palmi tremanti.
«D-Di' a Marinette di u-usare il potere del L-Lucky Charm... P-Presto. Per Nooroo c'è a-ancora speranza.» sussurrò a fiato corto, sentendo il ragazzo riferirlo alla corvina.

Ladybug si voltò per controllare la prigioniera, restando di sasso quando vide che Lila era sparita e che la corda era a terra; si chiese come Volpina era riuscita a liberarsi dal Lucky Charm, ma ora doveva aiutare Plagg: «Miraculous Ladybug!»

Una miriade di coccinelle volò tra i presenti, riparando i danni causati agli oggetti nel capannone, finché non avvolsero anche il Miraculous di Papillon che, una volta riparato, brillò nuovamente.

I tre, sorpresi dall'intensità della luce, chiusero gli occhi, riaprendoli non appena tornò normale; ora, il kwami viola fluttuava davanti al suo padrone, sorridendogli.

«Oh mio Dio. Nooroo, stai bene.» esclamò sollevato.
«Mai sottovalutare il potere di Tikki.» ammiccò lui, preoccupandosi subito per il suo amico kwami, volando da lui.

Gabriel guardò il figlio, impegnato a sussurrare a Plagg, che lo guardava tristemente, quando tra loro si aggiunse anche Ladybug, la quale trasformazione si annullò subito dopo.

«Plagg! Plagg, come ti senti?» chiese Tikki con voce strozzata, fiondandosi accanto al suo partner.
«Uno straccio... Mi sento come se mi avessero appena messo in una di quelle cose che usavano per fare il burro e avessero iniziato a pestare...» rispose con un filo di voce.
«Ma cosa ti è saltato in mente ad usare il Cataclisma due volte?» sbraitò lei. «Saresti potuto morire!»
«Ti avevo promesso che non saremmo mai più stati separati dai nostri portatori; ti avevo promesso che ti avrei protetto anche al costo della mia vita. Come ogni Chat Noir promette alla sua Ladybug.»

Tikki esplose in un pianto, abbracciando il felino, che le sussurrò parole dolci per cercare di confortarla, mentre lei gli ripeteva quanto fosse stupido.

«Adrien.» esclamò subito dopo lo spiritello nero, guardando Gabriel. «Vai da lui, ora ha bisogno di te.»

Il ragazzo si volto verso il padre, che era rimasto fermo in piedi. «Ma...»
«Plagg ha ragione.» lo interruppe Marinette. «Stai tranquillo, mi occupo io di lui.»

Adrien sorrise alla ragazza, che restituì il gesto, porgendole delicatamente il kwami ferito e, subito dopo, si alzò, trovandosi faccia a faccia con il padre.

«Così,» iniziò lo stilista, nervoso. «Tu sei Chat Noir.»
«E tu Papillon.» rispose rudemente. «Perché? Perché hai scelto di essere Papillon?» chiese sconvolto, volendo una spiegazione più che logica.
«Perché volevo essere più forte. Vedi, non sono stato del tutto sincero con te... Tua madre non è fuggita di casa, ma è morta. Io non te l'ho detto per proteggerti, Adrien.»
«E tu mi hai mentito solo per proteggermi?» sbottò il figlio. «Perché non mi hai detto subito la verità?»
Gabriel non seppe trattenere le lacrime: «Perché avevo paura di perdere anche te. Ho inventato quella scusa per farti credere che la causa ero io, non volevo che tu sapessi che tua madre è morta a causa di un ubriaco.»

L'ultima vola che aveva pianto era stato alla scoparsa della donna della sua vita e quasi si era dimenticato di come si faceva; si era dimenticato di tutte le azioni comuni: come si sorrideva, come si rideva, come si amava.

La sua vita era diventata monotona e piena di risentimento. Solo quando aveva trovato Nooroo e si era fatto spiegare il potere che si ottiene possedendo i Miraculous della coccinella e del gatto nero una piccola luce di speranza si era accesa in lui, come la fiamma di una candela; ma gli era bastato vedere l'identità dei due supereroi per esitare e, piano piano, far spegnere quella fiamma.

Adrien rimase in silenzio; sapeva che non era colpa di suo padre se sua madre se n'era andata, ma lui continuava ad incolpare se stesso.

Il ragazzo si avvicinò al genitore e, tremando pensando in un rifiuto, gli toccò la spalla.

Solo a quel punto Gabriel continuò a parlare, con la voce interrotta dai singhiozzi: «Dopo la sua morte sono crollato: mi sentivo debole e quando ho trovato Nooroo ho capito che potevo diventare forte, grazie anche ai Miraculous di Ladybug e Chat Noir. Purtroppo, però, non capivo che questo mio desiderio di potere mi stava facendo perdere anche mio figlio; e non è che il mio comportamento abbia aiutato molto.» ridacchiò, asciugandosi le lacrime.
Tra i due ci fu nuovamente silenzio e fu Adrien ad interromperlo: «So che hai voluto proteggermi dalle insidie del mondo esterno facendomi uscire di rado da casa e, allo stesso tempo, cercare di distruggere me e Marinette per un desiderio puramente egoistico, ma ora ti chiedo una cosa: –Gabriel lo guardò negli occhi, temendo che anche lui lo abbandonasse, quando il figlio gli sorrise dolcemente– ti dò poco tempo per diventare un padre perfetto, perché quando sposerò Marinette e avremo dei bambini voglio che tu sia perfetto per loro, non akumatizzandoli ad ogni loro capriccio.»

L'uomo gli sorrise, ringraziandolo.

«So che non succede spesso, ma che ne dici di un abbraccio?» chiese Adrien, allargando le braccia.

Gabriel accettò e abbracciò suo figlio, felice di non aver perso la sua famiglia, ma, anzi, averne una più grande.

«Questa cosa è peggio dei biscotti di Tikki.» gemette Plagg ancora tra le mani di Marinette, faticando a tenere gli occhi aperti.
«Come ti senti, kwami-mangia-formaggio?» chiese Adrien, inginocchiandosi davanti alla ragazza per prenderlo.

In quel momento voleva stargli più vicino possibile.

«Non molto bene.» rispose lei, guardandolo tristemente.
«Mari, dobbiamo portarlo da Master Fu.» disse Tikki preoccupata, volando accanto al kwami nero.
«Chi?» domandarono in coro i due Agreste, crucciati.
«Ve lo spiego strada facendo, ma ora dobbiamo sbrigarci. Plagg non può resistere per molto.» esclamò la corvina alzandosi e iniziando a camminare verso l'uscita del capannone. «Non c'è un mezzo di trasporto?»
«I nostri kwami sono a corto di energie, l'unico modo è andare a piedi.» rispose Adrien, pensandoci su.
«E chi lo dice che io non sono venuto qua in macchina?» ribatté Gabriel prendendo dalla tasca dei pantaloni delle chiavi di una macchina, sorprendendo i due. «Anche se abbiamo l'autista non significa che io non abbia la patente.»




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Ribuinsalve(?)

Siamo arrivati alla conclusione.

Quasi.

Manca l'epilogo ^^

Questa volta ho messo un video perché era figo ahahaha

Lascio i saluti ed i ringraziamenti all'ultimo capitolo perché è ancora troppo presto per quelli xD

Per ora posso ringraziarvi un milione di volte e dirvi: alla prossima ;P

Francy_Kid
  
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