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Autore: Zappa    22/08/2016    5 recensioni
Tutti hanno la loro versione su come sia e come si comporti Vegeta.
Pochi hanno osato deriderlo e prenderlo in giro: ora è giunto il momento.
Vi proporrò una serie qualità di Vegeta e vi spiegherò il perché di quelle qualità.
Lettura sconsigliata alle persone serie e a tutti quelli che mi conoscono.
I personaggi presentati e le citazioni cui faccio riferimento non mi appartengono e non ne detengo alcun diritto.
# 1. Egocentrico
# 2. Sensibile
# 3. Innamorato
# 4. Ponderato
# 5. Tecnologico
# 6. Filosofo
# 7. Esasperante
# 8. Tata
# 9. Imperatore
# 10. Strano
# 11. Destinato
# 12. Casalingo - Fanfiction vincitrice del primo posto al contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di Efp
# 13. Festaiolo
# 14. Cupido
# 15. Coinquilino
# 16. Neopatentato
# 17. Genitore
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Nonsense, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella giornata era stata un inferno.
Bulma, che si era volatilizzata di prima mattina per un congresso – probabilmente a Timbuktù o in Cina, visto che si era alzata alle quattro del mattino buttando anche lui giù dal letto – gli aveva imposto di passare la giornata in compagnia della bimba di casa, a farle da tata, senza se e senza ma.
Anche perché, se avesse levato le tende lasciando la gioia di casa, come la chiamavano i nonni, da sola, la moglie lo avrebbe chiuso fuori di casa per un anno.
E se una volta se ne sarebbe fregato altamente, perché per lui vivere fuori a condizioni di uno scimpanzè era una tra le cose più belle dell'esistenza, – come quando tirava la popò ai passanti – ora, gli dava leggermente fastidio dover dormire in cima agli alberi. Almeno, dopo l'ultima esperienza in compagnia dell'altra scimmia che, però, aveva dormito in tenda. Gli saliva il nazismo solo a pensare a quella maledettissima scampagnata*.
Si passò una mano sugli occhi, seguendo come un automa, la bimba di casa che, dopo averlo preso per mano, lo stava trascinando in cameretta per il saluto della buonanotte.

Incredibile come quella peste fosse ancora così iperattiva.
Lui, invece, era distrutto.
Dopo aver passato la mattina a bere il the dalla signora Coniglio e discusso di contratti immobiliari per un eventuale trasferimento di lei e i centottantatré cuccioli in una casa delle bambole più grande, aver recitato insieme formule magiche per far comparire una montagna di caramelle in giardino, aver cucinato biscotti e pettinato tutte le Barbie della casa, aveva iniziato a pensare di compiere l'omicidio della prima persona random che si sarebbe avvicinata alla Capsule Corporation, oppure, di farsi saltare in aria in cucina.
La piccola arrivò finalmente alla porta della stanza e, mollata la presa dalla mano del padre, si precipitò verso il lettino, che il Saiyan scoprì orribilmente a fiori, e iniziò a frugare sotto il cuscino per il pigiama.
<< Papà, oggi mi sono divertita tanto! >> squillò, deliziata.
In fin dei conti era stata davvero una bellissima giornata per la piccola, un po' di meno, però, per il genitore, che stava riesumando in superficie programmi di genocidi interplanetari da fare prima di andare a dormire, giusto quel poco per sfogarsi un po'.
<< Davvero tesoro? Bene, sono contento... >> pronunciò sovrappensiero il principe, massaggiandosi in mezzo agli occhi per far passare il leggero mal di testa causato dalle urla ultrasoniche che aveva sorbito per tutto il giorno della figlioletta.
La piccola, infatti, come aveva constatato il padre, aveva la pessima abitudine di eccitarsi per ogni foglia che si muoveva: urlava se vedeva una farfalla in giardino, se il gattino saltava dalla sedia, se una nuvola strana attraversava il cielo, se un uccello volava nel cielo, se passava il postino in bicicletta e se il padre riusciva a beccarlo a suon di ki-blast in fondo alla strada.
O ad esempio se, quando non c'era nessuno, il padre le sorrideva.
Non che lui le sorridesse, era la figlia a scambiare le sue espressioni, che esprimevano la vivacità di un cadavere, per un sorriso a trentadue denti.

Si guardò intorno, trovandosi spiazzato, nel rosa più totale, nel rosa ovunque e sospirò, frustrato.
Mentre iniziava a pensare da quale lato della stanza avrebbe dovuto iniziare la sua decontaminazione di bambole, Barbie e peluches, si volse verso la figlia, trovandola incastrata nella maglia del pigiama e con i pantaloncini al contrario.
Dopo l'ennesimo tentativo fallimentare della piccola, che cercava di infilare la mano nel buco dove, di solito, si infila la testa, scosse contrariato il capo.
<< No, dall'altra... >> suggerì, in maniera molto utile, visto che la bimba di quattro anni in questione si trovava incastrata e bloccata completamente nel muoversi e capiva ancora ben poco di destra e sinistra.
Vide la piccola azzuffarsi nuovamente con la maglia.
<< Così sono giusta, papà? >>
No, la maglia era ancora al contrario, per non parlare dei pantaloncini che si stavano stirando sul pavimento, schiacciati dai suoi piedini.
<< No, devi- >>
<< Così? >>
Ad un altro tentativo fallito, per il quale Vegeta si chiese quante braccia avesse sua figlia, si arrese all'evidenza.
<< Lascia stare, ti sistemo io >>
La sollevò quindi di peso, e messa sul letto, braccine all'aria e canottiera nelle mutandine, le infilò finalmente il pigiama come si doveva.
Sistemata dal papi, con la maglietta in ordine e pantaloncini infilati dal punto giusto, anche se ancora storti, Bra si buttò nel letto, andandosi ad infilare sotto le coperte, quando vide suo padre allontanarsi verso la porta.
<< Aspetta papà! Me la racconti una favola? >>
Si girò per concederle uno sguardo tra il dubbioso e lo scazzato ma no, gli occhioni d'oceano della piccola non ammettevano repliche negative.
<< Va beeene... >>
<< YEEE->>
<< SHH! Fammi pensare e zitta! >>
La bimba si acquietò, aspettando, emozionata la storia della buonanotte dal papà. In fondo lui non gliela proponeva mai ed era sempre la mamma a raccontargliele. Meglio approfittare.
<< Una favola? Una favola... >> si ritrovò a borbottare Vegeta.
Ora sì che era nella cacca.
<< C'erano una volta dei mercenari sanguinari che... No. C'era una volta un principe... sì, sì, sì, mi piace così. C'era una volta un princip- >>
<< Come il principe fasullo d'Inghilterra! >>
<< No! >> la corresse, scocciato, per l'interruzione.
Adorava il suo mostriciattolo ibrido ma aveva la bocca larga come sua madre quando voleva e lui odiava perdere il filo del discorso.
Odiava perdere in generale ma questo era un altro discorso.
<< No, ma quale principe fasullo? >> pronunciò, indignato, << a parte il fatto che era il re fasullo d'Inghilterra... >>
Si passò un'altra volta la mano sul volto, sospirando: le sue torture quel giorno non sarebbero mai finite, e ricominciò.
<< C'era una volta un principe... >> un'occhiataccia squadrò la figlia perché non l'interrompesse mentre la bimba si portò le mani alla boccuccia, muta come un pesce.
<< ...un principe dei Saiyan che era molto forte e anche molto coraggioso! Aveva compiuto numerose imprese e aveva praticamente sottomesso l'intero universo. Questo principe, però, era anche molto geloso nei confronti di un inutile pagliaccio di terza classe da strapazzo, un brutto idiota e mentecatto che avrebbe voluto soffocare con le sue man->>
Si ritrovò improvvisamente osservato dagli occhioni azzurri della bimba che lo guardavano dubbiosi, mentre la boccuccia della piccola s'inarcava in una smorfietta di sana perplessità.
Preso, infatti, dalla narrazione, aveva attorcigliato le dita attorno al suo peluche preferito e lo aveva stretto con forza, gringhiando in direzione del povero Binky, che si era ritrovato con il collo stritolato e qualche cucitura saltata.
<< Ehm, dunque... >> si chiarì la voce, lasciando respirare il povero cagnolino, scegliendo di continuare la storia.
<< Era così geloso, ma così geloso, che... che... >>
Improvvise ondate di panico assalirono subito Vegeta che, mentre si massaggiava il collo in un tentativo maldestro di prender tempo, iniziò a sudare sette camice nel tentativo di dare una coda al suo racconto. Ecco, adesso ci stava affogando nella cacca.
La figlia, invece, continuava a fissarlo. Si era accoccolata meglio al suo cuscino con la federa a fiorellini e gli sorrideva, speranzosa.
Gli venne il tic all'occhio, vedendo la giuoia sul suo visetto. Doveva finire la storia in qualche modo. Si appellò a tutta la sua fantasia ma, oltre a omicidi e genocidi, il suo arsenale non era molto preparato. Sparò, infine, la prima cosa che gli venne in mente, rovinando, definitivamente, la breve ma intensa storiellina.
<< Che... CHE MORIRONO TUTTI, BUONANOTTE! >>
In un'ondata inaspettata, le coperte investirono la piccola Brief, che, presa alla sprovvista, si ritrovò sommersa dalle lenzuola rosa e con uno strano calore all'altezza della fronte, come una carezza leggera.
Il padre, intanto, aveva suonato la ritirata e, in fretta e furia, si era precipitato fuori dalla stanza, correndo per salvarsi la vita.
Bra vide la porta, infine, socchiudersi, per lasciare un piccolo spiraglio di luce nella stanzetta, scaldata dalla lampada rosa, a forma di funghetto, sul comodino. La fissò per un po', dubbiosa.

La madre le aveva ripetuto più volte che avrebbe dovuto portare pazienza con il padre: è un po' scemo, tesoro, nulla da preoccuparsi, aveva commentato la madre. Almeno, questo era quello che le diceva sempre, ma lei non era proprio d'accordo.
Certo, il suo papà non era proprio a suo agio quando si parlava di emozioni e sentimenti – quando lo si abbracciava, era un po' come abbracciare un cactus spinoso – riflettè la piccola, ma era sempre il suo papà. Ecco, forse, era un po' tonto.
Ridacchiò di gioia, contenta di aver ricevuto lo stesso la buonanotte.
Si passò una manina sulla fronte, come a non voler far andare via quel caldo tepore: si addormentò, infine, con un sorriso sulle labbra e con lo stampo di un bacio sfuggente sulla fronte, dato dal suo un po' tonto papà.


*vedi raccolta passata, capitolo sesto. Credo.


Angolo dell'autrice.
TAN, TAAN, TAAAAN!
Guess who's back? Back again, sure he's back, tell your friends, guess who's back, gues- Emimen, esci dalla mia testa, di grazia.

Mi spiace per il ritardo ma vi devo dire che non sono morta!
Quindi tornerò, sempre, prima o poi, sfere del Drago permettendo.
Portate pazienza, sono sotto esami.

Ho già in forno un altro capitolo – sfortunatamente per voi, lungo – e dopo gli esami ve lo presenterò. Vi chiedo, quindi, di andare a guardarvi, per chi non l'avesse visto, “Le Follie dell'Imperatore”, targato Disney.
No, non faccio pubblicità, ma guardatevelo, se volete apprezzare meglio/disprezzare meglio il prossimo capitolo.
Io e le mie idee idiote.

Per quanto riguarda questo capitoletto, non so se vi abbia fatto molto ridere, è più romanticoso, diciamo.
Ditemi se vi piace!
Ringrazio tutti, come al solito. E vado a mangiare che ho fame.
Un ciaone a tutti, bella gente!
   
 
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