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Autore: SatoSerelover    08/08/2016    3 recensioni
Dopo un attacco più brutale del previsto da parte del Team Rocket, Pikachu e Serena finiscono con l'essere separati da Ash, Lem e Clem. Dispersi e in condizioni critiche, i due cercano di ricongiungersi con i loro amici e di proteggersi l'un l'altra.
Sarà proprio tra gli alti e i bassi della loro disavventura che i due fortificheranno il loro legame e scopriranno di avere qualcosa di molto speciale ad accomunarli.
(Amourshipping: Ash x Serena)
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Clem, Lem, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Spazio d'autrice:
Eccomi di nuovo qui ragazzi! Mi spiace per l'attesa, ma l'avevo detto che sono impegnata! Comunque eccovi un altro capitolo, nel quale, alla fine ho una news.. lasciata nell'altro spazio d'autrice!!



Capitolo 9: Il vento sta cambiando


Il buon umore stava tornando nell’aria, spinto dalla forza d’animo di Ash. Un sentimento impossibile da dissipare una volta creatosi, mai fino alla vera fine. Però d’altra parte, non sempre la speranza convince della realtà e non tutti riescono a non darsi per vinto o a credere in un miglioramento..

“P-Pika..” Pikachu gemette, sentendo bruciare ogni singola parte del corpo. Sentirsi sballottato di qua e di là non gli faceva di certo provare meno dolore, sebbene Serena tentasse in ogni modo di non fargli del male, né stringendolo né scuotendolo troppo.

La ragazza si fermò e si guardò intorno con fiato pesante, per constatare che gli Houndoom non fossero alle loro calcagna. Dissolto ogni dubbio si lasciò cadere all’indietro, ormai priva della forza di continuare a correre. Se avesse continuato non sapevo fino a che punto sarebbe arrivata, ciò nonostante una volta smesso avrebbe comunque fatto la stessa fine di cadere seduta sul terreno. “Scusa Pikachu, non volevo farti sentire peggio…”

Pikachu sospirò, emettendo un lamento per lo più per lo stress. Sapeva che Serena non aveva colpa, anzi lo aveva appena salvato… di nuovo… solo che si sentiva talmente debole che non trovava la forza di rassicurarla “Pi-pi… ka…”

La performer cominciò a sentire le lacrime concentrarsi nei suoi occhi “Sono un disastro… non mi stupisco se Ash…” Come arrivò al nome del ragazzo smise di parlare.
Pikachu era pur un pokémon ma di certo poteva capire come gli umani, sempre se non era dello stesso livello di ingenuità del suo allenatore. E mentre la ragazza sperava in tale opportunità, in verità Pikachu si era già incuriosito.      

Il topino lasciò afflosciare le orecchie all’aria, facendo così uno dei pochi movimenti che non gli arrecavano più di tanto dolore “……chu….?”

“Niente!” Rispose lei balzando in aria e irrigidendosi “Stavo solo pensando ad alta voce!”

“Ka-chu?” Pikachu incrociò le zampine “Pikapi Pi-pi chupi!”

Le guance di Serena cominciarono ad arrossarsi, perché anche se non parlava la lingua Pokémon capiva benissimo cosa le cercava di dire Pikachu. “Avanti… l-lo sai c-che non capisco..”

“Pika….chu…..”

Lo sapevano già in quattro della sua cotta per Ash e le reazioni erano sempre le stesse. Shauna, Clem, Ninì e Meringa sapevano rendersi tutt’altro che comprensive in certe situazioni. O forse lo erano talmente tanto che la imbarazzavano come non mai, al punto da convincerla a scavarsi una fossa come un Diglett.

Non le dava fastidio che lo sapesse qualcuno, in certi casi era bello confidarsi con le sue amiche… ma rimane comunque un “segreto” e non è tale se lo scoprono tutti. A questo punto era meglio che lo scoprisse Ash, non il suo migliore amico.

Sentì così una strana tristezza entrargli nel cuore, come una freccia scagliata da se stessa.  “N-non parliamone più, per favore..”

Pikachu non disse più nulla, percependo quello che provava l’allenatrice. Avrebbe voluto strofinarle il musetto sulla guancia per consolarla o insistere per farsi dire di più, ma non voleva pressarla troppo. La voce della ragazza anche se era abbastanza debole e dolce come sempre, aveva un tono cupo e Pikachu poteva sentire un po’ di durezza. Come se lo pregasse di cambiare argomento.

La ragazza sentì qualcosa di bagnato, diverso dall’acqua, che le stava sporcando tutte le braccia. Abbassò lo sguardo per vederle tinte di rosso. Lo stupore fu tale da soffocarle ogni gemito o urlo. Dalle ferite di Pikachu fuoriusciva parecchio sangue e il pokémon aveva cominciato a ad inspirare ed espirare con moltissima fatica. Se il panico che l’aveva accompagnata in tutte quelle peripezie non era abbastanza, questo lo faceva salire al massimo.

“…no…..no…no..no..nononoNONONO!!! PIKACHU!!” Serena si accovacciò di nuovo. Le condizioni del topino elettrico erano peggiorate. Provò a scuoterlo un pochino, ma anche se lo vedeva respirare non reagiva. “Pikachu! Piccolino resisti!”

Serena si guardò in giro, ma non vedeva altro che cespugli, rocce e alberi. Il verde, il marrone e il grigio di ciò che aveva intorno sembrava talmente uguale che si mescolava, rendendo tutto confuso. Il panico la assaliva, rendendola incapace di ragionare. Non sapeva dove andare, ormai aveva perso di vista il sentiero e si trovavano ad un’altitudine molto più alta. Di tornare indietro non se ne sapeva proprio; non c’era altra scelta: doveva continuare a salire e cercare qualcuno che potesse aiutarla.

“Non arrendersi mai fino alla fine..”

Serena si rialzò nonostante la fatica e riprese a correre. Non ce l’avrebbe mai fatta se non fosse stato per il peso che doveva sopportare e la responsabilità della salute di Pikachu. Avrebbe aiutato chiunque, Pikachu in particolare, che era un suo amico e che aveva passato tanto insieme a lei.

Più procedeva più diventava tutto confuso e inquietante. Il vento soffiava fortissimo, trasportando con sé talmente tante gocce d’acqua, da poter bagnare una persona in una sola ondata, così forte da dar fastidio. Tanto per peggiorare le cose l’unica strada percorribile era in salita.

Prima o poi avrebbe perso il fiato, sperava a malincuore che ci fosse un centro pokémon da qualche parte. A malincuore così sperava perché illudersi non l’avrebbe aiutata.
Non sarebbe apparsa davanti ai suoi occhi una casetta o un luogo dove fermarsi….. o forse si.

Da dietro gli arbusti e le foglie apparve una vecchia casetta.. una baita. Era tutta di legno e sembrava abitata, dalle finestre si vedeva una luce accesa e questo era un buon segno. C’era solo da sperare che chi vi abitava l’avesse aiutata, altrimenti sarebbe stata la fine.
Corse verso la porta e bussò senza esitazioni, ma nessuno rispose. Riprovò una seconda volta e anche lì nessuno aprì la porta. Cominciava a credere che il proprietario o proprietaria non fossero i più accoglienti di questo mondo, ma non poteva tirarsi indietro. Strinse di più a sé Pikachu e di nuovo appoggiò le nocche alla porta, bussando più forte di prima. Aspettò qualche secondo e finalmente sentì dei passi. La maniglia cominciò a girarsi e la porta si aprì accompagnata da un suo scricchiolio, il che le dava un’aria antica e accogliente.

 Una volta completamente aperta sulla soglia si rivelò un uomo abbastanza vecchio, ma dalla corporatura robusta. Aveva la barba bianca, non troppo lunga e nemmeno corta. Aveva uno strato abbastanza sottile di capelli dello stesso colore della barba. Dal modo di vestirsi sembrava il proprietario di un rifugio montano aperto ai turisti on un vecchio ranger ritiratosi dalla propria carriera.

La performer lesse lo stupore sul viso dell’uomo, il che era l’ultima cosa a cui Serena poteva pensare al momento tra un sospiro e l’altro e la sensazione del cuore scoppiarle nel petto. La ragazza alzò lo sguardo, con gli occhi lucidi. “La prego, abbiamo bisogno di aiuto..”

Il vecchio ancora un po’ scosso guardò meglio la ragazza, bagnata da capo a piedi, accorgendosi del Pikachu ferito che teneva fra le braccia. Non riusciva a capire cosa ci fosse una ragazzina a quell’orario e in quel luogo, ma soprattutto in quelle condizioni. Per qualche strana ragione non riusciva a reagire.

“Per favore.. il mio Pikachu non sta per niente bene, ha bisogno di cure o non supererà la notte….” E quelle stesse sue parole la terrorizzavano. Con il cuore che fremeva per l’attesa inspiegata che le progeva il signore di fronte a lei e per ogni secondo che andava sprecato per aiutare Pikachu.

A quelle parole il vecchio si risvegliò da quello strano trans “Entra pure, vediamo cosa possiamo fare..”

Serena si sentì sollevata da quelle parole e, nonostante il disagio che sentiva da come si erano appena conosciuti, provò una grande sicurezza. Come una grande ondata di conforto che la proteggeva da ogni pericolo che si trovava all’esterno.

L’uomo chiuse la porta e chiuse a chiave la serratura. Poi tornò a Serena e Pikachu e rivolse loro uno sguardo apprensivo e concentrato “Non me ne intendo di cure mediche, spero tu sappia fare meglio di me. Ti porterò il necessario per aiutare il tuo piccolo amico. Tu intanto accomodati” concluse indicando la poltrona dietro alla ragazza e lasciando la stanza.
Serena annuì e fece come le era stato detto “Tranquillo Pikachu, vedrai che starai meglio..” cominciò ad accarezzare dolcemente le dita sulla testolina del pokémon tra le sue braccia, che aprì leggermente gli occhietti, con un musetto dolce e provato.

Si guardò attorno, sentendo di sicuro molto più calore che all’esterno, ovviamente merito del focolare acceso nel caminetto. Sembrava una baita molto grande e confortevole, si annusava un aroma tipico di montagna, tipo odore di legname.

Le piaceva, le dava conforto e la tranquillizzava. Sperava che avesse lo stesso effetto anche sul topino. Continuò ad accarezzarlo fino a che non vide tornare l’anziano signore con una cassetta del pronto soccorso, degli asciugamani e una bacinella d’acqua.

“Ecco qui signorina. Come ti ho detto non sono bravo a curare pokémon, soprattutto con simili ferite” Appoggiò tutto a terra vicino a Serena e poi stese sul pavimento in parquet una salvietta.

Non era un’infermiera, ma Serena aveva visto spesso come curare un pokémon e a volte aveva aiutato. Sapeva cosa fare. “La ringrazio di cuore, adesso proverò io a rimediare”
Appoggiò Pikachu sulla salvietta e poi prese una delle spugne che c’erano nella bacinella. Lasciò che assorbisse gran parte di acqua e cominciò a sciacquare tutto il corpo di Pikachu, in particolare le ferite, stando attenda a rimuovere tutto il fango e il sangue. Sentì qualche lamento provenire da Pikachu, probabilmente perché l’acqua era calda e sulle ferite gli dava uno strano bruciore.

Nonostante ciò, lei continuò con sangue freddo e dolcezza, fino a ché Pikachu non fu pulito. Poi afferrò un’altra salviettina e lo asciugò. Dopo una veloce coccola al pokémon, staccò le mani e il suo tocco delicato dal corpo della bestiola e aprì la cassetta con i medicinali e le garze. Prese del cotone o lo bagnò nel disinfettante, per poi appoggiarlo con leggerezza sulle ferite di Pikachu. Al contatto le guancette rosse cominciarono a rilasciare qualche scintilla, doveva far male parecchio, ma non c’era altra scelta.

Continuò così fino a che non fu completamente sicura di aver tralasciato nulla. Non riusciva nemmeno lei a capire come fosse così sicura, davanti a tutto ciò sarebbe stata la prima ad impressionarsi. Invece, si sentiva pronta ad afferrare e usare ogni singola cosa che fosse utile, sotto lo sguardo attento e sorpreso dell’anziano proprietario di casa. Non le dava fastidio anzi, non se ne accorgeva proprio, perché era troppo presa da Pikachu e le sue reazioni.

Allungò la mano da qualche parte, senza nemmeno guardare dove si trovasse il rotolo di garza, perché subito sentì le mani affondare nel morbido tessuto. Srotolò la garza e l’avvolse attorno alle parti del corpo di Pikachu con le ferite più profonde: il capo e nel punto in cui l’aveva morso l’Houndoom. Per il resto del corpo mise invece qualche grosso cerotto.

Una volta finito, rilasciò un lungo sospiro e appoggiò la mano sulla schiena di Pikachu, sentendolo dormire pacificamente. “Bene, spero tu ti senta meglio ora… per fortuna il peggio sembra passato..” la ragazza sorrise, molto più tranquilla.

Il vecchio si alzò in piedi, con un sorriso gentile “Puoi appoggiarlo sul divano se vuoi, sui cuscini. Puoi anche coprirlo con la coperta che vedi lì di fianco!”

Serena ringraziò con un cenno del capo e sollevò il corpo del pokémon senza svegliarlo. Una volta sicura che fosse ben comodo e al caldo, si allontanò e rimase ferma, con le mani dietro alla schiena, a guardarlo con un sorriso sulle labbra.

“Sai, sei brava, ti sei comportata come una professionista!” L’uomo esclamò senza alzare troppo la voce “Non è da tutti reagire così. Avevi un tocco delicato e allo stesso tempo eri veloce e decisa!”

Serena ridacchiò, sentendosi imbarazzata “A dire il vero non lo sono, conosco però degli amici che sanno fare ognuno qualcosa di suo e ho imparato a mia volta!” diresse il suo sguardo sugli asciugamani che giacevano sul terreno.

Si chinò con l’intento di raccoglierli, ma l’anziano la precedette. “Non disturbarti, faccio io! Piuttosto, non mi pare di essermi presentato. Mi chiamo Thomas… e tu mia casa signorinella?”

“Io mi chiamo Serena e lui che dorme è il mio amico Pikachu!” Serena si inchinò e poi portò la mano dietro al capo, massaggiandosi la testa. Si sentiva un po’ imbarazzata ora, era stato un incontro abbastanza strano e precipitoso “Mi spiace per quello che è successo, ma io e Pikachu abbiamo avuto qualche problema sulla strada. Non volevo irrompere così in casa sua, ma se non avessi fat….”

“Tranquilla! Hai un bellissimo nome! Non scusarti, sai ero solo sorpreso quando ti ho trovato sulla soglia della mia porta e in quello stato. Io vivo da solo, in questa zona non ci sono altre abitazioni, turisti o viaggiatori. Quindi è sempre tutto tranquillo!”

Serena sentiva la sua presenza sempre più inopportuna “Credo di aver interrotto la sua tranquillità, mi scuso ancora..”

Thomas scosse la testa e con passo leggero ma veloce, si avvicinò alla ragazza. I passi sul legno producevano un rumore tutto loro, tipici delle case di montagna quando vi ci si cammina, sempre gradevole. L’anziano signore posò la grande e forte mano sulla spalla di Serena, la quale solo in quel momento si era accorta di quanto fosse alto per un uomo della sua età. “Te lo ripeto, non scusarti, mi fa piacere in questo caso una piccola interruzione di questa noiosa tranquillità!”

Serena sorrise con timidezza, sentendosi un po’ più a suo agio in compagnia di Thomas. “Grazie di tutto, la sua ospitalità ci è stata davvero di molto aiuto! Appena Pikachu si sveglia, ci toglieremo dal disturbo!”

“Pensavo che faresti meglio a lasciar dormire Pikachu il più possibile. Non preoccuparti Serena, la vostra presenza non è che gradevole! Mi farebbe piacere se rimaneste per notte!”

“D-Davvero!?” Serena rimase semplicemente sorpresa, non aveva  neanche minimamente pensato a chiedere ospitalità. “Ne è sicuro? Io e Pikachu potremmo riprendere il viaggio… e lei…”

Thomas riprese subito, evitando di lasciarla finire “Credi sia opportuno continuare a camminare nella foresta di notte in questa zona? Da come è ridotto il tuo pokémon, sembra abbiate già avuto modo di incontrare qualche abitanti di questi boschi. Potresti mangiare qualcosa, lavarti un po’, riscaldarti e riposare un po’!”

Serena rimase un attimo zitta, colpita per la gentilezza dell’uomo. Dopo quello che avevano passato lei e Pikachu, era una delle prima fortune che stavano girando verso la sua parte.

“E non ti consiglio di rifiutare! Anche perché ormai ti ho invitata e non credo tu voglia incontrare di nuovo gli Houndoom, non ti pare?” Egli strizzò l’occhio, lasciando perplessa Serena.

La performer per controbattere o per chiedere semplicemente una spiegazione o precisazione, ma anche questo Thomas lo aveva previsto “Vuoi sapere come faccio a sapere degli Houndoom? Beh, spesso quando passeggio alla ricerca di frutti selvatici, trovo i loro graffi sugli alberi marcati come loro territorio. Li ho riconosciuti su Pikachu…. E anche su…. Te..”

Detto questo, prima che Serena potesse fare qualunque cosa, Thomas la afferrò per il polso destro con leggerezza e con cura. Le sollevò il braccio e rivoltò leggermente l’avambraccio verso il l’alto, mostrando una brutta ferita non ancora chiusa. Al gesto la ragazza lanciò una piccola smorfia di dolore, socchiudendo gli occhi.
A quel punto Thomas dipinse il proprio volto con uno sguardo più serio e irremovibile, comprensivo e intransigente negli stessi secondi. “Sembri una ragazza con un grande cuore. Sono un estraneo eppure l’ho notato subito e non ci vuole un genio a capire che hai passato un putiferio qui fuori negli ultimi giorni. E da quel che pare sei anche una ragazza per bene, amorevole e generosa.”

 Lasciò qualche secondo al silenzio e poi riprese “Stupirti è normale, ma non dovresti. È semplice capirti e leggerti come un libro aperto, basta guardarti negli occhi. Sei piombata qui e hai portato rispetto in ogni azione che fai. Nonostante sembri impressionabile, hai accantonato i tuoi dubbi per curare Pikachu e anche solo il metodo che hai applicato e il tuo tatto, dimostrano la tua personalità. Eri talmente preoccupata per il tuo amico che non ti sarai nemmeno accorta che buona parte del sangue che avevi sulle braccia era tuo! Pronta a dare agli altri, ecco come ti vedo!”

Serena cominciò ad emozionarsi, quelle parole erano così buone e gentili.. e reali, che solo ora si rendeva conto di quanto le facesse male veramente il braccio. Eppure qualcosa da dissentire lo aveva e quell’impulso era irrefrenabile “Sa… una persona mi ha detto l’esatto contrario… io dovrei imparare a dare, più che a ricevere.. e di aiuto ne ho sempre ricevuto tanto, fin troppo…”

“Beh, non so chi ti abbia detto queste cose, ma si sbaglia. Non deve conoscerti bene! Ho capito di più io in questi pochi minuti che chiunque abbia pronunciato tali sciocchezze!”
Appoggiò la mano libera sulla spalla di Serena, senza fare troppo peso con la sua forza “Ricorda mia cara… è vero che l’importante è donare e non ricevere. Ma è anche accettare ciò che ti è donato che ti fa la persona che sei. Ricevere amore, amicizia, consigli, concetti e supporto dagli altri… non è mai obbiettivo di pentimento. Bisogna trovare un equilibrio tra i due valori.”

“Ho visto come hai medicato Pikachu, permettimi di aiutare te ora, dopotutto quei graffi vanno curati, non credi?”

“S-si, suppongo di si” Non se la sentiva di obbiettare, dopotutto non aveva altra scelta. Non poteva che,  di conseguenza alle cortesie di Thomas, essere a sua volta cortese anche lei e dargli retta; non aveva neanche tutti i torti, la ferita cominciava a farle male.

Passò almeno una buona mezz’ora, se non di più. Il braccio di Serena ora era stato adeguatamente curato e Thomas stava preparando la cena. Serena si era anche pulita e asciugata, non poteva sentirsi meglio. La ragazza si avvicinò alla cucina ed fece capolino con la testa osservando Thomas ai fornelli. Non sembrava cavarsela male, ma conveniva dare una mano, tanto per sdebitarsi e rendersi utile.

Prima di farsi strada nella stanza dalla quale arrivava un buon profumino, lanciò uno sguardo al divano dove Pikachu pareva dormire senza problemi. In quella circostanza era davvero tenero, cioè.. lo era sempre, ma ora particolarmente. Se avesse seguito il suo ego, si sarebbe precipitata verso il pokémon e lo avrebbe coccolato, ma avrebbe rischiato di svegliarlo inutilmente. Se era necessario farlo, tanto valeva aspettare che fosse pronto da mangiare. 

Fece qualche passo e si lasciò alle spalle il soggiorno o sala da pranzo, non aveva ben capito come nominare quella stanza visto che era un miscuglio di tutto. Arrivata di fianco a Thomas posò gli occhi su ciò che stava mescolando: una zuppa, tipo quelle che preparava Lem.

L’anziano girava il mestolo, consapevole che Serena era lì ad guardare curiosa “Spero ti vada bene cosa sto preparando!” le sorrise, senza smettere di mescolare.

Serena annuì “Mangio di tutto! E poi sembra così buona!”

All’improvviso sentì come l’attrazione di guardare in pentola. E mentre Thomas alzava la fiamma e il vapore del cibo fuoriusciva sempre più abbondante dal recipiente, si perse totalmente nel suo sguardo, come se tutto intorno a lei fosse appannato. Puntò lo sguardo sul brodo puro, che diventava della consistenza del latte; meno liquido e più denso.
Non era la fame.. no. Stava vedendo, attraverso la trasparenza del liquido.. i suoi amici… “Meglio anche di come la prepara Lem.. se Ash fosse qui mangerebbe tutto d’un fiato… quel mangione……. i-il mio mangione…….” Non se ne accorgeva, i suoi pensieri era incontrollati. Continuava a fissare irremovibilmente il contenuto della pentola.. la vista ferma e mirata cambiò soggetto, dal liquido in generale, passò a tutto l’insieme di zuppa e pezzetti di verdura, legumi e carne, che giravano come annegando nel brodo, spinti dalla sua forza intenta a bloccare loro l’aggruppamento.

Perse di nuovo il controllo e la consapevolezza di ciò che pensava, diceva o faceva… rivivendo quel momento di due o tre giorni prima.. e dietro alla loro corrente impetuosa generata dal mestolo.. collegò insieme tutto..

“Ash….” E vide la sua mano che reggeva quella del ragazzo, cercando di non perdere la presa. Le pareva come di sentire ancora la scivolosità che la pioggia formava sulle braccia di entrambi. La mano cominciò a sudarle, riproducendo così la sensazione e rendendola realtà.

“Va tutto bene?” domandò Thomas aspettandosi una risposta.

I tuoni le rombavano nelle orecchie, rimbombando nella sua testa, senza lasciarla. Un fulmine attraversò il cielo fuori la baita e subito il suo fragore arrivò a Serena. Però per lei quello non stava accadendo lì dove si trovava, stava accadendo là dove si erano separati. 

“Serena..?” Ripeté Thomas.

“SERENA!” Sentì arrivarle alle orecchie, la voce familiare dell’allenatore.

“È tutto apposto?”

“NON LASCERO’ LA TUA MANO!”

…E a canone, come pronunciava Thomas, si ripeteva la voce di Ash….

“Cosa succede?”

“NON MOLLARE FINO ALLA FINE!”

“Serena…?”

“SERENA!”

“Serena!”

“SERENAAA!”

Un tuono enorme scoppiò nel cielo, come un segno: Serena sentì tutto d’un tratto arrivarle qualcosa di bollente sul petto e il viso. “Uuughhhhh!” Chiuse gli occhi d’istinto e si allontanò, constatando che erano solo gocce, piccole che però l’avevano fatta tornare in sé.

“Oops! Ti sei scottata? Bollendo delle gocce ti saranno finite addosso! Spero non ti bruci molto!” l’uomo tornò alla sua zuppa, abbassando la fiamma “Mi spiace, ma cosa ti è successo? Non mi rispondervi più!”

Serena fece un passo avanti con le mani stese sui fianchi “Ero sovrappensiero, ma nulla di ché!” ridacchiò cercando di sembrare sincera.

Thomas voltò lo sguardo, un po’ assente e severo, verso i fornelli “Mh..mh…” borbottò convincendola che gli bastava quella spiegazione.

“Comunque…” riprese lei “Potrei occuparmi io della zuppa! Almeno farei qualcosa per rendermi utile! Me la cavo anche in cucina e quindi…”


“Cucinare mi piace, da quando mia moglie non c’è più passo più tempo provando quello che faceva lei… mi fa piacere.. e mi rilassa. E poi ormai è pronta! Sveglia Pikachu, siediti a tavola e pensa a mangiare tutto, intesi?!” pronunciò fingendosi un comandante o un capo.

“Intesi!” Seguì il gioco Serena, sorridendo brillantemente, poi uscì dalla cucina, lasciando un silenzio profondo.

Thomas mormorò qualcosa, ma qualunque cosa fosse, non arrivò alle orecchie di Serena, che se ne era già andata.


Nota d'autrice:
Spero vi sia piaciuto! Come vedete Serena finalmente trova aiuto, ma le cose belle ovviamente non durano a lungo :P
Comunque ecco la news:
Ho deciso di fare una serie, tutta Amourshipping, sulla mia versione personale del finale di XYZ. Siamo vicini veramente al finale nella serie giapponese, però volevo farne uno a modo mio, che ho pianificato tempo fa. Non sarà canon, ma spero lo seguirete lo stesso! Questo quindi è ufficialmente (tutta la storia) il primo "episodio"!

Parlando della serie attuale invece? Io direi che Ash ha buone probabilità di vincere. Si, mi illudo, ma se invece andasse diversamente e vincesse? sarebbe bello!
Non possiamo dare per scontato che vada ad Alola (per quanto probabile) come non possiamo dare per scontato lo stesso per Serena (io ci spero fino alla fine!). Che vinca o perda, a me interessa che Serena lo segua, poi il resto si vedrà! :3
Alla prossima!
   
 
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