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Autore: Spensieratezza    29/08/2016    1 recensioni
Steve Rogers aveva già perduto il suo migliore amico una volta e quando vide che Bucki non si ricordava di lui, è stato come perderlo una seconda volta. Non l'avrebbe perduto una terza. Non poteva abbandonarlo al suo destino. Doveva proteggerlo.
Stucky.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, T'Challa/Black Panter, Tony Stark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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“Steve, il mondo intero ci da la caccia e tu mi porti..in una gita in montagna? Sei un tipo pieno di sorprese.” Disse il soldato d’inverno accompagnato dal suo amico che lo sosteneva.

“Ho pensato che dopo tanto correre avessimo bisogno di ricaricare le batterie, soprattutto tu. Non sono io quello che ha preso più pugni contro Stark.”

“Di certo no, ma hai fatto di tutto per superarmi..o almeno andarci vicino. È tua questa baita?” chiese Bucky guardando la graziosa baita in legno davanti a sé.

“Sì, mi piace venirci quando ho bisogno di stare un po’ da solo per pensare..o anche solo per allontanarmi per un po’ dal resto del mondo.” Disse Steve, prendendo la chiave da sotto il tappetino.
 
Bucky si mise a osservare l’interno con curiosità.

“Non fare caso al disordine. Non ci entro da diverso tempo e non pulisco da anche di più.” disse Steve cercando di dare alla casa una parvenza di ordine.

“Pensi davvero che mi interessi l’ordine?” chiese Bucky, sedendosi sul divano e tirando un grosso sospiro.

Steve lo guardò con un sorriso.

“Dovrebbe. Guardati. Sembri Tarzan.” Disse notando i suoi capelli.

Bucky gli rifilò un’occhiata di traverso.

“Sì, beh, scusami se quelli dell’hydra non mi lasciavano molto tempo libero per curare il mio aspetto. Erano troppo occupati a farmi il lavaggio del cervello.”

“Io non volevo…scusami.” Disse Steve dispiaciuto.

“Non fa niente. È colpa mia. Tu stavi solo scherzando e io..”

“Scherzando? Mica tanto.”

Bucky lo fissò.

“Tu adesso ti tagli quei capelli. Subito.”

“Steve non starai dicendo sul serio!”

“O meglio, lo farò io.”

“Steve, non ti azzardare…” disse spaventato.
 
 


Inutile dire che il caro Steve prese il suo migliore amico sotto braccio e lo costrinse a sottoporsi al..trattamento!
 
Mentre gli lavava i capelli nella vasca –Bucky era in ginocchio sotto il getto, ma fuori dalla vasca – riuscì a dire:

“Sei prepotente.”

“Voglio imparare dal maestro.” Sorrise Steve. “Stai giù.” Lo ammonì, ma con una sorta di calma dolcezza, mettendogli altro shampoo.

“Cavolo, Buck..hai un sacco di nodi.” Disse Steve, beandosi del contatto. Era bello tornare ad avere dei momenti da soli con il suo migliore amico. Dei momenti leggeri come quelli, gli sarebbero sembrati, fino a qualche tempo prima, pura utopia. Scoprì che niente è davvero un’utopia, se desideri davvero fortemente qualcosa.

E poi gli piaceva lavargli i capelli. Era un contatto intimo toccare e stringere i capelli di qualcuno, ma così intimo, appunto, che lavare i capelli, era l’unico modo non troppo imbarazzante per poter stringere un legame emotivo con qualcuno. Per sentirlo.

Certo, non che avesse bisogno di stringere un legame emotivo con Bucky. C’era già, lo sentiva, ma era solo che a volte gli piaceva sentirlo anche fisicamente, questo legame.
 
Gli lavò piano i capelli per non fargli troppo male, sentendo che era pieno di nodi, ma anche – e forse questo faticava ad ammetterlo a sé stesso – perché voleva assaporare quel contatto più che poteva, visto che quando avrebbe finito, Bucky non gliel’avrebbe più permesso.
 

“L’acqua è troppo calda?” gli chiese, sentendosi come un provetto parrucchiere e vergognandosi un po’.

“No. è perfetta…” disse Bucky.

Anche questo momento è perfetto… pensò Steve sorridendo.
 
 
 
Quando chiuse l’acqua, fece sedere Bucky su una sedia, davanti allo specchio, mentre prendeva un paio di forbici e cominciava a guardare la giusta lunghezza.

“Tranquillo, l’ho già fatto una volta..o due.” Disse, notando lo sguardo preoccupato di Bucky, sorridendo.

Bucky sospirò, cercando di restare calmo, poi avvertì una presa delicata sul suo braccio, spostarlo appena per farlo stare dritto. Una presa calda e delicata, che gli mozzò per un attimo il fiato, per via della dolcezza che mise in quel tocco.

“Ecco. Così. Cerca di stare dritto.” Gli disse Steve con dolcezza.
 
Bucky ubbidì e Steve cominciò ad avvicinare le forbici e a prendere una manciata di ciocche lunghe tra le dita. Inaspettatamente, disse:

“Hai la postura un po’ curva, Bucky..” disse. Sembrava triste.

“Mmm..e quindi? Dove vuoi..”

“è un atteggiamento di difesa, non è vero? È colpa di quelli dell’hydra…”

“Steve..” sospirò Bucky. Non aveva voglia di riparlare di loro.

“Tranquillo. Volevo solo dirti che non ne hai bisogno ora. Non più. Non sei più in pericolo ora, ma al sicuro.”

“Ok..” disse Bucky sorridendo un po’ imbarazzato da tante attenzioni. Non ne era abituato.


Come se non potesse evitarlo, tuttavia Steve aggiunse:

“è per lo stesso motivo che ti sei fatto crescere i capelli, vero? Non è perché non ti permettevano di taglarli, ma per nasconderti in un certo senso, perché ti sentivi..”

“Non mi sentivo né debole, né vulnerabile, né spaurito e se tu potessi smettere di trattarmi così, te ne sarei..” cominciò Bucky sentendosi punto sul vivo. Steve sospirò.

“Guarda che non devi vergognarti.”

“Io non mi vergogno.”

“Alza la testa.” Disse piano, tirandogli su il collo.
 
Nonostante l’irritazione, il soldato obbedì, mentre la stessa mano di Steve gli alzava il mento con la stessa delicatezza di prima. Ora la sua testa era addossata completamente sul petto di Steve. Si sentiva vulnerabile in quel momento, dipendente da quell’abbraccio, ma stranamente si sentiva anche bene, perché sentiva che Steve non se ne sarebbe approfittato né che lo derideva per questo. Con Steve sapeva di potersi anche abbandonare a momenti di debolezza, perché si fidava di lui. E lo fece. Si lasciò andare a quel tocco, chiudendo gli occhi.

Steve d’altra parte, restò un attimo lì a guardarlo e la profondità del legame che sentiva con Bucky, lo percosse dentro come se fosse arrivata una scarica elettrica a scuoterlo. Si rese a malapena conto della lieve carezza sul mento che non riuscì a trattenere e del leggero tocco sulle sue spalle, come a volerlo consolare.

Il suo cuore prese a battere come un tamburo ed ebbe paura che Bucky potesse sentirlo, quindi spostò appena il suo bacino dalla sua schiena.

Naturalmente quando lo fece, era già tardi, perché Bucky se n’era accorto.

“Ti batte forte il cuore.” Disse.

“Cosa? No! Non è vero " negò Steve.

“Non mentirmi.”

“….”

“Guarda che non devi avere più paura di me. Io…”

“Non ce l’ho " negò ancora Steve, sospirando segretamente per il fatto che Bucky non avesse capito che quella non era paura, ma emozione.

“Io…quando penso a qualcosa di un po’ agitato, mi succede. È la tachicardia. Sai, quando è passata l’asma..io credo che parte dell’ansia non sia mai andata via del tutto e si è concentrata da quando lotto assieme agli avengers..sai le battaglie e tutto il resto. È normale che agitino.”

“E cosa hai pensato che ti ha fatto agitare?” chiese Bucky.

Steve si è morso il labbro.

“So che non ti piace quando te lo dico, ma stavo pensando a quello che hai passato con l’hydra..e al fatto che li odio per quello che ti hanno fatto.” Mentì, anche se, era una bugia a metà.

Prese allora a tagliargli i capelli. Seriamente stavolta..e Bucky lo lasciò fare. Gli piaceva sentire le dita di Steve tra i suoi capelli, quel contatto.
   
 
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