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Autore: LorasWeasley    20/08/2016    10 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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49."Abbiamo... Vinto?"


-Leo!
Calypso tornò correndo al furgone dove il suo ragazzo stava ancora lavorando ai svariati computer.
-Ce l’hanno fatta Nico e Will a entrare senza problemi.
Disse lui per rassicurarla, ma per Calypso non era quello il problema, infatti continuò ad essere agitata.
-Cosa?- Domandò allora il riccio.
-Piper è scomparsa. Penso li abbia seguiti, non so che ha intenzione di fare. Si farà uccidere, poi Jason ucciderà noi.
Leo imprecò, si guardò intorno e fece due calcoli, poi tornò a rivolgersi alla sua ragazza.
-Abbiamo capito che ormai niente andrà più come avevamo organizzato, non con Annabeth ferita, Piper scomparsa e Nico e Will li dentro. Quindi passiamo al piano B.
E detto questo iniziò a trafficare con delle valigie, cercando quello che avevano creato lui e Will di nascosto da tutti.
-Non abbiamo un piano B!- Esclamò subito la ragazza.
-Ora si- sussurrò stringendo tra le mani quello che stava cercando.
Fu semplice per loro entrare, Leo aveva capito che tutti gli uomini che stavano li dentro erano sotto copertura e pronti a intervenire in caso di necessità.
Nessuno dei suoi amici sarebbe uscito vivo da li dentro, l’aveva ormai intuito, per questo aveva un’ultima arma da dover utilizzare: neutralizzarli tutti prima che arrivassero a dare man forte al signor McLean. E aveva una sola possibilità per farlo.
Sgusciarono dentro quasi inosservati, ormai era scoppiato il finimondo, era ovvio che erano stati scoperti.
Leo sapeva dove andare, aveva memorizzato tutta la piantina in mente, aveva anche una mezza idea di dove il suo piano potesse avvenire.
Calypso gli correva dietro, non domandò nulla, non l’aveva mai visto così risoluto, era ovvio che avesse in mente qualcosa.
Si dovettero difendere da tre uomini lungo la strada, ma per i due ragazzi fu abbastanza semplice disfarsi di loro in mezzo alla confusione.
Poi Leo si fermò di botto, quello era il punto migliore per fare quello che doveva fare, per distruggere una volta per tutte le risorse del signor McLean.
Dalla tasca interna del giubbotto afferrò quella piccola sfera di metallo, la fissò mordendosi un labbro.
Si girò verso Calypso e l’afferrò con la mano libera per il bacino, poi la baciò appassionatamente.
Si staccò con il fiatone e la fissò intensamente, poi sussurrò –Ricordati che ti amo.
Calypso strabuzzò gli occhi. Perché gli stava dicendo quello? Perché glielo stava dicendo proprio in quel momento?
Poi Leo la spinse con tutta la forza che aveva, facendola rotolare a terra dentro una rientranza che l’avrebbe protetta, o almeno ci sperava.
Infine, attivò l’oggetto che aveva tra le mani.
 
Jason, Hazel, Percy e Frank arrivarono di corsa dove l’uomo, attirato precedentemente da Annabeth, gli aveva indicato.
In effetti non aveva mentito, Tristan McLean si trovava proprio li e non sembrò sorpreso quando loro arrivarono.
C’erano sei uomini a proteggerlo e ingaggiarono subito un combattimento.
Ma i ragazzi ebbero la meglio, soprattutto spinti dalla disperazione, erano a un passo dal loro obiettivo, non si sarebbero fatti fermare da 6 semplici uomini.
Frank fu ferito a una gamba, ma nulla di grave, riusciva ancora a stare in piedi.
Mentre Hazel finiva di occuparsi dell’ultimo uomo, Jason puntò la pistola contro il padre della sua ragazza. Ragazza che arrivò correndo proprio in quel momento.
Jason strabuzzò gli occhi –Che diavolo ci fai qui, Piper?
Ma lei sembrò non sentirlo e si mise davanti a suo padre, con i pugni serrati a fissarlo con gli occhi lucidi.
-Arrenditi, consegna loro tutto quello che vogliono, non costringerli… a ucciderti.
L’uomo sorrise divertito poi, come se fosse già tutto programmato, Ottaviano entrò in scena, insieme ad altri due uomini.
Trascinavano con loro Annabeth e Will.
La prima era incolume, nessuna nuova ferita oltre quella al braccio, aveva gli occhi socchiusi e veniva trascinata quasi di peso, non aveva nessuna forza per stare in piedi o ribellarsi, stava morendo lentamente.
Will era stato pestato a sangue, ricoperto di quel liquido rosso e lividi, un occhio nero e le guance piene di lacrime.
Furono entrambi gettati in ginocchio ai loro piedi, le pistole puntate alla testa.
-Credevate davvero che non avessi più risorse?- Domandò il signor McLean sempre sotto la minaccia della pistola di Jason.
-Dov’è Nico?- Chiese Hazel con un groppo in gola.
Nessuno rispose, dopo un po’ Annabeth alzò il volto a fatica, cercò con lo sguardo il suo ragazzo e sussurrò –Ci ha protetti, te l’aveva promesso.
A quella frase Will abbassò la testa e strinse ancora di più i pugni, l’uomo che stava dietro di lui gli diede un calcio tra le costole, per paura di una sua ulteriore ribellione. Come aveva fatto poco prima dopo aver lasciato Nico in una pozza di sangue.
Will cadde in avanti con un gemito di dolore, ma prima che potesse toccare terra quello lo afferro per i capelli e lo fece rialzare, gli puntò la pistola alla tempia e fissò Jason.
-Decidi in fretta.
Jason boccheggiò, potevano trovarsi sempre in una situazione del genere?
Fissò per prima cosa Will, questo gli scosse la testa, facendogli capire di non lasciar andare la sua pistola, non era certo che poi quello non gli avrebbe comunque sparato, inoltre non potevano permettersi di far fuggire di nuovo il signor McLean. Non potevano.
Spostò lo sguardo verso gli altri, aveva bisogno di un consiglio, di un cenno, di una qualsiasi cosa, non poteva ricadere solo su di lui quella decisione così importante.
Ma prima di poter fare una qualsiasi mossa le carte in tavola cambiarono.
La presa sui capelli di Will si allentò, fino a diventare nulla.
Il biondo fece in tempo a scostarsi prima che il corpo del suo aguzzino gli cadesse sopra, morto sotto il colpo silenzioso di una pistola.
Ottaviano si girò confuso, pronto ad eliminare la nuova minaccia, ma un colpo di pistola gli colpì il braccio facendolo urlare di dolore e lasciare la sua pistola.
Bianco cinereo, barcollante e completamente ricoperto di sangue, poggiato a un muro stava Nico.
Faceva fatica anche a parlare, ma con uno sguardo sadico in volto biascicò –Avresti dovuto studiare di più anatomia, il mio cuore non si trova così sopra. Ti sarebbe stato più utile per uccidermi.
Poi sparò, dritto e preciso al cuore. Uccidendolo sul colpo.
Stremato infine si accasciò al suolo.
Percy approfittò di quel caos per colpire l’uomo che teneva in ostaggio la sua ragazza. Usò la sua ultima pallottola ma non gliene fregò nulla.
Non lo uccise, ma lo fece allontanare quel tanto che gli bastava per correre da lei e stringerla tra le braccia.
L’uomo si riprese e puntò la pistola contro entrambi i ragazzi, non sparò, solo perché se lo avesse fatto Jason avrebbe ucciso il suo capo.
Erano di nuovo a una posizione di stallo, Percy fece da scudo ad Annabeth, poi fissò il biondo, facendogli capire che lui era pronto, era disposto a sacrificarsi.
Poi il tempo sembrò fermarsi e l’attimo dopo esplose tutto.
Una parete venne totalmente sfondata dalla potenza di una bomba, le macerie volarono da tutte le parti.
I ragazzi si coprirono il volto buttandosi a terra, quelli più vicini erano però Percy, Annabeth e Jason.
Il moro strinse ancora di più Annabeth al petto e si chinò al suolo, sentì qualcosa che gli ferì la guancia e il sangue iniziare a gocciolare, ma oltre questo non si fece nulla solo perché l’uomo che li teneva in ostaggio prese il colpo più potente.
Cadde a terra, Percy non seppe dire se era morto o solo svenuto e sinceramente neanche gli interessava.
Jason fu invece colpito da un masso alla spalla destra, urlò di dolore e lasciò andare la pistola.
-Che cosa è successo?- Urlò Hazel e quasi contemporaneamente si sentì l’urlo terrorizzato di una ragazza oltre il muro.
Qualche secondo dopo videro spuntare Calypso che si trascinava tra le braccia un Leo inerme, allontanandolo più che poteva dal fuoco della bomba che era appena esplosa.
L’aria fu riempita dal fumo e dei gemiti di dolore degli uomini che stavano ormai bruciando vivi.
Per la prima volta il signor McLean sembrò preoccupato per la sua sorte, avevano appena ucciso quasi tutti i suoi uomini, i sopravvissuti erano feriti gravemente o impossibilitati a intervenire.
Aveva perso e se ne resero conto quasi tutti contemporaneamente.
-Adesso basta!- urlò Piper correndo da Jason e afferrando la pistola che gli era caduta.
Con le mani tremanti la puntò contro suo padre –Arrenditi! Non farai del male a nessun’altro dei miei amici!
L’uomo la fissò con odio –Non mi arrenderò mai e combatterò fino alla fine, quindi sparami se ne hai il coraggio- poi sorrise –Tanto sappiamo entrambi che non lo farai.
Passò un solo istante mentre tutti trattenevano il fiato, poi Piper abbassò l’arma.
L’uomo sorrise vittorioso, ma la sua espressione mutò velocemente in una di dolore quando la pallottola perforò la sua gamba, facendolo crollare a terra.
Anche Piper cadde in ginocchio sotto il peso di quello che aveva fatto, però riuscì comunque a sussurrare –Mi sottovaluti, padre.
Era finita. Tutta quella storia era finalmente finita.
-Abbiamo… Abbiamo vinto?- Domandò Frank quasi in un sussurro per poi guardarsi intorno.
 
Will raggiunse Nico quasi strisciando.
I singhiozzi che gli perforavano il petto, le lacrime che gli impedivano la perfetta vista.
Il sangue continuava a uscire copiosamente dalla ferita del moro.
Era pallidissimo, molto peggio della sua carnagione normale.
Will si precipitò a sentire il suo battito cardiaco attraverso il collo.
Ancora c’era, ma era lentissimo, quasi inesistente.
Fece un nuovo singhiozzo e lo strinse a se, gli strinse i capelli tra le mani, poggiando la fronte sulla sua e piangendo direttamente sul suo viso.
-Ti credevo morto…- sussurrò tra i singhiozzi –Ho davvero creduto…
Non riuscì neanche a continuare la frase, perché i pensieri lo invasero.
Il colpo che partiva troppo veloce dalla pistola di Ottaviano.
Nico che non poteva schivarlo o deviarlo in nessun’altro modo se non con il suo corpo.
Tutto questo solo per proteggere Annabeth e Lui.
Il corpo che cadeva in avanti, immobile.
La pozza di sangue che si allargava sotto il suo petto.
Anche il suo stesso urlo gli sembrò arrivare da lontano.
Non vedeva più nulla, se non quel corpo riverso a terra, in una pozza di sangue, senza vita.
O almeno così credeva…
-Non piangere per me…
Fu meno di un sussurro quello di Nico.
Will aprì gli occhi per immergersi nei suoi, gli si strinse il cuore quando notò come diventassero sempre più vacui.
Non rispose, non aveva una risposta, semplicemente si mise ad accarezzare il suo volto, come a volersi imprimere ogni singolo particolare.
Nico abbozzò un sorriso perdendosi in un ricordo.
-Ti ricordi… quel giorno, Will?- fece una lunga pausa per il troppo dolore –Ti avevo… avevo detto che era giusta… la mia teoria. Con… con una ferita alla spalla… poco… più sopra del cuore non si muore… non subito, almeno…
-Non stai morendo!- Esplose Will –Non ti permetterò di farlo! Non puoi.
Nico abbozzò ancora di più il suo sorriso sulle labbra, era un qualcosa di estremamente dolce.
Non rispose, semplicemente sussurrò –Baciami.
E Will fece come gli era stato richiesto.
Con quel bacio suggellò la promessa che gli aveva fatto.
Tu non morirai, non tra le mie braccia, non lo permetterò.
 
-LEO!- Calypso urlava, incurante di tutto quello che li circondava.
-Leo svegliati! Apri gli occhi, cazzo! SVEGLIATI!
Lo scuoteva, trattenendolo per la maglietta mezza bruciata.
Era seduta a terra, si teneva il ragazzo svenuto stretto in grembo, continuando a scuoterlo ininterrottamente, aspettando una sua reazione.
Ma il moro non rispondeva, non si muoveva, non faceva nulla.
Una parte del collo bruciata, come buona parte dei capelli e della guancia destra. Anche la spalla e il torace non erano in ottime condizioni, la maglietta li scomparsa, completamente carbonizzata.
Ormai Calypso non aveva neanche più la forza di urlare, se lo stringeva semplicemente al petto cullandolo.
Piangeva.
-Ti prego Leo… Ti prego…
 
Percy aveva solo un pensiero fisso in mente: Annabeth.
Non gli interessava nulla della missione, non gli importava che avessero vinto, lasciò che a occuparsi del signor McLean fosse Jason, anche se poi si sarebbe preso tutti i meriti a lui andava più che bene. L’unica cosa importante era lei.
Neanche sapeva dov’erano finite le sue armi, era semplicemente seduto a terra, tenendo la bionda tra le braccia.
Lei era mezza svenuta, le labbra viola, il respiro e il battito cardiaco troppo veloce.
Percy la stringeva, aveva le lacrime agli occhi, ma non gliene poteva importare di meno.
La teneva stretta a se, una mano sulla schiena e una sui capelli.
Per tutto il tempo non face altro che sussurrarle parole all’orecchio.
“Resisti … Per favore … Ti amo … Non lasciarmi … Ti prego … Non mollare”.
Non sapeva se la ragazza riuscisse a sentirlo o meno, ma non smetteva, quelle parole erano l’unica cosa che riusciva a tenerlo ancorato alla realtà.
E pregava, pregava perché riuscissero a fare in fretta, ad arrivare in tempo.
 
Frank non riuscì a tenere molto lo sguardo su quelle tre scene così intime e cercò Hazel.
La ragazza parlava a telefono, sicuramente con Era e con qualcun altro della CIA. Urlava, urlava così forte da farsi male alla gola, per far capire loro quanto era importante che arrivassero subito. Che qualche minuto in più poteva comportare la vita di tre persone.
Quasi accanto a lui stava invece Piper, ancora inginocchiata a terra, in lacrime guardava con odio suo padre, aveva lanciato la pistola lontana subito dopo averla usata.
-Ti odio- gli stava dicendo –Ti odio per tutto, per tutti i segreti, per tutto quello che hai fatto, ma soprattutto per avermi costretto a spararti! Ti odio!
Ma la cosa peggiore era che l’uomo faceva come se non esistesse, come se non la sentisse, come se lei non importasse nulla.
Abbassò il capo mentre Jason lo ammanettava, non cercava di ribellarsi, aveva infine accettato la sua sconfitta.
Ma non evitò di far comparire un sorrisetto divertito e quasi sadico sul suo volto.
Poi rispose alla precedente domanda di Frank.
-Si. Avete vinto. Siete soddisfatti adesso?
Frank non poté non sentirsi colpito da quella frase, diede di nuovo un’occhiata veloce alla situazione che lo circondava.
Potevano definirsi soddisfatti? Avevano davvero vinto?
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Lo so... Il mio lato sadico ha infine vinto.
Ma... l'avevo detto fin dall'inizio che non sarebbe per nulla stata una missione semplice.
Tutti loro erano consapevoli che non ne sarebbero potuti uscire vivi da questa storia... certo, non sono ancora morti, ma la situazione l'abbiamo un pò vista tutti.
Che altro dire? Spero che nel complesso, tralasciando le parti angst (che poi è tutto il capitolo), vi sia comunque piaciuto.
Oh e quello che ricorda Nico a Will, del fatto che aveva ragione sullo sparo tra la spalla e il cuore, è una rievocazione della conversazione che fatto nel secondo/terzo capitolo. E' praticamente passato un anno da quando l'ho pubblicato, magari chi mi segue dall'inizio non lo ricordava. (Si, avevo in mente una scena così angst tra la Solangelo già dai primi capitolo praticamente).
E nulla, ormai siamo alla fine, manca solo un capitolo vero e proprio e per finire completamente l'epilogo, anche se sarà corto.
Ci sentiamo il prossimo weekend... con la speranza che sopravviva alle vostre maledizioni...
Deh
  
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