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Autore: slenderguy93    18/08/2016    2 recensioni
Cosa succederebbe se durante il tuo primo appuntamento, qualcosa andasse storto? E intendo incredibilmente, terribilmente storto. Così tanto da cambiarti per sempre. Dante Nandini, diciotto anni, da poco trasferito in Giappone, sta per scoprirlo. Le conseguenze di quel giorno saranno tali da influenzare non solo la sua, ma anche miliardi di altre vite.
"Alcune persone passano la loro vita cercando uno scopo, un obbiettivo che dia valore alla loro esistenza. Altre semplicemente vivono l’attimo seguendo i loro desideri.
Io appartenevo sicuramente alla prima categoria. Perfino ora, mentre giaccio nel mio sangue mi chiedo: tutto ciò che ho fatto, ha un senso?
Mentre il pentacolo azzurro che mi circonda inizia a risplendere, alzo lo sguardo verso quella ragazza dai capelli neri, e la fisso negli occhi.
Desidero vederla ancora una volta."
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asia Argento, Nuovo personaggio, Rias Gremory, Yuma Amano
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'DxD Tales'
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La prima cosa che vedo quando apro gli occhi è un rosone da cui filtra intensa la luce solare.
Sbatto le palpebre confuso e causandomi una fitta al fianco, tento inutilmente di alzarmi; quindi un volto sorridente entra nel mio campo visivo.
“Ben svegliato Dan-kun! Certo che sei proprio un dormiglione, il sole è già sorto da ben 2 ore!” finalmente riesco a focalizzare lo sguardo.
“Mitelt…sama? Dove, anzi, cosa è successo? “ lei mi guarda come un morto di fame guarderebbe una bistecca.
“Sei svenuto dopo aver rilasciato 3 power up del tuo Boosted Gear, schiocchino. Che bello! Ora che abbiamo un Longinus la nostra strada sarà tutta in discesa!” mentre la biondina sembra persa nelle sue fantasie, l’uomo che ieri mi ha fatto da guida si avvicina.
“I Longinus sono i 13 SG più forti, dotati del potere di uccidere anche un dio. Il Boosted Gear, anche detto guanto del drago rosso imperatore, è uno di essi e può raddoppiare all’infinito il potere del suo possessore.” Spalanco gli occhi. Ora sono definitivamente sveglio.
“Ma per poterlo usare adeguatamente dovrai mettere su parecchia resistenza, o collasserai subito come ieri. Da oggi William ti farà da istruttore; vedi di non deluderci” fa Donnasiege, seduto a pochi metri da me.
“E come dovremmo regolarci con il mio stato civile?” per la prima volta nella vita, sono tutt’altro che felice di saltare la scuola.
“Finche non avremo compiuto la missione per cui siamo qui, non ci saranno cambiamenti. Dopo le lezioni però dovrai raggiungerci per l’allenamento.” Il caduto si allontana, seguito poco dopo da Mitelt.
 
Rimasto solo con il mio nuovo maestro, riesco finalmente ad alzarmi e sedermi su una delle panche. Almeno mi hanno rifatto la medicazione…
“Credo non ci sia bisogno di dirlo, ma noi siamo sottomessi all’autorità di Reynalle-sama e i suoi colleghi. In cambio della nostra fedeltà ci offrono protezione dai diavoli e altre minacce, pertanto pretendono la massima devozione e rispetto. Lo sfogo di ieri è stato ignorato grazie alla scoperta del Boosted Gear, ma non aspettarti altrettanta clemenza in futuro. Per quel che riguarda gli allenamenti, iniziano ogni sera alle 20.00. Passerai la notte in chiesa, perciò porta il necessario. Domande?” mi scruta per un po’, attendendo pazientemente.
Durante il viaggio di ieri avevo iniziato ad sospettarlo, ma ora ne sono quasi certo: quest’uomo è l’atarassia fatta persona.
Non sembra importargli che la propria vita appartenga a questi tizi, né ciò che gli ordinano di fare. Ma non è neppure un fanatico come quel Freed…
Di fronte al mio silenzio mi congeda con un cenno, per poi addentrarsi nei recessi dell’edificio.
 
Prendo fiato, quindi recuperati e indossati maglia e crocifisso, mi incammino verso l’ingresso.
Finalmente dopo molte ore torno all’aria aperta. Controllo l’orologio: le 9.30. E’ troppo tardi per andare a scuola, perciò decido di sgranchirmi le gambe allungando il percorso verso casa.
Beh, pare che abbia trovato un motivo valido per lottare e impegnarmi sul serio.
E’ piuttosto ovvio, ma si capisce la vera importanza di qualcosa solo dopo averla persa… o aver rischiato di perderla.
Vengo distratto dalle mie elucubrazioni da un gridolino: a qualche metro da me giace prona una piccola suora.
“Ehi, tutto a posto?” lei solleva il viso, e afferra la mano che le stavo porgendo, rialzandosi in modo un po’ traballante.
“Grazie per l’aiuto.” Una folata di vento le fa volare via il velo, che riesco fortunatamente ad intercettare.
Mentre glielo restituisco inizio a studiarla di sottecchi: è una giovane ragazza bionda dai grandi occhi verdi, molto graziosa, e chiaramente occidentale.
Poi mi accorgo di una cosa: ha parlato in italiano.
“Prego. Sei appena arrivata in Giappone sorella?” gli occhi le si illuminano di stupore e gioia.
“Proprio così, e sei il primo che riesca a capirmi! Dev’essere un incontro voluto dal Signore!” e si mette a pregare.
“Sono Asia Argento, e come avrai capito sono una suora che viene dall’Italia. Piacere di conoscerti!” che ragazza educata. Beh, considerata la sua vocazione…
“Piacere mio, sono Dante Nandini. Mi sono trasferito qui solo da un paio di mesi, ma se ti serve una mano credo potrei rendermi utile.” Lei mi rivolge un sorriso radioso.
“Ne sarei immensamente felice, da quando sono arrivata non faccio altro che girare a vuoto” forse una buona azione potrebbe tirarmi su: sia il morale che il karma che a quanto pare è terribile.
“D’accordo, se a te sta bene potremmo cominciare facendo colazione, qui vicino c’è un buon café, ed io avrei un po’ fame.”
 
Le faccio strada portando la sua grossa ed antiquata valigia fino al locale, quindi ci accomodiamo.
Ordiniamo cappuccino e brioches per me, tè e una fetta di torta per lei. Dopo un po’ di tempo passato a rifocillarci ed a chiaccherare, lei assume un espressione seria.
“Ti ringrazio per la colazione, era davvero buona. Ora, io starei cercando la chiesa di questa città, mi sapresti dire dove si trova?” per un attimo penso di aver capito male.
“Sì, ma è abbandonata da anni. Non è che hai sbagliato fermata alla stazione?” lei scuote la testa
“No, le istruzioni dicevano Kuoh Town. E non può essere abbandonata, ci sono sicuramente delle persone che mi aspettano.”  …Dio Santo no… dimmi che è uno scherzo…
“Eeeh, dimmi, hai un orario preciso per cui devi arrivare? Perché mi è venuto in mente che avrei una commissione da compiere, se non ti disturba tenermi compagnia per un altro po’ potrei accompagnarti più tardi.” Torna ad assumere un espressione serena.
“Va bene, mi è stato solo detto di presentarmi lì entro oggi.” Le lancio un sorriso, quindi pago il conto ed usciamo.
Ci dirigiamo verso il centro, dove ho intenzione di comprare un po’ di foglie di tè o qualcosa di simile.
Durante il tragitto mi arrovello su come gestire la faccenda, ma vengo distratto dal pianto di un bambino.  Dal rivolo di sangue che cola lungo la sua gamba, pare che sia caduto e si sia sbucciato il ginocchio.
Immediatamente Asia gli si fionda addosso, e con un sorriso rassicurante avvicina le mani alla ferita.
Una luce verde si diffonde dalle sue mani, dopodiché, gli pulisce il ginocchio con una salvietta inumidita. Ora la ferita è sparita.
Ma che… un SG?! Questo spiegherebbe la sua presenza qui. Quei bastardi vogliono un guaritore.
Il bambino, sorpreso, la guarda e la ringrazia, quindi raggiunge la madre che proprio in quel momento si stava avvicinando chiamandolo ad alta voce.
“Ti ha ringraziato. Però, quella non è una cosa che si vede tutti i giorni. Ti va di parlarmene?” il suo sorriso si vena di tristezza.
“Va bene. Ultimamente è raro che qualcuno, dopo aver visto il mio potere, voglia ancora avere a che fare con me.” Ci sediamo su una panchina, quindi inizia a raccontarmi la sua storia.
 
Da neonata è stata abbandonata davanti un convento, dove è cresciuta come una fedele serva di Dio ed ha scoperto il suo potere curando un cucciolo ferito.
Quando si diffuse la voce sui suoi poteri  fu trasferita in una chiesa famosa, dove venne addestrata ad usare il suo dono, e dove fedeli da tutto il mondo arrivavano per far curare se stessi e i propri familiari.
Un giorno però incontrò un ragazzo ferito, che una volta curato si rivelò essere un demone.
Quei bigotti che la avevano usata fino a quel momento erano convinti di aver trovato una santa, e non poterono accettarlo,  cacciandola con l’accusa di essere una strega.
 
…Che ipocriti. Predicano pace e amore ma puniscono chi fa indistintamente del bene. Il Don si mangerebbe le mani se lo sapesse… o forse ne è già a conoscenza?
“Dante, è tutto a posto?” senza che me ne rendessi conto Asia aveva iniziato a fissarmi preoccupata.
“Direi di sì. Sono solo dispiaciuto per la tua sfortuna. Quindi dopo aver vagato per un po’ sei stata contattata da una setta indipendente che ti ha indirizzata qui, giusto?” lei annuisce.
…Forse mi sono lamentato e commiserato un po’ troppo.
Questi SG sono una vera maledizione, altro che un dono…
“Sono sicura che anche questo è il volere di Dio, deve essere una prova per la mia fede. Perciò non essere triste, di certo insieme ai miei nuovi compagni mi troverò bene!” …sicuro… dannazione,  devo inventarmi qualcosa!
“Capisco, non posso che ammirare il tuo spirito forte. …Non manca molto a mezzogiorno, dopo la commissione potremmo fermarci in un locale, che dici?” mi costringo a sorridere e una volta alzato, le offro la mano.
 
Dopo aver scelto una miscela a caso in erboristeria, ci dirigiamo nel ristorante più vicino. Ci accomodiamo, scegliamo i piatti e ordiniamo.
“Dante, è una mia impressione o un paio di quei camerieri ti guardano storto? Per caso li conosci?” seguo lo sguardo di Asia, e mi rendo conto di una cosa: ho già visto quei camerieri, e conosco bene anche questo locale. È lo stesso in cui ho portato Reynalle. 
Porca di quella…
 “… diciamo che non sono una faccia nuova da queste parti, e no, i miei modi a tavola non sono quelli di un unno. È  che qualche giorno fa ho portato qui un’altra ragazza, e credo che quei due abbiano un’immaginazione fin troppo fervida.”  Lei arrossisce, ed inizia a giocherellare con le posate.
“Non vorrei essere invadente ma… era un appuntamento? Ne ho sentito parlare di sfuggita da alcuni ragazzi… e vorrei capire cosa sia.” Stavolta il sorriso che mi spunta è sincero, genuino.
“E così saresti curiosa eh? Beh, di solito viene considerato un appuntamento quando due persone si mettono d’accordo per incontrarsi e passare del tempo insieme divertendosi, difatti in genere questo è un evento che si svolge tra amici. E sì, quello di domenica era un appuntamento.” Lei assume un’aria pensierosa.
“Amici…” che stupido, se ha passato tutta la vita come santa taumaturga allora…
“Se ti interessa tanto, dopo pranzo possiamo andare a divertirci da qualche parte… dopotutto quello che abbiamo fatto finora di potrebbe considerare un “ appuntamento fortuito”. Poi, prima di cena, posso portarti alla chiesa.”
Lei sembra combattuta, ma alla fine accetta. Dopo il conto, ci alziamo e raggiungiamo l’uscita.
“Dimmi, se questo è un appuntamento, vuol dire che ora siamo amici?” la sua espressione sembra calma, ma in fondo al suo sguardo vedo alternarsi barlumi di paura e speranza.
“Ovviamente!”
 
La prima tappa è la sala giochi, dove, dopo averle fatto provare i vari cabinati, la lascio a divertirsi con un gioco di corse dicendole di dover usare il bagno.
Mi apparto in un gabinetto, e tiro fuori il cellulare pronto ad effettuarmi un salasso. Al settimo squillo finalmente rispondono.
“Pronto, questa è la parrocchia di Vergate sul Membro, chi parla?” …no comment.
“Guarda che lo so che hai il mio numero in rubrica, Don Minchione!”
“Ah, Dante, da quanto tempo! Come stai figliolo?
Hai già rimorchiato qualche pollastrella? Con lo swarosky che ti ho regalato dovrebbe essere facile…” …Non sai quanto.
“Non c’è male. Da voi come va? E l’attaccabrighe?”
“I fedeli sono pidocchiosi con le offerte come al solito, ma si tira avanti. Quanto “all’attaccabrighe”, ha finito il corso ed è ripartita.
Lo sai che se scopre che la chiami ancora così, quella ti fa più nero dell’altra volta? Me l’ha detto proprio il mese scorso.”
“Affabile come sempre. Comunque è meglio se arrivo al punto prima che consumi il traffico residuo. Cosa sai di Asia Argento?” segue una lunga pausa.
“Era considerata una vera santa per i suoi poteri curativi, e per anni è stata il gioiello della corona della Chiesa cattolica. Purtroppo è stata scomunicata tre settimane fa e dopo due si sono perse le sue tracce. Non pensavo sarebbe finita pure lei in Giappone. Cosa vorresti fare?” prendo fiato.
“Potresti trovarle una sistemazione? La chiesa era tutta la sua vita… ora non sa cosa fare e…”
“Dante. Anche se potessi accoglierla o trovarle una casa, se è arrivata fin lì non è certo per sua iniziativa. Qualcuno vuole usarla per i suoi scopi, e finche non sapremo chi o cosa sono, ci sarà impossibile aiutarla. Ed anche così tieni conto che… vabbé, non importa. Mi sentirò con i miei contatti, e non appena scoprirò chi l’ha spedita lì ti richiamerò, ok?”
“…Ricevuto. Solo… fai presto.”
“Va bene figliolo. E ricordati che hai molto più potere di quel che credi. Devi solo VOLERLO.” Metto giù.
Volere è potere… come se fosse così semplice.
Torno da Asia, e passiamo il resto del pomeriggio insieme; durante questo periodo Asia si accorge delle mie ferite e si offre di curarle.
 
Ci stiamo dirigendo a casa mia, dove devo prendere il materiale per la scuola e il necessario per la notte.
“Dimmi Asia, se ti si presentasse l’occasione, torneresti in Italia?” lei aggrotta le sopracciglia, colta alla sprovvista.
“Se ci fosse un posto dove potrei aiutare gli altri senza spaventarli sì. Ma ormai mi sono già trovata una nuova famiglia, e sono stata assegnata qui.” Capisco. Per lei aiutare il prossimo rappresenta felicità, al punto dal risultarle inconcepibile il mettere davanti  altri interessi.
E l’unico altro desiderio che finora ha manifestato è avere degli amici. Cosa posso fare?
Arrivati davanti il mio condominio, il mio cellulare inizia a squillare. Don, sei un grande!
“Già fatto, Boss?”
“Kyehehe, oh sì, mi piace quando mi chiami così! Ma fatto cosa bro-kun? Comunque visto che tra un’ora devi essere qui, ti va di spiegarmelo face to face?” fan**lo.
“…Freed.  Ho un paio di cose da prendere, e poi sarò lì. Non tarderò.”
“Molto bene Dan-kun. Ah, Donnasiege-sama ti ringrazia per aver fatto da guida turistica alla nuova sorella. Siamo tutti ansiosi di conoscerla, sai?”  mette giù.
…Siamo proprio fottuti.
 
Siamo di fronte alla chiesa,  e nonostante il groppo alla gola e le gambe molli, mi ritrovo a sorridere nervosamente ad Asia.
“Eccoci qui. Senti, ci sarebbe una cosa che non ti ho detto… anche io faccio parte di questo gruppo.
Visto però che sono un novizio pure io, e che non mi avevano informato del tuo arrivo, ho preferito farmi un’idea della situazione.
Mi dispiace davvero, non avrei dovuto nascondertelo. Spero che potrai perdonarmi.” Deglutisco, sentendomi peggio di un verme.
Lei mi guarda stranamente tranquilla.
“In verità, Dante, l’avevo capito. Solo chi è a conoscenza dei SG può rimanere così calmo davanti al loro uso, e il fatto che tu non abbia battuto ciglio sentendo parlare di demoni , e che ti abbia incontrato proprio qui vicino… comunque capisco la tua esitazione. L’importante è che d’ora in poi lavoreremo insieme, no?" …una vera santa ragazza.
“…Ah, ok. Sei pronta?” lei annuisce, perciò poggio le mani sui battenti.
 
Apro il portone e la scorto fino al comitato di benvenuto, composto da: Mitelt, che con le chiappe parcheggiate sull’altare ci saluta con uno dei suoi sorrisoni mongoloidi, William alla sua destra, che come sempre manifesta l’espressività di un manichino, e… Freed, appoggiato a una statua con le braccia incrociate, che ci rivolge una vistosa trollface.
“Finalmente sei arrivata, sorella! Spero che il nostro Romeo ti abbia fatto apprezzare le bellezze di questa città!” … e ovviamente quell’idiota non perde occasione per dare fiato alla fogna.
“Benvenuta, Asia Argento! Io sono Mitelt, ma puoi chiamarmi neesan se vuoi. Tra poco ti presenterò la nostra leader, ma prima ti mostrerò la nostra nuova casa, se hai domande non hai che da chiedere!”
Do una pacca incoraggiante sulla spalla di Asia, che dopo un respiro profondo raggiunge la caduta che la sommerge di chiacchere; io invece seguo William sul retro dell’edificio dove ricevo le prime istruzioni per l’allenamento: trenta giri di corsa dell’ampio prato che circonda la chiesa.
 
 
[???]
 
 
Le mie palpebre vengono accarezzate dai primi barlumi dell’alba, riscuotendomi dal sonno soddisfatto in cui ero sprofondata.
La prima cosa che vedo quando apro gli occhi è Lui, ancora profondamente addormentato al mio fianco.
Un sorriso sereno mi si disegna sulle labbra, quindi mi alzo lentamente e in silenzio dirigendomi poi verso la scrivania, dove vergo rapidamente un saluto per il mio compagno.
Ripongo la penna, e raggiunta la finestra mi volto ancora una volta ad osservarlo: la brezza mattutina gli scompiglia leggermente i capelli, che gli solleticano il naso.
Ancora poco e si sveglierà anche lui, ma mi sono già attardata fin troppo, e certo non voglio attirare l’attenzione dei miei superiori.
Scosto le tende, e spiego le mie ali: il bianco delle mie piume si mescola a quello della tunica appena materializzatasi sul mio corpo nudo.
“Ci vediamo, tesoro…”
Poco dopo mi sto librando leggera nell’aria, puntando nell’immensità celeste che mi sovrasta.
 
“…reynalle...” “Reynalle” “REYNALLE!”
Spalanco gli occhi, ancora sconvolta dall’incubo, e cerco la fonte di quel chiasso.
“Dannazione, è oltre un minuto che ti chiamo. La mocciosa è arrivata, sarà meglio che ti prepari ad accoglierla.” Calawana mi sta fissando con aria di rimprovero dall’alto.
“Scusa, dammi un paio di minuti che mi sistemo e poi me ne occupo. Intanto dì a Mitelt di portarla in cappella.” Mi alzo e sciacquo la faccia nella bacinella d’acqua posta vicino al letto, mentre attendo che mi passi la nausea.
“D’accordo. Io ho appena finito la ronda, se vuoi dopo possiamo cenare insieme…” diligente ma gentile come sempre…
“Non ho molta fame a dire il vero… ma grazie comunque.” Più che altro preferirei stare un po’ da sola.
Lei capisce l’antifona, si congeda con un cenno.
Uff, ora i marmocchi a cui badare sono tre.
Cosa mi tocca fare per raggiungere una posizione decente… fortuna che uno di loro dovrò sopportarlo davvero per poco.
 
 
[Dante]
 
 
Dopo troppi chilometri di corsa, una cinquantina di flessioni e addominali, e una lunga sessione di stretching, mi ritrovo accasciato contro un albero, più morto che vivo.
Mentre cerco disperatamente di riprendermi, William e Mitelt mi si parano di fronte.
“Ciao Dan-kun! Allora come ti sembra il programma di Will-san? Lui è considerato uno dei migliori istruttori della nostra organizzazione, lo sapevi? Avanti dimmi, dimmi!”
“Molto…puff, …intenso”
“Dante, indossa questo.” Il mio trainer mi porge un guanto rosso senza dita, con un disco metallico sul dorso e dei cavetti cuciti nella stoffa che lo collegano ad un anello dello stesso materiale posto all’altezza del polso.
Nel frattempo quell’altra si mette in posa a mò di eroina tipo degli anime.
“Eh già, ti abbiamo portato un regalo: questo gioiellino è stato creato dai nostri migliori scienziati appositamente per l’addestramento dei portatori di SG!” sul serio biondina. Fatti una camomilla.
Prendo il guanto e lo infilo nella mano destra, dove inizia ad emettere una vibrazione appena percettibile.
“Bene, ora inizierà il processo di adattamento. Quando sarà finito procederemo con la fase successiva dell’addestramento. Nel frattempo ci accompagnerai nella ronda in città, per fare un po’ di esperienza sul campo. Ah, e levati il talismano, perché interferisce col funzionamento del SG. Indossalo solo al di fuori degli allenamenti.”  A malincuore ripongo il crocifisso in una tasca.
“Per stasera invece dovrai stare vicino a me se non vuoi attirare l’attenzione dei diavoli in città!” in un attimo mi ritrovo Mitelt incollata al braccio, evidentemente decisa a trascinarmi personalmente per tutta la ronda.
“Diavoli. Qui?” William ci raggiunge e ci fa da apripista.
“Proprio così. Dai volantini trovati pare che ci siano ben due casati di demoni che fanno affari in questa città. Le nostre ronde servono proprio per identificarli e sorvegliarli, in modo da poter stabilire come è meglio gestirli.”
…Ok, ha ufficialmente inizio il mio apprendistato da ammazzademoni.
 
Ci facciamo un giro completo della zona urbana, durante il quale William mi infarcisce di nozioni sul nostro lavoro e le nostre prede… il tutto condito dall’inesauribile chiacchericcio di quella gothic lolita piumata.
Arrivati nella  zona industriale l’espressione di Mitelt cambia di colpo, facendosi per la prima volta seria.
“Un capannone ad un paio di chilometri ad est da qui. Saranno almeno in cinque, tra cui uno che rilascia un aura incontrollata.”
Senza aggiungere altro, i due mi guidano sul tetto di un edificio non molto distante, quindi iniziano a scrutare attraverso i vetri di uno stabile a circa un chilometro da noi.
“Tieni. Punta alle finestre sul lato sinistro.” William mi porge un binocolo simile a quello che sta usando.
Mi ci vuole un po’, ma una volta abituato al modello riesco a distinguere alcune figure all’interno che si muovono: quattro sono di taglia normale, una invece è enorme, e sono illuminate di tanto in tanto da dei lampi gialli e nero-rossi.
“Aumenta lo zoom e prova a distinguere i loro volti, è importante saper memorizzare l’aspetto dei propri nemici nel minor tempo possibile. Inoltre quei ragazzi indossano l’uniforme della tua scuola, perciò potresti incrociarli i prossimi giorni.” William ha ragione: indossano l’uniforme della Kuoh.
E quei capelli rossi…
“Bene, ora ti spiegherò il funzionamento degli evil pieces: sono artefatti magici utilizzati per reincarnare umani ed altre creature in demoni, facendogli subire una metamorfosi fisica e spirituale. Sono stati pensati per rinfoltire i ranghi dei diavoli assottigliatosi dalla guerra delle tre fazioni, creando servitori e soldati facilmente utilizzabili e sacrificabili. Infatti se dovessero disubbidire agli ordini, diventano “diavoli deviati”, oggetti alla caccia di tutte le orde infernali. …Questo ovviamente se riescono a sfuggire ai loro padroni.”
Quindi è questo che intendeva Reynalle. Per i diavoli io devo essere davvero un boccone prelibato.
Dopo una breve pausa William riprende.
“Gli evil piece hanno l’aspetto di pezzi degli scacchi, e ciascuno di loro presenta le sue peculiarità. Osserva quei ragazzi: lo spadaccino ha chiaramente un cavallo, e beneficia di un aumento notevole della propria rapidità. La ragazzina albina  una torre, ed è dotata di forza e resistenza enormi; infine la mora ha un alfiere, o data la potenza di quei fulmini, più probabilmente la regina. Il primo aumenta la potenza magica, la seconda ha tutti i benefici dei pezzi finora elencati, ma amplificati. Ci sarebbero anche i pedoni, la cui unica particolarità è la promozione: permette di acquisire i poteri di un qualsiasi altro pezzo, a patto che il padrone riconosca il campo di battaglia come territorio nemico e dia il permesso al servitore.”
 
Durante lo spiegone, il cancello del capannone viene sfondato da una deflagrazione rosso-nerastra, e la battaglia si sposta all’esterno, ma nonostante le esplosioni e le mazzate, nessun suono arriva alle nostre orecchie.
“Hanno eretto una barriera per non attirare l’attenzione. Ce ne sono di diversi tipi: quella isola i suoni, la mia cela le aure.  È ad uso personale, ma può essere estesa ad un'altra persona!” come a sottolineare il concetto, la biondina riprende a stringermi il braccio contro il seno.
“Quindi la rossa deve essere la padrona, e quella cosa grottesca un diavolo deviato?” faccio accennando col capo la mostruosità in procinto di inghiottire la torre, e cercando a tempo stesso di staccarmi un po’ da lei.
“Esatto! Lo sapevo, sei un vero genio!” e mi schiaffa la faccia sul petto, stritolandomi tra le sue…braccia.
No, non è che io sono un genio… sei tu ad essere scema!
Dopo un minuto buono, e svariati colpi di tosse di William, finalmente riesco a prendere una boccata d’aria.
Nel frattempo, la battaglia è finita: stando al mio istruttore, il bersaglio è stato abbattuto con un lavoro di squadra “alquanto scadente”.
“Primo clan identificato. Sarebbe meglio andare a far rapporto a Reynalle-sama.” Ripone il binocolo ed inizia la discesa.
“Ok! Comunque chi sarebbero? La rossa mi ricorda qualcosa, ma…”
“Il casato Gremory. L’attuale erede possiede il potere della distruzione, lo stesso che abbiamo appena visto all’opera.” Alle parole di William, Mitelt sbianca.
“Che?! La sorella di Sirzechs Lucifer il grande capo?! Accidenti, questo a Neesama non piacerà.”

…Magnifico. Una mia compagna di scuola è la sorellina de Il Diavolo, e a giudicare dal suo atteggiamento negli ultimi tempi,  sembrerebbe pure decisa a rendermi suo schiavo.
Quando si dice il culo…  
 
 
   
 
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