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Autore: bemyronald    26/08/2016    8 recensioni
Lo sguardo di madama Chips cadde su Ron, che non l'aveva mai vista tanto preoccupata. Sentì la sua mano sfiorargli dolcemente la spalla.
«Su, dai, sbrigati ragazzo» si riscosse e, quasi correndo, raggiunse il letto di Hermione.
Fissò per qualche secondo le tende candide dietro le quali giaceva immobile il corpo della ragazza. Esitò fermo sul posto, non del tutto sicuro di volerla rivedere, non in quello stato. Ma gli bastarono pochi secondi prima che la sua mano, con un gesto quasi automatico, raggiungesse la tendina per scostarla lentamente.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Può nascere dovunque, anche dove non ti aspetti
dove non l'avresti detto, dove non lo cercheresti.
Può crescere dal nulla e sbocciare in un secondo
[...]
Può nascere da un gesto, da un accenno di un sorriso
da un saluto, da uno sbaglio, da un percorso condiviso.


- Francesca Michielin
 


Camminava a passo lento lungo il corridoio del primo piano, rasente ai muri, con lo sguardo pensieroso fisso a terra. Cominciava a sentire la pressione della tracolla sulla spalla destra, cosa insolita dal momento che cercava sempre di portare con sé il minor numero possibile di libri. Ma quella mattina, la sua vecchia tracolla e la sua spalla dolorante, dovevano sopportare il peso di qualche libro in più.
«Forza, signor Weasley, si sbrighi!» la voce della professoressa McGranitt, che gli camminava davanti a passo svelto, arrivò autoritaria ma con un pizzico di gentilezza nel suo tono.
Il corridoio era deserto, le lezioni non erano ancora cominciate. Ron sospirò, avanzando automaticamente il passo, poi scosse leggermente la testa rendendosi conto di aver avuto un'espressione accigliata fino a quel momento. La situazione a scuola peggiorava di giorno in giorno, tutti parlavano della presunta Camera dei Segreti e del mostro che la abitava da secoli e che, ormai, se ne andava liberamente in giro per la scuola. Circolavano le idee più assurde sul mostro, tra i ragazzi di ogni anno, nelle Sale Comuni di ogni Casa, si aprivano i dibattiti più accesi e di tanto in tanto, saltava fuori anche il nome di qualche Serpeverde. La fantasia dei gemelli, insieme a quella di Lee Jordan, era nel pieno della sua attività. Tutti erano spaventati e l'atmosfera di angoscia cominciava a farsi realmente pesante.
La sera prima, Hagrid era stato portato via ingiustamente, ad Azkaban e, per assurdo, Silente era stato sospeso. Harry e Ron, nascosti sotto al mantello dell'invisibilità, in un angolo della casa di Hagrid, avevano assistito a tutta la scena. Ron aveva passato quasi tutta la notte a pensare ai ragni che Hagrid aveva espressamente consigliato di seguire per scoprire qualcosa. Ma la cosa peggiore, era che non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Hermione distesa sul letto dell'infermeria, immobile come una statua di pietra. Il solo pensiero lo rattristava spesso, e anche se faceva fatica a parlarne, era molto preoccupato. Per Hermione e per la sorte dell'intera scuola.
Quando alzò lo sguardo, vide la professoressa McGranitt ferma davanti alla porta dell'infermeria, intenta a bussare. Lui rimase un passo indietro.
«Un solo visitatore alla... oh, Minerva, buongiorno»
«Buongiorno, Poppy» rispose la professoressa McGranitt in tono stanco. Madama Chips si sporse per guardare meglio, così Ron decise di farsi avanti.
«Sono da solo, madama Chips» disse, un po' intimorito e arrossendo appena sulle orecchie. L'infermiera annuì e fece loro segno di entrare, ma Ron notò che continuava a guardare verso la porta che aveva appena chiuso, come se si aspettasse che da un momento all'altro le porte dell'infermeria si sarebbero nuovamente spalancate e il mostro avrebbe fatto irruzione.
«Sì, il signor Weasley è con me. Dopo andrò a recuperare tutta la Casa per l'inizio delle lezioni» intervenne la McGranitt, consultando alcune pergamene.
«Non più di cinque minuti» gli disse meccanicamente l'infermiera, senza guardarlo. «E temo che questa sia la tua ultima visita. Con il preside, poco fa
, abbiamo deciso di chiudere definitivamente l'infermeria ai visitatori» 
La professoressa alzò lo sguardo per un istante, e solo dopo qualche secondo di silenzio annuì semplicemente.
Lo sguardo di madama Chips cadde su Ron, che non l'aveva mai vista tanto preoccupata. Sentì la sua mano sfiorargli dolcemente la spalla.
«Su, dai, sbrigati ragazzo» si riscosse e, quasi correndo, raggiunse il letto di Hermione.
Fissò per qualche secondo le tende candide dietro le quali giaceva immobile il corpo della ragazza. Esitò fermo sul posto, non del tutto sicuro di volerla rivedere, non in quello stato. Ma gli bastarono pochi secondi prima che la sua mano, con un gesto quasi automatico, raggiungesse la tendina per scostarla lentamente.
Ron osservava Hermione, con uno sguardo incredulo e un velo di tristezza sul volto. Era lì in piedi, con la tracolla pesante che quasi gli staccava la spalla, ma non avvertiva più nemmeno quel fastidio, gli parve perfino di non riuscire a respirare. Nel silenzio più assoluto, appoggiò la borsa sul pavimento, si sedette sulla sedia e tornò a guardare Hermione. 
Sembrava di avere davanti la statua della sua amica, solo una sua riproduzione, niente di più. I suoi capelli crespi non si muovevano più, le sue dita non potevano sistemarli dietro l'orecchio e non stringevano libri. Il suo sorriso saccente non c'era più, i suoi occhi grandi e scuri non esprimevano nulla. Quello sguardo assente, quegli occhi spalancati e vitrei, furono come un pugno in pieno stomaco.
Era tutto grigio e spento ed incredibilmente triste attorno a lei. 
Ron allungò una mano per toccare quella di Hermione, era leggermente fredda. La sfiorò appena con le dita, poi l'accarezzò e per un attimo gliela strinse. Fu solo allora che sulle labbra apparve un lieve sorriso - ma pur sempre un sorriso.
Lui sapeva che la sua amica era viva. Lo sapeva, ed era per questo che era venuto a farle visita.
Estrasse dalla borsa quattro tomi rilegati.
«Queste sono le lezioni di oggi» disse, sentendo la propria voce rauca e bassa dopo quei minuti trascorsi in silenzio. «So che per te sarebbe impensabile saltarle e rimanere indietro» gli scappò una piccola risata, «allora ho pensato che forse, avere i libri con te, possa in qualche modo esserti d'aiuto».
Ad uno ad uno, li sistemò su una sedia accanto.
«Probabilmente madama Chips si infurierà per il disordine, anche se in realtà non ho nemmeno occupato il comodino» ridacchiò, tornando a guardarla. «Ma tanto non potrò tornare, sai? Qui è un gran casino, Hermione... e vogliono chiudere l'infermeria ai visitatori».
Inconsapevolmente una mano andò a posarsi di nuovo su quella della ragazza, che Ron cominciò ad accarezzare distrattamente. «A scuola non ce la passiamo granché» proseguì, con gli occhi fissi sulle loro mani. «Hagrid è stato portato ad Azkaban, il Ministro non sa più che pesci prendere! Idiota. Quella canaglia di Lucius Malfoy ha fatto in modo che Silente venisse sospeso, ma ti rendi conto? Assurdo» borbottò indignato, grattandosi la testa. 
«Harry non è potuto venire. Un visitatore alla volta!, continua a gridare in modo ossessivo madama Chips. Che barba, quella donna» stavolta non poté che sorridere nuovamente. «Tu le daresti ragione, non è vero? È per la sicurezza degli studenti! Be', sì, forse è giusto che chiudano l'infermeria, però...» il sorriso si spense, sospirò affranto stringendole la mano. I minuti successivi trascorsero lenti e silenziosi. Ron non poteva far altro che guardarla, inspiegabilmente sentì uno strano nodo alla gola.
«Abbiamo bisogno di te» disse all'improvviso, a voce bassissima, quasi non rendendosi conto di aver dato voce a quel pensiero. Arrossì all'inverosimile, ma continuò. «Spero che tu abbia potuto sentirmi... magari sono riuscito farti un po' di compagnia».
La guardò bene in viso. Per un attimo si sentì uno sciocco, un emerito idiota: stava parlando ad una persona pietrificata! Ma non gli importò, si abbassò su di lei e le diede un bacio veloce sulla guancia fredda.
«Ci manchi» le disse sottovoce.
Poi velocemente lasciò andare la mano di Hermione, raccolse la borsa ormai quasi vuota, si alzò e oltrepassò le tende.
Era certo che Hermione non l'avesse sentito, non aveva il minimo sentore che qualcuno fosse venuto a trovarla. Portarle i libri delle lezioni del giorno, probabilmente era stato un gesto stupido, senza alcun senso logico, ma lui sentiva che Hermione l'avrebbe apprezzato, in ogni caso. E a lui andava bene così. Cos'altro avrebbe potuto fare?
Forse non l'avrebbe mai saputo, perché lei non l'avrebbe mai scoperto. Ma avrebbe aspettato per raccontarglielo... o, molto più probabilmente, per far finta di niente.


 
4 mesi dopo...


C'era una gran confusione nella Sala Grande, decorata in occasione della seconda vittoria consecutiva dei Grifondoro. Si respirava un'aria allegra e spensierata, c'era quella tranquillità che tutti avevano bramato per mesi. Harry e Ron avevano raccontato ad Hermione come si erano svolti i fatti, come si erano ritrovati nella Camera dei Segreti insieme a quella nullità di Allock per salvare Ginny. Hermione li aveva ascoltati in silenzio, con attenzione e ammirazione, intervenendo raramente.
«Ma... be', senza il tuo aiuto non ce l'avremmo mai fatta, Hermione» concluse Harry in tutta sincerità, facendola sorridere e arrossire.
«È vero!» intervenne Ron, con gli occhi fissi sul vassoio, alla ricerca dell'aletta di pollo migliore.
Per un po' si concentrarono sulle leccornie che il banchetto generosamente offriva, poi Hermione lasciò andare improvvisamente le posate per tirare fuori dalla sua borsa quattro grandi libri rilegati.
«A proposito» disse, posandoli sul tavolo, «c'erano questi su una sedia accanto al mio letto. Sono miei, ma cosa ci facevano lì? Chi li ha presi? Siete stati voi?» Ron alzò lo sguardo e vide che Hermione sorrideva.
Non riuscì a capire se fosse quel suo sorriso grato, se fosse l'emozione di essere di nuovo tutti insieme, se fosse il cibo o se fosse per il fatto che stesse per essere scoperto, sta di fatto che avvertì uno strano calore diffondersi in zona orecchie.
«Allora?» li incalzò Hermione, sorridendo con un'espressione accigliata. 
Harry sollevò le spalle e scuotendo il capo disse: «Io non ne so nulla».
«Ma...» tentò Hermione, ma Harry fu distratto da Neville e Seamus.
Ron la sentì sbuffare e sottecchi la vide riporre i testi nella borsa. Continuò a mangiare il suo porridge come se nulla fosse, ma sentendo lo sguardo di Hermione addosso.
«Non so perché è stato fatto» disse la ragazza, ben decisa a scoprire l'autore di quel gesto. «Ma è stato un gesto molto carino. Questo volevo dire».
«Oh, bene... sì, bene» si lasciò sfuggire Ron, arrossendo ancora di più.
«Oh, sì» esclamò subito Hermione, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ripredendo il sorriso. «È stata la prima cosa che ho visto appena mi sono risvegliata. Mi ha reso contenta, sai?» 
Ron alzò finalmente lo sguardo. Si sentì sollevato.
«Grazie, Ron» gli disse sinceramente Hermione, con le guance che assunsero una leggera sfumatura cremisi. Anche lui arrossì, fece spallucce e borbottò:
«Non c'è di che», in un timido sorriso.
Solo Hermione poteva essere contenta di risvegliarsi tra i libri dopo mesi di silenzio.
Sì, avevano proprio riavuto la loro amica, la loro migliore amica tutta libri e capelli crespi. E andava benissimo così.



Angolo dell'autrice
Oh, ciao a tutti! Non potete immaginare che emozione sia per me ritornare! Mi mancava scrivere qui, a voi, mi mancavano i Romione. Ma proprio tanto. Senza contare che sono continuamente alla ricerca di Romione-moments direttamente da Cursed Child. Sì, per una volta nella mia vita sono pro-spoiler, per il semplice fatto che voglio prepararmi a quello che andrò a leggere molto presto (sono molto preoccupata, ma non voglio e non posso dare alcun giudizio personale, dal momento che non ho ancora potuto leggere lo script). Il punto è che i Romione-moments che ho scovato mi hanno fatto impazzire (ovviamente) e quindi la mancanza si è raddoppiata. Fate finta che ciò che ho scritto abbia senso.
Tornando a noi. Questa shot è semplice, breve, nulla di impegnativo, eppure ha richiesto un certo impegno da parte mia (?). Non ho trovato facile parlare di due bambini che in realtà sono la mia OTP, che vedo già sposati e con figli, capite? Insomma, spero di essere riuscita a trattenermi, di essere stata "giusta", loro sono ancora davvero troppo piccoli per capire che in realtà ben presto nascerà qualcosa che va al di là dell'amicizia. Senza contare poi che sono Ron e Hermione e che quindi ci metteranno sette anni circa. Il gesto di Ron è stato amichevole e gentile, ma non si è reso conto di aver fatto una gran cosa dimostrando di conoscere veramente la sua amica. E' tutto un fare le cose inconsapevolmente 'sto ragazzo, pure da bambino, ed io adoro. Hermione inizialmente ha insistito con Harry, forse perché è una cosa che si sarebbe aspettata da lui (così ho pensato), ma poi comprende il silenzio e l'imbarazzo di Ron e fa centro. Naturalmente. Spero che tutto sia al posto giusto,  di non aver né esagerato né ridotto il tutto a qualcosa di superficiale. Sapete quanto io tenga a trattare i Romione come meritano di essere trattati. Per quanto riguarda le visite in infermeria, mi sono ispirata al libro. Nel film vediamo Harry e Ron che vanno a trovare Hermione un paio di volte, quando invece, nel romanzo, la rivedranno solo più in là, per caso, dopo aver raccontato alla McGranitt, per evitare una punizione, di star sgattaiolando in infermeria (furbastri!). Anche per quanto riguarda il periodo della pietrificazione di Hermione ho usato il libro come documento. L'incidente è avvenuto nel mese di febbraio e solo al termine dell'anno scolastico i pietrificati sono stati risvegliati. Se ci sono errori, di qualsiasi tipo, dovete assolutamente avvisarmi, ho ripreso il secondo libro proprio perché alcuni dettagli non li ricordavo. ;)
Be', ragazzi, questo racconto è stato una piccola parentesi. La voglia di parlare ancora di loro e di dar voce ai miei pensieri era molta e allora ho ceduto, ma sto lavorando ad un paio di storie più elaborate e anche se non so quando le leggerete (sapete che non sono brava con gli appuntamenti), vi prometto che arriveranno. Scriverò di loro fino a quando non ne avrò abbastanza, e in quel caso lo saprete. Questo è anche un mio diario. :) 
Ci tenevo a ringraziare chi, in questi mesi, mi ha comunque scritto con tanto affetto, nonostante il mio silenzio. Persone che hanno sempre letto e apprezzato le mie storie, persone che le hanno scoperte e hanno sentito il bisogno di dirmelo. Grazie, grazie, grazie veramente perché quando lo fate io mi sento bene, mi sento capita come non mai. E grazie a Francesca Michielin, artista che stimo, per avermi ispirata con questa sua poesia. Personalmente ho pensato a Ron e Hermione sin dal primo ascolto.
Auguro una buona lettura a chi avrà presto tra le mani 'The Cursed Child'! Ne parleremo presto, magari quando scriverò qualcosa ispirandomi a qualche Romione-Moments! :D
Non vi auguro buona visione per quanto riguarda 'Fantastic beasts' perché, ehi! Fino ad allora ci sentiremo! ;)
Buona fine estate e buon nuovo inizio, qualsiasi cosa voi dobbiate ri/cominciare. :'D

Peace, love and Romione
Jess


 
 
   
 
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