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Autore: Usagi    30/04/2009    2 recensioni
Alla fine della guerra contro il Regno di Zaibach, Hitomi è pronta per lasciare Gaea e ritornare a casa. Ma se fosse proprio Gaea a non concedere questo ritorno? Potrà Hitomi lasciare Gaea, consapevole che la sua vita e quella del pianeta sono strettamente collegate? Una lotta contro il tempo, dei segreti da svelare, per salvare il pianeta creato dai desideri della Stirpe degli Uomini-Draghi-Divini dalla distruzione completa.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Cieli di Gaea '
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Ciao a tutti! Ebbene ecco il secondo capitolo della fanfiction.
Inizio con il dire che, forse, leggendo avrete notato sicuramente che sotto il titolo sono state inserite delle frasi. Esse provengono direttamente dalla versione italiana dell'anime. Ho reputato inserirle perché sono indicative per ogni capitolo. Inizio con il dire che ancora sono con la stesura della storia ma ho già in mente tutto quanto quindi credo che non ci saranno ritardi con la pubblicazione che avverrà in media circa una volta a settimana.
Ringrazio anticipatamente le persone che hanno inserito questa storia fra i preferiti, alexiell e leidia.
Spero di ricevere tanti commenti e suggerimenti e perché no, anche delle critiche se le riterrete opportune.
Ho cercato di dare quell'ambientazione tipica dell'anime dove gli episodi venivano conclusi sul "più bello" lasciando noi povere telespettatrici con la bocca aperta e l'ansia fino alla settimana prossima. Non me ne vogliate! ^_^
Comunque sia, adesso vi lascio alla lettura del capitolo, ringraziando ancora un volta chi commenterà.

 

The Vision of Escaflowne

«Il Richiamo della Terra»


2
Destino di Distruzione

« Non mi resta altra scelta che accettare quello che è il mio destino!
Mi caricherò io del peso di questa guerra
insieme alle sofferenze di tutti coloro
che ne saranno vittime! »

 



« Ha perso i sensi così all’improvviso? » una voce preoccupata. Familiare.
« Te l’ho già detto, era a terra svenuta esattamente dove era apparsa la colonna di luce! » un’altra voce, nonostante la rabbia era evidente la preoccupazione. 
« Guardate, sembra che si stia svegliando! » aveva detto una voce più infantile, che l’avrebbe fatta sorridere.
Il buio diventava sempre più chiaro, come se una luce volesse farle spazio in quelle tenebre profonde. Quando Hitomi si rese conto che aprire gli occhi non sembrava esserle così faticoso, la prima cosa di cui si accorse fu che era notte.
« Hitomi! » e la sua mano venne immediatamente stretta da una presa sicura.
« Van… dove..? » cominciò a parlare, confusa.
Ma lui scosse il capo mortificato, « Perdonami Hitomi, sei ancora su Gaea. Stai bene? »
Le ci volle qualche attimo per capire, per rimettere tutti i pezzi al loro posto.
« Cos’è successo? » domandò, e con piacere, si accorse che l’uso della parola sembrava esserle tornato.
« Non lo sappiamo ancora. » proprio in quel momento la voce di Allen la raggiunse prima che la sua figura si spostasse verso la candela, concedendole così di vederlo chiaramente.
« Signor Allen… voi qui? » anche questo fu difficile da concepire. Lei era a Fanelia, come poteva trovarsi Allen lì? Sapeva che era rimasto ad Asturia a proteggere la Principessa Millerna.
« Sono venuto appena ho visto la colonna di luce sparire ancor prima di raggiungere la Luna dell’Illusione. » parlava con sincera preoccupazione, i modi ancora da cavaliere.
« Hitomi… » proprio in quel momento, una ragazza gatto le saltò sul letto, aveva gli occhi inondati di lacrime.
« Merle.. Non preoccuparti, sto bene! » aveva sorriso, rimettendosi a sedere.
« Hai dormito per giorni, non sapevamo che cosa ti fosse successo! Eravamo così preoccupati! » ricominciò a piagnucolare mentre le mani, più simili a zampe, stringevano le coperte candide del letto.
Ci fu un momento di silenzio, dove incontrò gli occhi di Van, sembravano così preoccupati. Proprio come aveva detto la ragazza-gatto.
« Adesso andiamo Merle, lasciamo che Hitomi riposi.. » la voce di Allen, dopo qualche istante, sembrò risvegliarla ancora una volta, si accorse che aveva mosso i suoi passi fino a raggiungere la soglia della porta. La gattina sembrò comprendere in ritardo di qualche secondo il vero contenuto di quel messaggio ma poi anche lei si uscì dalla stanza richiudendosi la porta dietro le spalle. 

Prima che potesse dire qualsiasi cosa, le braccia di Van la circondarono e fu avvolta dal suo profumo, mentre si rendeva conto che la stava stringendo a sé.
« Ho avuto tanta paura, non riuscivo a svegliarti. » mormorò semplicemente vicino al suo orecchio.
Hitomi si riprese in fretta, nonostante fosse arrossita profondamente. Allungò le braccia per ricambiare l’abbraccio a sua volta.
« Perdonami se ti ho fatto preoccupare, però dimmi cos’è successo: ricordo solo che stavo per tornare sulla terra… » s’interruppe vedendo il suo sguardo.
« Hitomi, ho sentito chiaramente una vibrazione dal tuo ciondolo e poi, eri lì. Sei stata quasi tre giorni incosciente, tranne quando deliravi. Hai avuto la febbre molto alta. »
Hitomi sembrò sorpresa: non ricordava sintomi simili. In effetti, non ricordava proprio nulla.
« Adesso mi sento bene. » lo rassicurò muovendosi per togliersi le coperte di dosso. Aveva fame. La mano di Van fu più veloce.
« Hai detto cose strane mentre eri preda del delirio della febbre. » il tono di voce si era fatto più serio.
« Se c’è qualcosa che ti turba, voglio essere il primo a saperlo. Ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per farti tornare a casa.
»
« Van.. io.. » ma prima che potesse concludere la sua frase, si portò una mano alla testa, le faceva molto male.
« Stai bene? » Van era di nuovo allarmato e preoccupato.
Hitomi annuì, con poca convinzione.
« Se hai fame ti farò portare qualcosa, ma sarà il caso che riposi almeno per questa notte, domani se starai bene ti alzerai. »
La ragazza della Luna dell’Illusione annuì.
« Tornerò quanto prima. » gli aveva sorriso, prima di baciarla castamente sulla fronte, era arrossita.
L’aveva osservato uscire dalla porta guardandola ancora una volta poi si era distesa nuovamente chiudendo gli occhi.
Quando Van era tornato con un vassoio carico di cibo, Hitomi si era di nuovo addormentata.  

Era in un campo di battaglia, poteva percepire il fragore delle armi a pochi metri da lei. Voltandosi vide ciò che più temeva: Van a bordo dell’Escaflowne, stava combattendo contro un altro guymelef.
Proprio in quel momento sentì una vibrazione provenire alla sua destra. Incauta si voltò.
Una luce viola l’avvolse facendole tremare la terra sotto i piedi: sarebbe precipitata. Tentò invano di avanzare cercando di fuggire dalla crepa sempre più fragile ma mettendo un piede avanti finì per sbilanciarsi e cadere.
Ebbe come una sensazione di deja-vu: era già successo, sapeva che cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Aprì gli occhi, sperando di veder apparire Van con il braccio rivolto verso di lei per sostenerla e salvarla, ma non arrivò nulla. Vide solo il buio avanzare contro la luce che andava facendosi più fioca man mano che precipitava.
Sentì qualcosa di freddo e viscido legarsi contro il suo braccio proteso e con orrore apprese che si trattava di un ramo, un ramo vivo e sorprendentemente liscio. Aveva vita propria.
Il ramo le si attorcigliò lungo tutto il braccio fino a risalire sulle spalle e avvolgere anche il resto del corpo. Tentò di divincolarsi, ma quanto più tentava di staccarselo di dosso, tanto quello le stringeva le carni. Quando le avvolse il collo, proruppe in un grido atroce.

« Hitomi!! » la voce di Merle sembrava cercar di superare gli urli di Hitomi, invano.
Aprì gli occhi e contemporaneamente sentì la presa della gatta contro le sue braccia, sembrava che stesse cercando di trattenerla ed in effetti era così.
« Hitomi, adesso basta, svegliati! »
D’un tratto riuscì a fermarsi, con le labbra ancora dischiuse pronte ad urlare, la mano destra stringeva con forza il braccio sinistro, in quel momento avvertì il dolore della sua stessa morsa.
« Merle. » sussurrò Hitomi abbandonando le braccia sul letto, con un sospiro di sollievo.
« Hitomi, sei pallidissima. » sentenziò la gatta riprendendo fiato.
« Si può sapere che cosa diavolo hai visto? Mi hai fatto prendere un colpo! »
La candela ardeva ancora alta, possibile che fosse passato così poco tempo da quando si era riaddormentata?
Aveva il respiro corto ed un milione di immagini nella propria testa.
« Ehi mi senti? » ripeteva Merle, con tono più preoccupato che ironico.
Hitomi si alzò di scatto, mettendosi seduta.
« Ehi, ehi! Non puoi alzarti così, se non mi dici che cos’hai! O andrò a chiamare il Signorino Van! » e la gatta incrociò le braccia al petto. « Sempre che non ti abbia già sentito, con tutte quelle urla. »
« Merle. Ascoltami, devi dirmi quanto tempo è passato da quando la guerra contro Zaibach è finita. »
La gatta storse di lato la testa, visibilmente perplessa.
« Domani saranno già tre settimane, è incredibile come il tempo sembra passare in fretta, vero? »
« Tre settimane? » Hitomi deglutì un nodo in gola.
« Esatto. Lo sai che sei proprio strana? »
« Devo parlare con Van! » sentenziò la ragazza, liberandosi dalle coltri, saltando dal letto.
« Ehi aspetta! »
Ma Hitomi era già fuori dalla sua stanza e correva attraversando un corridoio illuminato semplicemente dalle fiaccole nel grande palazzo reale di Fanelia.
 
Van era immerso nei suoi pensieri.
L’aria, nonostante preannunciasse l’arrivo della primavera, era fredda al punto tale che persino il Re di Fanelia, aveva la pelle d’oca.
Cercando di allontanare le preoccupazioni si era rifugiato in un fitto allenamento con la spada, visto che solo in quel momento, quando gli impegni di palazzo non richiedevano la sua presenza di continuo, aveva tempo per se stesso.
Fanelia sarebbe stata risorta presto dalle ceneri così come l’antica fenice: il solo pensiero sembrava risanare ogni sua stanchezza.
Tuttavia, era angosciato per Hitomi e, a peggiorare la situazione, persino i draghi si erano pericolosamente avvicinati alla città. Per esperienza sapeva che non era una buon segno.
Non possedeva le doti di chiaroveggenza di Hitomi, ma anche senza queste, sapeva benissimo che c’era qualcosa che non andava. Tutto era cominciato da quando la colonna di luce era sparita all’improvviso, come se qualcosa non avesse funzionato.
Il fendente che aveva appena rivolto contro un invisibile nemico si fermò a mezz’aria quando gli parve di udire un urlo. Era troppo lontano perché riuscisse a capirne l’esatta locazione e scacciò il pensiero che fosse stata proprio Hitomi ad urlare.
Non era possibile, Merle era lì con lei.
Sollevò lo sguardo fissando il cielo e la Luna dell’Illusione, azzurra e splendida.
Come un lampo, la sua mente venne attraversata dal viso sorridente di Hitomi, per sparire immediatamente dopo.
Proprio in quel momento gli parve di sentire qualcosa, come dei passi veloci. Stette allerta, prima che si rilassasse: erano delle calzature che solo una persona poteva indossare, poiché non ne esistevano altre uguali.
« Van! »
La sua voce lo fece voltare immediatamente.
Riconobbe Hitomi fermarsi a pochi metri da lui con il fiatone.
« Hitomi, cosa succede? » aveva riposto la spada nel fodero e l’osservava.
« Sta per succedere qualcosa! » esclamò lei, piegandosi in avanti, mettendo le mani sulle ginocchia. Aveva corso molto.
« Gaea sta.. »
Ma il verso di un animale che ben conosceva, straziò la tranquillità della notte.
« Un Drago! Un drago della terra, ai confini della foresta! »
La voce del soldato seguì l’ennesimo ruggito.

  
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