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Autore: Steffa    27/04/2009    2 recensioni
"Noi siamo su una sottile linea di confine, visitiamo il regno dei morti e portiamo scompiglio nel mondo dei vivi.
E' il nostro modo per poterci sentire ancora caldi, esistenti, per rivendicare il posto che ci spetta;
ci aggrappiamo a tutto ciò come farebbe una falena che inevitabilmente vola incontro alla fiamma di una torcia.
Ma tu non ti brucerai, Alphonse, perchè ci sarò io a tirarti indietro, ti guiderò attraverso i secoli per ogni via, ti proteggerò dagli uomini, dal sole, dal fuoco ed anche da quei dei fasulli.
...E la farò ritornare da noi, avrai la possibilità di abbracciare di nuovo nostra madre, perchè ora so che è tempo."

Un mondo molto simile all'Amestris originale, ma con qualche esserino dai denti a punta in più.
Ci sarà come pairing principale un EdxRoy... Perchè ho scoperto che mi piace far soffrire Roy... XD
Spero possa piacervi!
Genere: Dark, Thriller, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Blood's District


Scambio equivalente



Amestris Centrale, 13 Ottobre 1421



L'unica cosa di cui era certo in quel momento, era che stava provando un gran caldo, rinchiuso in quel piccolo locale all'angolo del quartiere.
Il motivo di quel calore, però, gli era ancora alquanto oscuro, ma le possibilità che facevano capolino nella sua mente, non erano poi molte.
Probabilmente la presenza di quel ragazzo biondo, alto un metro ed un tappo, seduto di fronte a lui, contribuiva in larga misura al tutto.
Il locale era grazioso, la luce un poco soffusa di poche lampade a muro creava un'atmosfera che avrebbe potuto definire intima, mentre la squisita anziana signora che ne era la proprietaria, tale Miss Spencer, non si impicciava degli affari dei suoi sparuti clienti, preferendo restarsene dietro al bancone a lavorare a maglia.
Eppure l'attenzione di Roy era per la maggior parte catturata dalla creatura elegantemente abbandonata sulla sedia sul lato opposto del tavolino.
Ne era rimasto abbagliato e probabilmente non se ne rendeva neppure conto, troppo impegnato ad osservarne ogni minimo dettaglio: i suoi capelli, color del grano pronto per la raccolta, lisci e lucenti; i suoi occhi, due laghi color d'ambra che non si sepravano dai suoi nemmeno per un attimo e lo ipnotizzavano con il loro misterioso fascino; la pelle, candida come l'avorio e liscia, priva d'imperfezioni.
Lo sguardo gli cadde poi inevitabilmente su quei lineamenti quasi infantili, eppur decisamente attraenti, scendendo poi sino alle labbra, all'apparenza morbide ed invitanti, si riscoprì desideroso di poterle sfiorare anche solo per un attimo.
Seguì poi la linea longilinea del collo sottile, che si perdeva poi nel colletto della maglia scura ed aderente, che metteva in risalto il corpo che pareva acerbo, ma era già ben definito.
Roy tentò di deglutire, nel tentativo di riprendere il controllo su di sé, mentre con la man dritta stringeva maggiormente il bicchierino di Brandy che aveva ordinato; il ragazzo non aveva preso niente per sé.
L'unica cosa che faceva, era fissare il moro intensamente, come se volesse scrutargli nell'animo e strapparglielo via alla prima occasione, frugare nella suoi pensieri alla ricerca di chissà che cosa, afferrare il suo cuore con le sue stesse mani e stringelo con forza per farlo suo.
Fu proprio Edward ad interrompere quello scomodo ed imbarazzante silenzio, per lo più imbarazzante per il più grande dei due nell'aspetto.
"Come proseguono le indagini, Taisa?" domandò con voce melliflua, quasi come se stesse tentando di sedurlo, le palpebre di poco più socchiuse, come se cercasse di leggergli nella mente.
L’uomo si riscosse d’un tratto dalle sue elucubrazioni mentali, scuotendo quindi il capo con espressione di rammarico.
“Male purtroppo, non siamo giunti a nessuna soluzione plausibile. Sembra che ogni indizio sia svanito nel nulla.”
Il biondo annuì accondiscendente, cambiando posizione con movimenti lenti e misurati che a dei semplici occhi umani parvero ipnotici e sensuali.
Sciolse l’incrocio delle mani sul grembo, per inclinare il busto in avanti e poggiare il gomito sinistro sul ripiano del tavolino, sostenendo infine il capo con il dorso della mano.
Alcune ciocche di capelli, sfuggite dalla trappola dell’elastico, gli ricaddero sulla fronte, creando dei giochi di luce che lasciarono l’altro quasi senza fiato, mai aveva visto qualcosa del genere.
Infine, si rese conto d’aver abbandonato la propria man dritta sul tavolo, solamente quando sentì il lieve tocco dell’altro.
Un brivido involontario lo colse all’improvviso quando percepì il freddo del metallo anche attraverso il guanto candido, ma non ritrasse l’arto, troppo impegnato a scrutare senza remora quelle pozze d’oro colato che costituivano i suoi occhi, i quali parevano quasi rilucere di luce propria, gli occhi di un predatore che aveva scorto la propria preda ignara.
Sempre in quello stato, a mala pena si accorse di come il vampiro alzasse la sua mano, accompagnandola poi verso la sua bocca ed in un attimo il cerotto che copriva la ferita che si era procurato quella mattina, fu sparito nel nulla.
La lingua del biondo passò sui lembi del taglio con fare lento e lascivo, raccogliendo le ultime stille di sangue che ancora non s’era coagulato, socchiudendo le palpebre per gustarsi il sapore di quel nettare irresistibile, senza però scostare lo sguardo dai suoi occhi d’ebano.
Roy non sapeva che cosa avrebbe dovuto fare o pensare, semplicemente rimase in silenzio ed immobile, senza opporre resistenza.
Il moro non resistette nemmeno quando, stringendo un poco la presa sulla sua mano, l’altro lo attirò verso di sé, facendolo sporgere sopra la superficie del tavolo ed imitandolo solo per un lieve inchinarsi.
Si ritrovò con il viso a pochi centimetri dal suo, i nasi che si sfioravano appena.
Poté aspirare l’odore dell’altro, un profumo forte e pungente, ma al tempo stesso piacevole e delicato, che non seppe però riconoscere e che gli fecce scorrere un ennesimo brivido lungo tutta la schiena.
Era quasi come se il suo corpo ne fosse fatalmente attratto, mentre nel contempo, tentava invano di fargli intraprendere la fuga.
A chi voleva darla a bere?
Nonostante le sue numerose avventure in campo sentimentale, o per meglio dire, sessuale, quel ragazzino che solitamente non sarebbe entrato nei suoi standard, era dannatamente attraente ed eccitante.
Quanti anni poteva avere, diciassette o diciotto?
Non riuscì neppure a completare i propri pensieri poiché quando sentì il respiro del biondo infrangersi sulle sue labbra, a malapena sarebbe riuscito a ricordare il proprio nome.
Edward impiegò meno di un istante per annullare la distanza tra le loro labbra, facendo combaciare le proprie fredde con quelle bollenti dell’uomo.
Il contrasto fece scorrere un’altra scintilla lungo il corpo di Roy, che si ritrovò chissà come a muovere le proprie labbra in sincrono con quelle del biondo.
Erano fredde, anzi, gelate, ma mantenevano la promessa di morbidezza che aveva scorto qualche minuto prima.
Quando sentì la lingua, altrettanto fredda, disegnare il bordo prima del labbro inferiore e poi di quello superiore, non poté far altro che schiudere la bocca per concederle l’accesso.
L’eccitazione che l’aveva catturato senza possibilità di fuga, aumentò quando le loro lingue s’incontrarono per la prima volta, carezzandosi lievemente ma con maestria, coinvolgendolo a tal punto da non farlo rendere conto di come avesse portato la mancina tra la chioma color del grano del ragazzo per attirarlo maggiormente a sé ed intrappolarli entrambi in quel bacio che velocemente stava crescendo di passionalità.
Edward lo lasciò fare, troppo concentrato a percepire tutti i particolari che era in grado di catturare ed anche a frenare il desiderio di affondare le zanne in quella morbida carne.
Per lui il Taisa era bollente, un calore irresistibile che lo attraeva come le falene sono irrimediabilmente affascinate dalle calde fiamme di una torcia, ma con la certezza che non sarebbe stato lui a scottarsi in quel gioco.
Il battere martellante di quel cuore vivo era un rumore ovattato e umido, poteva percepirlo con l’udito e sotto le proprie dita mentre stringeva con la mano sana la nuca del moro, affondando in quella chioma scura come la notte.
Il suo odore, poi, era come una promessa di dolce sangue, il suo sapore l’aveva inebriato come nessun nettare di vita aveva mai fatto durante i secoli della sua esistenza.
Si separarono solamente quando l’esigenza d’ossigeno si fece troppo pressante per Roy, che si ritrovò con il fiato corto ed il sapore del biondo unito a quello per lui disgustoso del proprio sangue nella bocca.
Incrociò con sguardo misto tra il confuso e l’eccitato le iridi scintillanti di Edward, piene di malizia e divertimento.
Anche se ne fosse stato in grado, non poté aprir bocca per parlare.
Il vampiro aveva nuovamente afferrato la sua mano con un fare che gli parve quasi dolce, mentre si alzava per abbandonare il posto al tavolo ed invitandolo a fare altrettanto.
Roy si mosse come se fosse caduto in una sorta di trance ipnotica, seguendo i passi leggiadri e silenziosi dell’altro, mentre lo conduceva verso i bagni nel retro del locale.
Pochi attimi dopo, si ritrovò schiacciato contro le piastrelle azzurre del muro con le voraci labbra del vampiro che avevano catturato nuovamente le sue, mentre le mani stringevano possessivamente i suoi fianchi.
Certo, la situazione non gli dispiaceva affatto, ma non era proprio abituato ad una tale passività.
Invertì quindi le posizioni, solamente grazie alla benevola permissione di Edward che divertito da tale intraprendenza, aveva deciso di lasciargli quella libertà.
Roy premette il proprio corpo contro quello minuto del biondo, cingendogli con forza i fianchi con un braccio, mentre l’altra mano attirava il capo dell’altro verso il suo, catturandolo in un nuovo bacio passionale.
Poteva sentire il sangue pompare con forza verso il proprio bassoventre, aumentando a dismisura il desiderio per quel corpo che sembrava etereo e perfetto.
Quando sentì le labbra fredde del biondo scendere lentamente verso il suo collo, lasciando piccole lappate e succhiando la pelle, non poté trattenere un gemito di piacere, reso roco dalla lussuria che l’aveva intrappolato.
Un altro lamento gli sfuggì, di dolore questa volta, quando sentì il vampiro mordere la pelle che prima stava succhiando avidamente.
In seguito non sarebbe riuscito a collocare con precisione il momento in cui la consapevolezza prese possesso della sua mente con terrificante certezza.
Aveva sentito i canini lacerare la propria carne e la lingua leccare il sangue che stava sgorgando dalla ferita, aveva sentito l’umido risucchio del suo sangue che veniva bevuto avidamente mentre le braccia del vampiro gli si chiudevano attorno al corpo in una mossa ferrea.
Il dolore iniziale stava poco per volta sciamando, lasciando posto ad un’inspiegabile eccitazione, come diavolo poteva provare piacere in una simile situazione?
Quasi se ne vergognò, ma il tutto non durò che pochi attimi, infatti Edward si distaccò dal suo collo dopo aver bevuto solamente qualche sorso di quell’inebriante nettare, ferendosi poi con le sue stesse zanne il polso, dal quale sgorgò un rivolo di sangue che pareva stonare terribilmente e nel contempo essere perfetto su quella pelle d’alabastro.
Senza nemmeno rendersene conto, Roy si ritrovò a bere il sangue che fuoriusciva dal polso del biondo, il quale non staccava nemmeno per un momento le iridi, rese rossastre dal principio di nutrimento, da quelle dell’uomo.
Quello mantenne un conato di vomito per il disgusto del sapore che gli invadeva la bocca e quando finalmente il vampiro interruppe quel macabro contatto, sentì le gambe cedere sotto il proprio peso e sarebbe certamente caduto a terra, se l’altro non l’avesse sorretto senza alcuno sforzo.
Aprì e chiuse le labbra sporche del liquido vermiglio più volte, nel tentativo di dire qualcosa, ma la voce non ne volle sapere di abbandonare al sua gola.
Rinunciò quando Edward posò con delicatezza l’indice della mano in carne sulle sue labbra.
“Shhh…” sussurrò quasi dolcemente. “Non temere mio tesoro, è stato solamente uno scambio equivalente. Mi aiuterai nella mia impresa, non è forse vero?”
Roy non riusciva a capire di cosa stesse parlando quel bellissimo demone che lo stringeva tra le sue fredde braccia, si ritrovava scaraventato in un mondo fatto di rumori ovattati e colori troppo intensi che gli ferivano la vista.
Aiutarlo a fare cosa?
Non voleva avere niente a che fare con un simile mostro, un essere dannato che però lo attirava come se gli avesse promesso un radioso futuro insieme.
D’un tratto delle immagini gli invasero la mente, assieme alla magnetica voce del vampiro.
“Ho dovuto far ciò, per permetterti di comprendere e di compiere il tuo dovere. Osserva, osserva attentamente, amor mio.”
E lui osservò, non avendo altra scelta.
Vide la città, in un’improbabile visuale dall’alto, poteva spaziare con lo sguardo in ogni direzione, fino all’orizzonte, ma la sua attenzione venne maggiormente attirata da dei particolari quartieri.
Delle luci scarlatte s’illuminarono a partire da precisi luoghi, quelli in cui erano stati ritrovati i corpi delle vittime di quel folle assassino ed all’improvviso tutto ebbe un senso.
La disposizione non era affatto lasciata al caso.
“Lo vedi? Capisci perché quei punti?”
La voce del vampiro pareva vezzeggiare la sua mente per condurla alla comprensione.
Le diramazioni di quelle luci vermiglie erano andate ad espandersi per disegnare sulla pianta della città un vero e proprio cerchio alchemico.
Non ne aveva mai visto uno simile, incredibilmente complesso, accompagnato da difficili formule, si domandò che genere di mente avesse potuto idearlo: geniale o folle?
Forse entrambe.
Vittime sacrificali, ecco che cosa erano stati quei poveracci che si erano trovati nel luogo e nel momento sbagliato.
Ma erano ancora troppe le incognite, non riusciva a carpirne il significato.
Troppe emozioni, tutte in un lasso di tempo troppo breve.
Roy non resistette, decidendo di cedere al buio protettivo dell’incoscienza, che sarebbe stata la decisione più logica.
Un momento prima di lasciar chiudere le palpebre oramai pesanti, sentì una fresca brezza accarezzargli il corpo, che fu poi lasciato tra le morbide volute di un letto.
L’ultima cosa che vide furono gli occhi del vampiro, tornati del loro solito color ambra, osservarlo attentamente e con una sorta di dolcezza che gli scaldò il cuore.
Poi fu solamente buio.
Poco distante da quel comodo giaciglio, un paio d’occhi di un miele di poco più scuro, osservavano l’uomo senza mostrare alcuna emozione.
Il primo ad interrompere il silenzio, fu proprio Alphonse, che parlò in un sussurro.
“Vivrà con noi?” domandò con tono piatto.
Edward abbandonò la sua posizione per andare incontro al fratello e carezzargli la guancia con il dorso della mano, pelle gelata contro pelle gelata.
“Lo scambio è stato fatto, risorgerà come servitore e compirà la trasmutazione.”
Il fratello più giovane assottigliò le palpebre, arricciando le labbra per mostrare le zanne scintillanti ed acuminate.
“Non mi piace il suo fuoco, potrebbe distruggerci se solo sapesse di averne il potere.”
Un sibilo scivolò tra le labbra del più anziano, un monito per l’altro.
“Non toccarlo, Alphonse. Lui è mio, la mia preda.”
“Sappiamo entrambi che non è una preda, vuoi renderlo tuo compagno, non appena sarà tutto terminato. Ed io non varrò più nulla per te.”
L’espressione di Alphonse s’era fatta sofferente, non era in grado di concepire un futuro senza il suo nii-san, seppur fosse riuscito a riportare loro madre dalla morte.
Che cosa avrebbe fatto senza di lui?
Probabilmente si sarebbe lasciato deperire per l’eternità, rannicchiato in un qualche angolo buio, dove nessuna luce l’avrebbe raggiunto.
Chissà se i vampiri erano in grado di morire senza il nutrimento del sangue.
Non lo sapeva, ma avrebbe potuto sperimentarlo.
Il filo dei suoi pensieri era quasi lanciato verso la deriva, finché l’abbraccio di Edward non gli donò l’ancora con la quale s’era legato alla realtà e lui le si era aggrappato disperatamente, come avveniva oramai da secoli interi.
“Non accadrà mai. Te l’ho promesso, sono la tua guida, per l’eternità.” bisbigliò il vampiro biondo, sciogliendo la stretta un momento dopo, per condurre il fratello fuori dalla stanza in cui Roy riposava ignaro. “Andiamo a caccia.”




Angolino dell'autrice
Seeeeeee, finalmente aggiorno!!! XD
Sotto la minaccia di My Pride e le sue gocciole! u.u”
Ohoh, si muove qualcosa, neh?
Devo ammettere che Edo in questo capitolo, dopo aver letto il mio copione, lo ha stracciato ed ha preso in mano le redini della storia… O_O
Questo capitolo doveva terminare con Roy che osserva il fagiolino allontanarsi dal bar… E invece…. XD
Bene bene, passando alle cose serie, voglio ringraziare chi ha commentato lo scorso capitolo!

Un mega grazie a § Liris § § My Pride § § BeutifulKirja § e § 989cricri §

Sentiti ringraziamenti anche a chi ha inserito la storia tra i preferiti, sono 12 e ai 2 che l’hanno messa tra le seguite! ^^

Come sempre, commenti, critiche e consigli sono ben accetti! Al prossimo capitolo!
Kiss
  
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