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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    18/08/2016    2 recensioni
Piccola minilong scritta in un momento di noia solo per poter regalare qualche sorriso a chiunque venisse voglia di passare a dare un'occhiata:3
Buona lettura!
-🌟-
Se dovessi descrivere in poche parole gli uomini, non me ne basterebbero neanche cento per poter esprimere il mio più totale disappunto sulla loro esistenza. Se non fosse che per procreare servirebbe il loro contributo, mi chiederei che scopo abbiano nella loro vita.
Ah già, vero. Il loro è quello di rovinarla a noi povere donne.
Come faccio a dirlo?
Semplice. Sono stata mollata ancor prima di giungere davanti al prete, nel mio bellissimo abitino rosa da sposa a Las Vegas, dopo la fantomatica fuga d'amore, dopo le speranze costruite, dopo avermi fatto innamorare facendomi credere che qualcosa di bello nella mia vita ci fosse, oltre che i buoni sconto per il supermercato.
A questo punto, dopo l'umiliazione subita, credo nessuno riuscirà più a farmi cambiare idea, perché l'amore, per Lucy Heartphilia, rimarrà per sempre un brutto ricordo. O forse no?

-🌟-
I hope you enjoy it!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Io contro di te
1. Io, la bambolina infelice.

*°*°*

<< Che ci fa qui una bella bambolina? >>  

Già, bambolina, così mi ha chiamato qualcuno vedendomi accasciata sul bancone, un corto vestito rosa confetto a fasciarmi il corpo, i capelli resi un po' mossi e acconciati in modo da lasciarmeli sciolti senza che potessero andarmi sul viso. Nulla da dire sul trucco a dir poco disastroso e da come mi aveva chiamata pensai che ancora non mi avesse vista in faccia, probabilmente perché la tenevo nascosta tra le mie braccia e spiaccicata contro la superficie dura su cui ero quasi completamente sdraiata, appunto per non farmi scambiare per una possibile figlia di Samara, quella di The Ring –quindi altro che bambolina, ero la seconda generazione di un mostro-.  

Ma d'altronde chi non si sarebbe ridotto in quel modo, dopo esser arrivata conciata così, a tarda notte, depressa e ubriaca fin nel midollo, mezza morta in un pub invece che bella e beata in viaggio di nozze pronta per vivere la tanto sognata luna di miele con l'amore della sua vita? Solitamente non era la sposa a lasciare all'altare lo sposo? O sbaglio? Non accadeva così nei film e nelle serie tv? Quando la sposa fugge lasciando con il cuore spezzato il futuro marito per starsene con un uomo mille volte più bello e ricco di lui? 

Sospirai sentendo le lacrime tornare. 

Peccato che la mia era una vita vera, una di quelle dove te ne capitavano di ogni, dall'inizio alla fine, dove in quell'arco di tempo era compreso anche il matrimonio –l'evento più importante della vita di ogni ragazza, specialmente per una come me, romantica manco fossi l'incarnazione di Blair Waldorf- insomma, non mi bastava una vita sfigata, pure in amore mi doveva andare male. 

Tornando al pub: forse avevo fatto trascorrere troppo tempo per poter rispondere a quella domanda, così alzai la testa pronta a recitare la parte della figlia di Samara e puntai la mia smorfia perenne sul barmen che avevo davanti. E che barmen! Mi trattenni dal sgranare gli occhi solo per mantenere quel briciolo di dignità rimasto. Sempre se ai suoi occhi ce l'avessi ancora, una dignità da proteggere. 

<< Ti sembro davvero una bambola? Ridotta così? >> gli biascicai innervosita, forse un po' troppo rincoglionita dall'alcol. Sì, perché prima di entrare in quel pub avrò fatto visita a tutti gli altri della zona, o forse della città. Non ricordavo. 

<< E cosa avrebbe ridotto una bella bambolina come te a diventare la copia mal riuscita di Samara? >> ecco. Ecco. ECCO. Cosa avevo detto io?! Certo, non la stessa cosa, ma ammetto che ci era andato molto vicino. 

<< Non sono affari tuoi! >> esclamai battendo nuovamente la testa sul tavolo per poter porre fine a quel dolore lancinante che mi stava per far esplodere il mio povero cranio. E ci mancava pure mister Quarto grado ad interrogarmi su quanto la mia vita potesse far schifo da infinito negativo a infinito positivo. 

Gli uomini... sempre gli stessi, tutti uguali, impiccioni come solo loro sanno essere: prima si preoccupano per te, ti coccolano, ti consolano, ti dedicano attenzioni, ti fanno innamorare e ti mollano per la prima stronza che passa. 

Meglio starne alla larga per un po', tipo per sempre. Mi dissi cercando di alzarmi dallo sgabello e fare per andarmene. Probabilmente quel tizio mi aveva risposto in qualche modo, ma non l'ho cagato di striscio. Meglio così, almeno non mi sarei dovuta trattenere dall'urlargli in faccia la mia sfiga e magari contagiarlo. Altruista come sempre, eh? 

Eppure, nonostante il chiasso, la confusione, la musica, e tutto il resto, il mio orecchio non poté far a meno di intercettare quel suono di bicchiere pieno posarsi sul bancone e sentire quel << Offre la casa >> che subito mi fiondai ancora una volta al mio posto per alimentare la sbronza, che già potente era di suo. Mi sorpresi nel constatare che non avessi ancora vomitato, e di certo non di aver formulato un pensiero sensato. 

<< Allora a qualcosa servite, voi uomini >> risi per poi bere avida sentendo lo sguardo di quel tipo addosso. Che ero? Una porno star? Eppure anche lui mi aveva riconosciuto come la figlia di un mostro! Ah no, proprio come la copia del mostro.

<< Allora è un problema con gli uomini. E dimmi, cosa ti avremmo mai fatto di così imperdonabile? >> 

Picchiai il bicchiere violentemente dopo averlo svuotato e fissai quel barmen negli occhi mentre la mia famosa smorfia perenne tornava a deformarmi la faccia rendendo ancor più spaventoso il mio sguardo iracondo. Ma come si permetteva? Ficcanaso del cazzo.

<< Siete tutti dei pezzi di merda >> sputai acida quella frase alzandomi di scatto, e questa volta nemmeno un bicchiere gratis per alleviare il dolore nel cuore mi avrebbe fermata per continuare a parlare con un altro rappresentante della specie maschile. Forse la proposta di Cana non era poi totalmente da buttare, un pensierino forse le avrei fatto. Dopotutto con le donne mi trovavo meglio. 

Mio dio, che pensieri. 

Uscii dal locale inciampando tra i miei stessi piedi, naturalmente non senza regalare i miei bellissimi << Vaffanculo >> ad ogni uomo che passava. Niente poteva essere più liberatorio di questo. Almeno una piccola vincita sul genere maschile la potevo avere. 

*°*°*

Angolo autrice
E niente, ritorno con qualcosa di nuovo. Tranquilli, nulla di lungo ed esagerato come mio solito XD
Questa è una minilong, devo ancora decidere se di due o tre capitoli, ma non importa, sempre breve è xD
Con prompt suggeriti da qualche amica, stanotte ho scritto in tre quarti d'ora 'sto capitolo in un attimo di noia e di voglia di qualcosa di nuovo.
Spero che l'idea vi sia piaciuta e che vi abbia strappato qualche risolino nonostante sia abbastanza corto, forse un po' troppo. Ma mi sono divertita a scrivere di una Lucy che ce l'aveva con il mondo e con gli uomini xD propensa a passare all'altra sponda pur di non averne più a che fare ahah Chissà chi è il barmen ficcanaso :D
Ammetto che doveva finire in un altro modo, ma credo che in questo sia più simpatico(?)
Curiosa di sapere che cosa ne pensate, vi saluto:3
Alla prossima!
Mary

 

   
 
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