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Autore: Hoon18    09/08/2016    1 recensioni
Sin dall'alba dei tempi c'è una lotta costante tra il bene e il male. Quindi l'800 non fa eccezione! Riusciranno Ladybug e Chat Noir a sconfiggere il male e capire di essere innamorati l'un l'altro?
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Come ogni mattina i raggi del sole illuminano il mio viso avvisandomi che è ora di andare al lavoro. Mi preparo in fretta e piena di felicità e scendo quasi saltellando le scale. Davanti mi si presenta la solita, familiare e amata panetteria. È un negozio abbastanza piccolo e modesto, nulla di che insomma, ma secondo me è uno dei migliori, se non il migliore, di tutta Parigi! Il bancone in legno è già pieno di piccoli cestini contenenti pan brioche e altri pani dolci mentre dal retro, dove si trovano i forni, si sente già il profumo del pane appena sfornato. Alla parete sono appese le foto di famiglia più importanti: il matrimonio dei miei genitori e varie foto di me da piccola (alcune anche un po' imbarazzanti) che però trasmettono serenità anche ai clienti stessi. Vado sul retro per aiutare mio padre che sta infornando il pane in uno dei grandi forni a legna che abbiamo. È un metodo abbastanza rustico diciamo ma influisce molto sul sapore. Forse è per questo che abbiamo molti clienti? Decido di mettermi subito a lavoro, quindi sforno la prima teglia di baguette beandomi del loro profumo.
Mio padre osserva la scena sorridendo, mia madre serve i pochi clienti mattinieri e io non faccio altro che pensare al ballo di questa sera; tuttavia mi distraggo un po' troppo, perché la teglia di baguette cade sul pavimento, mancando di poco i miei piedi.
-Marinette! Sei sempre la solita sbadata!- esclama mio padre colpendosi il volto con la mano
-Padre, mi perdoni,ma stavo pensando..- mi interrompe scuotendo la testa 
-Marinette, Monsieur Agreste non permetterà alla figlia di un semplice fornaio di partecipare al ballo- abbasso la testa annuendo e tornando poi alla mansione che prima stavo svolgendo, infornando la seconda teglia.
-Marinette?- chiama mia madre, poggio il grembiule sul bancone e la raggiungo nel parte anteriore della piccola bottega.
-Mi dica, madre- aggiusto i capelli, morbidi sulle spalle, ormai pieni di farina.
-Ti spiacerebbe andare a fare una commissione?- domanda mentre porge a Madame Bursette un cesto pieno di croissant.
-Nessun dispiacere- rispondo infilando il cappotto e dirigendomi verso l'uscita.
-Marinette!- mi volto perplessa 
-Stai andando via?- chiede sconvolta
-Si, madre...?- scuote la testa contrariata 
-Hai sempre la testa fra le nuvole, figlia mia! Non ti ho detto neanche che genere di commissione dovresti fare!- arrossisco imbarazzata e mi scuso immediatamente 
-Mi servirebbe un abito, da Madame Lerois- spiega mentre l'altra donna, soddisfatta dei cornetti, esce dal negozio.
-Quindi una divisa, come la vostra?- chiedo nuovamente conferma mentre la donna che mi ha dato alla luce annuisce per la milionesima volta ormai stufa della mia insicurezza.
-Quale motivo l'ha spinta a volere un abito di questo genere, se posso domandare, madre?- ripongo un ciuffo ribelle dietro l'orecchio in attesa di una risposta 
-Perché ho bisogno di una mano e di certo non puoi lavorare così, ci prenderebbe in giro tutto il quartiere!- mia madre ha la solita mania di esagerare, ma non contraddico ed esco fuori.
Le strade sono quasi completamente deserte a parte qualche povero lavoratore. Non si vede neanche una carrozza e i proprietari dei famosi negozi di moda (i quali, povera me, stanno invadendo anche questo quartiere) si stringono nei loro cappotti, facendo talvolta sbucare da qualche finestra i loro capi ben acconciati per vedere se potrebbe arrivare qualche potenziale cliente. Il verde che caratterizza questo quartiere è ancora pieno di brina che brilla al sole nonostante, essendo circa le 9 del mattino, le temperature si sono un po' alzate. Anche su qualche davanzale si può percepire che l'autunno ormai sta sfumando per dare spazio all'inverno. Una brezza fredda mi investe facendo quasi volare il mio cappello che fermo con una mano. Ci mancherebbe solo che volasse! Dopo aver silenziosamente imprecato contro il vento, mi avvio verso il luogo della commissione.
O almeno ci provo, vengo catturata dall'urlo di un uomo che intima a qualcuno di spostarsi e un rumore di zoccoli sull'asfalto, noto così un basso e anziano signore che sta per essere investito da una carrozza; non ci penso due volte prima di tirarlo via da lì cadendo rovinosamente a terra. Fortunatamente riusciamo ad uscirne indenni entrambi mentre la carrozza si allontana fra imprecazioni del cocchiere e nitriti da parte dei cavalli.
-Scusi l'impertinenza monsieur, ma si può sapere cosa l'ha portata a fermarsi nel bel mezzo della strada?- l'anziano signore si alza dal pavimento lisciandosi la strana vestaglia che porta indosso, si tocca i baffi e sul suo viso aleggia un sorrisino gentile, sembra uno di quei saggi provenienti dall'Oriente.
-Marinette, pensavo mi avresti chiesto per prima cosa come stessi- strabuzzo gli occhi, come conosce il mio nome?
Ma prima che possa domandare qualcosa, l'anziano è già scomparso.

Il negozio è affollatissimo, tutti sono qui per comprare un abito pre-confezionato, a causa del ballo che stasera si terrà alla maison Agreste; mi sento un pesce fuor d'acqua, donne ricche che comprano abiti costosi e io che cerco di ordinare una misera divisa.
Vedo Madame Lerois entrare in panico per i troppi clienti, mi avvicino cautamente a lei che per poco non mi sbatte contro.
-Madame, mi scusi, ha bisogno di una mano col negozio?- chiedo sconvolta dalla quantità di gente nel piccolo Atelier.
La donna annuisce disperata indicandomi la cassa.
Mezz'ora dopo il negozio è vuoto, e non mi riferisco solo alle persone, ma di abiti non c'è nè nemmeno più l'ombra.
-Dovete scusarmi Marinette, mi spiace per avervi fatto perdere tempo, come mai vi trovavate qui?- sistemo un ciuffo dietro l'orecchio mentre mi siedo comodamente su di un divanetto.
-Ecco, madame, sono venuta per ordinare una divisa da far confezionare- sorrido timidamente e lei annuisce, prende un appunto e si siede accanto a me.
-Sono tutti cosi esagitati per questo ballo, le ragazze vogliono far colpo sul signorino, ah, che gioventù- arrossisco al nominare di Adrien e la cosa non passa inosservata a Madame Lerois.
-E anche voi, a quanto pare- fa un sorriso allusorio per poi riprendere parola.
-Per sdebitarmi del tuo aiuto, vi regalerò questo- mi mostra un abito, preso da non si sa dove, dato che pensavo fossero terminati.
Mi immagino con quell'abito: il corpetto con lo scollo a cuore che mi fascia alla perfezione, con le sue applicazioni floreali che si diramano per una parte del vestito, il tulle spumeggiante e bianco che mi ricorda un cigno.
A risvegliarmi dal sogno ad occhi aperti che stavo facendo, è Madame Lerois che a stento trattiene una risata.
-Su, lo provi- mi incita e io annuisco.
L'abito mi calza a pennello e Madame Lerois dona qualche tocco in più all'outfit aggiungendo una tiara e una collana con incastonato al centro un fiorellino, simile a quelli presenti sull'abito.blob:https%3A//web.whatsapp.com/d6789f36-6958-4583-8e4c-c53f798a6c04
-Siete un incanto- dice la donna applaudendo
-Grazie mille, ma è ora di andare per me- .
Cinque minuti dopo sono fuori dal negozio, con l'abito confezionato in una scatola e gli accessori in una piccola busta.

-Marinette Dupain!- urla mia madre appena metto piede nella panetteria 
-Si può sapere dove sei stata per ben due ore?- chiede isterica mentre poggio la confezione contenente il vestito ripiegato e la bustina degli accessori.
-Beh, madre, ho salvato un uomo anziano che stava quasi per essere investito da una carrozza, sono andata da Madame Lerois e l'ho aiutata col negozio dato che la borghesia ha preso il sopravvento a causa del ballo che si terrà questa sera e..- mi blocca
-Hai ordinato la divisa?- domanda più calma
-Certo- annuisco, mia madre è quella persona che non si stupisce facilmente, le ho praticamente detto di aver salvato un uomo e non ha battuto ciglio.
-Cosa contiene quella scatola?- 
Indica la confezione color pastello con su scritto "Lerois", spalanco la bocca e la richiudo.
-Ecco, Madame Lerois per ringraziarmi dell'aiuto in negozio, ha deciso di regalarmi questo abito, e degli accessori..- 
La donna dinanzi a me inarca un sopracciglio 
-Per..?- aspetta che completi la sua frase
-Per il ballo di stasera- sospiro arrendendomi in partenza, per lei è fuori discussione che mi presenti a quel ballo, essendo una semplice "panettiera".
-È fuori discussione, Marinette, sai come la penso- conclude e va via, senza darmi il tempo di provare ad obbiettare.
Salgo in camera mia, decisa a riprovarmi l'abito per l'ultima volta.
Appena ho finito mi guardo allo specchio: i capelli, leggermente mossi alle punte, ricadono dolcemente sulle spalle, le scarpe alte che mi conferiscono la slanciatezza di cui ho bisogno per portare questo vestito, che mi piace sempre di più.
Sento dei singhiozzi dietro di me, mi volto di scatto trovando mia madre che si asciuga qualche lacrima sfuggita. 
La osservo basita, in tutta la mia vita non l'ho mai vista versare lacrime.
-Marinette, sei cresciuta così tanto, e sei così bella in quell'abito bianco, ci tieni davvero tanto a quel ballo, vero?- chiede con la voce spezzata
-Certo madre, ma perché piangete?- la raggiungo, improgionandola in un abbraccio.
-La verità, figlia mia, è che ho paura di lasciarti andare. Ho notato la luce nei tuoi occhi quando guardi il figlio di Monsieur Agreste, e ho notato la sua luce quando guarda te- arrossisco, cercando di ignorare l'ultima parte.
-E poi ho paura di quello che la gente possa pensare, ho paura che ti facciano male Marinette, non voglio che ti additino come la semplice figlia di un fornaio, perché tu sei molto più di questo! So che sei destinata a qualcosa di grande- sto per parlare, quando riprende il suo discorso
-Per questo, ho deciso che non ti tarpero le ali, vai a quel ballo! E dimostra a tutti chi sei- prima che possa ringraziarla, esce dalla mia camera come se nulla fosse.



Angolo Autrici
Wiii! Siamo Imafangirl666(su wattpad *coffcoff*) (ma chiamatemi Ciccarone, Felicya Ciccarone.
Non fa lo stesso effetto di James Bond, vero?) e Hoon18!
Comunque, io e la mia collega abbiamo steso, finalmente, (Fel: causa mia pigrizia) il primo capitolo! 
Il prossimo capitolo sara dal punto di vista di Adrien!  **urli eccitati** 
Hoon18:Lasciate una recensioneeeeeeee. Al prossimo capitolo
   
 
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