Un urlo squarciò il silenzio della torre.
Quattro porte si aprirono nello stesso momento.
Quattro teenager si guardarono, per metà ancora nel mondo dei sogni, mentre l’altra metà era perfettamente vigile e all’erta.
Robin fu il primo a muoversi e a scattare verso l’unica porta rimasta chiusa.
«Beast Boy!» chiamò, bussando con forza.
Dalla stanza si sentì un altro urlo.
«Beast Boy! Apri!»
La porta rimase più chiusa che mai.
«Robin…» intervenne Raven, posandogli una mano sulla spalla. «Ci penso io.»
Il ragazzo annuì e la ragazza scomparve tra le ombre.
Quando ricomparve nella stanza di Beast Boy, vide il ragazzo verde rannicchiato in posizione fetale, con la testa tra le mani e i denti digrignati dal dolore.
Gli si avvicinò di corsa e lo sollevò in modo da poterlo cullare tra le braccia.
«Tranquillo, Beast Boy. Tranquillo. Sono solo nella tua testa. Non è reale.»
Tra le sue braccia, il ragazzo smise pian piano di tremare e scivolò in un sonno senza sogni.