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Autore: Cipollina    16/08/2016    4 recensioni
Se vi è piaciuta l’idea di un Draco consulente Auror, allora spero vi piacerà anche l’idea di un Draco consulente-recluta Auror… e tra molestie e belli addormentati, ecco la vostra storia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Il gruppo delle giovane reclute Auror entrò, riversandosi come un fiume in piena nello stretto corridoio, bramoso del tepore dell’edificio e quasi fuggendo dall’aria gelida che provò tuttavia ad entrare, esalando dai loro corpi congelati.

“Oh, sembra che siano arrivati i ghiaccioli che abbiamo ordinato”

Gli Auror, ben protetti nelle loro uniformi imbottite si misero a ridacchiare alle orecchie rosse e ai nasi che colavano, nascondendo il brivido che aveva suscitato l’arrivo di tanti corpi freddi in mezzo a loro, solo un’emergenza li avrebbe convinti ad uscire dal loro rifugio, ma nessuno avrebbe impedito loro di prendersi gioco delle reclute che avevano invece dovuto affrontare il freddo in nome dell’addestramento.

Draco, congelato fino al punto da non sentire più la maggior parte del proprio corpo, gettò un’occhiata sprezzante verso l’Auror che aveva parlato. Quel ragazzino era ben più giovane di lui, ma naturalmente lui non aveva dovuto aspettare prima di potersi proporre come consulente e così era lui quello schernito e non il giovane che, seduto vicino al fuoco, si era perfino arrotolato il maglione sugli avambracci.

Malauguratamente per lui, l’Istruttore notò il suo sguardo:

“Recluta Malfoy, impara a guardare con rispetto i tuoi superiori, se hai tanta energia da sprecare puoi tornare fuori a distribuire il the alle sentinelle!”

Stringendosi la lingua fra i denti per non lasciarsi sfuggire fosse anche una sola delle migliaia di imprecazioni che spingevano contro il suo autocontrollo, logorato dalla stanchezza e dal freddo, Draco si limitò a voltarsi nuovamente verso la porta, aveva già la mano sulla maniglia, ignaro dei sussurri e delle risatine che stavano correndo tra gli Auror, quando venne fermato:

“Io avrei un’idea migliore, se non ti dispiace”

Malfoy si voltò, il viso imperscrutabile e fisso sul giovane Auror, che sembrava davvero in vena di scherzi quel giorno.

“Ci sarebbe un bell’addormentato da svegliare con un bacio… e nessuno di noi ha voglia di lasciare il calduccio del camino per andare nel Dormitorio a chiamarlo.”

L’Istruttore fece per parlare, ma il divertimento collettivo degli altri Auror lo trattenne, dopotutto era congelato e stanco tanto quanto le sue reclute e non aveva davvero l’energia per mettersi a discutere.

“Hai sentito quali sono i tuoi ordini Malfoy, obbedisci”

Draco prese un silenzioso respiro profondo, non vedeva quale fosse l’inganno ma doveva necessariamente essercene uno. La cosa che più aveva desiderato negli ultimi mesi di addestramento era poterlo sfiorare fosse anche solo con la punta delle dita, poter incrociare il suo sguardo, poter anche solo respirare l’aria della stessa stanza. Era stanco, depresso e deluso da se stesso e da quanto fosse debole, aveva bisogno di essere consolato, di sentirsi amato… e ora avrebbe potuto perfino svegliarlo? Avrebbe potuto parlargli? Avrebbe potuto essere quello su cui avrebbe posato il suo primo sguardo assonnato?

Decisamente doveva esserci un tranello, ma non poteva farci nulla, gli avevano dato un ordine e il suo Istruttore non vi si era opposto, non poteva fare altro che eseguire e prepararsi al peggio.

Si diresse verso il Dormitorio con il passo svelto, anche se il suo corpo stava cominciando a reagire al caldo del locale e la faccia gli bruciava come se l’avesse avvicinata alla fiamma viva. Perfino le gambe cercavano di tradirlo, rifiutandosi di flettersi ai suoi comandi e costringendolo ad un passo leggermente sgraziato.

Era appena entrato quando gli Auror attraversarono veloci il corridoio, spingendo di lato le reclute per poter raggiungere la stanza adiacente al Dormitorio e separata da esso da una semplice parete di vetro. Draco li vide e i suoi passi si fecero cauti mentre si avvicinava all’unico letto occupato: Harry aveva lasciato l’edificio un mese e mezzo prima per una qualche missione, ma era tornato nel primo pomeriggio e aveva subito approfittato di un letto libero per recuperare un po’ di ore di sonno perso, nell’attesa delle informazioni di cui aveva bisogno prima di ripartire.

Draco sentì il cuore accelerare nel petto nello scorgere infine il suo viso, mezzo coperto dal lenzuolo e sprofondato pesantemente nel cuscino: doveva essere esausto. Un attimo dopo il suo volto già arrossato prese fuoco: invece di scegliere uno dei pochi letti ancora liberi o uno qualunque delle decine occupate, Harry aveva trovato il suo. Non c’era nulla di personale a contraddistinguerlo da tutti gli altri, nulla nel suo aspetto, nulla nella sua posizione… eppure lui lo aveva trovato. E quella notte Draco, malgrado la stanchezza, non sarebbe riuscito ad addormentarsi, perché non avrebbe mai potuto privarsi con il sonno della consapevolezza di poter sentire il suo profumo nel proprio cuscino.

Tutta l’ansia che aveva provato evaporò, era il suo Harry, su quello non c’era alcun dubbio e tutto il resto non importava. Un’improvvisa calma scese su di lui e i suoi muscoli contratti ed intirizziti si rilassarono all’improvviso.

Si avvicinò al letto silenziosamente e si piegò sull’uomo che amava. Aveva le mani gelate, così si limitò a scuotergli dolcemente una spalla da sopra le coperte invece di accarezzargli il viso come bramava fare. Ma fu sufficiente a svegliarlo. Le palpebre si chiusero più forte, nella sua lotta per vincere il sonno e Draco trattenne il fiato fino a quando due magnifiche iridi verdi si fissarono su di lui, togliendoglielo definitivamente e, con la potenza di un semplice sorriso felice sul volto assonnato, lo portarono sull’orlo delle lacrime, scosso da un violento brivido di commozione.

“GIU’! MALFOY, GIU’!”

Draco sobbalzò, strappato dal suo caldo bagno di emozioni da quell’urlo preoccupato, ma mentre lui ebbe solo il tempo di alzare gli occhi sul preoccupatissimo Weasley, Harry ebbe quello di tirarsi su dal letto e afferrare la bacchetta, gli occhi ancora confusi dal sonno.

Ron sobbalzò, impreparato all’improvvisa minaccia della bacchetta del miglior amico puntata contro, ma Draco scattò, invece di acquattarsi a terra si sistemò tra l’arma e Weasley.

Harry spalancò gli occhi, la mente che già aveva dettato le parole dell’Incantesimo che strattonava i suoi pensieri per impedire a se stessa dal concludere.

“E’ Weasley! Va tutto bene!”

Harry si fermò, abbassando la bacchetta con le mani tremanti, confuso, arrabbiato e ancora terrorizzato da quello che era stato sul punto di fare:

“Ma che stracazzo sta succedendo?!”

Draco si voltò, altrettanto confuso verso Ron che, ancora sconvolto da quello che era successo e già con il fiato corto quando si era precipitato nel Dormitorio, si limitò ad indicare la parete di vetro.

Uno sguardo di Harry e tutti i prodi Auror che stavano sbirciando si gettarono alla porta nella speranza di non essere visti, con l’unica conseguenza di restare incastrati l’uno nell’altro, perfettamente riconoscibili.

Ron aveva però ripreso fiato:

“Lo hanno mandato a svegliarti, sicuri che lo avresti Schiantato, ho cercato di fermarlo appena l’ho saputo, ma era troppo tardi…”

“Perché Harry avrebbe dovuto Schiantarmi?”

Harry si lasciò ricadere nel letto con un respiro profondo, il cuore che risvegliato all’improvviso non sembrava ancora voler riprendere il suo ritmo normale.

“Quando sono in missione se mi svegliano la prima cosa che faccio è reagire come se mi stessero attaccando… per svegliarmi senza essere Schiantati si mettono ad urlare dalla porta e poi scappano il più velocemente possibile.”

“Decisamente il metodo giusto per farsi Schiantare!”

Harry sorrise stancamente al commento acido, ma Ron si strinse nelle spalle: era l’unica cosa che fosse mai funzionata… fino ad allora.

“Com’è che hai attaccato me e non lui?”

“Sei tu che ti sei messo ad urlare, perché avrebbe dovuto attaccare me?!”

Harry scosse la testa, ignorando Draco per sorridere all’amico:

“…forse è l’unica persona che può svegliarmi senza rischiare di essere Schiantato”

Draco sbuffò:

“Mi sembra il minimo…”

Ma Ron si limitò a scuotere la testa, spazientito e divertito al tempo:

“Forse è meglio che vi lasci un po’ soli, ho un Istruttore da strapazzare un po’”

“Lasciamene un pezzo, se è questo il modo in cui si occupa del mio Malfoy, allora può sognarsi di tornare a casa da Auror

Ron ridacchiò, ma lasciò il Dormitorio.

“Ero sempre un po’ geloso all’idea di saperti in mezzo a tanti uomini… ma ora che so che se si avvicinano cerchi di Schiantarli, mi sento molto meglio”

Harry sorrise, ma un attimo dopo aveva allungato una mano verso la sua divisa, tirandolo verso di sé:

“Sei congelato…”

“Se mi lasci dare una sbirciatina nelle tue mutande non lo resterò per molto”

Gli accarezzò appena il viso, soffermandosi sulle labbra gelate.

“Sono molestie anche quando è il superiore a subirle?”

“Non lo so, ma se tieni tanto alla tradizione, puoi molestarmi tu…”

Questa volta si ritrovarono a ridacchiare entrambi, ma quando Harry lo attirò ancora a sé fu solo per un abbraccio innocente in cui Draco si ritrovò a chiudere gli occhi di scatto, sopraffatto: il suo Harry fra le braccia, il suo profumo dritto nel cervello, la sua pelle fra le dita, il suo respiro fra i capelli.

“Mi sei mancato così tanto”

Draco sobbalzò nel sentire la pari emozione nelle parole del compagno e lo strinse forte a sé, sprofondando nel suo calore.

 

 

 

 

Mea culpa:

Mi sono persa un giorno della settimana, non mi ero resa conto che Ferragosto cadesse di lunedì, quindi ho posticipato il nostro appuntamento, nella paura di essere ignorata ancora peggio del solito!

Scusate il ritardo, la prossima settimana pubblicherò nuovamente di lunedì.

Baci8li.Ci.

 

 

  
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