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Autore: Angel Of Fire    11/08/2016    9 recensioni
“Quanto si impiega a bere un sorso, tanto è durato il tuo combattimento con Laura...”
Un ragazzo divorato dall'odio ed una nemica spietata ma bellissima, pronta ad usare ogni mezzo pur di ottenere ciò che vuole.
Ispirato all'undicesimo capitolo della serie classica, un breve ma intenso tuffo nella mente del giovane Daiba, nel momento in cui si trova costretto a crescere, affrontando i suoi demoni interiori.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tadashi Daiwa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tre decimi di secondo

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Il nemico peggiore è quello che si serve dei tuoi sentimenti, di ciò che nasconde il tuo cuore,  per distruggerti

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Tre decimi di secondo



I fiori più belli hanno sempre le spine...

Quelle parole mi risuonano ancora nel cervello, pungenti, penetranti. Fastidiose e dolorosamente vere.
Yuki...

Quanto si impiega a bere un sorso, tanto è durato il tuo combattimento con Laura... Tre decimi di secondo

Le ha pronunciate con calma, con la sua solita espressione dolce... ma per me sono state potenti e violente come uno schiaffo, affilate e taglienti come un rasoio.
Mi ha umiliato e considerato un incapace, ma ora so che aveva ragione. Solo adesso riesco a comprenderlo, ora che tutto è finito, nel confortante silenzio della mia cabina, posso esaminare l'accaduto con lucidità, con la mente libera dal rancore che offuscava la mia ragione.
Quelle parole sono state solo l'inizio: hanno scatenato il mio odio, il mio disprezzo per quella razza maledetta, hanno alimentato, come benzina sul fuoco, il mio desiderio di vendetta.
È
vero, ho ceduto. Mi sono arreso alla sua bellezza per un attimo che mi è stato fatale, e lei è riuscita a sfuggirmi.
Laura...
Se chiudo gli occhi riesco ancora a scorgere il verde intenso e luminoso delle sue iridi aliene, ipnotiche... un'immagine irrimediabilmente rimasta impressa nella mia mente, meravigliosa e terribile allo stesso tempo. Un brivido mi attraversa la schiena, mi sento ancora fragile di fronte a quello sguardo, svuotato.


Ero sicuro che sarei riuscito a dominarmi, a non farmi sopraffare dalla sua bellezza. Ero deciso a non cedere una seconda volta, e quando l'ho ritrovata su quel relitto alla deriva nello spazio, intrappolata, sola ed indifesa, ero pronto a ucciderla, a porre fine alla sua insulsa esistenza a sangue freddo e senza alcun rimorso. Ma il Capitano è intervenuto a fermarmi. Un ordine giunto inaspettato, che mi è parso assurdo, quanto folle. Perché dovevo farla prigioniera?
In quel momento mi è sembrato tutto incomprensibile. Ma anche questo faceva parte del
piano, della lezione che dovevo imparare. Solo adesso comprendo il vero motivo per cui me l'ha affidata: voleva mettermi alla prova e io, invece, ho fallito miseramente.
Ho deluso tutti, mettendo in pericolo la nave.
Lei era in piedi, di fronte a me, fiera e sprezzante nella sua divisa mazoniana e mi guardava... e sorrideva. Rideva di me, del mio odio, del mio disprezzo. Aveva compreso che non sarebbe riuscita ad ammaliarmi col suo aspetto. Sapeva che l'avrei uccisa, che non avrei avuto pietà. Era solo questione di tempo. Allora è andata oltre... perché non aveva nulla da perdere.

Dimmi una cosa, piccolo uomo rabbioso, se tu fossi al mio posto parleresti?

No. Non avrei mai parlato.
Le mie labbra si piegano in un sorriso amaro. Avrei dovuto capirlo, le sue parole erano fuorvianti, cercava solo di studiarmi, di sondare le mie reazioni, scrutare i miei pensieri, cogliere il mio punto debole.

Mamma...

Una fitta di dolore mi trafigge il petto. Non era un'allucinazione, l'ho vista, l'ho sentita, l'ho stretta tra le mie braccia. Ho percepito il suo calore, ed era umano.

Maledetta.
Ha giocato con il mio cuore, mi ha manovrato come un burattino, e io sono stato così stupido da non capirlo. Non credevo che si potesse giocare così abilmente con i sentimenti umani. Non credevo che lei potesse nascondere un potere così subdolo e... letale.
Ha ottenuto ciò che voleva, mi ha reso schiavo della sua bramosia. E io l'ho liberata.
La vergogna che provo ancora adesso... è soffocante.
Come ho potuto farlo?
Le ho rivelato tutto quello che sapevo sull'Arcadia, segreti che avrei dovuto tenere solo per me. Ma lei era mia madre e io... Oh, quanto mi era mancata. Avevo bisogno di parlarle, stringere le sue mani, dirle che le avevo sempre voluto bene. Anche se mi aveva lasciato solo...
Solo.
È
strano come adesso, questa sensazione, non mi faccia più paura.


Credevo che i miei compagni mi avrebbero giudicato per averli traditi, e punito in modo esemplare; invece, inaspettatamente mi hanno graziato, hanno compreso che nessuno avrebbe potuto contrastare quel terribile potere, persino il Capitano...

Quella gente, tentando di distruggere i nostri cervelli, distruggerà anche i nostri cuori...

Se dimenticherai questo, saremo perduti. Ancora prima di combattere.

Queste parole saranno per sempre marchiate a fuoco nella mia mente.
Ma erano solo una parte della lezione che dovevo, mio malgrado, ancora imparare. Il mio desiderio di vendetta nel vedere la registrazione del momento in cui ho sbarcato Laura sulla superficie venefica di Venere non ha tardato a prendere il sopravvento sulla mia ragione.
Ero accecato, deciso a fermare quell'essere anche a costo della vita, e non riuscivo a capire perché Harlock non volesse attaccare e combattere.

Se ti guardassi allo specchio capiresti che il tuo è solo fanatismo, odio, vendetta, sei un debole!

Guardarmi allo specchio?
Non volevo, non potevo, perché sapevo che avrei visto solo il fantasma di me stesso, una maschera di rabbia e di dolore.
Dovevo spezzarla e ritrovare il vero motivo per cui continuare a combattere. E l'unico modo era affrontare
lei, il mio incubo, la mia dannazione, per la terza ed ultima volta. Ed ero consapevole che, se avessi fallito, avrei perso la vita.
Lei o me. Non esisteva nient'altro.
L'unico vero mostro che dovevo affrontare lo avevo dentro, un mostro fatto di odio profondo e feroce che mi stava divorando, lentamente, trascinandomi verso l'oblio. Laura era la concretizzazione di quel mostro. Ed infatti era là fuori ad aspettarmi, con il suo sorriso sicuro, il suo sguardo languido e seducente, pronta ad azzannarmi di nuovo alla gola.
La sua forza distruttiva si era materializzata in un' immensa e impetuosa onda violacea. Un mare in tempesta impietoso che mi sbalzava con violenza in ogni direzione. Avevo perso il controllo del mio lupo spaziale, ma in realtà era la mia mente che stava di nuovo vacillando, prigioniera dei suoi influssi malefici.
Poi finalmente l'ho scorsa, in mezzo alla turbolenza della corrente, sballottata dalla prepotenza dei flutti: una luce in mezzo alle tenebre.
Mamma.
Mi implorava di andarla a salvare.
Ma non poteva essere
lei... anche se desideravo profondamente che lo fosse, anche se avrei voluto salvarla davvero, quel giorno, in quel maledetto incidente.
Non era reale.
Questa crudele consapevolezza mi ha fatto ritornare alla realtà, riemergere dall'incubo che finalmente si è mutato nel vero volto di Laura. Dovevo solo sparare: un colpo e sarebbe tutto finito. Così ho travolto quel volto, quegli occhi scintillanti, e tutto si è misericordiosamente dissolto.
La sua risata isterica, mentre veniva divorata dalle fiamme, nell'atmosfera infuocata di Venere, è l'ultima cosa che ricordo e che ancora permea i miei incubi. Ma, nell'istante in cui l'ho trafitta, ho percepito il vero calore di mia madre, ho sentito il suo amore scaldarmi ed invadermi le membra. Ho percepito la sua presenza ed è questo che mi ha dato la forza di ribellarmi. In quel momento ho compreso che lei era sempre stata dentro di me, lo avevo solo dimenticato. Avevo seppellito la sua memoria per evitare di soffrire.
Invece io dovevo ricordare, il suo amore infinito, e quello in cui lei e mio padre avevano creduto, per cui si erano battuti fino alla fine.
La Terra.
Ho giurato loro di abbandonare ogni sentimento di odio e rancore e dedicare la mia esistenza alla difesa del nostro amato pianeta.


Ora che tutto è silenzio, e nello spazio è tornata una calma irreale, prima della prossima inevitabile battaglia... lo giuro anche a te, Capitano... a te, Yuki e a tutti voi, straordinari pirati dell'Arcadia: non permetterò a quei mostri di distruggere il mio cuore, l'amore che ho dentro e continuerò a combattere per la salvezza della Terra.


* * *


Le frasi riportate in corsivo sono tutte citazioni tratte dalla serie animata del '78, se siano precise non lo so, non ho idea di quale versione sia in mio possesso, è comunque quella che io ricordo e che ho amato da bambina.


Angolo dell'autrice, questa volta, spero, non tanto cattivona XD

Okkey, non mi capacito, ebbene sì, ho avuto un'ispirazione (cosa alquanto rara per me, di sti tempi grami, sigh!) e non ho potuto fare a meno di scrivere queste poche righe su uno dei personaggi che meno mi piace di questa serie. Diciamo che non lo sopporto proprio < _ < ' Perché allora? No, non sono masochista, semplicemente mi piace mettermi in gioco e sperimentare altri personaggi e punti di vista. La povera Meeme ne sa qualcosa ;) (povera un corno! NdYuki inferocita ^ ^') Per chi non sapesse di cosa parlo vi rimando a “Desir” di Orbita Infinita ;)

L'undicesimo episodio, Laura dagli occhi scintillanti, è uno di quelli che mi ha maggiormente affascinata, sia per l'intrigante bellezza della protagonista, che per il modo subdolo con cui combatte contro il povero Tadashi, persino Harlock ne resta sorpreso, credeva che le mazoniane avessero dalla loro solo ferocia e bellezza, invece questo tipo di manipolazione mentale è una cosa del tutto inaspettata anche per lui.

Ho voluto fare una piccola analisi dei sentimenti del ragazzo nel momento in cui si trova ad affrontare il suo mostro interiore, di cui, per me, Laura ne rappresenta la materializzazione. Voleva dominarlo sfruttando il ricordo della madre, invece è proprio la sua memoria che gli dà la forza di reagire. E ne esce vincitore, finalmente spronato a combattere al fianco della ciurma più in gamba dell'universo, col giusto spirito e non più accecato dal desiderio di vendetta.

Un grazie sincero a chi si fermerà a leggere e vorrà lasciare un parere, nel bene o nel male.

Tutti i personaggi sono proprietà di Leiji Matsumoto, questa storia non è stata scritta a fini di lucro.


  
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