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Autore: renge_no_hana    08/08/2016    5 recensioni
"Avrei potuto definire la mia vita in mille modi: ripetitiva, anonima, normale, mai entusiasmante. Tuttavia "entusiasmante" non era di certo la parola più adatta a descrivere la situazione in cui mi ero andata a cacciare sin dal momento in cui quei due mi avevano trovata agonizzante sul marciapiede... "Pura follia" sarebbe stato probabilmente più accurato."
Questa fanfiction nasce in risposta alle molteplici contenenti statuarie Mary Sue che bazzicano per il Grande Tempio, sterminando i potenti Gold Saint con i loro occhi cerbiattosi, maciullando i cattivi coi loro poteri incredibili e cercando di soppiantare l’autorità del Big Boss, ovvero la dea Atena.
Si tratta della storia di una ragazza che può "fare cose", ma le quali priorità fino al giorno prima erano comprare il tonno e studiare per l'esame bastardo della sessione. Uno stuolo di bei ragazzi in armatura non conta molto, quando l'immediato futuro prevede il fuoricorso assicurato, allenamenti spaccaossa e l'incombere di un nemico terribile... O forse mi sbaglio?
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Saori Kido, Scorpion Milo, Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Prologo - Parte II: Manifestazione


Il regno tornerà nelle mani del Brehin.

Il Brehin riconquisterà.

Riavremo ciò che ci appartiene.

Medhelan risorgerà.

Con essa la nostra stirpe.


Sotto la Sua effigie.


 
 
Quando la confusione lasciatami da quell’ennesimo blackout improvviso cominciò a dissiparsi mi resi conto che il ronzio che continuava a rimbombarmi nelle orecchie non era frutto della brutta botta presa, bensì la voce di qualcuno. Per quanto tempo ero rimasta a terra come un opossum investito?
Sentii qualcosa punzecchiarmi il fianco destro e con estrema fatica provai ad aprire gli occhi. Avevo qualcosa di umido appiccicato alla palpebre: evidentemente la caduta mi era costata un bel taglio in fronte con annesse cascate del Niagara.

“Urgh...” fu il primo intelligentissimo suono che riuscii a produrre. Tutto faceva un male cane.
E come se non bastasse due tizi –due capelloni- dall’aria non propriamente rassicurante mi fissavano perplessi.
Il porcone che mi uscì di bocca improvvisamente avrebbe fatto impallidire Germano Mosconi, ma i due sconosciuti non batterono ciglio e continuarono a scrutarmi come se fossi un esemplare di batterio molto interessante.

No. Dopo una giornata così pure la coppia di potenziali borseggiatori dell’ultima ora no!

Ad un certo punto Tizio A, un ragazzo molto bello nonostante la capigliatura anni Ottanta, parlò:
“Lo sapevo che avremmo dovuto approcciare la missione in un ambiente ad essa più familiare.”
“Andiamo, Camus... Non potevamo lasciare che qualcuno la vedesse in preda alla manifestazione!” rispose Tizio B, le cui spalle sembravano avere il diametro della mia sfiga e i quali capelli troppo lunghi erano in procinto di farmi produrre uno starnuto da record.
Grugnii, ancora più confusa e indolenzita e i due si ricordarono della mia esistenza.
“Sentite... Se volete derubarmi cascate male! Vi posso solo dare le venti della spesa, ma vi giuro che non ho altro!” esclamai cercando di darmi un’aria spavalda, ma riuscii solo a comunicare perfettamente quanto me la stessi facendo sotto in quel momento.
Tizio A (Camus? Boh. Genitori degeneri) inarcò un sopracciglio biforcuto come se la mia accusa fosse stata il delirio di una povera mentecatta e si affrettò a chiarire:
“Si tratta di un malinteso. La nostra intenzione non era quella di spaventarla, bensì di rintracciarla e far luce sulle vicende concernenti il suo stato di salute attuale. Non avremmo mai potuto prevedere che la manifestazione sarebbe avvenuta sotto i nostri occhi.”

Cercai di dare un senso alle sue parole, fallendo miseramente e agitandomi ancora di più.

“Rintracciarmi? Ma vi ha mandati la ASL, la mutua, o che ne so... Mia madre? O magari siete degli stalker! Oh mio Dio, con tutta la merda che succede nel mondo proprio io devo finire sul giornale sulla pagina di cronaca nera... Poi dicono che il femminicidio è un’invenzione dei media, ma vaffanculo! Che manifestazione, poi? Il Pride è a Luglio, mi sa che avete sbagliato data...”
Evidentemente sopraffatto dal quell’esternazione improvvisa del mio stream of consciousness, Tizio B decise di prendere le redini di quel discorso assurdo.
“Lei è la signorina Eva Marzo, giusto? Non vogliamo farle del male, né tantomeno derubarla... Siamo qui perché ci è stato assegnato il preciso compito di recuperarla e metterla al corrente di una situazione che la riguarda. Che potrebbe riguardare il mondo intero, in verità.”
Non sapevo cosa rispondere. Anzi, non sapevo proprio cosa pensare perché ancora non avevo capito una beneamata mazza di cosa stesse succedendo. Intanto ero ancora stesa a terra come un capodoglio spiaggiato.
“Prima di tutto non datemi del lei, che dubito di essere molto più vecchia di voi due!” Sbottai mentre mi tiravo su a fatica con l’aiuto di Tizio-A-Camus. Le priorità. “In secondo luogo, come accidenti fate a sapere il mio nome? Mi mettete ansia.”
“Io e i miei compagni ti abbiamo osservata a lungo durante gli ultimi sei mesi. Aspettavamo solo che il potente cosmo che alberga nel tuo corpo si risvegliasse completamente.”
“Cosa.”
“Il cosmo che alberga nel tuo corpo e che si è risvegliato.”
“Non so cosa sia un cosmo e onestamente, per ora fregacazzi. Intendevo quello che hai detto prima.”
“Che ti abbiamo osservata durante gli ultimi sei mesi!”
“Ti rendi conto che mi stai dando tutti i presupposti per denunciarvi???”
“Monitorarti era fondamentale per garantire la tua sicurezza.” Si intromise Tizio-A-Camus.
Mi massaggiai le tempie doloranti. Quanto dovevo sembrare idiota seduta su un marciapiede della periferia di Milano, con la fronte spaccata e circondata da due perfetti sconosciuti che sostenevano di avermi spiata per la mia salvezza? Salvezza da cosa? L’esame della Chiappetta? La bolletta del gas? La paella radioattiva di Ignacio? Volevo spiegazioni.
“Sentite, io non capisco di cosa accidenti state parlando. Sono solo una povera crista stressata che sta avendo un periodaccio... Vi assicuro che a nessuno interesserebbe mai farmi del male per il semplice fatto che non mi si incula! Quindi fatemi il piacere di dirmi cosa volete da me, prima che chiami la polizia!”
Ennesima occhiata penetrante dei due. Cominciavo a spazientirmi.
Tizio B si schiarì la voce:
“Qualcosa di terribile è in procinto di sconvolgere questa città, forse il globo... Abbiamo la certezza che l’entità che sta causando i tuoi problemi -le manifestazioni- sia la chiave per fermarla.”
Di nuovo con le frasi oblique e le manifestazioni. Gli avrei tirato volentieri una craniata su quel bel naso greco, se la mia testa non fosse stata già aperta come un cocomero.
“Ok, basta così. Voi state male. Non penso di essere io quella che ha problemi, visto che quello che mi hai appena detto è praticamente il disagio!” squittii isterica.
“Non devi agitarti, Eva.” Mi redarguì tranquillo Tizio-A-Camus appoggiando una mano gelida sulla mia fronte. “Come abbiamo detto non siamo qui per farti del male. Il nostro compito è proteggere colei che ci aiuterà a combattere per la salvezza del mondo.” E detto ciò dal suo palmo si sprigionò una leggera brina che portò immediatamente sollievo alla mia povera testa.

Un momento---
Brina. Dalle sue mani.
COSA. CAZZO. STAVA. SUCCEDENDO.

Un urlo mi morì in gola, anche se la mia faccia sconvolta era un indicatore abbastanza attendibile del triplo infarto che minacciava di farmi schiattare da un momento all’altro.
Poteva esserci solo una spiegazione plausibile:
Tizio-A-Camus faceva cose che non avrebbero dovuto essere possibili né concepibili in alcun pianeta, satellite, galassia e/o dimensione parallela.
Di conseguenza Tizio-A-Camus e Tizio B erano frutto della mia immaginazione. Io ero morta ed ero andata all’inferno come tutte le brutte persone e quelle allucinazioni (perché di allucinazioni doveva trattarsi) sarebbero state la mia punizione eterna. Perfettamente plausibile, non faceva una piega.

“Eva lo so che  tutto ciò che ti sta succedendo può sembrarti incredibile, che ciò che stiamo tentando di spiegarti è difficile da comprendere, ma devi fidarti di noi!”
La voce di Tizio B si era addolcita in un vano tentativo di calmare i miei nervi ormai partiti per la tangente. “Se ci seguirai, avrai la risposta ad ogni tua domanda.”
Di bene in meglio.
Gli rivolsi uno sguardo al limite della disperazione: “Io continuo a non capire... Chi siete? Anzi no, cosa siete? E dove volete portarmi?”
Il gelo sprigionato dalla mano del mio infermiere improvvisato parve farsi più pungente, prima di interrompersi completamente. Il ragazzo mi adagiò con cautela contro il muro (schifo, ma sempre meno lercio del marciapiede) e andò incontro all’amico a cui aveva lanciato un’occhiata indecifrabile.
Fu in quel momento che compresi di non avere la minima chance di sfuggirgli: né a loro, né al ciclo di nonsense di cui blateravano. E proprio quando pensavo che quella conversazione avesse ormai raggiunto l’apice del surrealismo, i due mi si pararono davanti inchinandosi profondamente.

Ripeto: cosa cazzo sta succedendo?

“Il mio nome è Camus di Aquarius, Gold Saint al servizio della Venerabile Atena.”
“Il mio nome è Milo di Scorpio. Io ed il mio compagno abbiamo avuto il compito di condurla al Grande Tempio al cospetto della dea, nella speranza di scongiurare un’ennesima sanguinosa guerra.”

Gold Saint? Atena? Grande Tempio?
Traduzione, prego.

Avrei potuto definire la mia vita in mille modi: ripetitiva, anonima, normale, mai entusiasmante. Tuttavia entusiasmante non era di certo la parola più adatta a descrivere la situazione in cui mi ero andata a cacciare sin dal momento in cui quei due mi avevano trovata agonizzante sul marciapiede... Pura follia sarebbe stato probabilmente più accurato.
Tuttavia volevo quelle risposte, quindi perché non cominciare a estorcerle sin da subito e cercare di chiarire l’interrogativo più importante di tutti?

“... Sì, ma adesso io come faccio con gli esami?”



_____________________

Ed ecco qua la seconda parte del prologo, con annessi Goldini di turno e i momenti wtf che dovrebbero coronare incontri del terzo tipo di questo genere.
Cosa cova quindi il corpo della nostra Eva? Cosa sono le visioni e le voci che la affliggono? Quali sono gli ingredienti della paella radioattiva di Ignacio? E soprattutto, si riprenderà mai dalla catena di traumi (cranici e non) made in Grande Tempio?  
In tutto ciò la fanfiction entrerà nel vivo abbastanza presto... La parte riguardante la mitologia è incredibilmente divertente da scrivere! Voglio ringraziare chiunque stia leggendo questo piccolo esperimento, sperando di dare giustizia a un OC dalle reazioni abbastanza realistiche e soprattutto umano, oltre che a delineare personaggi canon caratterizzandoli bene senza scadere troppo nell’OOC.
Detto questo, torno ad appostarmi sotto al comodino di Aldebaran del Toro.
Le recensioni, sia positive che negative, sono sempre ben accette!
 
Ren.
  
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