Nella casa si levò un urlo molto simile a quello di un’aquila imperiale iberica in procinto di scendere in picchiata sulla sua preda (...). Se ne levò un secondo, questa volta più umano e femminile, seguito da un’imprecazione. Le possibilità, quindi, erano due, o il rapace era una speciale tipologia di Aquila mannara, oppure c’entrava qualcosa la sua coinquilina che, sconvolta, ansimava di fronte alla sua scrivania, indicandolo. L’istinto lo fece propendere verso la seconda opzione