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Autore: callistas    26/04/2009    23 recensioni
Ciao ciao ancora a tutte. Spero non alziate gli occhi al cielo per la mia continua, assillante presenza su questo sito. Bene. Vi presento la mia ultima creazione. E' sulla mia coppia preferita, Inuyasha e Kagome. Non mancherà di certo Kikyo a rompere le uova nel paniere (e altro...). Allora, Kagome si ritrova a piedi con il lavoro e va a lavorare da, niente popò di meno, Inuyasha. Scatta la scintilla, ma ci sono degli ostacoli. Riusciranno a superarli? Vi lascio alla lettura e spero, a qualche commentino ino ino o. Besitos, callistas.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Koga, Naraku
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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12 - Happy Ending? Sigh sob…ultimo capitolo di questa s.ga (mettete voi la vocale che più ritenete opportuna…).
Allora, so di essere ripetitiva, ma non so cosa farci: grazie. Grazie infinite per il vostro sostegno, supporto, aiuto e tutto quello che ci va dietro. Senza di voi gli scrittori non esistono, quindi…GRAZIE!

Sono stata davvero felice di vedere i vostri commenti. Sulle regole che governano questo sito ce n’è una che parla di come dovrebbe essere la recensione ideale, dove ad un certo punto si afferma di non scrivere soltanto “che bella! Aggiorna presto!” ma di essere un po’ più esaustivi. Bene, è un punto di partenza, ma io credo che comunque il fatto di trovare un semplice commento come può essere quello che ho riportato io, sia un piccolo inizio. Ciò implica che comunque la storia è stata letta o che la si sta leggendo e io la ritengo una buona cosa. Perciò cari/e lettori/trici, per quanto mi riguarda, non disdegno nessun tipo di commento. Scrivete pure quello che vi sentite, ma non strafate. I commenti lunghi sono apprezzati così come quelli che richiedono semplicemente un aggiornamento.

Premesso questo (guai a voi se non fate due kilometri di commenti alla volta…) vorrei ringraziarvi di cuore per avermi seguita fino qui. Siete stati la linfa vitale di questa storia e se ha raggiunto la parola fine è stato anche grazie a voi.

DolceKagghy: ciao bedda! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e per i commenti non preoccuparti. Anch’io sono passata per la tua strada e so cosa vuol dire, quindi…tranquilla! Diciamo che comunque la Inu-Kag è quella che va di più e anch’io la adoro. Sono comunque in assoluto la persona più felice nel sapere che Inuyasha e Kagome ti siano piaciuti, soprattutto per i loro comportamenti, per il fatto che non hanno mai avuto problemi a dirsi le cose in faccia.
Io ti ringrazio per tutto e ora che sei registrato spero di poterti rivedere nella mia prossima ficcy!
Un bacione e a presto!

Eriko chan: ciao bedda! Grazie mille per i tuoi complimenti. Mi hai reso veramente felix! Anch’io adoro quella coppia, non per niente incentro le mie storie soprattutto su loro due. Ma una cosa non mi è chiara…chissà come mai tutte hanno apprezzato il metodo persuasivo di Kagome ù_ù.
Grazie mille per i complimenti e ti aspetto in fondo al capitolo.
Un besitone grosso come il mondo per esserti unita al gruppo di commentatori!

Krikka86: se sei una bedda tu lo sai, batti le mani…CLAP CLAP! Bedda beddissima, ciao! Come stai? Anche se sono ripetitiva sono contenta che la persuasione di Kagome abbia dato i suoi frutti e che ti sia piaciuta. Purtroppo sì, è finita, ma non temere. Personalmente ho altre storie già scritte che attendono solo un controllo ortografico e poi sono pronte per essere pubblicate. Quindi sta tranquilla che questa non sarà l’ultimo lavoro che leggerai (ti prego, no…non alzare gli occhi al cielo ç_ç…).
Inu non è molto resistente quando si tratta di Kagome e la ragazza lo sa benissimo, quindi l’ho generosamente provvista di una buona percentuale di bastardaggine…con il risultato che Kikyo può andare a Londra.
Non farci troppo l’abitudine per quanto riguarda l’amicizia tra Kagome e Kikyo…non sarò sempre così santa.
Mia piccola krikketta…grazie mille per aver commentato la mia storia. Mi ha fatto davvero un enorme piacere aver potuto scambiare quattro parole con te e spero vivamente di rivederti la prossima volta.
Un besito, callistas.

Monik: konnichi-wa, sensei adorata…felice di aver allietato la tua giornata, ma…PERCHE’ NON AGGIORNI, PORCA PALETTA?!?!?!?!?!? Sono giorni che aspetto e che cado inesorabilmente verso la depressione!
Ehm…scusa…il mio alter ego non mi avvisa mai quando intende uscire allo scoperto -_-“
Dunque…dicevo? Ah, sì…sono contentissima che il capitolo ti sia piaciuto e spero di non toppare proprio con l’ultimo.
Il piccolo Inu deve ancora imparare che con Kagome non si scherza (e neanche con me). Ho voluto rendere Kikyo decisamente più socievole e meno cadaverica e sono contenta che il risultato ti sia piaciuto. Tengo molto alla tua opinione.
Lo so che l’ho ricopiata spudoratamente, ma quelle parole e l’enfasi messa dall’attrice erano state così superbe che non ho potuto proprio farne a meno. Per giorni ho cercato parole diverse, giusto per non fare il classico “copia incolla”, ma alla fine mi sono detta “ma sì, dai…” ed eccoci qui.
Come mai tutta rossa, mia cara sensei? Non ci eri più abituata ai momenti infuocati in ufficio?
Comunque tu sei troppo buona con me! Ma ti prego, non piangere…mi dispiacerebbe un casino sapere di essere la causa delle tue lacrime.
Nooooooo…hai la tonsillite? Allora aspetterò che tu guarisca per poi urlarti dietro di aggiornare ^^
Ti lovvo anch’io. Tremila besitones grandi come il sole e…alla prossima!

Fmi89: ah, è così? Lo sapevi già? E allora io cosa ci sto a fare qui ç_ç? Non servo più? *Callistas piange disperatamente*. Grazie mille per il tuo sostegno e ti aspetto in fondo al cappy!

Le_montagnine: cappevo! In Kenya! Mi hanno detto che è bellissimo, è vero? Beata te…io sono sempre rattoppata dietro una scrivania. Mi piacerebbe molto viaggiare…bene…dopo questa parentesi di amore fraterno (si dice fraterno anche per le sorelle? Mah…) io vi ringrazio per i vostri bellissimi commenti. Sì, Kagome è stata moooooooolto convincente e ancora sì. Lei usa mezzi un po’ più soft rispetto ai tuoi…
Sai, mi fa davvero piacere che il film ti sia piaciuto e spero di non averlo rovinato con la mia storia.
Per il seguito ce l’ho già in mente, devo solo aggiustare un paio di cosette e metterlo per iscritto. Mi sembra di aver scritto qualcosa sui genitori di Kikyo…chissà che non entrino in scena loro con un ricatto…hihihi…kami quanto sono bastarda…ma non preoccuparti. Parti pure tranquillamente, che non penso di postare il seguito per quella data.
Dunque, dunque, dunque…mi piacerebbe salutare la isa, ma visto che non può parlare ti chiedo di salutarmela tu, ok?
Carissime! Vi ringrazio ancora infinitamente per il supporto che mi avete dato fino a quest’ultimo capitolo e spero di potervi rivedere su un’altra delle mie storie.
Un bacione (senza bavaglio)!

Achaori: ti ringrazio per i complimenti, bedda! Spero che questo cambiamento repentino non sia sembrato troppo esagerato, anche perché non era mia intenzione. Ho solo presupposto una cosa: che a volte, sono sufficienti poche parole, ma che siano quelle giuste per far capire che si sta sbagliando. Forse nessuno ha mai parlato veramente con Kikyo o le ha mai detto come stavano le cose in realtà, facendo così in modo che la ragazza si alimentasse di false speranze nei confronti di Inuyasha. Ma sono contenta che ti piacciano anche così.
Per quanto riguarda il nostro…mio Inuyasha, diciamo che era mio obiettivo primario fare in modo che negasse il trasferimento alla ragazza. Perché altrimenti come faceva Kagome a convincerlo del contrario?
Concordo…l’astinenza è una brutta bestia, specie per i tipi come Inuyasha. So che questo è l’ultimo capitolo, ma non disperare…ho molte altre storie e alcune ideuzze da realizzare, ma abbi fiducia.
Ti aspetto alla prossima e spero che anche tu possa deliziarci con altre tue storie!
Bacioni!

Giuly_chan95: ciao new entry! Sono contenta che la storia ti sia piaciuta e che me l’hai voluta commentare anche se siamo alla fine. Mi ha fatto davvero un gran piacere. Figurati…anche il mio pc ogni tanto parte per le Hawaii e mi lascia a casa…vorrei partire con lui ogni tanto, ma il biglietto è solo per uno…beh, pazienza.
Sono contenta che Naraku e Kikyo ti siano piaciuti, così come Kagome e Inuyasha (mia coppia preferita!). Beh, certo…Kagome è stata molto convincente nella sua arringa e Inuyasha non ha potuto far altro che chinare il capo e dire di sì (com’è giusto che fosse…giusto per precisare…)
Problema HC? Non preoccuparti…in questo capitolo si troverà la soluzione a tutto!
Chissà come mai non aveva più sete, quella? Che fosse perché l’acqua era contaminata? O.O Non lo avrei mai detto…
Dunque, eccoti accontentata. Questo è l’ultimo capitolo, ma spero comunque di trovarti nelle mie prossime ficcy!
Un bacione anche a te!

Inukag4ever: stranita addirittura? Forse non hai tutti i torti! Fa davvero strano vedere insieme quelle due senza che rischino di scannarsi. Adesso rimane solo la HC e comunque l’hai scritta correttamente. È giusto che Kagome si agguerrita. Lei non sopporta i soprusi e quello che la ditta sta facendo a quei poveri uomini la fa a dir poco imbestialire.
Ecco, brava…chiudi la bocca, va…evitiamo la nidificazione stratificata di qualche mosca. Mi fa davvero un enorme piacere vedere che il metodo di persuasione di Kagome sia piaciuto.
Ora ti lascio a questo capitolo che purtroppo è l’ultimo.
Spero di porterti vedere anche alle prossime, intanto…MILLE BESITONES!

Vale728: addirittura? Com’è che ho le chiappette rosse per l’imbarazzo? ^////^ sei troppo buona! Vedo che non ti fai problemi a usare certi termini, BRAVA! Apprezzo molto la schiettezza. Infatti, i miei genitori non apprezzano molto questo mio modo di esprimermi, ma io rispondo sempre che è un “modo per evitare fraintendimenti vari…”.
Già…chissà perché quel pezzo è piaciuto a tante…proprio non riesco a capirlo…
Beh…con calma ci riuscirò ^.^
Mia cara bedda, ti lascio a quest’ultimo capitolo, sperando comunque di ritrovarti in una delle mie prossime storie!

Bellatrix_Indomita: ciao bedda! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, davvero! Era una scena particolarmente difficile da rappresentare, soprattutto quando la si legge. Se Inu era inarrestabile è perché avevo iniziato a scarseggiare con scene roventi sul posto di lavoro, ma mi sono rifatta, con Inu e anche con Naraku.
Per quanto riguarda il fatto che hai trovato esagerato quella scena, credo di riuscire a risponderti. Non è solo per il fatto di averla presa e ricopiata dal film, ma più che altro perché se Kagome si è permessa di iniziare il suo discorso in quel modo è perché sapeva di avere dalla sua la verità. Ed è una cosa molto importante. Io credo che Kagura non avrebbe mai potuto avanzare obiezioni così pesanti proprio perché sa che il suo cliente (la HC) è fortemente nel torto. Tutto qui.
Io non so che altro dirti se non grazie. Una piccola parola che parte dal mio cuore e spero che arrivi al tuo. Altro modo per ringraziarti per tutto il tuo sostegno non so dove trovarlo. Per il finale spero anch’io di non far cascare il palco, mi dispiacerebbe. In effetti è uno dei miei punti deboli. Riesco a creare storie incasinate, ma mi brucio sempre sul finale.
Ti ringrazio per il memory e spero vivamente di non fare una brutta figura.
Fammi sapere come lo hai trovato, ok? Un bacio e ti aspetto in fondo!

Kaggy95: Erin Brockovich, con Julia Roberts. Sono contenta che tu comunque l’abbia seguita. I problemi capitano un po’ a tutte. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, così come spero che ti piaccia questo qui conclusivo.
Mi raccomando…non far arrabbiare la mamma!
Un bacio e alla prossima!

Mikamey: ciao bedda beddissima! Come sono contenta di vederti! Chissà come mai Inu ha concesso il trasferimento a Kikyo…che sia stata la capacità di persuasione di Kagome? Naaaa, non credo…sarebbe troppo scontato u.u.
Mi fa piacere che l’amicizia tra Kagome e Kikyo non sia poi così stonata, anche se fa un certo effetto vederle assieme.
Non ti preoccuapare per il commento. Vuol dire che il tempo che hai risparmiato con me lo utilizzerai per aggiornare la tua ficcy. Mi sembra uno scambio equo, sì…^^
Mia cara bedda…spero di rivederti presto e intanto beccati tremila bacioni enormi!


IO E IL MIO CAPO        HAPPY ENDING?


Le ore e i giorni impiegati su quel caso passarono in fretta, quasi senza accorgersene.
Kikyo e Kagome avevano indetto la riunione nel parco giochi di Ichigawa, raccogliendo varie informazioni, tutte utili, ma nessuna delle quali poteva definirsi decisiva.

Durante quell’incontro, però, Kagome si sentì osservata. Ogni tanto si guardava intorno per cercare la fonte di quella sgradevole sensazione, ma niente. Fu solo a fine giornata che trovò il suo misterioso osservatore. Come decise di avvicinarsi, lui sparì tra la folla, lasciandola nel panico totale. La prima cosa che le venne in mente fu che la HC avesse messo sulle sue tracce qualcuno che la seguisse e la spaventasse, in modo tale che rinunciasse al caso.
Non aveva detto niente a Inuyasha perché temeva che lui le impedisse di lavorare ancora a quel caso, ma lei non poteva rinunciarci, non ora che la piccola Myia stava per lasciare questa vita. Il tempo passava e, a causa dell’assenza di soldi per l’operazione, il cancro si espandeva. I suoi genitori erano costretti a guardarla ogni giorno mentre lentamente si spegneva. Quella motivazione l’avrebbe spinta anche in capo al mondo.
Di ritorno da Ichigawa per l’ennesimo incontro con le famiglie coinvolte nell’avvelenamento da cromo esavalente, Kagome trovò in ufficio una brutta sorpresa.




“…perfetto. Mi spiace che tu non abbia potuto conoscere Kagome che…”
La ragazza era arrivata, con un enorme punto di domanda in testa sul chi fossero quelle due persone.
“Oh Kagome…sei arrivata! Lascia che ti presenti Jaken Hiroshi e la sua assistente Erika Bloom. Lavoreranno assieme a noi al caso contro la HC.”
A Kagome bastò un’occhiata per capire chi aveva davanti. L’uomo sembrava abbastanza un tipo alla buona, ma la sua segretaria sembrava più adatta ad un altro mestiere.
Fu odio a pelle.
“Piacere…” – disse Kagome, che la pensava evidentemente al contrario. Una volta usciti, Kagome aggredì Inuyasha. – “Chi diavolo sono quei due?”
Inuyasha era molto sorpreso.
“Te l’ho detto…ci aiuteranno con il caso della HC.”
“Adesso?”
“Sì, perché?”
“E prima dov’erano?” – chiese Kagome, furiosa che gli altri studi si facessero avanti solo quando avevano la certezza di vincere.
“Ascolta Kagome, non importa…l’importante è che ci aiutino…” – tentò Inuyasha.
La ragazza uscì, delusa da quel ragionamento poco maturo.

I giorni successivi furono interamente dedicati al completamento delle schede che Kagome aveva compilato con i vari dati delle famiglie coinvolte nell’avvelenamento. Presenti in sala riunioni c’erano Inuyasha, Kagome, Kikyo, Erica e Jacken, più un collaboratore chiamato per scrivere a macchina i dati che Kagome avrebbe fornito.

“…sul serio Kagome…è un ottimo lavoro…” – iniziò Erika con il tono di voce di chi la sapeva lunga.
Kagome represse a stento un istinto omicida.
“…ma ci sono dati che magari tu non sapevi nemmeno di dover chiedere…” – concluse alla fine la ragazza con fare saccente.
“Che dati ti servono?” – chiese Kagome appoggiata allo schienale della sedia con aria di sfida.
Erika si guardò attorno, imbarazzata.
“Non vorrai farmi credere di conoscere a memoria ogni singolo dato di ogni singolo individuo del caso, vero?” – chiese la segretaria di Jacken, impossibilitata nel credere ad una simile evenienza.
Tutto lo studio si era zittito in attesa di sentire cos’avesse da dire Kagome.
“Quali dati ti servono?” – richiese Kagome con finta pazienza.
Erica si riguardò nuovamente attorno, in cerca di un possibile appoggio. Non trovandone, dovette continuare da sola. Alzò una delle cartellette e lesse il nome che vi era scritto.
“Myia Hizumo.” – disse lei, sfidandola.
Kagome tacque per un momento, il tempo di riordinare le idee.
“Myia Hizumo, otto anni, Ichigawa. Numero di telefono 558 49 77. Codice sanitario 778 953. Le è stato diagnosticato il cancro all’età di sette anni. Suo padre, il signor Hizumo, ha fatto avanti e indietro dall’ospedale trentasette volte, volte in cui entrava per sfoghi sulla pelle, tracce di sangue nelle urine, piaghe diffuse per tutto il corpo…” – Kagome era partita in quarta e tutti l’ascoltavano allibiti. – “…la madre Saryma ha subito l’asportazione di un rene subito dopo la settima entrata all’ospedale del marito. Vuoi sapere anche che numero di scarpe portano?” – chiese Kagome arrabbiata per quella mancanza di sensibilità.
“Ok…forse siamo partite con il piede sbagliato…” – tentò Erika imbarazzata per quella figuraccia.
“Ed è tutto quello che hai bella mia, un piede sbagliato e due scarpe di merda!”
Tutti si zittirono, imbarazzati per la scena che si stava svolgendo.

“…ma te la potevi risparmiare no!?” – tuonò Inuyasha, mentre riaccompagnava a casa Kagome.
“Eccerto no? Chi se ne frega se quella mi prende per una che non sa fare niente!”
“Andiamo Kagome…” – Inuyasha era furente con lei. – “…anche se indossa un paio di scarpe di Gucci, non significa che non si sia fatta il culo all’università!” – erano arrivati a casa di lei.
Kagome scese dalla macchina, sbattendo la portiera. Inuyasha capì che non era il caso di stare insieme così riavviò il motore e se ne tornò a casa sua.




Il mattino seguente Kagome e Kikyo decisero che non avrebbero perso ulteriore tempo e sarebbero partite alla volta di Ichigawa per far firmare a tutte le famiglie coinvolte un documento che attestava la loro partecipazione a quell’avvelenamento di massa.
Kagome era partita da casa alle cinque e mezzo del mattino, alle sei era sotto l’albergo dove alloggiava Naraku per prelevare Kikyo, arrivando a Ichigawa verso le sette. Si divisero il paese, Kagome faceva il nord, mentre Kikyo il sud.
Kagome Iniziò con gli Hizumo che firmarono immediatamente. La invitarono a prendere un caffè, ma Kagome non poteva fermarsi. Aveva la bellezza di quattrocento quattordici famiglie da visitare mentre Kikyo aveva l’altra metà e le volevano fare tutte in un giorno. Si sarebbero ammazzate di fatica, ma questo non importava.
Verso la prima mattinata, Kagome ne aveva fatte circa una cinquantina. Non si sarebbe fermata nemmeno per il pranzo. Durante lo spostamento da una casa all’altra, il cellulare le suonò.

“Pronto?” – aveva accostato per non dover rispondere alla guida.
“Ciao…”
A Kagome vennero le lacrime agli occhi.
“Ciao…” – dopo quel litigio non si erano più rivolti la parola, ed erano passati due giorni.
“Dove sei adesso?”
“Sono a Ichigawa per far firmare quelle carte…”
“Ah…” – nessuno dei due parlò, finchè non fu Inuyasha a interrompere quell’odioso silenzio. – “Kagome?”
“Sì?”
“Mi manchi da morire…”
Kagome sorrise.
“Manchi tanto anche a me…senti Inuyasha…mi dispiace molto per quella litigata…odio quando sei arrabbiato con me…” – ammise Kagome.
“Anch’io…coraggio…finisci il lavoro e torna da me.”
Kagome sorrise e, con uno spirito nuovo, proseguì il suo giro.
“Va bene. Ti amo.”
“Ti amo anch’io.”
Kagome ripartì a razzo e alle undici aveva già fatto altre settanta famiglie.
Proseguì con quel ritmo per tutto il giorno, arrivando a tarda nottata all’ultima famiglia. Era entrata con Kikyo in un bar per prendersi qualcosa da mangiare dato che iniziava ad avere le allucinazioni, ma non sapeva che avrebbe fatto un’incontro molto particolare.




“Avete fatto tutto questo solo oggi?”
Kagome sorrise, mentre Kikyo era spiaccicata sul bancone, sonnecchiante. Non era più abituata a quel tipo di lavoro. Quando aveva appena iniziato a lavorare per Inuyasha era partita da zero, ma poi…quando aveva iniziato ad ingranare per bene, aveva lasciato i lavori pesanti ai nuovi arrivati, snobbando, alla fine, i problemi delle persone.
“Sì, e sono…siamo distrutte…” – precisò Kagome, stropicciandosi gli occhi.
“Che vi posso dare?”
“Per me un panino con il mondo dentro e una coca alla spina e tu Kikyo?” – chiese Kagome.
La ragazza non si era alzata nemmeno per un secondo dal bancone.
“Un letto matrimoniale e un altro panino con dentro il mondo. Acqua naturale, grazie…”
Il barista e Kagome risero.
“Per i panini non ci sono problemi…ma per il letto, temo che ti dovrai arrangiare…arrivano subito…” – disse il barista che iniziò a preparare l’ordinazione.
Mentre Kagome aspettava, si massaggiava il collo, mentre Kikyo si alzò di scatto dal bancone. Ancora un po’ e si addormentava lì sopra. Iniziò a bere la sua acqua, non notando l’irrequietezza dell’amica.
Kagome si girò lentamente perché aveva ancora la sensazione di essere osservata. Spaventata nel vedere la stessa persona che aveva visto quel giorno all’incontro organizzato al parco giochi e che poi era scappata non appena Kagome aveva tentato di avvicinarsi, la ragazza iniziò a dimenarsi sul posto, sperando che Jorge si sbrigasse.
“S-sì?” – chiese Kagome un po’ spaventata all’uomo che si era avvicinato.
Kikyo si girò incuriosita.
“Tu sei Kagome Higurashi, vero?” – chiese lui con un’aria poco tranquillizzante.
“S-sì, perché?”
“Ti ho riconosciuta…vai in giro a fare tutte quelle domande sulla HC.”
“Sì, sono io…” – rispose Kagome.
“Cosa vuole?” – chiese Kikyo, venendo in soccorso della collega.
L’uomo sorrise, contento di aver trovato la persona che stava cercando.
“Lo conosci, Kagome?” – chiese Kikyo stupita.
“Non esattamente…” – disse Kagome un po’ più tranquilla con Kikyo accanto.
“Lei chi è?” – chiese lui, riferendosi a Kikyo.
“Si chiama Kikyo e segue con me il caso della HC.” – spiegò fermamente Kagome.
L’uomo annuì, sembrava che stesse valutando qualcosa riguardo quella ragazza. Nel frattempo il barista era arrivato con le ordinazioni.
“Oh…grazie Jorge. Quanto ti devo?” – chiese Kagome al barista che alzò la mano.
“Offre la casa.”
“Grazie…” – poi si girò verso l’uomo misterioso e salutò anche lui. – “…salve…” – disse lei, ma fu bloccata dalla sua mano che la teneva per il polso.
Kagome stava per mettersi ad urlare, mentre Kikyo aveva già in mano il telefonino.
“Potrebbe esservi utile sapere che alla HC ero stato incaricato della distruzione dei documenti?”
Kagome e Kikyo lo guardarono come se stesse scherzando ma, vista la sua espressione seria, accantonarono immediatamente l’ipotesi. Si girarono, interessate al discorso.
“Potrebbe essere…dipende dai documenti…” – disse Kikyo.
L’uomo le invitò a sedersi ad un tavolo un po’ più appartato per raccontare loro tutto quello che sapeva.
“Po-potresti scusarmi solo un momento? Porto queste in macchina…” – disse indicando le cartellette. – “Kikyo…offriresti da bere intanto al signore?”
“Ma certo…” – disse Kikyo più malleabile. Vedersi davanti la possibilità di incastrare la HC l’aveva indotta ad essere più socievole.
L’uomo annuì.
“Torno subito!” – esclamò lei.

Kagome corse fuori, prese il suo cellulare e cercò nella rubrica il numero di Inuyasha.
“Rispondi…rispondi…eddai…”
“Pronto?” – rispose Inuyasha ancora in ufficio, nonostante l’ora tarda. – “Kagome?”
“INUYASHA! GRAZIE A DIO! Pensavo che prima mi volesse uccidere…invece mi voleva aiutare…” – Kagome sconnetteva le frasi per la fretta di rientrare.
Inuyasha dall’altra parte si era alzato sulla sedia, quando la sua ragazza gli aveva detto che qualcuno voleva ucciderla.
“Piano, piano…non capisco niente…chi voleva ucciderti?”
“Un uomo, presente alla riunione fatta al parco giochi a Ichigawa, continuava a fissarmi. Pensavo fosse un maniaco o un serial killer, invece mi ha detto che alla HC era stato adibito alla distruzione dei documenti!”
Inuyasha sgranò gli occhi per l’enorme colpo di…fortuna.
“Ok, ok…sta calma…l’importante è che tu lo faccia parlare e non interromperlo!”
“Ok, non interromperlo…”
“Kagome, ora vai!”
Kagome agganciò la comunicazione e rientrò nel bar. Quando varcò la soglia, cercò di nascondere tutta l’ansia che stava provando in quel momento. Li trovò seduti ad un tavolo appartato intenti a chiacchierare.

“Eccomi qui…scusa ma mi sono scivolate di mano e ho dovuto rimetterle a posto…”
“Kagome, lui è Kenji Hakurei.”
“Molto piacere signor Hakurei…” – disse Kagome con un sorriso, mentre l’uomo la fissava con un’espressione indecifrabile sul viso.
“Mio cugino è morto ieri sera…”
Le ragazze si fecero serie immediatamente. Il racconto era iniziato.
“Mi dispiace…” – disse Kagome, incitandolo a continuare.
“…lavorava nelle torri di raffreddamento della HC e aveva…tutto il naso…pieno di sangue…i fazzoletti che usava per tamponarsi l’emorragia erano zuppi appena ce li appoggiava sopra…”
Ascoltavano in silenzio, lasciando che quell’uomo desse sfogo al suo dolore.
Parlarono di come suo cugino avesse ottenuto il posto alla HC, andando a sostituire un collega che prima era morto.
“E’ per questo motivo che la HC assumeva dipendenti e li “licenziava”, se così si può dire, in così poco tempo?”
L’uomo annuì, grave.
“Sì…era passato circa un anno e mezzo e ad un certo punto un dirigente viene da me e mi da in mano un plico di carte da passare nel trita carta.”
Kagome lo fissò speranzosa.
“E…hai visto cosa dicevano?” – chiese mangiando una nocciolina.
“Tutta roba inutile, però la documentazione di una certa importanza…diciamo che non è finita nel trita carta.” – ammise lui, compiaciuto di poter mandare in carcere quelli della HC.
“Non sei stato quello che si definisce un “lavoratore modello”…dico bene?” – chiese Kikyo. Il sonno le era ormai passato.
“Già…” – i tre si sorrisero, complici in quella situazione che avrebbe portato la HC dritta all’inferno.




“…lo so, ma dobbiamo trovare il documento che lo prova, dimostrando così che la sede centrale era a conoscenza di quello che stava succedendo a Ichigawa…e non ha fatto niente!” – tuonò Jacken, infastidito dall’assenza di Kagome, che denotava la sua scarsa professionalità. Erika invece godeva di quella situazione. Se Kagome e Kikyo sarebbero arrivate, si sarebbero prese una lavata di capo sicura.
Le ragazze in questione arrivarono proprio in quel momento. Inuyasha era irritato a morte, per non parlare di Naraku che lanciava fulmini e saette dagli occhi. Non solo avevano finito di far firmare le cartelle a notte inoltrata, ma soprattutto non rispondevano al telefono, facendoli preoccupare a morte.
“Era ora! Ma dove ti eri cacciata?” – chiese, sibilandole nell’orecchio.
Lo stesso fece Naraku.
Kagome e Kikyo, per tutta risposta, gli sorrisero vittoriose. Andarono da Erika e le misero davanti due scatole di cartone che contenevano in tutto ottocentoventisette cartellette. Erika, Jacken, Inuyasha e il resto dei presenti rimasero ammutoliti.
“C-cosa sono?” – chiese Erika allibita e arrabbiata.
“Ottocentoventisette…contale pure, ma se vuoi ti posso risparmiare la fatica…ci sono tutte. Tutte firmate dalle famiglie coinvolte nell’avvelenamento.” – Kagome sorrise, sostenuta da Kikyo, contenta di aver tolto dalla faccia di quell’odiosa quel sorrisetto da saccente che la mandava in bestia. – “E mi permetto di farvi notare che sopra a tutte c’è il documento che comprova che la HC di New York era a conoscenza che la sede di Ichigawa contaminava le falde acquifere che, parafrasando, dice di sapere dell’inquinamento ma che non era di grande rilevanza.”
Nessuno fiatava per quello che Kagome aveva fatto. Kikyo invece si mise a ridere.
“Ma…come hai fatto?” – chiese Erika.
Kagome assieme all’amica, andò vicino ad Inuyasha, che si era alzato in piedi, con un sorrisetto di pura incredulità.
“Vedi…dato che le mie conoscenze in campo legale erano pari a quelle di una prostituta in Rodeo Drive, ho passato la giornata di ieri a raccattare le firme facendo servizietti a tutti: quattrocento quattordici pompini in una sola giornata.”
Nella sala, erano inziate varie risatine, segno che chi rideva stava facendo appello a tutto il proprio autocontrollo per non esplodere in grasse risate.
“Invece la mia collega ha ottenuto le firme grazie alla sua conoscenza in ambito giuridico.” – disse Kagome, specificando l’ovvietà.
Solo Erika e Jacken non ridevano. Avevano giudicato Kagome solo perché non aveva una laurea in legge e per il suo modo di vestire.
“Effettivamente sono un po’ stanca…posso sedermi?” – chiese a Inuyasha che, anche lui cercava di contenersi, la fece accomodare, guardando con soddisfazione i suoi ormai ex-colleghi. Anche Kagome guardò i due con malcelata soddisfazione, facendo loro capire che per risolvere un caso a volte una laurea non basta.




Erano passate due settimane da allora.
Il processo che si era svolto aveva giudicato colpevole senza possibilità di appello la HC, destinando una considerevole cifra di indennizzo al gruppo e alle singole famiglie. Finito il processo, Kikyo potè finalmente partire per l’Inghilterra con il suo Naraku e iniziare una nuova vita. Si era mantenuta in contatto con Kagome anche perché con lei aveva un grosso debito di gratitudine. Lo studio di Inuyasha, grazie a quel caso, aveva acquisito prestigio anche oltreoceano, dove si discusse per molto tempo del caso della HC.




Era estate inoltrata e Kagome aveva ancora da fare un’ultima cosa.
“Sei sicura che mi vuoi con te?”
Kagome guardò Inuyasha con tanto amore negli occhi.
“Sì, perché se non fosse stato per te e per la tua enorme fiducia nei miei confronti, non saremmo riusciti a fare niente.”
Inuyasha sorrise, grato per quelle parole.
“Ma il lavoro lo hai svolto tutto tu, praticamente…” – fece notare lui.
“Sì, ma il caso me lo hai affidato tu…siamo arrivati.” – osservò Kagome.
Inuyasha parcheggiò l’auto e assieme a Kagome, scese dalla macchina.
Bussarono alla porta e venne ad aprire il signor Hizumo.
“Kagome! Che bella sorpresa! Entra!”
Kagome e Inuyasha entrarono, felici per quello che dovevano comunicare alla famiglia.
“Saryma è ancora a letto, venite…”
“Se vuole ripassiamo…non è un problema…tanto la benzina la paga Inuyasha…”
Il signor Hizumo sorrise.
“Ma figurati, prego venite…Saryma? Guarda chi c’è?”
“Kagome! Signor NoTaisho! Che bella sorpresa! Entrate!”
Kagome non si fece pregare e si accomodò su una sedia, vicino al letto di Saryma. Purtroppo la donna qualche mese prima aveva dovuto vedere seppellire la figlia Myia, morta di cancro. Kagome si ricordava benissimo la disperazione della donna al funerale, al quale lei aveva partecipato. La donna le fece promettere di mandare in galera quei bastardi che avevano ucciso la loro bambina. La signora Hizumo, dopo qualche mese, si era ammalata di tumore, operabile. Il problema è che per salvarle la vita avevano dovuto rimuovere utero e seno, facendola cadere in depressione. Adesso sembrava che si stesse riprendendo. Il marito non la lasciava mai da sola e le portava fiori freschi ogni giorno.
“Cosa…cosa succede?” – chiese la donna.
Kagome guardò Inuyasha con un sorriso prima di cominciare.
“Saryma…il giudice ha stabilito la sentenza.”
La donna sgranò gli occhi.
“Ah…e ha stabilito una cifra?”
“Sì.”
“Solo per noi…o per tutto il gruppo?”
“Per tutti e due. Li obbligherà a pagare…ottocentoottantanove milioni di dollari…”
Saryma scoppiò un una risata per alleviare la tensione.
“e…sedici di quei milioni andranno alla tua famiglia.”
Saryma e suo marito guardarono Kagome increduli.
“Sedici milioni di dollari?” – chiese Saryma con un fil di voce. – “…o-oh…non so nemmeno quanti siano…”
“Beh…abbastanza perché possiate farvi una vita nuova…”
“Oh ma…è meraviglioso! Grazie Kagome!” – la donna abbracciò Kagome che sorrise per aver dato una possibilità di felicità a quella famiglia e alle altre.
Rimasero con gli Hizumo ancora per un po’, ma poi decisero di andarsene per lasciare loro la giusta intimità.

“Così anche noi avremo la nostra…”
Kagome lo guardò allibita.
“Ma pensi solo a quello?” – chiese lei, che comunque lo voleva quanto Inuyasha. Gli ultimi mesi erano stati massacranti sotto ogni punto di vista e li aveva portati ad una mancanza di intimità.
“Non è vero!” – disse Inuyasha per discolparsi.
Kagome rise e si avvicinò al suo orecchio, leccandoglielo.
“Peccato…io sì invece…”
Inuyasha strinse il volante per non correre il rischio di mollarlo e abbracciare Kagome. I due tornarono a casa e finalmente poterono dedicarsi a loro due.
I giorni seguenti Inuyasha propose a Kagome di andare a vivere da lui, in modo da poterla avere sempre sotto controllo. La ragazza accettò molto volentieri la sua proposta…
…e non solo quella…




DUE ANNI DOPO…

“Myia non correre!” – urlava una donna ad una bellissima bambina di due anni. – “Hai appena iniziato a camminare!”
“Ehi Kagome…”
La ragazza si girò, con molta attenzione.
“Dimmi…”
“Hai invitato tuo fratello?”
“Sì…verranno stasera assieme a Luce, perché?”
“Volevo solo accertarmene…come sta?”
“Bene…è una peste! Ha appena iniziato a camminare che già si mette a correre! Mi farà diventare matta!”
Inuyasha sorrise.
“Io parlavo di lui…” – disse Inuyasha, toccando la dolce rotondità del ventre di sua moglie.
“E’ peggio di te quando dormi…continua a scalciare…”
“Ehi! Io non scalcio di notte!” – disse lui tutto rosso.
“Vogliamo vedere i lividi viola sulle gambe?” – chiese Kagome, mentre si alzava un lembo della gonna.
“Lividi…esagerata…”
Il tonfo di qualcosa di morbido catturò la loro attenzione. Kagome si mise le mani sui fianchi, sapendo già cos’era successo. Inuyasha osservava sua moglie andare dalla piccola Myia e prenderla in braccio e consolarla.
“Hai visto cosa succede a non dar retta alla mamma?”
La bambina iniziò a piangere, nascondendo il visino nell’incavo del collo della madre.
“Dai…adesso sistemati, che tra poco viene Luce.”
La bambina s’illuminò e scese a tutta velocità dall’abbraccio della madre, correndo invece dal padre.
“Papà! Papà…” – urlò Myia, saltando in collo a Inuyasha.
“Cosa c’è?”
“Luce! Luce!”
Inuyasha sorrise.
“Sì, lo so…stasera viene la tua cuginetta. Sei contenta?”
“Tì! Tì!”
“Allora va a farti bella, su!” – disse Inuyasha mettendola a terra e dandole una pacca sul sederino.
La bambina si volatizzò dietro un angolo. Kagome andò da Inuyasha e lo abbracciò.
“Ciao…”
“Ciao…” – Inuyasha la baciò e l’abbracciò per quanto la pancia lo permettesse.
“Sei bellissima…”
Kagome lo guardò, pregandolo di non prenderla in giro.
“Sono una balena…” – disse lei, sconsolata.
“Sì, ma almeno sei la mia balena…”
“Cattivo…”
Inuyasha si piegò sulle gambe e mise un’orecchio sulla pancia di Kagome, facendola commuovere.
“Ehi…” – disse Inuyasha parlando con suo figlio. – “…è vero che la mamma è una balena? Ok…grazie…”
“Che ha detto?” – chiese Kagome reggendogli il gioco.
“Ha detto che balena o no, sarai sempre la sua mamma.”
Kagome lo baciò e tornò in casa assieme a Inuyasha per prepararsi per la cena.




Ma…ricapitolando…
Due anni prima, dopo il trasferimento di Kagome da Inuyasha, lo studio aveva chiuso per le consuete tre settimane di ferie del periodo estivo. Così i due decisero di partire per un meritato viaggio di (molto) piacere al mare. Quando rientrarono, Kagome iniziò a sentirsi male. Nausee, sonnolenza onnipresente…Inuyasha era molto preoccupato, ma lei lo rincuorava dicendogli che poteva essere un male di stagione. Dopo due mesi fatti di questi sintomi persistenti, Inuyasha si caricò in spalle Kagome e la portò dal medico, volendo essere presente anche lui in caso di brutte notizie.
Ma quello che arrivò era tutto fuorchè brutto.
“Congratulazioni, Kagome…lei è incinta.”
Inuyasha e Kagome si guardarono e si abbracciarono. Da quel giorno in poi, Inuyasha coprì Kagome di attenzioni e di regali per lei e per il piccolo, che alla fine si dimostrò essere una bambina. Kagome volle chiamarla a tutti i costi Myia, come la figlia degli Hizumo e Inuyasha non trovò nulla da obiettare. Qualche mese più tardi, Inuyasha le chiese di sposarlo, riscontrando un parere più che favorevole da parte di Kagome. Al matrimonio partecipò tutto lo studio di Inuyasha nonché Naraku e Kikyo, anche lei in dolce attesa. Dopo nemmeno due mesi che Kikyo si era trasferita in Inghilterra, Naraku aveva provveduto a legarla a sé per il resto della vita. La ragazza era finalmente felice e si godette il matrimonio del suo ex-presunto-amore.

E adesso…Kagome e Inuyasha aspettavano il secondo genito. Speravano che fosse un maschietto, almeno avrebbero fatto la coppiata. Non passava momento che la ragazza non benedisse il giorno in cui beccò Koga con quella sua collega di lavoro.
Le aveva praticamente serivito la felicità su un piatto d’argento.









Io e il mio capo, è finita.
Spero di non essermi bruciata sul finale.
Magari alcune di voi si staranno chiedendo il perché di quel punto di domanda sul titolo del capitolo. Bene, è molto semplice.
Come ben sapete, io amo gli happy ending. Ne sono una fan sfegatata. Al mondo c’è tanto dolore e tanto odio inutile che almeno nelle storie che scrivo voglio avere l’illusione che tutto vada a finire bene, e così è stato.
Almeno in parte.
Kagome e Inuyasha non si sono messi solo insieme, ma si sono anche sposati, dando la vita ad un’altra piccola Miya. Kikyo si è trasferita da Naraku, pronta per ricominciare una nuova vita. A volte si pensa di essere innamorati di una persona e si cerca in tutti i modi che anche lei ti ricambi, ma questo non era il caso della mummia. Dato che ci divertiamo sempre a sotterrarla di più e più insulti o di sassate (per altro meritate, sia ben chiaro…) stavolta ho deciso di concederle una possibilità di felicità. Ora vive felice con Naraku a Londra e aspetta addirittura un bambino e chissà…forse mi divertirò a scrivere il seguito di questa storia, giocando proprio su questa coppia, benchè io non sia così intelligente da averla capita fino in fondo. Il più delle volte mi fermo alle apparenze, ma leggendo e conoscendo le varie personalità che popolano questo sito, ho imparato molte cose. In primis, che Kikyo non è la bastarda che tutti pensiamo. Se si comporta così ha un suo motivo, e per quanto io non lo approvi, ce l’ha. Lei è rimasta ancora ferma a cinquant’anni prima e, risvegliandosi, ha creduto di poter trovare le cose ancora com’erano.
Sbagliava.
Purtroppo il mondo è andato avanti senza di lei e Inuyasha ha trovato un’altra alla quale cedere completamente il suo cuore di hanyou (sempre che si dia una mossa…).
Non voglio dilungarmi troppo e annoiarvi in inutili chiacchiere.
Dicevo…il punto di domanda. Spero che alcune di voi abbiano capito che si riferisse alla morte della piccola Miya.
So che molte di voi saranno da un becchino per accordarsi sulla scritta da apporre sulla mia tomba, ma mi sembrava giusto così. Per chi ha visto il film al quale mi sono ispirata, avrà di certo notato che non c’era solo l’happy ending finale, con tanto di arresto carcerario per il dirigente della ditta, ma c’era anche tanto dolore. Dolore che le persone cercavano di sopportare facendosi forza. Ora non ricordo se siano morte delle persone ma in questa mia storia ho voluto mettere questo spezzone. Amavo la piccola Miya, Dio solo sa quanto…ma purtroppo la mia mente bacata e traforata ha sentito l’impellente necessità di mettere quel fatto.
Ma non voglio rattristarvi ulteriormente. Immagino che molte di voi si stiano facendo una siringa per le psico stronzate che ho sparato fino ad adesso, ma mi sembrava giusto spiegare il motivo del titolo e il perché della morte della bimba.
Credo anzi…sono sicura che questa sarà la prima e ultima storia in cui una bambina perderà la vita.

Dunque…arrivati a questo punto è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno semplicemente letto la mia storia, a chi l’ha commentata e le 56 persone che addirittura l’hanno messa nei preferiti, facendomi arrossire pure le chiappette. In questo caso vorrei ringraziare:

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A tutte voi, un grazi di tutto cuore.
  
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