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Autore: Schully    12/08/2016    0 recensioni
Capitoli in revisione.
Mi sono messa a pasticciare dopo un finale di metà stagione mooolto deludente... se vi piace sognare forse questa storia fa per voi... premetto che l'ho scritta e pubblicata... non le ho dato il tempo di riposare sono troppo arrabbiata se c'è qualcosa da aggiustare dite son tutta orecchi.
Genere: Angst, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Carol Peletier, Daryl Dixon, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finché c’è vita c’è speranza parte seconda 

 
Sono stato a caccia nel bosco fino a che non è stata l’ora del mio turno di guardia, avevo bisogno di restare solo per riflettere. Non che abbia fatto altro da che Beth si è svegliata, ma finalmente credo di essere arrivato ad una conclusione. Lei è mia ed io sono suo, qualsiasi cosa accada, qualsiasi destino ci attenda, non c’è scampo da tutto questo. Beth mi è entrata dentro, sotto la pelle. Forse io ho cambiato lei, ma è innegabile che lei ha cambiato me. E ormai non posso farci nulla, posso solo accettarlo.
Incontro Rosita al centro del campo e ci mettiamo d’accordo sul pezzo di perimetro da controllare: io scelgo il lato che dà sul bosco, tra gli alberi mi sembra di rinascere. Prima di prendere possesso del mio posto, consegno a Carol che è ancora sveglia il bottino della mia caccia: quattro scoiattoli ed una lepre.
«Non è molto, nei dintorni non è rimasto quasi nulla, mi spiace» non volevo trattarla male prima, non volevo sfogare la mia irritazione su di lei, però così è stato, e questo è il mio modo di chiederle scusa. Carol sembra capire perché risponde:
«Non preoccuparti, Daryl, ce lo faremo bastare.» Mi posa una mano sulla guancia con un sorriso mesto, prima di andare a coricarsi e cercare di dormire un po’.
Ho trovato un albero con dei rami bassi davvero comodi, mi siedo su uno di essi e appoggio la mia schiena contro il tronco. Chiudo gli occhi e il bosco mi rigenera. Potrei sentire cadere uno spillo, tanto sono in sintonia con la natura che mi circonda, vorrei fermare il mondo a questo attimo di pace, nessun errante, nessuna ragazzina petulante a infastidirmi, solo io e le cicale.
La conclusione alla quale sono giunto prima mi spaventa incredibilmente, e io non sono mai spaventato! Ma Beth, quello scricciolo di donna, è riuscito a infrangere tutte le barriere che avevo messo intorno al mio cuore; femmine ben più toste di lei ci hanno già provato in passato, senza riuscirci. Ho sempre pensato che l’amore fosse inutile e troppo complicato, e il sesso fine a sé stesso non mi è mai interessato. Non mi piace essere toccato, lei però con i suoi cinquanta chili bagnati è stata in grado di sgretolare i muri intorno a me.
Ora sono vulnerabile. Non mi sento a mio agio, è più forte di me, non riesco a cedere totalmente a tutto questo. Cosa cazzo posso fare? Un fruscio coglie la mia attenzione, quel passo lo riconoscerei fra mille. Continuo a tenere gli occhi chiusi nella speranza che lei mi lasci stare da solo in santa pace. Ovviamente la ragazzina è ostinata e sento che cerca di muoversi il più silenziosamente possibile verso di me. Forse cerca di prendermi alla sprovvista.
Tsk “ingenua”! Se non mi fossi imposto un autocontrollo ferreo, mi scapperebbe un sorriso, ma resisto. Lei avanza lentamente verso di me, percepisco ogni suo passo, ogni battito del suo cuore. È incredibile come ogni suo gesto io lo senta amplificato.
Sono fottuto.
Sono incredibilmente e doppiamente fottuto.
Beth è salita sull’albero, il suo viso è a pochi centimetri dal mio e io sento il suo fiato dolce sulla pelle, il suo profumo arriva alle mie narici… “Cristo”! l’ho già detto che sono fottuto?
Non credo di essere l’unico che è rimasto scottato da questo contatto, ho sentito come si è irrigidita vicino a me. Scommetto che se aprissi gli occhi, adesso sarebbe rossa come un peperone. Ho paura di farlo però, perché potrei perdermi nel suo sguardo.
«Se continui a fissarmi così mi consumo» le dico cercando di coglierla alla sprovvista. Tengo ancora gli occhi chiusi nella speranza che lei definitivamente imbarazzata lasci perdere. Invece posa una mano sulla corteccia a pochi centimetri dalla mia testa, sento il calore della sua pelle che si propaga.
«Non è mai morto nessuno per i troppi sguardi»
«Beth» esclamo mio malgrado cercando di scostarla. Lei invece non si sposta ed io commetto l’errore di aprire gli occhi. Dio mio, è vicinissima! Tutto questo è come un déjà-vu, vedo ogni lentiggine che ha sul naso, le increspature delle sue labbra rosee. “Cristo”, quanto vorrei assaggiarle! Sembrano fragole mature e scommetto che sono altrettanto dolci. Provo ancora a spingerla via:
«Beth» lei posa anche l’altra mano sul tronco ed ora sono in trappola tra i suoi occhi ed il suo corpo. Sì, questo è un dannato déjà-vu, sembra il mio maledetto sogno.
Sono fottuto!
Lei scivola e le mie braccia scattano a sorreggerla, forse un po’ troppo bramose; sono letteralmente sprofondato su di lei, il suo capo è appoggiato al mio petto e il suo profumo è entrato in me. Dio, è meglio di qualsiasi droga che abbia mai provato finora.  Ragazzina, sei pericolosa, non lo sai ma lo sei, e forse questa tua dannata innocenza è l’arma migliore del tuo arsenale.
«Vedi?! Non puoi fare a meno di proteggermi!» Dici continuando a sorridermi e io ho il cervello in pappa. Sono arrabbiato con te e con me stesso, ti ho lasciata avvicinare. Piano, piano stai sgretolando i muri che ho costruito, sei come l’acqua limpida e cheta, tranquilla ma anche il fiume più calmo con il tempo sgretola la roccia.
Sono fottuto!
«Stavi cadendo, è stato istintivo
-” rispondo, sperando che ti basti e che finalmente tu la smetta di tormentarmi.  Invece non demordi, anzi, vedo un lampo di rabbia nei tuoi occhi. Questa è la resa dei conti vero, Beth? Infatti mi tieni testa e con tono duro ribatti:
«Puttanate, Daryl» rimango spiazzato e provo a scappare ancora da te, da noi.
«Modera il tono, ragazzina!» Sgrani gli occhi offesa, forse stavolta ho fatto centro.
«Non sono una ragazzina, Carl è un ragazzino, io… io… sono una donna, fattene una ragione”- porca troia, mi hai fregato. «Una donna per cui provi attrazione, è inutile che lo neghi, non sono così ingenua, sai? In macchina tu volevi baciarmi, e poi anche prima… ho visto, sai, il lampo con cui mi guardavi, insomma…» confesso di essere imbarazzato, non credevo che mi avesse capito così profondamente. Devo difendermi, devo spaventarti, così ti urlo contro:
«Tu vaneggi! Stupida puttanella, non hai capito un cazzo! Sii grata che non ti consideri una donna ma solo una stupida ragazzina, non hai idea…»
«Idea di cosa, Daryl? Dell’amore? Dell’attrazione? Quello che non ne ha nessun’idea sei tu» con una frase ben piazzata hai sgretolato definitivamente le mie difese. Scendi dall’albero e io senza il calore del tuo corpo mi sento improvvisamente perso. l’istinto prende il sopravvento sulla ragione, salto giù e afferro il tuo braccio tirandoti verso di me.
«Hai il potere di farmi andare fuori di testa» dico in un sussurro, ma tu lo senti benissimo. Cosa cazzo pensavo di fare? Volevo zittirti ma il contatto con la tua pelle è una scossa a cui confesso non ero preparato. Lascio immediatamente il tuo braccio e mi allontano di un paio di passi, ma tu ostinata come un mastino non molli l’osso per niente.
«Ah! Io, eh?» Rispondi balbettando.
«Cosa?»
«Sono io che mando fuori di testa te e non il contrario, vero? Tu e i tuoi stupidi cambi d’umore! Tu e il tuo stupido orgoglio! E poi la ragazzina sarei io? Questa sì che è bella.» Mi hai lasciato un’altra volta senza parole e leggo nei tuoi occhi che sei compiaciuta di questo. Dio, sei così bella in questo momento che non so che pagherei per farti mia. Non sono più in me, tu mi spiazzi,  signorina Green, sei davvero la mia droga preferita. Senza pensare afferro la tua mano e intreccio le tue dita con le mie, tu ricambi convulsamente la stretta. Al diavolo… l’inferno è arrivato sulla terra e anche prima la mia vita non era un letto di piume.
Ti amo e so che anche tu ami me, basta nascondersi, basta scappare, un Dixon non scappa mai. Sei rossa come un peperone e sento il tuo cuore che batte all’impazzata, non che il mio sia da meno…ti tiro ancora più vicina a me.
«Sei tornata indietro» la mia non è una domanda, è una affermazione.
«Sì, tornerò sempre indietro per te» rispondi, stringendo la mia mano più forte.
«Perché?» Chiedo malizioso a un centimetro dalle tue labbra.
«Umm, umm» rispondi citandomi e sfidandomi allo stesso tempo.
«Hai imparato bene, Signorina Green» dico prima di fiondarmi sulle tue labbra. La tua bocca è qualcosa di indescrivibile, ora che l’ho assaggiata non credo che riuscirò più a farne a meno. Insinuo la mia lingua tra le tue labbra, forse un po’ troppo rudemente, e ti spingo contro l’albero sul quale ero appollaiato. Le mie mani sono bramose e si insinuano sotto la tua maglietta, sento che ti scappa un gemito e questo m’incendia ancora di più.
Vorrei possederti qui e ora, ma mi costringo ad essere delicato, non voglio spaventarti con la mia irruenza. Accarezzo il tuo ventre piatto, il mio dito gioca con il tuo ombelico, mentre continuo a baciarti. Sono in debito d’ossigeno ma non m’importa, se morissi ora morirei felice. Risalgo lentamente con la mano fino ad afferrare il tuo seno. Dio, è così sodo e voluttuoso! Sei così bella, così donna, così mia! I tuoi capezzoli sono duri e io li sfioro con i polpastrelli. Mi sento un fottuto pervertito e tu sei una ragazzina, la mia ragazzina. L’erezione in mezzo alle mie gambe è prepotente, la spingo contro il tuo bacino. Lo senti quello che mi fai? Devo fermarmi, dovrei fermarmi ma non ci riesco”.
Un rumore alle mie spalle mi mette in allerta, mi stacco da te e voltandomi mi trovo di fronte un perfetto sconosciuto stranamente pulito e ordinato. Mi guarda sorridendo con le mani alzate e io punto immediatamente la mia balestra alla sua testa.
«Tu chi sei, che vuoi?» Dico in tono minaccioso
«Scusate, non volevo interrompervi, ma ho urgenza di parlare con il vostro capo… Rick, giusto? Porto buone notizie per tutti voi»
 
Continua….
 
   
 
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