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Autore: Fedecchan    21/08/2016    2 recensioni
Non aveva più nessuno per cui rimanere in quel mondo orribile, quindi era scappata.
Volò più in alto che mai, vedeva degli elicotteri inseguirla ma erano talmente lontani che sembravano moscerini, allora desiderò di fuggire e di svanire nel nulla... decise di chiudere le ali e di lasciarsi cadere.
E così si ritrovò lì.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chara, Flowey, Nuovo personaggio, Papyrus, Sans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
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I due uscirono da dietro gli alberi, Latha aveva totalmente cambiato espressione. Dalla spaventata ragazza che era entrata là dentro ne era uscita un'altra con lo sguardo perso e triste, confuso e disperato, che guardava per terra.
“Cosa le ha fatto...?” Calibri già iniziava a tremare dalla rabbia, pensare che qualcuno potesse trattarla così gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
-...Possiamo continuare...- Disse lei con voce tremante.
Calibri era confuso, la vedeva completamente fuori di sé. Ad un certo punto la ragazza alzò il viso e guardò verso di lui con uno sguardo che sembrava ripetere continuamente “Scusa” e “Aiutami” in modo malinconico. 
Il ragazzo era passato dall'essere più felice del mondo al più confuso.
Consolas era lì, la fissava. 
“Le ho fatto del male, dopotutto... spero di riuscire a farmi perdonare...”
Il mostro era veramente innamorato di lei, il suo affetto per la ragazza era sincero e dolce, in quel momento il suo cuore si stava spezzettando in mille pezzi, l'aveva ferita, aveva agito d'impulso.
-Calibri... puoi venire un secondo...?- Chiese all'improvviso Latha a sguardo basso, attirando l'attenzione di tutti.
-Lo sai che non puoi dire loro ciò che ti ho detto?- Le sussurrò Consolas all'orecchio.
-N-non è quello...- Rispose lei, senza alzare lo sguardo.
Calibri nel frattempo era arrivato dalla ragazza.
-Cosa c'è, Latha?-
-Vieni.- Gli disse passivamente.
Tornarono indietro verso il fiume e la ragazza si assicurò che nessuno potesse vederli.
-Io non voglio essere brutale con te... ti dirò ciò che devo dirti ora. Io ti amo, Calibri. Sei stata la prima persona che ha mostrato affetto verso di me da quando sono caduta quaggiù e mi sono innamorata. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi, io ti amerò sempre. Ti prego... non odiarmi per quello che farò in futuro...- Disse lei, con ormai le lacrime che iniziavano a scenderle dal volto. Lei sapeva come avrebbe reagito al momento della dichiarazione di Consolas, quindi voleva mettere subito le cose in chiaro.
-Cosa stai dicendo, Latha? Non potrei mai odiarti!-
La ragazza non poteva dirgli molto di ciò che sarebbe successo, quindi l'unica cosa che poté fare fu prendergli il viso tra le mani e avvicinarsi a lui, prima appoggiando la sua fronte contro quella del mostro, poi baciandolo tra le lacrime.
-Non ti odierò mai, per nessun motivo.-
-Io ti amo, Calibri...-
-Anche io ti amo, Latha.- 
Quanto era strano dire ad un ragazzo che conosceva da un giorno che lo amava? Era stato tutto molto improvviso, una crescita di passione e sentimento che in un giorno era esplosa, per poi essere distrutta in un istante per colpa di un ragazzo che saltò fuori all'improvviso. Forse Latha e Calibri non si conoscevano, ma le loro anime si erano già unite, era il destino ad averli fatti incontrare, si amavano davvero anche se chiunque avrebbe potuto dire che non era così. Calibri era disposto a tutto per salvarla e Latha si fidava di lui più che di ogni altra persona al mondo, d'altronde il cuore dei mostri era diverso da quello degli umani, era fedele e non aveva secondi fini, mostrava sempre le proprie emozioni e nonostante gli umani usassero quel termine che li definiva in modo dispregiativo, in realtà i mostri erano le creature dall'anima più pura che esistesse.

I due tornarono indietro, Latha era ancora amareggiata, non riusciva a pensare a cosa sarebbe successo dopo che avesse dichiarato il fidanzamento con Consolas.
-Oh! Siete tornati alla fine.- Esclamò Aharoni, un po' seccato dalle interruzioni continue.
I ragazzi chiesero immediatamente scusa e ripartirono nel cammino verso la casa del vecchio Andalus e dopo qualche decina di minuti finalmente arrivarono alla dimora dell'anziano signore. Era un'abitazione molto grande, costruita interamente di legno come una baita enorme, "un castello" si potrebbe definire. Aveva ampie finestre e tanti balconi per i tre piani che possedeva e un lago piazzato davanti all'entrata, l'unico modo per oltrepassarlo era un ponte di legno ad arco che passava proprio sopra di esso e portava al cancello della dimora.
-Andalus? Sei in casa?- Urlò Arial, chiamando l'uomo da fuori dalla cancellata.
-Oh! C'è qualcuno per me?- Chiese una voce profonda e anziana dalla casa.
-Sono Arial!-
-Oh! Nipotina mia!- 
Dalla porta d'ingresso spuntò un mostro anziano con delle grandi orecchie scurissime e una folta coda con la punta bianca. I peli che gli ricoprivano il corpo si erano sbiaditi a causa dell'età e aveva grandi occhi felini color giallo. 
-Sei cresciuta dall'ultima volta che ci siamo visti!-
-Ma se sono venuta a salutarti una settimana fa...-
-In una settimana una ragazza giovane come te cresce a vista d'occhio!-
-... non penso funzioni così...- sussurrò lei, imbarazzata.
-Oh! Chi sono questi ragazzi?-
-Ehm... Si chiamano Calibri, Latha e Consolas, poi c'è Aharoni, il mio ragazzo.- Disse lei indicandoli uno ad uno.
-Aharoni! Come stai?- Esclamò il vecchio riconoscendolo.
-Bene, signore, e lei?-
-Ottimamente! Oh... ma lui... Vostra Altezza!- Urlò il vecchio inginocchiandosi immediatamente.
-Cosa ci fa uno come lei, qui?- Chiese poi.
-Sono qui per commissioni di mio padre, signor Andalus.- Rispose Consolas.
-Oh, le fa già fare dei lavori?-
-Sì... anche molto complicati...- E picchiò il gomito contro Latha che, di tutta risposta, gli pestò il piede.
“Fa male!” Pensò lui, avendola sottovalutata.
Probabilmente doveva aver fatto una faccia molto sofferente dato che la ragazza lo guardò come per dire “Prova a rifarlo, se ne hai il coraggio”.
-Comunque... perché siete venuti?-
-Questa ragazza...- Disse Arial spingendola in avanti -... voleva  chiederti qualcosa sul suo conto.-
-Ehm... ecco... io...- Iniziò a balbettare Latha.
-Tranquilla, non mangio!- Rispose lui ridendo.
-Volevo sapere qualcosa di più su di me! Vede... sono mezza umana e di mezzi umani non se ne sente parlare spesso... saprebbe dirmi qualcosa sui miei genitori o sulla mia famiglia...?-
-Oh... so che tempo fa ci fu un'esecuzione pubblica di una donna che aveva fatto qualcosa di sbagliato ma nessuno sa nulla a riguardo tranne il re... potrebbe chiedere al principe, magari sa qualcosa...- 
-No... mio padre non mi ha mai parlato di questa esecuzione... ero piccolo o non ero ancora nato probabilmente...- Rispose Consolas, meravigliato dal padre.
-Quindi mia madre... potrebbe essere stata un mostro... ucciso... e allora mio padre... era un umano!-
-Comunque... a giudicare dall'aspetto sei uno di quei mostri che vivono all'interno delle Rovine, lì ne ho visto uno incappucciato con corna e ali uguali alle tue.-
-Eh?! E l'ha visto in faccia?- 
-No, è scappato appena mi ha notato, probabilmente sono una razza molto timida.-
-Oh...- Disse lei abbassando la testa, triste.
-Nelle Rovine?! Nonno, come ci sei entrato?!- Chiese Arial, quasi arrabbiata. 
-Ho ricevuto le chiavi della porta che conduce lì dentro da mio padre tanti, tanti anni fa. Non te l'ho mai detto ma... forse ora è il momento migliore. Dovete cercare Estrangelo, il prete che cura le Rovine, lui saprà sicuramente aiutarvi.-
-Capito... quindi partiremo da lui subito!-
-No, dato che sei tornata, oggi restate qui a mangiare!-
-Ma... nonno!- Esclamò lei seccata.
-Niente obiezioni! La nonna preparerà dei piatti deliziosi per voi!- Disse lui incrociando le braccia e voltando la testa.
-A voi va bene...?-
-Ovvio!-
-Per me va bene!- Disse sorridente il principe.
-Sarà un onore, Vostra Altezza.-
La giornata si concluse nella casa di Andalus, il quale parlò di tutta la storia del sottosuolo a Latha, dato che non conosceva niente di esso e la ragazza lo guardava come una bambina che ascolta una favola fantastica e magica. 
Arrivata la sera il vecchio invitò i ragazzi a dormire nella casa, c'erano stanze a sufficienza e Latha si trovò in un letto matrimoniale da sola. Prima di fare qualsiasi cosa, prese i suoi vestiti e li lavò nel bagno con l'aiuto di Arial, poi tornò nella camera e li appese sul balconcino che c'era all'esterno di essa. 
“Chissà se riuscirò a dormire...” Si domandò lei preoccupata rientrando nella stanza.
-Toc toc?- Disse Consolas entrando.
-Cosa ti serve?- Chiese lei, seccata.
-So che il nostro rapporto non è dei migliori ma... se hai bisogno di qualsiasi cosa...-
-Andrò da Calibri.-
-Mio padre ti vede! Se tu dovessi andare a dormire da Calibri e lui lo scoprisse capirebbe che è tutta una farsa e potrebbe anche ucciderti all'istante e tutti i tuoi amici che ti proteggono finirebbero come te, dato che “hai tradito suo figlio e sei andata a letto con un altro”.-
-Cos... Io non-!-
-Lo so che non lo faresti seriamente... ma lui esagera sempre. Fidati.-
-Uff... se avrò bisogno di qualcosa chiamerò te...- Concluse lei seccata.
-Brava... buonanotte, fiammella!-
-'Notte.- 
Latha cercò di addormentarsi ma, come la volta prima, non ce la fece. Si alzò e d'istinto andò alla camera di Calibri ma poi si ricordò delle parole di Consolas 
“... potrebbe anche ucciderti all'istante e tutti i tuoi amici che ti proteggono finirebbero come te...”
E decise di tornare in camera sua, però, girandosi, sbatté contro qualcosa.
-... Piuttosto non dormiresti, eh?- Chiese Consolas, con un sorriso malinconico.
-Non è quello...-
-Non vuoi tradirlo... lo so... potremmo almeno provarci? Solo per stanotte?- 
-Ma... -
“... e tutti i tuoi amici che ti proteggono finirebbero come te...”
-Va bene... però vieni in camera mia.- Disse infine, rassegnata.
-Okay, fiammella.-
Si sdraiarono sul letto e Latha si girò dalla parte esterna di esso per non guardarlo ma lui di tutta risposta si avvicinò a lei.
“Come posso provare a dormire con uno che tra poco...”
-Pensi troppo, lasciati andare.- Sussurrò lui.
Lei sbuffò, seccata.
A quel punto le braccia di lui le cintarono il bacino facendola avvampare.
-Che fai?!- Esclamò arrabbiata.
-Ehm... quello che hai fatto tu con Calibri...-
-... Calibri è Calibri!-
-Capisco... allora facciamo così...- Le si avvicinò e le baciò la fronte.
-Ora nessuno ti potrà disturbare.-
Consolas si girò all'esterno del letto e si mise a dormire.
“Tiene parecchio a me...” Disse lei intristendosi un po' a causa del suo comportamento freddo.
-... Grazie... forse potremmo... diventare amici...- Disse infine.
Poi si girò e si mise a dormire pure lei e, fortunatamente, sognò tranquilla.

   
 
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