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Autore: Lory221B    14/08/2016    6 recensioni
C'era un tempo in cui draghi e stregoni abitavano le terre del Nord. In quell'epoca di magia, ogni cosa era in perfetto equilibrio, grazie al bilanciamento dei quattro elementi. Gli stregoni erano divisi in quattro ordini, ognuno corrispondente all'elemento che controllavano.
Ma un giorno qualcosa si ruppe e i quattro ordini, non furono più in grado di controllare i loro poteri; dissidi interni e lotte per il dominio finirono per distruggere il concetto stesso di ordine e il Re decise di mettere al bando ogni tipo di magia, relegando le pratiche della stregoneria ai peggiori crimini contro lo stato.
In quell'epoca incerta, nuovi stregoni e nuove streghe avevano rinunciato a tutto per vivere in mezzo al resto del popolo, nascondendo i loro straordinari poteri.
Qui inizia la nostra storia.
(Johnlock!AU)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'anziana strega e la sua profezia




Tanto, tanto tempo fa

La strega dai capelli bianchi attendeva l’arrivo degli altri stregoni, con soltanto una vecchia candela a farle compagnia. Le segrete erano umide e scure e in lontananza poteva sentire il rumore della guerra magica che stava imperversando, al di là delle mura del castello.

Un rumore sordo, seguito da dei passi frenetici, annunciò l’arrivo dei suoi amici. Erano quattro stregoni, tre rappresentanti dell’Ordine e uno dei Consiglieri.

« Madame, abbiamo fatto come avevate detto, abbiamo preso le pietre e le erbe che ci ha indicato » fece un uomo alto, dagli occhi azzurri »

« Molto bene, datemi tutto  e preparatevi, non sarà facile nascondere queste sacche di energia magica » commentò l’anziana strega, prendendo gli ingredienti che le erano stati portati e disponendoli su di un tavolo. I tre uomini che l’avevano raggiunta, la fissavano speranzosi, mentre continuavano a sentire grida ed urla in lontananza.

« Ci aspettano tempi bui » fece la strega « Ma sfortunatamente, non credo che alcuni di noi vivranno abbastanza per vederli »

I quattro uomini tremarono, alla pallida luce della candela. Uno di loro intervenne, risoluto  « Madame, credevo agissimo per salvare la magia »

« Certo, la stiamo salvando. Metteremo fine alla guerra tra gli Ordini, grazie a questo antico incantesimo. Imbriglieremo la magia di ogni singolo Ordine all’interno delle sacche magiche e seppelliremo ognuna di esse sotto le torri di questo palazzo »

« Non ci sarà più la magia? » chiese uno di loro, preoccupato.

« Sarà molto attenuata, fino a scomparire quasi del tutto. Ci saranno sempre meno stregoni e per un po’ tornerà l’antica pace » rispose l’anziana strega del fuoco.

« E poi? »

« Molto tempo avanti, molto lontano da adesso, quattro stregoni si troveranno qui e faranno risorgere la magia, quando i tempi saranno maturi »

« Ha avuto una visione? » chiese il Consigliere dagli occhi azzurri.

« E’ troppo lontano nel tempo, vedo diversi possibili futuri, ma quello che preferisco ha per protagonisti quattro stregoni, due legati dal sangue, due legali dall’amore. Tutti gli altri futuri, porteranno alla rovina. Soltanto questo deve esaudirsi. Chi di voi vivrà deve narrare questa storia, anche se andrà persa nel tempo, purtroppo »

I quattro uomini tacquero, sconsolati di dover mettere fine alla magia, quando credevano che l’avrebbero salvata. La strega compì il rituale velocemente, in silenzio, mentre le figure attorno a sé, guardavano per l’ultima volta l’incanto davanti ai loro occhi. Non avrebbero più visto scintille, avrebbero dovuto nascondersi, non sarebbero più stati un tutt’uno con il loro elemento, ma solo un triste spettro di quelli che una volta erano i loro poteri.

La strega consegnò una sacca magica ad ognuno dei tre stregoni rappresentanti dei rispettivi Ordini « Andate sotto le torri che rappresentano il vostro elemento, io mi occuperò di quella del fuoco » I tre annuirono e scomparirono nei sotterranei, sperando di riuscire a portare a compimenti la loro impresa. Il Consigliere dagli occhi azzurri rimase con l’anziana strega, in attesa di istruzioni.

« Augustus, tu avrai un compito molto importante, perché so per certo che tu resterai vivo per raccontare questi fatti » fece l’anziana strega, sorridendo amabilmente.

« Madame? »

« Su ogni sacca magica ho impresso la formula per liberare l’elemento, ma serve ancora un incantesimo e voglio che solo tu lo sappia » fece lei, estraendo un minuscolo foglio di pergamena « Lo nasconderò all’interno di queste segrete »

« Perché proprio io? » chiese l’uomo.

« Perché un giorno, molto lontano, un tuo pronipote si metterà alla ricerca di questa formula e questo castello. Come ti dicevo è tutto molto nebuloso, ma il futuro che voglio che si realizzi ha per protagonisti due Holmes. Questa seconda parte devi tenertela per te, ancora troppo oscuro è il loro futuro e non voglio che i tuoi eredi vadano avanti per secoli a cercare la profezia, quando i tempi saranno maturi, accadrà. Ma è necessario che la tua famiglia sappia dell’esistenza di questa formula, sarà il segreto degli Holmes »

Augustus restò spiazzato dalla rivelazione della strega, ma si limitò ad inchinare il capo e l’aiutò a nascondere la pergamena all’interno delle segrete.


***** *****
Oggi

Irene era distesa nel letto, accanto al principe, tremante al bagliore della luna che si affacciava dalla finestra. Continuava a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta, se presto, davvero, avrebbe avuto tutto quello che aveva sempre desiderato. Si avvolse di più nel lenzuolo, tentando di cancellare l’espressione gelida che lo stregone dell’aria le aveva riservato, duro e implacabile, come se avesse potuto schiacciarla senza pietà.

« Stai tremando » constatò Victor, la voce squillante di uno che non riusciva a chiudere occhio, troppo emozionato per prendere sonno, la notte prima dell’equinozio « Funzionerà, non devi essere preoccupata »

« Perché abbiamo lasciato scappare Mycroft e la principessa? »

« Quello è stato un effetto collaterale, non credevo che Mary conoscesse quel passaggio segreto. Moriarty aveva previsto che la damigella Molly sarebbe andata a salvare Sherlock, non che mia sorella sarebbe scesa nelle segrete. Comunque non ha importanza, abbiamo bloccato ogni passaggio, non ha modo di interrompere quello che accadrà e le nostre guardie lo stanno già cercando »

« Sei sicuro? O Jim si diverte a fare questi giochetti? Se tutto fila liscio si annoia, se invece ci può essere qualche interessante colpo di scena, si eccita »

Victor sapeva che la strega non aveva tutti i torti, ma non voleva confermare a voce alta i suoi dubbi sui piani di Moriarty.

«E se Mycroft lo avesse previsto? Ha le visioni del futuro a differenza di te » sbottò lei, mentre Victor si irrigidiva. Se c’era una cosa che non sopportava, era che qualcuno mettesse in dubbio i suoi poteri.

« Secondo te, si sarebbe fatto catturare? Avrebbe davvero lasciato che Sherlock passasse dalla nostra parte? »

« Magari non ha visioni così nitide, ma sa come andrà a finire. Non dimenticare che, per lui, la cosa più importante è che risorga la magia » commentò lei.

« Cosa ti prende, Irene? » chiese il principe, guardandola come se la vedesse per la prima volta.

La strega dell’acqua sostenette il suo sguardo, abbozzando un sorriso di scuse « Sono solo nervosa per domani »

Victor non sembrò del tutto convinto ma lasciò cadere la questione. Erano a un passo dall’ottenere quello che avevano sempre desiderato e così vicini a perderlo per i folli giochi di potere di Moriarty.


***** *****


John si svegliò stranito, mentre tutti lo fissavano, ancora seduti a cerchio attorno a lui. Percepì un senso di freddo, era strano perché sembrava quasi più reale la vita nel sogno che quel momento nella stanza; si sentì come strappato da una vita perfetta, semplicemente gli mancava Sherlock.

Si mise seduto, provò a parlare ma gli sembrò che la voce fosse come bloccata. Provò a dare due colpi di tosse mentre gli altri aspettavano notizie, preoccupati, al punto che Molly stava per prenderlo per il colletto della maglia e scuoterlo, per sapere cosa era accaduto.

Nessuno osò parlare, finché John li guardò sorridendo, stemperando la tensione « Sapeva che non ero morto, sta usando il piano dei nostri nemici contro di loro »

Mycroft sorrise impercettibilmente, meno di una frazione di secondo, prima di invitare lo stregone dell’acqua, a raccontare tutto quello che era accaduto.

John spiegò il sogno, il cambio di scenario, i dettagli per realizzare la profezia, omettendo ogni dettaglio più privato; non era di certo il momento ideale per  raccontare i fatti suoi, anche se Molly e Mary già lo ritenevano il ragazzo di Sherlock e probabilmente anche Mycroft e Lestrade avevano capito i sottintesi tra loro.

Lo stregone del fuoco ascoltò tutto attentamente, già sapeva degli ingredienti magici corrispondenti agli ordini, li aveva nascosti da tempo nell’edificio diroccato dove era ricoverati in quel momento, mancava così poco all’equinozio. Si alzò silenziosamente in piedi, con aria serafica, non ascoltando alcun commento degli altri compagni di avventure e si ritirò nella stanza vicina, a riflettere sui futuri eventi.

Poco dopo fu raggiunto dallo sceriffo, che entrò a piccoli passi nella stanza, come era solito fare nel loro rapporto,  temendo di disturbarlo. Solo quando fu certo che Mycroft avesse notato la sua presenza, iniziò a parlare.

« L’ho capito, sai? Speravi andasse così, ci contavi addirittura »

«Vedo il futuro, Gregory. A volte è più chiaro, altre meno » commentò, sbrigativamente.

« Sai, nessuno può convincermi che uno stregone intelligente come te, si sia fatto mettere all’angolo da quei due damerini. Volevi farti catturare »

Lo stregone sorrise « Beh, era un azzardo, non ero sicuro di come sarebbe andata a finire, ma era l’unico modo per esaminare le segrete e scoprire i piani del Principe. Non sapevo di Moriarty e non avevo idea che avrebbero finto la morte di Watson »

« Il Mycroft che conosco io, non azzarda mai, ha già previsto tutto se deve agire, anzi di solito non agisce mai in prima persona »

« Le cose cambiano e avevo bisogno che mio fratello capisse da che parte stare, volevo che mi aiutasse e nel futuro che ho visto, Sherlock sceglieva la parte giusta, proprio come è avvenuto. Solo non conoscevo il percorso. Non dirlo a John, darebbe di matto se sapesse che ho messo Sherlock coscientemente in pericolo »

« Diciamo pure che hai rischiato tutto, puntando su tuo fratello »

Glielo dovevo”, commentò tra sé. Si preoccupava per suo fratello da sempre, anche se Sherlock non sembrava capirlo. Non era riuscito ad entrare nel suo mondo mentre John ce l’aveva fatta in qualche settimana. Era contento che si fossero trovati, ma c’era una piccola parte di lui che non sopportava la capacità di quello stregone dell’acqua, di far crollare ogni difesa del fratello.

Lestrade si fece più vicino, non abbastanza da essere intimi, nessuno arrivava mai così vicino allo stregone del fuoco, ma comunque più vicino di chiunque altro. Era una distanza abbastanza emblematica: abbastanza lontani da non toccarsi, ma sarebbe bastato che entrambi allungassero un braccio per farlo. Greg abbassò la voce, quasi un sussurro, cosicché  nemmeno per sbaglio potessero sentirlo nell’altra stanza « Come finirà, Mycroft? Cosa hai visto? »

« Ho diverse visioni, in una finiamo tutti impiccati » fece leggero, mentre Lestrade si massaggiava preoccupato il collo « Ma nella migliore delle ipotesi, il bene trionfa » fece molto riassuntivo.

« E restiamo tutti vivi per prenderne parte? »

Mycroft si fece cupo ed incrociò, per un attimo, gli occhi dello sceriffo « Non posso assicurartelo, Gregory. Sei ancora in tempo per tornare dalla tua famiglia, non è la tua guerra questa »

« Sì, invece. E’ la battaglia finale, attendiamo da troppo tempo di risolvere le cose » esclamò risoluto.


***** *****

Sherlock si svegliò, rannicchiato su un fianco del letto. Tirò un lungo sospiro, già sentendo il vuoto causato della presenza rassicurante di John. Si voltò sulla schiena, contemplando il soffitto, provando a immaginare cosa sarebbe accaduto da lì a poche ore, proprio sopra la sua testa.

La torre est, era la sua torre, quella dell’aria. Sarebbe salito sulla cima della torre, avrebbe recitato il rituale e poi, forse, sarebbe accaduto quello in cui Mycroft sperava. Non credeva ancora nella profezia che avrebbe risolto ogni cosa. Per farlo dovevano mettere fuori uso  gli altri tre stregoni e non aveva idea di cosa aveva in mente Mycroft. Non poteva allontanarsi dal castello senza destare sospetti e a quel punto, ormai, non vedeva altra soluzione per eliminare Moriarty e la sua banda: era evidente che il falso Re andava fermato, con ogni mezzo. Durante la profezia sarebbero stati più vulnerabili e per evitare che scoppiassero nuove guerre, dopo che il popolo avrebbe appreso la morte del vero Re, si rendeva più necessario che mai il ritorno degli Ordini.

Forse i tempi erano davvero maturi.

Agitò le mani in aria, lentamente e chiuse gli occhi. John gli aveva fatto quel discorso sull’usare testa e cuore, nonostante Mycroft gli avesse sempre detto di reprimere le emozioni e concentrarsi sulla sua parte razionale.

« Grande Myc, ho giusto diciotto ore prima dell’equinozio per fare progressi » commentò sarcastico, il tempismo del fratello.

 Le emozioni erano devastanti, quando le sperimentava si sentiva travolto e soffocato, non ne combinava una giusta quando provava qualcosa: dolore, amore, paura, solitudine. Aveva sempre pensato che il controllo fosse la via per i suoi poteri, ora gli veniva detto che non era così, doveva imparare a incanalare entrambi.

Si ricordò di quanto creava piccole creature d’aria, che gli tenevano compagnia quando si sentiva solo. Provò a farlo di nuovo, con la naturalezza che aveva nell’infanzia e che aveva represso nel tempo. Un piccolo cucciolo di cane apparve davanti a lui. Lo stregone lo fece danzare attorno alla stanza, poi prese fiato, si concentrò e pensò semplicemente a quello che provava per John, quando era vicino a lui, quando gli diceva che era straordinario, quando i suoi capelli danzavano al vento, quando gli sorrideva. Il cucciolo divenne presto più grande, mutò forma, divenne una sorta di tritone con l’aspetto di John e lo stregone scoppiò a ridere. Poi mutò ancora e divenne un meraviglioso unicorno. Un giorno avrebbe spiegato al biondo stregone, l’importanza degli spiriti guida e delle creature associate agli elementi e di come l’unicorno, che tanto prediligeva John, era una creatura dell’aria.

Smise di fare esperimenti, appena sentì dei rumori in lontananza. Magari non era niente, ma venire sorpreso mentre evocava unicorni, gli avrebbe fatto perdere punti nella scala della magia oscura. La figura che stava salendo le scale della torre est, non si disturbò a bussare, ma spalancò la porta della stanza di Sherlock, senza preoccuparsi della reazione dello stregone.

« Sei sonnambula, Irene? »

La donna entrò a passi leggeri, furtivi, facendogli cenno di tenere la voce bassa « Devo parlarti »

« Sentiamo »

La strega sembrava combattuta rispetto a quello che voleva dire. Avrebbe voluto confessare che John era vivo, farlo scappare e mettere fine a quello che stava per accadere, sentiva che le cose sarebbero andate storte. Irene Adler era stata tante cose e aveva ricevuto tanti appellativi, ma si era resa conto, soltanto nelle ultime ore, di quante scelte sbagliate avesse fatto. Ma la strega dell’acqua non era coraggiosa, non avrebbe mai messo in pericolo la propria vita senza certezza, non avrebbe mai confessato niente a Sherlock, senza sapere come avrebbe reagito.

« Irene? » fece lui « Non dovresti essere qui, torna da Victor »

« Tu, perché sei qui? » fece lei, aggrappandosi al suo braccio « Hai una scelta, tu hai un fratello, hai… » non disse John, non era sicura che confessare che avevano finto la morte, non lo avrebbe trasformato in una furia.

« Anche tu, Irene. Nessuno ti ha obbligato a partecipare a questo piano »

« So che volevi uccidere il Re, ti ho sentito quel giorno dell’arena, rimbombava dappertutto il tuo pensiero, tanto era forte. Poi, non sono più riuscita a sentire i tuoi pensieri, ma quel giorno erano più vivi che mai. Non avevi scelta all’epoca, dovresti capire perché sono qui »

Sherlock avrebbe voluto gridare al mondo che non era più quell’uomo, che si odiava per quello che era stato nei momenti di sconforto. Se all’epoca della prima sfida fosse stato in sé, avrebbe trovato una maniera brillante per destituire il Re, non lo avrebbe mai ucciso e del resto, non era nemmeno sicuro che sarebbe arrivato a tanto. Aveva passato quattro anni di inferno, vagando per le contee, fuggendo dai briganti, mangiando quando riusciva, con la coscienza che pesava come un macigno e la convinzione che suo fratello fosse passato dalla parte di quelli che avevano ucciso i suoi genitori.

Avrebbe voluto gridare che John lo aveva reso migliore, senza alcun dubbio. Ma ora aveva davanti una strega in crisi, che poteva anche essere lì per testare un’altra volta la sua fedeltà.

« Irene, torna a dormire, ci aspetta una lunga giornata e non credo che Moriarty e Trevor sarebbero contenti di sapere che non sei quella che si aspettano » rispose glaciale.


La strega chinò il capo e se ne andò, verso la strada che aveva scelto e non riusciva più ad abbandonare
.


***** *****
Angolo autrice
Grazie ancora per essere così appassionati nel seguire l’evolversi delle vicende. Buon ferragosto in anticipo!

 
   
 
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