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Autore: scriveremibasta    15/08/2016    0 recensioni
Inuyasha e Kagome hanno avuto il loro "lieto fine"...ma cosa potrebbe accadere dopo? Siamo sicuri che sia finito tutto lì? O c'è dell'altro?
Per ora, unica certezza: la sfera, non sembra essere scomparsa così facilmente.
Tratto dal primo capitolo:
"L'uomo lo guardò con la coda dell'occhio, mentre i ricordi raffioravano nella sua mente: corpi senza vita, lacrime, grida, bambini che correvano, orde di demoni, i suoi genitori...tutto era impresso nella sua mente come fosse accaduto ieri...e, invece, erano passati più di dieci anni. Quando l'aveva vissuto, gli era sembrato tutto così reale...era stato solo un bambino a quel tempo...e la perdita dei genitori l'aveva scosso molto...ma, ancora di più, ciò che aveva visto l'aveva segnato fin nel profondo: occhi inniettati di sangue, una furia accecata dalla follia che aveva raso al suolo un intero villaggio; l'aveva guardato solo per pochi secondi ma non avrebbe mai potuto dimenticare quello sguardo, così rabbioso, ferito...disperato. La follia per un amore perduto."
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Proprio così, Kaori- rise l'uomo, dall'alto della sua posizione fluttuante, intorno a lui un aura tutt'altro che innoqua -Sono il tuo caro papà- ghignò poi, le braccia nascoste nelle maniche scarlatte del Kariginu ed un'espressione puramente beffarda. Kaori non poteva crederci, era completamente paralizzata ad osservare dal basso suo...padre. Si, suo padre. Colui che, negli ultimi dieci anni della sua vita, era stato protagonista dei suoi incubi, colui che l'aveva abbandonata senza dirgli una parola, colui che, ora, la trattava in quel modo.
No, lui non era suo padre.
Non era il padre che amava, quello dolce e burbero che arrossisce con un nonnulla, che l'aveva sempre guardata con orgoglio e amore e che amava più di ogni altra cosa al mondo suo madre. Non era lui...non era lui, diamine! Non poteva esserlo! Non così! Non con quello sguardo freddo e stanco, segnato da delle occhiaie...non con la veste rossa usurata e sporca, non con i capelli bianchi e spettinati legati in una coda...non così...non così disperato.
Tradì un tremolio alle gambe, stringendo i denti ed abbassando il volto, sotto lo sguardo di Daichi, a qualche metro di distanza da lei. "Reagisci, Kaori, reagisci!" le urlava la sua mente, ma lei era completamente paralizzata. Sotto quello sguardo, non riusciva a fare nulla.
-Uh?- chiese l'uomo, ghignando e fluttuando verso Kaori -Non dici niente, figlia mia?- la provocò, una volta vicino. Kaori notò che indossava una corazza di ossa inspiegabilmente nere, sopra la parte superiore della veste. Deglutì, passando dall'osservare il suo vestiario agli occhi del padre; e, il colore era lo stesso certo...ma il loro calore, la loro luminosità...avevano fatto spazio ad un ombra di quella che era l'espressione originaria dell'uomo. C'era, però, una scintilla che spiccava in mezzo a tutta quella apaticità...una scintilla che, Kaori, non riusciva a spiegarsi.
-Inuyasha!- urlò Daichi, venendo in soccorso della ragazza -Lasciala stare!- fece ancora, prendendo in mano l'arma, pronto ad attaccare; dietro di lui gli uomini del villaggio lo osservavano con astio. Il citato gli gettò soltanto un'occhiata, come se valesse meno di un insetto, poi si rivolse a Kaori:
-Vieni con me- le disse, guardandola intensamente, come se dalla sua decisione dipendesse qualcosa di molto importante. Ed era così.
-Tsk- sibilò soltanto, l'altra -Non ti fai vedere per dieci anni ed ora hai anche la faccia tosta di coinvolgermi nei tuoi piani folli?- gli sputò, guardandolo con odio; gli occhi così uguali al padre eppure diversi, in quel momento. Inuyasha fece una smorfia, il suo sguardo si addolcì un po'.
-Kaori- mormorò prendendole le mani con le sue -Non ti ho mai dimenticato, in questi dieci anni...io-
-Non toccarla, maledetto!-
-STA' ZITTO!- Inuyasha rimase di stucco, gli occhi dilatati e un'espressione sorpresa in volto; quasi come fosse stato ferito. Anche Daichi, che si era lanciato verso Inuyasha non appena l'aveva visto afferrare Kaori, era rimasto di stucco, paralizzato -Sta' zitto!- fece un'altra volta quest'ultima; non appena aveva sentito quelle parole, non aveva potuto resistere: gli aveva urlato contro per poi liberarsi della sua presa e stringere i pugni con rabbia, più per resistere dal tirargli uno schiaffo che per altro.
"Che bugiardo" pensò, stringendo i denti e guardandolo in cagnesco "Se mi avesse pensato almeno un po', ora non saremo a questo punto!" vide Inuyasha riprendersi, pian piano, serrò la mascella rabbioso per poi lasciarsi andare in un ghigno carico di cattiveria.
-Capisco- sibilò -Capisco!- ripetè più forte, come un pazzo -Così non verrai, eh?- chiese, retoricamente -Beh, allora non resterà che farti cambiare idea...- un'altro sussurro, un ghigno che si allarga, i pugni che si stringono e gli occhi che si dilatano follemente -Con la forza!- stavolta un'esclamazione, acuta e tenebrosa, una spada sguaianata ed è un'attimo: morte e distruzione viene di nuovo seminata.
-Tutto okay?- Kaori osservò Daichi davanti a lei che bloccava l'attacco di So'unga, la spada in mano al padre, con una barriera spirituale, poi annuì.
-Tu?- chiese, alzandosi dalla posizione accucciata che aveva assunto prima.
-Solo qualche graffio- rispose l'altro, facendole l'occhiolino; graffi e sporcizia sul suo volto confermavano ciò che aveva detto. Kaori annuì, rivolgendo un'altra volta lo sguardo verso suo padre che ora rideva follemente.
-Ah, quindi ora siete così forti?!- chiedeva al nulla, coprendosi un'occhio divenuto rosso per il controllo demoniaco della spada con la mano, segni violacei gli arricchivano le guancie ed un espressione di pura rabbia e sete di sangue era sul suo volto.
"Cavolo, se fa così..." pensò Kaori, stringendo i denti "Non c'è modo che io possa batterlo" divagò con lo sguardo finchè non le si accese una lampadina in testa, solo allora esso si spostò su uno degli abitanti del villaggio; quello che stringeva un'arco tra le mani e aveva una faretra in spalla "Non so se funzionerà...ma posso provarci".

-Ah! Mi sa che mi sono perso!- sospirò pesantemente Keiichi. Quando era corso via dalla capanna di Daichi, aveva inevitabilmente sbagliato strada e, ora, si era ritrovato a vagare per la foresta; probabilmente smarrendosi sempre di più ad ogni suo passo -Ed ora che faccio? Aaaaah, ma perchè quando hanno bisogno, io non ci sono mai?!- si mise le mani nei capelli, disperandosi sempre di più -Non troverò mai la strada di casa! Dovrò rimanere qui per sempre, diventerò un uomo dell'età della pietra!- si lagnò, facendosi già lo schemino di quanta legna gli sarebbe servita per costruire una casa "Considerando quanto grande la dovrò fare...tre alberi? No, molti di più...non si sa mai se-"
-Ehi, ma cos'è stato?- si chiese, fermandosi non appena andò a sbattere contro qualcosa; qualcosa di invisibile visto che -E tu chi saresti?- non appena il suo sguardo scese giù ed incontrò una testolina argentea, ciò contro cui era andato a sbattere prese forma nella sua mente: una bambina. Una bambina anche abbastanza piccola e debole, visto che non era riuscito a farlo cadere o  anche solo spostarlo.
-Ehi, piccolina- fece con voce dolce, accucciandosi di fronte alla bambina apparentemente tranquilla -Che ci fai qui, ti sei persa?- le chiese, osservandola: aveva un visetto paffuto e roseo, i capelli bianchi e lisci glielo incorniciavano perfettamente, la frangetta candida le copriva la fronte e delle striature violacee le occupavano le guance e le manine piccole e bianche. Era pallida, molto pallida e ciò che spiccava oltre agli strani segni sul suo corpo erano gli occhi: eterocromatici, presentavano due colori diversi; il dorato per il sinistro e il nocciola scuro quasi nero per il destro. Vestiva con un kimono bianco neve con ricami scarlatti.
-Allora?- le chiese, ancora, il ragazzo, sorridendole per invitarla a parlare -Che ci fai qui?- sembrava innoqua ma doveva comunque stare attento, era un demone infondo...a meno che non si fosse procurata quei segni in chissà quale modo...ma ne dubitava. La osservò negli occhi, notando quanto fossero dilatati e, quando aprì bocca per parlare, un singhiozzo lo interruppe; singhiozzo a cui, ben presto, se ne unirono altri. E poi la piccola scoppiò in lacrime.
-Ehi, ehi, che ti prende?!- esclamò preoccupato, alzandosi e guardandosi intorno, preso da un improvviso panico -Su, su! N-non piangere!- balbettò, gesticolando alla bambina che, adesso, si stava asciugando gli occhi con un braccio; mentre le lacrime salate non accennavano a diminuire.
-Cavolo!- imprecò tra i denti, agitandosi sempre di più, -Come cavolo faccio a farti-Eh?!-
Keiichi osservò la bambina correre incontro ad una nuova figura, mettendosi di seguito dietro di essa che la osservo curiosa -Yume, che succede?- chiese la voce di quello che sembrava un ragazzo. Indossava un Kariginu nero, semplice e dall'aria abbastanza calda, aveva un cesto in mano e la pelle scura e abbronzata; gli occhi erano color oro, mentre i capelli neri, corti e spettinati non parevano aver mai visto una spazzola. La cosa che più lo lasciò di stucco furono le orecchie del ragazzo, non come quelle di Kaori...in cima alla testa e palesemente animali...quelle erano praticamente allo stesso posto delle orecchie umane, solo molto più deformi e a forma di quelle da cane...erano strane.
-Fratellone...- singhiozzò semplicemente la bambina, stringendo di più la veste del ragazzo all'altezza delle gambe e guardando Keiichi con i lacrimoni agli occhi.
"Ma che ho fatto?" pensò, di rimando, quello, stupito sempre di più dal comportamento della bambina. Si erano solo scontrati, cavolo! Manco le avesse rubato il lecca-lecca!
-Ahi, ahi...ho capito- fece l'altro, sospirando ed abbassando la testa in direzione della piccola -È colpa sua- fece soltanto, poi, guardandolo con un solo occhio aperto e di traverso; Keiichi deglutì, pensando già a cosa dovesse scrivere nel testamento.
-Che cosa hai fatto a mia sorella?- gli chiese, invece, l'altro, avvicinandoglisi minacciosamente e scrocchiandosi le dita prima di una e poi dell'altra mano "Orecchiette di Kaori, vi ho voluto bene" -Eh? Allora? Non dici nulla?- uno sguardo assassino lo paralizzò sul posto, facendolo diventare una statua di sale. E, accidenti, allora a sto punto i Kami volevano proprio farlo morire...gliene avevano mandate anche troppe, fin'ora! E lui si era sempre riuscito a salvare...no? Bene. E allora, sguardi assassini e fratelloni che proteggono le sorelle a parte, avrebbe superato anche questa prova "In fondo, ho ancora un cane folle da fermare!" non poteva mica morire così.
Quindi sotto con l'immaginazione!
-Sai qual è la radice quadrata di 10+94:8?- sparò la prima cosa che gli venne in mente e il ragazzo si fermò dall'avvicinarsi a lui, guardandolo come se fosse un alieno.
-Cosa?- chiese ma Keiichi se l'era già data a gambe.
-Ci stavo per lasciare le penne!- ansimò con il fiatone, testa china e mani sulle gambe, era piegato su se stesso -Si, ma ora dove so- si paralizzò, i suoi occhi fissi sulla figura che aveva davanti, il volto improvvisamente pallido come un cencio.
-Oh, eccoti di nuovo!- sarebbe morto, inutile cercare di sopravvivere.
-Cacchio!- provò a rigettarsi in una folle corsa ma, prima che potesse farlo, una mano lo afferrò per il bavero della divisa che indossava, alzandolo da terra e fermandolo da ciò che stava per fare. Cercò invano di liberarsi ma nulla, quella presa sembrava ancora più ferrea di quella di Kaori. "Dannazione!" pensò frustrato, stringendo i denti e guardando il ragazzo che lo teneva per il colletto "Questo qui me le suona! E non posso neanche riutilizzare il truccheto di prima!" strizzò gli occhi, aspettandosi un pugno che, tuttavia, non arrivò. Al suo posto, risentì il terreno sotto i piedi e la presa scomparire completamente.
-Scusami per prima- la voce del giovane gli fece spalancare gli occhi -Mi ero fatto prendere dalla rabbia- spiegò, poi, grattandosi nervosamente la nuca; Keiichi notò solo allora che aveva praticamente la sua stessa altezza -Ad ogni modo, Yume, scusati anche tu- si rivolse, infine, alla bambina, prendendole la testolina ed abbassandola, seguendo il movimento della sua.
In poco tempo, il moro, si ritrovò due persone inchinate davanti a lui "Eh?" pensò, non riuscendo a collegare tutto ciò che era successo. Si sentì, comunque, in dovere di non fargli pesare la situazione -Ehi, no, alzatevi- fece, nervosamente, muovendo le mani -Non fa nulla, davvero, capita a tutti di spaventarsi!- continuò con più sicurezza, sorridendo ai due che, ora, erano in posizione ritta.  Il maggiore lo osservava sorpreso, la più piccola imperturbabile. Era come se, dopo quel pianto, si fosse ritirata nel suo mondo, decidendo che ciò che apparteneva alla realtà non le interessava.
"Che strana..." pensò Keiichi, gettandole un'occhiata. Non aveva mai visto una bambina così seria e glaciale, che poi si mette a piangere per un nonnulla "E se fosse, che so, sociopatica?!" e no, impossibile...anche perchè lui non si ricordava nemmeno che significava. Ad ogni modo, il villaggio, doveva trovare il villaggio!
-Comunque, sapete per caso come arrivare al villaggio Musashi?- chiese, notando come, a quella domanda, il ragazzo assunse un espressione tra lo stupito e il turbato; non se ne spiegò il motivo.
-Intendi quello della leggenda?- gli chiese l'altro, con una nota ansiosa nella voce. E, si certo, quale altro villaggio Musashi conosceva lui? Logico che era quello della "leggenda"! Che, tanto leggenda, di certo non era...
-Si- disse soltanto, annuendo. L'altro fece per rispondere ma un boato lo fece desistere, qualcosa era successo e, quel qualcosa, doveva essere davvero molto grande e, probabilmente, pericoloso; visto il suono che aveva prodotto:
Forte, sordo e assordante, come una bomba che esplode.
-Seguimi!- urlò Kaito, prendendo il moro per il polso e caricandosi la sorella in braccio; poi si gettò in una folle corsa verso la parte opposta al rumore (la stessa che, Keiichi, avrebbe dovuto intraprendere qualche minuto fa).
Prima che il moro potesse essere trascinato, notò come l'espressione della piccola cambiò: da fredda e imperturbabile, a terrorizzata e senza controllo; poi solo rami ed alberi.

-Morite! Morite, tutti!- Inuyasha urlava come un forsennato, sguardo folle e ghigno sadico ad incorniciargli il volto mentre con le mani artigliate stringeva l'elsa della sua spada -Dovete morire! Voi, che non sono riuscito ad uccidere quel giorno di dieci anni fa, dovete morire!- Kaori gli gettò un'occhiata, sistemandosi la faretra dietro la schiena e preparandosi mentalmente a ciò che sarebbe venuto dopo.
-Ce la farai?- le chiese Daichi, guardandola di sottecchi.
-Non lo so- negò lei con la testa, gli occhi color oro le bruciavano di concentrazione -Ma non ho altra scelta, o questo o...- lasciò la frase in sospeso, stringendo pugni e denti.
-Hai ragione- le concesse il giovane uomo, annuendo e guardandola uscire dalla barriera spirituale che aveva creato per proteggere gli abitanti del villaggio.
-Daichi-sama!- chiamò uno di quelli -Non possiamo aiutarvi in qualche modo?-
-Stupido! Non conosci colui che hai davanti?! Sarebbe un suicidio!- lo sgridò il sacerdote; l'altro annuì, deglutendo.
-Kaori!- chiamò un'ultima volta, Daichi -Se ti fai ammazzare giuro che ti faccio resuscitare solo per ucciderti di nuovo- fece, serio e al coltempo divertito.
Quella ghignò -Scherzi? È mio padre!- esclamò, partendo alla volta dell'uomo -Non posso farmi uccidere dal mio vecchio!-
Inuyasha si accorse ben presto di Kaori e, quando lo fece, una risata malata lasciò la sua bocca -Kaori! Figlia mia, che fai? Vieni dal tuo paparino?!-  la provocò, aprendo le braccia come se volesse accoglierla tra di esse. La ragazza, per tutta risposta, gli scoccò un'occhiataccia sibilando un "Vedrai come te le riduco quelle braccia" che non sfuggì al mezzo-demone -Tsk, che figlia ingrata- fece con disgusto, preparandosi ad attaccare ancora una volta.
Non doveva farsi controllare troppo da So'unga, lo sapeva...avrebbe potuto uccidere Kaori, se non si fosse trattenuto...e ciò non poteva succedere; era un pezzo troppo importante per il suo piano, non poteva permettersi di rovinare tutto dopo dieci anni d'inferno. "Non posso, e non devo...per quanto lo voglia, la sua morte non deve ancora arrivare!" strinse i denti, osservando la figlia che, ora, era ferma a qualche metro di distanza da lui e lo osservava con fin troppa facilità -Che c'è? Non hai il coraggio di avvicinarti, eh,  figliola?- sorrise con cattiveria -Quindi tutto quello che ti ho insegnato non è servito a nulla...o sei tu che- non finì la frase, non potè, effettivamente: uno schiaffo, forte e ben assestato, gli colpì la guancia; facendogli cadere la spada di mano.
-C-cosa?- sussurrò Inuyasha, toccandosi la parte lesa con sguardo perso; pareva essere tornato quello di qualche anno fa: niente segni sul volto, sguardo omicida o sete di sangue. Solo...Inuyasha.
"Lo stesso Inuyasha di cui mia madre si è innamorata" pensò Kaori, con un sorriso amaro; prendendo una freccia dalla faretra ed incoccandola -Non muoverti- fece, ingogliando i ricordi dei suoi genitori e puntando la freccia al petto dell'uomo, ancora a tastarsi la guancia arrossata -Un passo e sei morto- continuò, seria -Ricordi ciò che fece Kikyou quel giorno, papà?- gli chiese, con sguardo furbo, facendo sussultare Inuyasha.
-C-cosa?- mormorò, quello, guardandola come un bambino.
"Quanto sei caduto in basso, padre" pensò l'altra, con una punta di pena e compassione che, tuttavia, venne scacciata subito -Ti siggillò concentrando tutto il suo potere spirituale nella freccia, bloccandoti al Goshimboku...- continuò, ignorando le parole dell'altro -Bene, questa freccia ha lo stesso potere dell'altra, quindi se non vuoi passare il resto della tua vita bloccato...- lasciò ancora una volta la frase in sospeso, stringendo i denti senza farlo vedere "Si certo, come no..." pensò frustrata "Non ho tutto quel potere spirituale in corpo, pur  essendo figlia della miko più forte di tutti i tempi...ma devo continuare a bluffare se voglio sconfiggerlo" strinse di più la parte ricurva e in legno dell'arco, osservando l'uomo che, dopo un ultimo momento di confusione, con tutta sorpresa di Kaori, si mise a ridere.
-Io bloccato per l'eternità ad un fottuto albero?!- fece come se stesse morendo dal ridere
-Dici davvero, Kaori? Lo faresti davvero?!- la osservò con occhi spalancati, protendendosi per avanti ed ignorando la freccia puntatagli al petto; rise ancora, finchè non si fermò sotto lo sguardo della figlia -Yokai- disse, improvvisamente serio, guardandola con strafottenza, come se valesse meno di zero.
Da come lo disse, poi, dalla sua schiena partì un'orda di demoni che si diressero a tutta velocità verso la mezzo-demone; questa, dopo un'attimo di tentennamento, fece un salto indietro, distansiandosi da Inuyasha ed atterrando davanti alla barriera spirituale di Daichi.
-Scappa, Daichi, porta tutti in salvo- gli sussurrò, prima di lanciarsi contro il gruppo di demoni.
Il giovane sacerdote diede ordine ad Eizo di portare in salvo tutte le persone del villaggio e, una volta che il gruppo si fu allontanato, potè togliere la barriera spirituale.
Dal canto suo, Kaori, stava combattendo a suon di artigli i vari demoni che le si paravano davanti, cercando in ogni modo di non venirne circondata; mentre l'uomo, a qualche metro di distanza da lei, rideva follemente, senza fermare i demoni che gli continuavano a uscire da dietro la schiena. All'ennesima artigliata in pieno muso di un mostro, Kaori se ne ritrovò un bel po' accanto "Diamine" imprecò, osservandoli e schivandone gli attacchi "Sono troppi e Inuyasha riesce a crearne sempre di più" che poteva fare?
Schivò un'altro attacco e, quando si accorse che un'altro demone le stava venendo contro, era troppo tardi: non fece in tempo a schivare.
-Kaori!- una voce la chiamò e, quando temeva di essere ormai fregata, un talismano volò fino alla fronte del mostro, disintegrandolo -Tutto bene?- fece quella stessa voce, che stavolta riconobbe essere quella di Daichi.
-Si, sto bene- disse, quando il giovane uomo le fu accanto -Ma tu, stupido che non sei altro, perchè sei qui?!- gli si rivolse contro, con rabbia, scoprendo i canini. L'altro sorrise soddisfatto.
-Potevo lasciarti in balia dei mostri?- le chiese, facendola arrossire.
Kaori non rispose, sapeva solo che, ora, si sentiva più sollevata.

-Sono a casa!-
-Oh, Yume, Kaito, bentornati!-
Keiichi osservò i due fratelli dirigersi verso una donna, dall'aspetto giovane e l'espressione gentile e un po' birichina che, non appena l'ebbe notato, gli sorrise.
-Chi è questo giovane ragazzo?- chiese ai due, osservando il moro attentamente.
-Ah, ora che ci penso non lo so...cercava il villaggio Musashi e- provò a dire, Kaito, ma venne interrotto da una terza voce; molto più severa e  composta di tutte quelle che prima, avevano parlato.
-Kaito- chiamò questa -Non ti avevo già detto di non portare sconosciuti a casa?- continuò, guardando Keiichi con sguardo infastidito. Il moro, sentendosi osservato, si girò verso il proprietario di quello sguardo; rimanendendo completamente sconcertato.
-Inuyasha?!- esclamò, guardando l'uomo che aveva di fronte e notando come, a quella affermazione, lo sguardo dell'uomo che aveva di fronte si fosse fatto rabbioso; ma perchè, poi?! Era Inuyasha! Il nonno glielo aveva descritto un miliardo di volte e- ehi, ma Inuyasha aveva sempre avuto segni violacei sulle guance? E quella mezza luna sulla fronte? "Qui c'è qualquadra che non cosa..." si portò una mano al  mento, riflettendo che, se aveva sbagliato persona, allora quell'uomo aveva tutte le ragioni di arrabbiarsi.
-Come osi, tu, stolto umano, nominare il nome di quel mezzo-demone senza onore, nella mia dimora?- ecco, si, per l'appunto...aveva sbagliato persona.
Si sentì preso dal colletto della divisa e alzato a qualche centimetro da terra; come prima, solo che, adesso, di sicuro, sarebbe schiattato. "Ma che diamine, qui tutti che vogliono la mia morte! Ne ho le scatole piene!"
-Sesshoumaru!- la voce della donna lo salvò: vide il demone spalancare gli occhi, lasciare la sua presa e voltarsi verso la porta con fare stizzito, mormorando uno "Tsk" infastidito.
-Stai bene?- gli chiese Kaito, poggiandogli una mano sulla spalla; Keiichi annuì. Beh, se per "stare bene" intendeva "Stare per avere una crisi di nervi bella e buona"...si, stava benone.
-Che ci fai qui, umano?- lo interpellò, invece, l'uomo di prima, sedendosi a gambe incrociate sul pavimento in legno, con la bambina di prima in braccio. Il moro notò che, accanto, si somigliavano davvero tanto.
-Ecco- iniziò, non sapendo bene come spiegarsi -Innanzitutto, mi chiamo Keiichi e vengo dal futuro...sono qui per sconfiggere Inuyasha- cercò di essere il più chiaro possibile, aspettandosi volti sconcertati e incuriositi da ogni parte ma, con tutta la sua sorpresa, nessuno proferì parola e, anzi, li ritrovò persino ad annuire.
-E che ci facevi nella foresta?- chiese il ragazzo della sua stessa altezza, invitandolo a sedersi insieme a loro.
-Mi ero perso...- spiegò l'interpellato, prendendo posto con non poca soggezione. Ben presto si sentì puntato addosso lo sguardo di tutti, come se fosse l'unica cosa d'interesse in quel momento; e, può darsi che fosse così ma...Kami, non le vedevano le farfalle che svolazzavano e qualche volta entravano dalla piccola fiestrella della capanna? Erano così belle! Per non parlare, poi, del canto sonoro e melodioso degli uccellini che...ah, ma stava divagando, forse? "Ti pare il momento di fare il cretino che sta appresso alla natura?"
Si schiarii la voce, facendo per parlare, ma un altro boato si espresse prima di lui, con un profondo botto ed una vampata d'aria calda che arrivò fin dentro la capanna.
Ma che diamine stava succedendo? Da quel che sapeva, la guerra fredda era finita da un bel pezzo! Allora perchè, la gente, continuava a sganciare bombe?! Che poi, accidenti, non c'erano nemmeno le bombe a quell'epoca! "Aaaah! Cacchio, sto divagando di nuovo!"
Senza dire una parola si alzò, dirigendosi verso l'uscita della capanna sotto gli sguardi dei presenti -Seguirò il rumore e ritroverò la strada- annunciò serio, concentrandosi sui suoni attorno a lui; prima che potesse fare un passo, la voce dell'uomo albino lo fermò, arrivando, come al solito, severa e infastidita.
-Non ti conviene andare, umano- fece quello, osservando la bambina in braccio a lui, fattasi più rigida del solito -Da quel che ho capito, lì, si sta svolgendo una battaglia...cosa credi di fare?- gli lanciò un'occhiata altezzosa che fece stringere i denti al moro.
-La smetta di trattarmi così, signore!- esclamò quello, piuttosto infastidito dal tono dell'altro "Ma chi si crede di essere? Okay, si, sono solo un debole umano...ma qualcosa pur farò!" -Se è davvero preoccupato per me, che mi aiuti, allora!- lo sfidò, fregandosene altamente di quello che gli avrebbe potuto fare.
-Non sono preoccupato affatto per te- ribattè l'uomo, glaciale come sempre -Sto solo dicendo che non ne vale la pena, per quel mezzo-demone- chiuse gli occhi con un cipiglio infastidito "Beh, come sempre d'altronde..." -Dovrai solo aspettare, ti costa molto? Se si, allora sei libero di andare...ma è un suicidio- adesso sembrava come se non gliene importava più di cosa avesse scelto, tant'è che, sempre con gli occhi chiusi, si appoggiò alla parete in legno della dimora, curandosi solo dell'albina che aveva tra le braccia.
-Mio marito ha ragione- gli sorrise la donna -Keiichi, se vai lì morirai...- gli spiegò, cercando di convincerlo a rimanere -E tu hai ancora tanto da fare, non puoi morire, giusto?- quella fu la giusta affermazione che convinse il moro a rimanere; spalancò gli occhi, osservando la donna che sembrava capirlo come nessuno aveva mai fatto, come c'era riuscita? Lo conosceva da poco, come aveva fatto a dire la frase giusta e al momento giusto?
-Nonna- gli sfuggì dalla bocca in un sussurro. E no, non era per essere scortesi o altro...lei... assomigliava veramente a sua nonna!
-Cosa?- rise l'altra -Mi fai così vecchia, Keiichi?- alla sua risata si unì anche quella del figlio maschio e il ragazzo si ritrovò subito nel panico.
-Eh? No, macchè! Lei è giovane, molto giovane! Sono io che...ecco...- non trovò le parole adatte, finendo per balbettare ed osservare il soffitto cercando una qualunque frase; la prima che gli fosse venuta in mente. Peccato che fossero tutte stupide...e di dire la verità non se ne parlava, perchè equivaleva a raccontare i fatti suoi ad una perfetta sconosciuta. "Perfetta sconosciuta, che, però, non hai esitato un secondo a chiamare nonna..." si ribeccò mentalmente, dando totalmente ragione a quella vocina che si permetteva di contraddirlo nei momenti peggiori.
-Ho capito, sta' tranquillo- gli facilitò le cose, l'altra -Io comunque mi chiamo Rin- sorrise, di seguito.
"Anche mia nonna si chiamava Rin..."

Daichi osservò il mezzo-demone con sguardo sofferente, ansimando per i troppi movimenti che aveva fatto; quelle orde di demoni gli avevano lasciato un attimo di pace, era stato costretto ad armarsi della sua Kusarigama ed ora, dopo l'ennesimo gruppo di mostri, la situazione era un po' cambiata: Inuyasha, dopo aver ripreso So'unga con se, aveva iniziato ad infilzare ognuno dei suoi demoni, trasformandoli in zombie così da renderne impossibile l'eliminazione a Kaori. Voleva tenerlo occupato, questo il giovane uomo lo sapeva, ma non aveva altro da fare, i suoi talismani stavano finendo e non aveva altre fonti spirituali..."Certo, potrebbe esserci Kaori.." pensò, gettandole un'occhiata e scoprendola in una lotta contro Inuyasha "Ma non ce la faremo comunque, il suo potere spirituale, oltre che essere in una piccola quantità, si manifesta solo in determinati casi..." strinse i denti, lanciando gli ennesimi talismani ed augurandosi di trovare una soluzione in un tempo abbastanza ristretto.
-Kaori! Perchè non collabori?! Non farò del male a nessuno, in fondo!- Inuyasha respinse ancora una volta la figlia con l'ennesimo fendente, badando bene a non infliggerle ferite mortali.
-Non farai del male a nessuno? Ed allora che diamine stai facendo, ora?!- gli urlò di rimando, quella, mentre un graffio sanguinante faceva bella vista sulla sua guancia. Poi si gettò su di lui, pronta a ricevere l'ennesima spadata che, tuttavia, non arrivò: Inuyasha aprì le braccia, fece cadere la spada e abbracciò la figlia, senza lasciarle possibilità di muoversi.
-Sei stata brava- gli sussurrò dolcemente, tirandole in un pugno nello stomaco che la fece svenire -Ora papà ti porta dalla mamma...vedrai quante cose faremo insieme, io e te- la prese in braccio a mo' di principessa, puntando lo sguardo su Daichi.
-Maledetto!- urlò quello, ignorando completamente i demoni e lanciandosi verso l'uomo; chino per raccogliere la spada.
-Oh, mi ero dimenticato di te...- fece, osservando se l'arma aveva qualche graffio o altro
-Che ne dici di dormire un po' anche tu?- chiese, poi, puntando lo sguardo su di lui che, una volta incontrato il suo, si fermò di colpo; qualcosa pareva averlo bloccato, si sentiva improvvisamente stanco, la presa sulla sua arma si affievolì, fino a non esserci del tutto.
Poi buio.
Inuyasha abbassò la testa su Kaori, un sorriso dolce ad incorniciargli il viso "Mi spiace piccola mia, ma dovrai sacrificarti per il mio amore" pensò, rivolgendo lo sguardo al cielo.
Ora, il suo piano, poteva avere ufficialmente inizio.

-Pare sia arrivato il momento di andare- fece Sesshoumaru, rivolto al moro -Mio fratello se n'è andato- continuò, poi. Keiichi si illuminò, se se n'era andato allora voleva dire che...
-Ce l'abbiamo fatta? Siamo riusciti a batterlo?-
-No, umano, quello sporco mezzo-demone ha ottenuto ciò che voleva...noi abbiamo perso-
"Cosa?"

Angolino piccino picciò <3
Non chiedete nulla. Neanch'io so cos'è venuto fuori O.o
Questo capitolo è stato...la morte. Oltre al fatto che sia tremendamente striminzito e cofusionario, che cosa diamine mi è venuto fuori??? Non sono per niente soddisfatta, cos'è questa cosa?? Inuyasha completamente OOC, scene di battaglia insensate, angst che non è angst, messo completamente a caso...un Sesshy probabilmente OOC come il fratello...ma che cavolo?!
Mio Dio, aiutatemi T . T
Giuro che al prossimo faccio di meglio T . T  
Evitando di dare conclusioni affrettate, come vi è sembrato? Voglio sapere tutto, perchè, davvero, sto robo non mi convince proprio.
Comunque, passando ad altro, bluffare deriva da "Bluff" che è un metodo usato nel poker per ingannare l'avversario in modo da essere in una posizione di vantaggio.
Poi, "Miko" significa "Sacerdotessa".
Infine, il Kariginu di Inuyasha è il vero e proprio nome della sua "Veste del Cane di Fuoco". Qui gli ho fatto indossare anche l'armatura che ha Sesshoumaru, solo nera e gli ho legato i capelli in una coda. Il "Yokai" che pronuncia sarebbe "Demoni" in giapponese, ed è un comando per richiamarli a se.  

Facciamo la conoscenza dei figli di Rin e del demone-ghiacciolo, ma cosa saranno mai quelle strane orecchie di Kaito? E perchè Rin non è morta come Kagome? Yume? Come mai è spesso turbata?
Perchè Inuyasha non viene manipolato dalla spada? Come ha fatto ad averla? E cosa ha fatto a Daichi? E Kaori? A cosa gli serve?
Lo sto facendo diventare sempre più folle - _ -" manco fosse Joker xDD
Nel prossimo cap che succederà? :3
Mi auguro di riuscire a farvelo scoprire in tempi e capitoli umani...
Per ora è tutto :3
Alla prossima <3
Bye bye!
   
 
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