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Autore: Echocide    16/08/2016    4 recensioni
*IN REVISIONE*
Non pensare a niente.
Non pensare a ciò che succederà.
Pensa a quando eri una ragazza come tutte le altre.
Pensa a quando eri solo Tikki.

Prima ancora della creazione dei Kwami e dei Miraculous, esistevano due regni: in lotta l'uno con l'altro, essi vivevano in continua tensione, fino a quando uno dei due, Routo, non si mosse per distruggere quel filo che teneva il tutto.
Sette persone, sette giovani, furono chiamati per sconfiggere il nemico.
Tikki era una di loro.
Tikki era la prima Portatrice.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Plagg, Tikki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Tikki, la prima portatrice
Personaggi: Plagg, Tikki, altri
Genere: azione, romantico, sovrannaturale
Rating: NC13
Avvertimenti: longfic, what if...?, original character
Wordcount: 1.235 (Fidipù)
Note: Salve! Eccomi qua...con un giorno di ritardo ma per Ferragosto non si lavora, quindi non si posta (Scusa più stupida non potevo trovare) e quindi ecco questo aggiornamento in ritardo: bene, capitolo 7 e sempre più vicini alla fine di questa storia. Qualcosa di interessante da dire? Mh. L'unica nota che mi viene in mente è che questo capitolo più che su Tikki è incentrato su Plagg e...no, niente. Fine. Stop. Sì, oggi mi sento di poche parole, ma perché ancora accuso le ore piccole fatte ieri! Ok, scherzi a parte passiamo ai ringraziamenti di rito e al capitolo nuovo nuovo!
Quindi, come sempre, volevo ringraziarvi per i vostri commmenti (prima o poi - più poi che prima - riuscirò a rispondervi! Lo prometto!), volevo ringraziare tutti coloro che leggono in silenzio e chi inserisce la storia in una delle sue liste.
Grazie di tutto cuore!



Gyrro osservò i nomi che Wayzz aveva vergato sulla pergamena: un piccolo spiraglio di luce nell’oscurità che, l’ultimo rapporto proveniente da Routo, aveva portato su di lui e sul regno che amministrava. Le navi erano salpate e, entro pochi giorni, sarebbero approdate sulle coste della loro isola con il loro carico di soldati pronti a combatterli e a sconfiggergli.
Ma sei persone si erano offerte e, sperava, che la settima e ultima sarebbe giunta l’indomani, quando avrebbe mostrato a tutta Daitya chi erano coloro che si ergevano a difenderla.
Andava bene chiunque: un padre di famiglia che voleva proteggere i propri cari, una madre disperata, un giovane coraggioso…
Chiunque della tribù del Gatto Nero sarebbe stato accolto a braccia aperte.


Quando era andato a casa di Tikki, quella mattina, non aveva trovato nessuno e la cosa gli era sembrata strana, soprattutto l’assenza di Tikki: da quando la madre era morta era lei che mandava avanti la casa e si preoccupava dei suoi parenti, quindi gli pareva bizzarro che la ragazza fosse uscita senza concludere tutte le faccende.
Aveva notato il bucato ancora steso e la cesta con le stoviglie da lavare.
Aveva provato a cercarla al mercato, ipotizzando che fosse andata a fare un po’ di spesa, ma nessuno l’aveva vista.
Poi tutti erano stati richiamati nella piazza davanti al Tempio: Gyrro aveva avuto i suoi sacrifici umani, pensò Plagg, incamminandosi insieme agli altri e guardando fra la folla, sperando di intravedere la capigliatura fulva di Tikki, lasciandosi guidare dagli altri fino a che non giunse nella piazza centrale.
Niente.
Tikki sembrava sparita nel nulla.
Sbuffò, alzando la testa e osservando i Sette Gran Sacerdoti già al loro posto e, vicino loro, stava in piedi la persona che si era offerta come tributo per quelli di Routo? Vittima sacrificale per un rito? Plagg, sinceramente, non sapeva a cosa portasse offrirsi come volontario e mai lo avrebbe scoperto: tutto ciò che gli importava era stare con Tikki.
Fece vagare lo sguardo verde su suo nonno: Lossa era l’unico che non aveva un volontario al suo fianco, segno che nessuno nella tribù del Gatto Nero aveva abbastanza coraggio da offrirsi per l’ignoto; accanto a Lossa sedeva Thoss, il Gran Sacerdote della Volpe, con a fianco Vooxi: quando aveva saputo che l’amico si era veramente offerto per la sua tribù non aveva saputo se ridere o piangere.
Aveva pensato che Vooxi fosse troppo ubriaco per arrivare fino a Wayzz.
Che fosse troppo ubriaco per essere veramente sicuro di quello che faceva.
Proteggerò la mia famiglia in questo modo, aveva commentato la cosa, battendogli una mano sulla spalla: E se morirò, tu dovrai dare il mio nome al tuo primogenito o alla tua primogenita.
Plagg aveva accettato, anche se ancora doveva dire a Tikki che il loro primo figlio si sarebbe chiamato Vooxi.
Ridacchiò, pensando a come l’avrebbe presa la ragazza.
Spostò lo sguardo da Vooxi alla Gran Sacerdotessa della Farfalla e al figlio: a quanto pare Nooroo era il volontario e Lossa gli aveva riferito quanto poco del ragazzo ci fosse in quella decisione; osservò velocemente gli appartenenti delle tribù dell’Ape e della Tartaruga, rimanendo basito da colui che si era offerto come volontario per la tribù del Pavone: il giovane Flaffy si muoveva agitato accanto alla zia, guardandosi attorno e sorridendo alla donna.
Povero stupido.
Scosse il capo, spostando lo sguardo sull’ultima tribù e fu solo allora che la vide: con le braccia strette attorno al corpo e i lunghi capelli rossi legati in una treccia, Tikki era immobile, accanto alla Gran Sacerdotessa Keemi, e teneva il mento alto e lo sguardo fisso davanti a sé.
Perché era lì?
Cosa stava facendo lì?
Quello era il posto…
No, non poteva averlo fatto.
Plagg fece un passo fra la folla, avvicinandosi al punto sopraelevato dove si trovavano i Gran Sacerdoti e coloro che si erano offerti.
Non Tikki.
Lei non poteva.
Aveva promesso di sposarlo.
Si erano scambiati la promessa sotto la luna piena.
Si fermò, le braccia lungo il corpo e i pugni stretti, osservandola: forse aveva sentito il suo sguardo o forse si era voltata per caso, ma gli occhi di Tikki lo incontrarono e lui vide il dolore e il dispiacere sul suo volto; la osservò fare un passo, allungare la mano nella sua direzione e aprire la bocca ma si bloccò, scuotendo la testa e tornando al suo posto.
Perché, Tikki? Perché tu?, avrebbe voluto urlare ma rimaneva immobile con lo sguardo fisso su di lei.
Gyrro prese parola, iniziando a elogiare il coraggio dei sei che si erano offerti e poi elencando i nomi: uno alla volta, i sei si spostarono davanti a Gyrro, finché il Gran Sacerdote della Tartaruga non urlò l’ultimo nome, quello di Tikki. Plagg rimase in silenzio, mentre lei si allontanava da Keemi e raggiungeva gli altri, tenendo la testa china e le spalle abbassate.
Vattene.
Lei ha fatto la sua scelta.
Ha scelto di sacrificarsi piuttosto che stare con te.
Vattene.
Vivi e divertiti, come hai sempre fatto.
Vattene.
Si voltò, socchiudendo gli occhi e dando le spalle all’unica ragazza che, forse, aveva mai amato: era finita, lo sapevo.
Lei sarebbe diventata in qualche modo una martire e lui avrebbe continuato la sua vita.
Così finiva quella storia.
«Mentre per il Gatto Nero…» iniziò Gyrro, fermandosi e osservando la folla sotto di sé e Plagg sapeva cosa stava facendo: attendeva, temporeggiava, in attesa che qualcuno di tanto stupido si facesse avanti all’ultimo, spinto dal coraggio degli altri o dalla disperazione.
Vattene.
Strinse i pugni e la mascella, tenendo la testa e non voltandosi: doveva solo mettere un piede dietro l’altro e andarsene il più lontano possibile da quel posto, possibilmente verso la prima taverna aperta vicina o…
Perché no? Tornare alle vecchie abitudini – che aveva lasciato per lei! – e introdursi nel tempio della Farfalla, seducendo qualche vergine sprovveduta.
Già. Ora poteva farlo.
Avrebbe voluto farlo, ma i suoi piedi non rispondevano.
Vivi.
«Io…» urlò, voltandosi verso il tempio e osservando tutta l’attenzione calamitarsi su di lui: «Plagg della Tribù del Gatto Nero…»
Non farlo.
Vattene.
Sei in tempo.
«…si offre come volontario.» dichiarò, alzando la testa e sfidando tutti con lo sguardo verde.
Notò Vooxi chinare la testa in segno di saluto, Wayzz sbuffò alzando lo sguardo verso il cielo e magari già pensava a quali disastri gli avrebbe combinato, il resto l’osservò più o meno incuriosito, mentre lei…
Lei aveva gli occhi sgranati e una mano alla bocca, mentre lui marciava verso di loro.
Bene, ecco l’ultimo stupido.
Complimenti, Plagg. Farai quel che farai solo perché non sai stare lontano da lei.
Poteva esserci qualcuno di più stupido di lui?
L’affiancò, osservandola e notando solo allora i segni delle lacrime e gli occhi rossi: avrebbe voluto urlare contro, dirle tutto ciò che pensava su quella sua stupida decisione, ma invece le allungò una mano.
Tikki osservò titubante le dita rivolte verso di lei, alzando poi lo sguardo e osservando nuovamente quello verde, facendo poi scivolare timidamente la sua mano in quella di Plagg.
Gyrro li osservò, annuendo con la testa: «Sette volontari. Sette come i nostri dei.» mormorò, soppesandoli con lo sguardo uno a uno: «Possano i Sette essere misericordiosi con tutti noi.»
Bene, a quanto pareva Gyrro aveva i suoi sette idioti, commentò Plagg, voltandosi in silenzio e osservando il popolo di Daitya che li acclamava: e il più idiota di tutti era lui.

   
 
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