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Autore: vitto00    25/08/2016    1 recensioni
Niente è facile, ma nulla è impossibile.
Perché però qualche volta nella nostra vita commettiamo degli sbagli che sembrano difficili da rimediare?
Recitare nei panni di un personaggio è facile, ma la situazione si complica quando si inizia a provare i sentimenti che si dovrebbe far solo finta di provare e la cosa diventa quasi irrealizzabile quando ci sono di mezzo un matrimonio e un figlio:una famiglia. Jennifer e Colin ormai si conoscono da più di due anni e tra loro c'è da subito stato un bellissimo rapporto d'amicizia, ma forse qualcosa sta per cambiare oppure le loro vite sono già cambiate dal momento che si sono presentati e il loro passato era solamente uno dei tanti ostacoli che il destino li ha posto sulla strada e che insieme dovranno superare.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: colin o'donoghue, Ginnifer Goodwin, Jennifer Morrison, Josh Dallas, Lana Parrilla
Note: Cross-over, Lime, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 9

Colin Pov.
Richiusi il mio borsone e chiamai Helen.

"Colin. Come stai?" mi chiese dopo due secondi.
"Bene, te? Evan?" chiesi.
"Stiamo bene, ci manchi però! Cos'è successo ieri? Eri così preoccupato..." chiese.
"Non è un bel periodo per Jennifer, un uomo ha cercato di infilarsi nel suo letto..." risposi.
"Oddio, mi spiace così tanto! Salutamela quando la vedi." mi disse lei.
"Certo, adesso vado. Ci sentiamo domani." dissi.
"A domani, ti amo." disse.
"Anch'io." chiusi la chiamata.

Ordinai la pizza a casa e mi sedetti sul divano accendendo la televisione. Quando arrivò il fattorino gli porsi i soldi e lo ringraziai, mi risedetti e cenai guardando 'Suits'.
Verso le undici mi sfilai la maglia e i pantaloni, mi misi sotto le coperte e mi addormentai.
Mi ero appena addormentato e già la sveglia suonò.
Guardai l'ora, mezzanotte... Non era la sveglia, era il citofono.
Trascinai il mio corpo fino in soggiorno.

"Chi è?" chiesi con voce addormentata.
"Sono io, Jennifer." rispose la ragazza.
"È successo qualcosa? Stai bene? Sali." esclamai aprendole il portone del palazzo.

Le aprì la porta e la vidi scendere dall'ascensore, era bella.
Indossava un abito rosso che le fasciava alla perfezione il suo corpo.

"Ehi, ti sta bene quel vestito!" le dissi facendola entrare.
"Grazie, anche a te stanno bene i boxer..." ridacchiò arrossendo.
"Uh, scusa. Vado a mettermi qualcosa." feci per andare in camera, ma lei mi fermò.
"Mi sono divertita stasera, Daniel è perfetto. È uno con la testa a posto, nonostante abbia fatto una cavolata l'altra volta." biascicò.
"Sei ubriaca?" chiesi sentendo odore di whiskey.
"Un po'..." rispose.
"Sei venuta fin qua da sola?" chiesi sperando in un no come risposta.
"Chiaramente no, mi ha accompagnata Jason...ah no, si chiamava Jackson." rise un'altra volta. Chi era Jackson?
"Ma sei uscita con Daniel? Chi è Jackson?" chiesi sorpreso.
"Sì, solo che l'ho piantato a metà serata. Non è il mio tipo, lui non si è arrabbiato. Così sono uscita dal ristorante e c'era Jackson, mi ha portato in discoteca." rispose.
"Ookay, credo sia meglio per te andare a dormire." dichiarai prendendola come un sacco di patate.
"Non ho sonnoo! Voglio bere ancora un po'!" si lamentò tirandomi dei pugni sul petto.
"Berrai ancora nei tuoi sogni, resta qua. Vado a prenderti una pastiglia." dissi lasciandola sul mio letto.
Quando tornai la trovai seduta per terra senza vestito, solo con un reggiseno e delle mutandine in pizzo nere, era da quando ero partito per le riprese che non curavo i miei bisogni e certamente lei non mi aiutava, ero pur sempre un uomo.
"Dio, Jen. Vestiti." la supplicai.
"Ho caldo!" si lamentò.
Mi avvicinai a lei e le porsi il bicchiere e la pastiglia.
"Ecco, tieni. Domani mattina almeno non starai così male." la rassicurai.
Ingurgitò tutto e poi mi fissò.
"Cosa diavolo è quello?! Seriamente Colin?" ridacchiò indicando i miei boxer.
Non mi ero accorto di avere un'erezione.
"Mettiti a letto, Jen. Per favore." dissi imbarazzato.
"Va bene, capitano." disse rialzandosi e gattonando sul letto.
"Aspetta..." sussurrai.
"Che c'è?" chiese girandosi.
Mi avvicinai a lei, come potevo resistere? Le sue labbra erano più morbide del solito.

Jennifer Pov.
 Ero ubriaca, ma riuscivo a sentire la pressione delle sue labbra sulle mie, mi stava baciando ed ero piuttosto confusa sia per l'alcool sia per le emozioni che stavo provando.

"Cos'era?" chiesi piano staccandomi da lui.
"Niente, scusa. Dormi, domani mattina non ti ricorderai nulla."sussurrò andando in bagno.

Mi cacciai sotto le coperte e ben presto mi addormentai.
Un suono alquanto fastidioso mi stava dando sui nervi, non era la mia sveglia.
Aprì gli occhi e mi tirai su, mi girò la testa per un po' e appena misi a fuoco la camera da letto capì che non ero nella mia, ma in quella di Colin. Non c'era di fianco a me, sicuramente ieri sera ubriaca mi ha fatto dormire qua e lui è andato sul divano. Mi trascinai dall'altra parte del letto, era ancora calda... Colin aveva dormito con me e io ero in intimo, qualcosa mi era sfuggito... No, non l'avrebbe fatto, ama Helen. Mi alzai e cercai tra le sue felpe una abbastanza lunga, la indossai e andai a cercarlo. Era in cucina, già vestito a preparare la colazione.

"Buongiorno." mi salutò non appena mi vide.
Ricambiai il saluto.
"Non ho idea di quello che sia successo l'altra notte, so solo che mi sono ritrovata mezza nuda nel tuo letto e abbiamo dormito insieme. Qualsiasi cosa sia successa è stato un errore, tu sei sposato e io ero ubriaca." chiarì.

Colin Pov.
Errore. È stato un errore.
Non era stato un errore, mi era anche piaciuto, ma cos'avevo fatto. Io amavo Helen, era mia moglie, la mia famiglia.

"Certo, ma non è successo nulla. Sei venuta a casa mia, eri ubriaca e avevi caldo. Ti sei svestita e ti sei addormentata. Così ho fatto anche io." le dissi omettendo il bacio che c'era stato tra di noi, chiaramente non se lo ricordava e forse era meglio così.
Annuì rasserenandosi.
"Cos'hai preparato per colazione?" chiesi e io notai che aveva addosso una delle mie felpe preferite, quella del Trinity College.
"Bacon e uova, è mia la felpa per caso?" chiesi sorridendo.
"Sì, il vestito è scomodo, ma se ti da fastidio mi rimetto il vestito." disse.
"No, tranquilla." dissi, tanto le stava bene qualsiasi cosa avesse addosso.
Ero consapevole di aver sbagliato, ma non mi sentivo in colpa. Cioè, ero mortificato per aver fatto questo a Helen, ma non ero dispiaciuto di averla baciata... Di averlo fatto perché volevo, nonostante le conseguenze e tutto quello che pian piano stava risalendo dal buco nero che avevo deciso di chiudere tempo fa.
SPERO VI SIA PIACIUTO, NON SO SE RIUSCIRÒ A PUBBLICARE ALTRO DURANTE QEUSTI GIORNI PERCHÈ IL COMPUTER È MORTO... MIO PADRE DOVREBBE RIUSCIRE AD AGGIUSTARLO (SPERO) IN OGNI CASO CONTINUERÒ A SCRIVERE AL MASSIMO POSTERÒ PIÙ AVANTI.
Stai tuned
Vittoria <3
   
 
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