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Autore: MIKI 2_0    15/08/2016    1 recensioni
Sono passati circa dodici anni da quando Naraku è stato sconfitto e la vita di tutti trascorre in pace e tranquilla…improvvisamente però, nel buio della notte, Kagome e Inuyasha vengono attaccati di soppiatto, e l’anima del mezzodemone viene sottratta. Cosa c’è sotto? Quale identità si cela dietro quest’attacco?
Con Inuyasha e Kagome fuori gioco, e Sango e Miroku che vegliano su di loro, toccherà a Khoaku, Rin, Shippo e Sasuke, primogenito di Inuyasha, mettersi in cammino e scoprire cosa sta succedendo…
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kohaku, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru, Shippou | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kagewaki si trovava nella grotta affianco alla sua dimora, di fronte a lui Koran teneva in mano l’anfora di terracotta. La luce entrava a malapena, l’unica cosa che illuminava era un piccolo fuoco in cui bruciavano le ossa di Gesshin.

Nella sua vita originaria Kagewaki era il giovane signore di un castello, d’animo buono, che nonostante i suoi problemi di salute aveva cercato di aiutare e curare in tutti i modi Sango. Naraku lo uccise senza pietà per poter prendere il suo corpo, e da quel momento il suo spirito viaggiava attraverso uno shinidamachu carico di rancore per la sorte che gli era capitata, passando per i villaggi e raccogliendo sempre più odio e rancore negli animi delle persone. Tutto fino a che una notte non vide il corpo morente di un giovane e ne approfittò per impossessarsene. Questo era un aspirante monaco con l’inspiegabile potere di controllare i demoni e la loro energia, e ciò non poteva che giovare all’anima sofferente di Kagewaki. Da quel momento riusciva a gestire la potenza demoniaca attraverso i suoi gingilli magici ma essendo un umano non poteva impossessarsene, per questo bramava quella spada. Era certo che con Tonseka al suo fianco sarebbe stato invincibile.

- E’ tutto pronto padrone, possiamo procedere con il rito! – esclamò impaziente Koran
Gli fece un cenno del capo di assenso, e così prese la polvere delle ossa e la infilò nell’anfora. La poggiò su una pietra, e dopo diversi secondi di silenzio, essa cominciò a vibrare, facendo vibrare tutto intorno. Poco dopo una colonna di luce si innalzò davanti a loro, nella quale piano piano cominciava a prendere forma un corpo, dapprima un gigante col muso da cane e le orecchie, poi prese l’aspetto di un forte e piazzato uomo di mezza età, dai capelli argentei legati in un codino e una cicatrice sul volto [ispirato a “The Witcher” :P].
- Ben tornato, Gesshin – gli sorrise Kagewaki
Quello si guardò intorno spaesato, ma essendo un demone intelligente capì che qualcuno lo aveva riportato in vita, e che sicuramente si aspettava qualcosa in cambio.
- Dimmi che devo fare –


*****************


Dopo che avevano detto a Rojina cosa stava succedendo, la convinsero ad accompagnarli nel luogo in cui aveva riposto la spada. Non sarebbe stato facile però, anche perché sapevano che Kagewaki e gli altri si dirigevano nello stesso posto.
Era l’alba, mentre tutti ragionavano su come agire e mentre Akira che era rimasto in disparte tutto il tempo si chiedeva cosa stesse succedendo, sentirono una voce in lontananza
- Ragazziiii – Shippo a forma di palla rosa gigante con sopra Ichigo
- Akira, ho avuto tanta paura! – disse lei correndogli incontro
- Ma io dico, vi sembra normale sparire cosi? – si lamentò Shippo una volta ripreso il suo aspetto – Ci siamo preoccupati! E poi, che diavolo è successo qui? – notò il caos intorno
- Shippo non sai che è successo…- e Rin iniziò a raccontare all’amico, e nel frattempo Ichigo e Akira (anche piuttosto scombussolati e perplessi) salutarono tutti e tornarono al villaggio.
Sesshomaru infastidito da tutto quel trambusto, e sapendo che non bisognava perdere un attimo, prese in braccio l’anziana signora e la posò su Ah-Un
- Forza Jaken, andiamo! – e gli intimò di salire anche lui
- E io? – chiese Sasuke allo zio
- No, c’è rischio di uno scontro ben peggiore e tu non sei pronto – in realtà voleva saperlo al sicuro.
- Aspetta – Rin gli prese un lembo della manica – Non puoi pensare di lasciarci indietro questa volta! –
- Questa volta più che mai –
- No! Basta! Non ce la faccio più…non voglio stare qui ad aspettare! Voglio combattere, voglio salvare Inuyasha, voglio distruggere quella dannata spada...e voglio farlo al tuo fianco! –
Sesshomaru voleva più di ogni altra cosa che Rin stesse sempre al suo fianco, ma mai e poi mai l’avrebbe messa di sua volontà in situazioni pericolose. L’idea di perderla lo angosciava, ricordava come si era sentito anni prima quando dovette entrare nell’aldilà per salvarla, e non voleva che si ripetesse una situazione del genere, e se questo voleva dire farsi odiare da lei…beh, era un prezzo che avrebbe pagato volentieri.
- Mi siete d’impiccio, tu e gli altri – rispose ma senza guardarla negli occhi, e insieme agli altri due si levò in volo.
- Come puoi dirmi una cosa simile? – urlò lei tra le lacrime sperando che la sentisse – Sesshomaruuuu!!!-
Khoaku e Shippo andarono dall’amica per confortarla, abbracciandola mentre piangeva
- Mio zio ha ragione, le donne impicciano – disse Sasuke anche per cercare di togliere quella brutta atmosfera che si era creata
- Veramente sei tu quello più inutile di tutti – gli rispose Shippo, poi tornò serio – Ragazzi, cosa facciamo ora? –
- Non possiamo volare, non abbiamo la benché minima idea di dove sia la spada, siamo senza Rojina e senza possibilità di fare nulla! – sbottò Rin
- Aspetta Rin, calmati un secondo e analizziamo – Khoaku era il più razionale di tutti – Ci serve Kirara! Shippo, so che hai dovuto fare avanti e indietro diverse volte, ma potresti tornare a casa a chiamarla? –
- Sicuro! – e alzò il pollice
- Poi…Sasuke, riesci a fiutare anche un pochino l’odore di qualcuno di loro? – continuò lo sterminatore
- Penso di si…forse solo quello dello zio Sesshomaru, visto che è simile al mio –
- Sei proprio un cane rabbioso! – commentò Shippo, e per tutta risposa Sasuke gli morse la gamba facendolo urlare
- Vedi? Non bisogna perdersi d’animo – Khoaku si rivolse a Rin sorridendogli.
In quel momento Rin si sentì pervasa da un inspiegabile calore. Un attimo prima era in preda al panico, ma grazie a lui adesso si sentiva più determinata che mai! Khoaku faceva sempre di tutto per lei: l’aveva addestrata a combattere, l’aiutava quando era in difficoltà, la tirava su di morale se si deprimeva, ma cosa più importante di tutti è che non la lasciava mai da sola...


Era quasi l’alba, Khoaku e Sasuke dormivano ma Rin non riusciva a riposarsi, così era seduta sul parapetto della finestra a guardare di fuori. Le tornavano in mente le parole di Sesshomaru ed ogni volta era una fitta al cuore. Lei per lui era un impiccio? Lo era sempre stata? Si diede della stupida per aver pensato che lui le potesse voler bene, in fondo era un demone che disprezzava il genere umano. Eppure si sentiva così vuota, che non riusciva a smettere di piangere.
- E’ uno stupido, non devi piangere per lui – si girò di scatto, Khoaku era in piedi davanti a lei
- No, ma io non …- balbettò asciugandosi le lacrime, ma lui andò da lei e le prese il viso tra le mani
- Tu sei magnifica Rin, chiunque ti abbia mai incontrato sa che fortuna vuol dire averti accanto…e se lui non ti apprezza vuol dire che della vita non ha capito proprio nulla! –
Lei era diventata rossa come un peperone, il viso di Khoaku era veramente troppo vicino! Il cuore le era partito all’impazzata ed era presa dal panico
- Ehi già svegli? – Sasuke si svegliò interrompendo i due inconsciamente, i quali si allontanarono di colpo


***************


- Di là, dove ci sono quelle montagne! – indicò Rojina, e subito Sesshomaru e Ah-Un girarono
- Sei sicura che sia di qua? Ci stiamo mettendo troppo! –
- Demone, pensi forse che avrei nascosto la spada in un posto accessibile a tutti? –
Sesshomaru la guardò ma non rispose, aveva capito che quella donna era molto sveglia nonostante l’età, e stranamente l’aveva presa in simpatia [se si può parlare di simpatia con Sesshomaru ^^]. Forse perché inconsciamente si rispecchiava nella storia d’amore tra un demone e un’umana.
- Il mio nome è Sesshomaru –
- Bene Sesshomaru – e fece una pausa scrutandolo a fondo - Posso sapere perché ti sei comportato così con quella dolce ragazza? –
- Non sono affari tuoi –
- Le vuoi molto bene lo so, si vede, ma forse sei stato un po’ troppo duro…penso ci sia rimasta male –
- E’ meglio così…-  “meglio così che farle rischiare la pelle”, pensò.
- Ecco ci siamo! – esclamò Rojina, e scesero giù.
Si trovavano in questo posto isolato, tra le montagne e completamente avvolto nella nebbia, si sentiva solo il rumore ogni tanto di qualche uccello. Camminarono per una decina di minuti finché non arrivarono davanti ad uno spacco tra le rocce
- La spada è lì dentro! – indicò la donna. Jaken corse per cercare di vederla, ma lei lo fermò – Non ti avvicinare! È protetta da un demone –
- Un demone? –
- Si, il demone delle rocce! Quando venni qui a portarla facemmo un patto: lui poteva trarre energia dalla spada, ma doveva vegliarla costantemente per far in modo che nessuno se ne impossessasse! –
- E dunque? – chiese spazientito Sesshomaru
- Provo io…- Rojina si avvicinò alla parete rocciosa e la toccò – Grande demone delle rocce, riesci a sentirmi? –
- DONNA SEI TORNATA - una voce rimbombò in tutta la valle – E ORA VORRESTI DI NUOVO LA SPADA?! –
- Si, grande demone! –
- AHAHAHA NON DICIAMO SCIOCCHEZZE! ORA APPARTIENE A ME! –
- Fa quello che dice, o dovrai vedertela con me! – e Sesshomaru sfoderò Bakusaiga
- IMPERTINENTE – dalla parete uscì fuori un gigante fatto di pietra che con un colpo di mano distrusse ciò che aveva intorno
I due cominciarono un duello, in cui Sesshomaru aveva sempre la meglio, e quando stava per sferrare il colpo di grazia fu distratto da una voce, si girò e Rin era dietro di lui
- Cosa diamine ci fai qui? E come ci sei arrivata? – le chiese spaesato
- Non è ora di parlarne, distruggi il demone! –
E con un colpo solo fece in mille pezzi quel demone. Rin corse verso la frattura infilandoci la mano e tirò fuori la spada
- Così questa è Tonseka –
- Rin, porgila al padron Sesshomaru! – fece Jaken
- Ahahahahahahaha – cominciò lei a ridere malignamente – Grazie per aver fatto tutto il lavoro sporco! –
In un batter d’occhio colei che sembrava essere Rin tornò al suo aspetto reale, ovvero Koran.
- Tu, maledetto!!!!! – fece per colpirlo con la frusta ma qualcosa gli si parò dinnanzi.
Gesshin aveva bloccato la frusta col solo avambraccio e guardava attentamente il nipote. Nessuno dei due proferiva parola, poi in lontananza dietro di lui notò l’anziana signora dai tratti familiari
- Gesshin, sei tu? – sillabò lei con voce strozzata, ma prima che potesse dir nulla Koran fece teletrasportare via entrambi

   
 
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